Agopuntura: informazione e malafede

Il Giornale Onlinedi Gian Paolo Vallati – 23/01/2009

Colpirne uno per educarne cento

Pochi giorni fa Paolo Roberti di Sarsina, esperto per le Medicine Non Convenzionali del Consiglio Superiore di Sanità, ha dichiarato all’Adnkronos che ormai il 23% degli italiani si cura con le medicine alternative o non convenzionali, con un risparmio per il SSN, sistema sanitario nazionale, di ben 40 milioni di euro.

Roberti di Sarsina ha aggiunto inoltre che “Le istituzioni italiane non hanno finora voluto né sono state capaci di mettersi al passo con questa realtà sociale ampiamente diffusa, disattendendo anche la Risoluzione sulle Medicine Non Convenzionali emanata sia del Parlamento Europeo (1997) che del Consiglio d'Europa (1999), né adottando il Piano strategico sulle medicine tradizionali, complementari e alternative dell'OMS (2002)”

Dato che queste affermazioni hanno avuto una vasta risonanza sui media, le multinazionali del farmaco, toccate nei loro affetti profondi (leggi: introiti) non hanno preso tempo per lanciare la loro risposta.
Ed infatti ieri sul sito di Repubblica, un servizio (o “servizietto”) di Enrico Franceschini ci svelava finalmente che l’“Agopuntura è solo effetto placebo” e che “la tecnica cinese è stata ridimensionata”.

Come potevano le multinazionali del farmaco lasciare impunita una dichiarazione così irrispettosa e lesiva della loro autorità (e degli stratosferici fatturati)?
Bisognava attaccare subito l’agopuntura, per colpire tutte le medicine non convenzionali. Colpirne uno per educarne cento, il vecchio motto è sempre valido.

Ma vediamo perché l’articolo di Repubblica, e lo studio su cui è basato, sono chiaramente in malafede.

Il presunto “studio” condotto da ricercatori del Centro per la ricerca medica complementare dell'Università Tecnica di Monaco, si basa su un vecchio trucco, già abbondantemente usato negli anni ottanta dal sagrestano della scienza Piero Angela in una sua fortunata trasmissione televisiva.
Funziona così: Si prendono due gruppi di pazienti, sofferenti di una data patologia (nello specifico si trattava di generiche “forti emicranie”).
Ai primi si somministra l’agopuntura tradizionale, ai secondi si infilano gli aghi a caso.

Alla fine si ottengono uguali benefici in entrambi i gruppi, e l’effetto placebo sarebbe così dimostrato.

Questo procedimento, di pretesa scientificità, in realtà non ha nulla a che vedere con un esperimento realmente condotto in “Double Blind” (in doppio cieco, come viene abitualmente tradotto).
Chiunque conosca anche solo un poco di Medicina Cinese Tradizionale sa che una patologia così generica come l’emicrania può dipendere da infiniti fattori, che variano in maniera anche notevole da persona a persona.

E che il trattamento deve necessariamente essere specifico ed individuale per ogni dato paziente.
Lo stesso ago inserito nello stesso punto in due pazienti diversi può sortire risultati diametralmente opposti, dipendendo dalle condizioni energetiche e patologiche del soggetto. [1] Come si possa stabilire allora una procedura comune e standardizzata su un gruppo di “ben 6.736 pazienti, sofferenti di forti emicranie e mal di testa” è davvero incomprensibile.

Si tratta quindi della applicazione scorretta di una metodologia, per arrivare a dimostrare una tesi preconcetta.

E la dimostrazione della sostanziale scorrettezza del presunto studio arriva da un lapsus rivelatore dello stesso Klaus Linde, responsabile della ricerca:
“Senza dubbio saranno necessarie ulteriori ricerche per capire esattamente come funziona questa terapia prima che venga prescritta ai pazienti” (bontà sua) aggiungendo infine la perla:
“I medici devono sapere quanto a lungo si protrarranno gli effetti dell'agopuntura e se dei terapisti più esperti possono effettivamente ottenere risultati migliori di terapiste che hanno avuto soltanto un addestramento di base”.

Ecco. La spiegazione è tutta lì. Una ricerca così seria e assolutamente “scientifica” è stata condotta da “terapiste che hanno avuto soltanto un addestramento di base”.

C’è bisogno di aggiungere altro?

Fonte: http://pensierolaterale.blog.com/4507290/