Fisica dell’Informazione, ultima frontiera della scienza – Intervista a Fausto Intilla

Fisica dell’Informazione, ultima frontiera della scienza – Intervista a Fausto Intilla

Fisica dell’InformazioneAracne: “Fisica dell’Informazione, ultima frontiera della scienza”. È questo il titolo del nuovo libro di Fausto Intilla, inventore e divulgatore scientifico di origine italiana, che alle spalle ha già diverse pubblicazioni scientifiche e una moltitudine di articoli a carattere scientifico sparsi un po’ ovunque sul web.

Bene, la prima domanda volutamente provocatoria che mi permetto di porle è la seguente: Perché un libro sul concetto di Informazione, vista e considerata la moltitudine di saggi scientifici emersi recentemente sul mercato, che direttamente o indirettamente toccano proprio questo argomento?

Intilla: È vero, in commercio vi sono ormai parecchi libri che trattano della reciproca interazione tra i vari componenti della realtà del mondo in cui viviamo; che solitamente, in base alle loro particolari “configurazioni di stato”, definiamo con i nomi di: massa, energia e informazione. In ognuno di questi libri, emerge ovviamente sempre l’ormai indiscussa equivalenza tra massa ed energia, mentre troppo spesso assume un ruolo piuttosto marginale, qualsiasi teoria inerente al concetto di Informazione che in un modo o nell’altro, i vari autori cercano di relazionare (più che integrare) alle varie teorie di termodinamica classica o quantistica. Integrare nel modo più completo e assoluto, il concetto stesso di Informazione all’interno della meccanica quantistica o della teoria quantistica dei campi, significherebbe porre le basi per una nuova visione della realtà, in cui verrebbe alla luce un nuovo tipo di uguaglianza/equivalenza: quella tra Energia e Informazione. Ciò significherebbe riscrivere parecchie leggi della fisica, ad iniziare dall’equazione di Schrödinger; è ovvio dunque che nessun fisico al mondo abbia interesse a cimentarsi in una simile impresa titanica, con il rischio infine, di vedersi rigettare dalla comunità scientifica, i risultati ottenuti dopo anni di lavoro e ricerche.

Qualche spunto di riflessione, in relazione ad un eventuale/potenziale cambiamento di paradigma, ci è stato offerto da due esperimenti compiuti circa dodici anni fa (2000) alle Università di Berkeley e Rochester, con degli interferometri laser. Questi esperimenti dimostrarono che l’Informazione è in grado di controllare l’interferenza quantistica e molto probabilmente anche la stessa funzione d’onda! Gli interessanti “esperimenti mentali” che emersero da tali premesse, si proposero di reinterpretare il collasso della funzione d’onda quantistica, solo attraverso il concetto stesso di Informazione! Ciò che infine veniva messo in risalto, da tali premesse e considerazioni, era la possibile esistenza in natura, di una legge di “conservazione dell’Informazione”.

Delle recenti versioni (forti) dei teoremi di No-cloning e No-deleting (nell’ambito dell’Informazione quantistica), suggerirebbero inoltre l’esistenza, in natura, di tale “conservazione informazionale”. A tutt’oggi comunque, una simile legge della fisica, mai nessuno è riuscito a dimostrarla. Principalmente quindi, per dirla con le stesse parole del Dott. Ignazio Licata (che ringrazio pubblicamente per la sua recensione), il mio libro racchiude semplicemente “una bella rassegna sulla fisica dell’informazione, molto ben documentata e scritta in egual misura con densità e fluidità”.

Vi è comunque un breve capitolo, all’interno del libro, in cui, a partire dall’ipotesi che in natura una legge di conservazione dell’Informazione esista realmente, mi accingo a sostenere (attraverso un percorso altamente speculativo) la possibilità di una “continuazione informazionale” del nostro Essere, anche dopo la nostra morte fisica (riprendendo così in parte, per certi aspetti, l’ipotesi di Frank Tipler; ma senza alcun collegamento a parametri spirituali o religiosi di alcun tipo).

Tale percorso, come già accennato a carattere altamente speculativo, non viene in alcun modo supportato da parte mia attraverso formule di meccanica quantistica e neppure attraverso la teoria quantistica dei campi (possibilmente dissipativa, come suggeritomi da Licata); se lo avessi fatto, il libro avrebbe sicuramente acquisito più valore da un punto di vista accademico, ma parallelamente avrebbe perso tutta la sua “forza divulgativa” e quindi solo gli “addetti ai lavori” avrebbero potuto leggerlo. In sostanza, non ho fatto nient’altro che integrare/affiancare alcuni elementi/concetti della teoria dell’Informazione, all’interno dei principi che regolano l’entropia termodinamica; confrontando in ultima analisi, le rispettive analogie e differenze tra le due teorie considerate, principalmente al di sotto della scala di Planck.

Aracne: Dunque, mi permetta la franchezza, “Nulla di nuovo sotto il Sole”, potrebbero pensarla in molti; soprattutto coloro che di fisica, non sono proprio del tutto a digiuno. È riconosciuta da tempo, infatti, la connessione tra teoria dell’informazione ed entropia termodinamica.

Intilla: Giustamente, ottima osservazione; sono contento che l’abbia fatta. Vede, il problema principale non sta tanto nel saper correlare le due teorie, lasciandole infine come due fenomeni distinti; ma nel farle compenetrare, vicendevolmente, l’una con l’altra. Un passo simile lo si può fare, solo a patto di assumere per vera l’uguaglianza/equivalenza tra energia e informazione.

L’ostacolo più grande, è rappresentato dall’attuale concezione in fisica (a mio avviso piuttosto fuorviante, anche se la matematica sembrerebbe aver convalidato ormai da decenni tale assunto), che vuole che l’Informazione relativa a qualsiasi corpo fisico, sia legata solo ed esclusivamente alla sua area, e non al suo volume. Mai nessuno ad esempio ha ipotizzato che possano esistere due tipi di Informazione: una intrinseca al corpo considerato, ed una relativa alla sua superficie. Eppure basterebbe pensare all’Informazione relativa ad un quanto di energia, per capire che in taluni casi le superfici contano ben poco.

Aracne: Lei prima ha parlato di un’ipotetica conservazione dell’Informazione; immagino quindi che vi sia un nesso, tra tale ipotesi e la sua teoria della “continuazione informazionale”; se non vado errando, con “continuazione informazionale” lei intende una sorta di “vita dopo la morte fisica”, attraverso l’esistenza dell’anima; un concetto ormai millenario tanto caro ai teologi.

Intilla: Con il termine “anima”, io mi riferisco semplicemente ad un campo di informazione dinamica, strutturato al di sotto della scala di Planck, e pertanto ipoteticamente eterno, auto organizzantesi, non influenzabile dalle leggi della termodinamica e ne tanto meno da quelle che governano il mondo dei quanti. È proprio qui dunque che sta il nesso; ossia nell’idea fondamentale che ciò che è valido per il mondo macroscopico, lo sia anche per quello quantistico (ed oltre, procedendo nell’infinitamente piccolo): “Nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma” (persino al di sotto della scala di Planck!). Ed è proprio al di sotto della scala di Planck, che l’Informazione, a mio avviso, si ritrova ad esistere nel suo stato più “puro/fondamentale”; ad un tale “livello” dell’infinitamente piccolo, non ha più senso parlare di entropia termodinamica o dell’informazione (oppure, se vogliamo coniare un nuovo termine, di “termodinamica dell’Informazione”).

Ma ha più senso invece, parlare di dimensioni extra, di teoria delle stringhe, di ipotesi a molti mondi di Everett; ovvero di dimensioni che noi non potremo mai osservare, non potremo mai raggiungere, ma che potenzialmente potrebbero ospitare l’anima (nella sola ed unica accezione da me definita poc’anzi) di ogni essere umano, una volta conclusasi la sua esistenza terrena. In un futuro non molto lontano, probabilmente saremo destinati a riabbracciare l’ormai obsoleta teoria di J.Wheeler dell’ “It from bit”, come da egli stesso venne concepita in origine; quello sarà il tempo in cui con una certa frustrazione ricorderemo ciò che Anton Zeilinger, già diversi anni fa ebbe a dire: “La meccanica quantistica, correttamente interpretata, è una teoria dell’Informazione”.

Aracne: Credo che un quadro più completo del nocciolo fondamentale del suo libro, di fianco al quale ruotano tutti i vari temi e aspetti minori relativi all’argomento centrale trattato, non avrebbe potuto fornirmelo. A nome dell’Aracne Editrice, la ringrazio per il tempo concessomi per questa breve intervista e confido che la sua opera, possa suscitare in molti potenziali lettori, un acceso interesse; soprattutto per i temi trattati in stile prettamente divulgativo e a mio modesto parere, intramontabili”.

Intilla: “Grazie a voi!”


Fausto Intilla
Fausto Intilla

Fausto Intilla (6 febbraio 1972), inventore-divulgatore scientifico, è di origine italiana ma vive e lavora in Svizzera (Canton Ticino). I suoi ultimi libri sono: “Fisica dell’Invisibilità. Metamateriali e tecnologie del futuro” (ebook), “L’esperimento di Afshar” (eBook) e “Fisica dell’Informazione, ultima frontiera della scienza” (ebook), tutti pubblicati dalla Aracne Editrice (Roma). I suoi precedenti lavori sono: “Dio=mc2. Oltre l’Universo Olografico” (eBook), “La funzione d’onda della Realtà” (eBook) e “Verso una nuova scienza di confine” (eBook), tutti pubblicati dall’editore Lampi di Stampa (Milano). Nel campo delle invenzioni invece, il suo nome è legato alla “Struttura ad albero”, una delle più note strutture anti-sismiche per ponti e viadotti brevettata in Giappone e negli Stati Uniti. Il suo indirizzo di posta elettronica è: f.intilla@bluewin.ch

Nel campo della ricerca sull’interazione tra psiche e materia, Intilla ha collaborato inoltre allo sviluppo di alcune teorie ed esperimenti, con alcuni membri del P.E.A.R (Princeton Engineering Anomalies Research), il cui laboratorio si trova nel New Jersey, USA. Le ricerche in questo ambito scientifico, da parte del Dr. Roger D. Nelson e colleghi, dopo la chiusura dei laboratori del PEAR, si sono trasferite qui: ICRL . In questo istituto, da diversi anni a questa parte, le ricerche sono rivolte principalmente verso il “Global Consciousness Project”.