400 milioni di morti decapitati

Il Giornale Online
Il Pollo (è il nome generico della specie “Gallus gallus”, dato sia al maschio, Gallo e/o Pollo, che alla femmina, la Gallina; il termine deriva dal latino “pullus” cioè animale giovane) è vittima di uno sfruttamento e di un massacro industriale così enorme da essere difficile da concepire, e che per la sua vastità e atrocità quasi annulla la percezione di un Pollo come essere senziente.

Anche sulla scorta di una “cultura” che lo dipinge come un Animale ben poco evoluto, siamo propensi a credere che abbia limitate facoltà mentali, invece “gli uccelli, e anche le Galline quindi, possono elaborare astrazioni e concetti più complessi di quanto non facciano i mammiferi. Le Galline hanno capacità di riconoscimento e addirittura di astrazione… Sono molto più intelligenti di quanto si pensasse” ed è assodata la loro sviluppatissima vita sociale.

Il motivo del loro sfruttamento risiede soprattutto nella facilità di allevamento e nell’enorme domanda delle loro uova a della carne dei loro cadaveri. Oramai esiste un “ecosistema” industriale di sfruttamento per miliardi di Galline e Polli: esse nascono, vivono e vengono uccise generazione dopo generazione sempre in luoghi artificiali, in cui non esistono i cicli della natura (e per i Polli allevati per trarre dai loro cadaveri la “carne” neppure il ciclo giorno-notte, vi è luce 23 ore al giorno), in cui non hanno la minima libertà, in cui mangiano continuamente farine industriali e mangimi.

Nella maggior parte dei casi tutte le fasi della tragedia biografica di questi Animali si svolgono nel medesimo stabilimento: è la cosiddetta “integrazione verticale”, ovvero: “aziende che hanno allevamenti di riproduttori, incubatoi, producono i mangimi utilizzati per nutrire gli animali, allevano gli stessi, possiedono propri macelli e propri laboratori per la trasformazione delle carni e/o propri impianti di selezione e imballaggio delle uova da consumo” (Unione Nazionale Avicoltura).

Questi Animali sono vittime dello sfruttamento in due modalità principali, in base alla loro “utilità” per il profitto dell’industria, ovvero per la produzione delle uova e per la carne dei loro cadaveri. Le Galline sfruttate per la produzione di uova, sono costrette a vivere in gabbie di filo di ferro alte almeno 40 cm, con una superficie di 550 cm² (un foglio A4 circa) per singola gallina, in ambienti chiusi con atmosfera e luce (fino a 23 ore al giorno) artificiali.

Questo è il cosiddetto “allevamento in batteria” (esistono anche altri tipi di prigionia meno terribili, ma sono riservati a ben poche Galline), che grazie a molti sforzi dovrebbe essere abolito in Europa non oltre il 2012. I Pulcini vengono divisi appena nati da degli operai che selezionano le femmine ed i maschi.

I maschi vengono uccisi (gettati vivi e tritati in appositi macchinari) in quanto ovviamente non fanno le uova.

Per le femmine inizia invece una vita di sofferenza: viene loro tagliato il becco (per evitare episodi di cannibalismo dovuti alla mancanza di spazio ed allo stress) e vengono loro praticati la bruciatura dei tendini ed il taglio delle ali (inutile dire che non sono anestetizzate).

Da qui in poi la loro vita consisterà in 15 mesi circa chiuse nelle gabbie di cui sopra.

Dopo tale periodo le Galline iniziano a generare meno uova di quanto richiesto dall’industria e dal profitto. Pertanto vengono portate allo scannatoio e lì uccise per utilizzare i loro cadaveri. I Pulcini (sia maschi che femmine) allevati per poi essere uccisi e per ottenere dai loro cadaveri la cosiddetta “carne di pollo” sono privati oltre che della libertà anche della loro integrità genetica, giacché sono oggi, in ogni parte del mondo, i discendenti di poche coppie (la più famosa è conosciuta come COBB500, un marchio registrato della Cobb-Vantress, inc.) nate in laboratori genetici e selezionate esclusivamente per ingrassare in fretta.

Essi sono imprigionati in capannoni affollatissimi, in cui vivono a terra, in ambiente artificiale (cicli di luce di 23 ore, elevato calore costante, eccetera) volto a stimolare in loro un continuo ed innaturale appetito. Sia a causa della manipolazione genetica, sia per tali condizioni ambientali, il Pulcino “broiler” cresce con un ritmo di 3 volte superiore a quello di un pulcino normale (indicativamente sarebbe come se un bambino umano di 3 mesi pesasse 12 kg).

Questo comporta una mortalità più elevata causata soprattutto da due patologie: la ascite (un’infiammazione nel torace che porta ad immobilità e poi a morte per inedia dopo lunga agonia) e la sindrome da morte improvvisa (collasso cardiaco). La vita che è loro consentita è di soli 38-63 giorni, dopodiché (sono ancora dei pulcini, per quanto enormi) vengono catturati a mano da degli operai (la procedura spesso comporta gravi lesioni) e prima della cattura vengono lasciati a digiuno, per una migliore macellazione.

Vengono rinchiusi in un sovraffollamento incredibile in gabbie da trasporto e condotti (a volte in camion, con viaggi di sofferenza e che causano la morte di molti Polli) al supplizio finale: vengono uccisi con sistemi automatizzati in cui vengono immessi ancora vivi e coscienti: la morte sopraggiunge come conseguenza del trattamento e non in una fase precedente.

Le fasi dell’abbattimento sono le seguenti: stordimento, ottenuto mediante elettricità indotta o tramite trauma cranico causato da una tenaglia speciale; iugulazione, ovvero taglio della carotide o decapitazione; dissanguamento, ottenuto per sgocciolamento; spiumatura, ottenuta portando i corpi in un bagno caldo per dilatare i pori e quindi il passaggio attraverso macchine apposite munite di rulli con dita in gomma; eviscerazione, ovvero l’estrazione con macchinari specifici delle interiora dei Polli. In sostanza il Pulcino vivo viene sollevato a testa in giù da un operaio che lo attacca per le gambe ad un nastro trasportatore che lo conduce ad una sezione in cui viene stordito (solitamente con scarica elettrica), poi una lama automatica dovrebbe tagliarli la gola o la testa, ma essendo il sistema automatizzato non sempre (e questo significa, dati i numeri in gioco, che accade per milioni di Animali) questo accade e così il Pulcino-Pollo ancora vivo passa alle altre fasi del massacro.

A volte ancora vivo ed agonizzante viene portato in una vasca di acqua calda ad almeno 50°C e poi spennato, in seguito delle lame entrano nel suo sfintere e si allargano per asportare le interiora, ed a questo punto la morte sopraggiunge per tutti e al di là di ogni possibile errore del sistema automatizzato.

Tutto questo avviene ogni minuto, di ogni giorno, per miliardi di cuccioli di Gallina. I numeri di questo olocausto industriale sono difficili da figurarsi e come scritto talmente elevati da rischiare di far perdere il contatto empatico con la tragedia unica e personale di ogni Gallina e di ogni suo neonato: sono stati massacrati nel 2005 circa 400 milioni di Polli e Galline in Italia (fonte Istat, significa che in media ogni persona umana necrofaga é corresponsabile della morte di circa 8 Animali all’anno), e svariati miliardi (si stima circa 15) nel mondo. La loro condizione è forse oggi la più cruda metafora della tragedia collettiva degli Animali causata dagli Umani: una sofferenza individuale che si rinnova ogni minuto, nella mente e nel corpo di ogni Gallina.

Fonte : http://www.veganzetta.org/?p=216#more-216