Alchimia – Ovvero come far santo un termostato

alchimiadi Guglielmo Menegatti

Si è aggiunta questa appendice per rammentare che la scienza ufficiale ha cancellato le sue stesse origini (ed ogni cosa del passato) come se l’intelligenza, la logica e la capacità di comprendere siano diritto esclusivo della nostra epoca.

Nel documento che ora presenteremo si dimostrerà, (e senza tante parole) come le conoscenze sull’elettricità non solo erano note molto prima di quanto si possa immaginare ma esse erano così profonde e tali da consentire la realizzazione (con disinvoltura) di circuiti e modalità di collegamento che attualmente sono in fase di studio o ignorati dalla nostra cultura.

Le immagini che analizzeremo sono tratte da un testo alchemico “Book of the Holy Trinity” (nome originale: Buch der heiligen Dreifaltigkeit) ma figure analoghe si trovano praticamente in tutte le culture antiche di tutto il mondo. L’autore di “Book of the Holy Trinity” ci informa che egli conosceva in modo approfondito la corrente elettrica e lo dimostra appunto tramite alcune illustrazioni contenute nel suo libro. In questo link troverete tutte le immagini relative ad una versione del libro “Book of the Holy Trinity”.
alchemywebsite.com

Per evidenziare ulteriormente che queste conoscenze inerenti l’elettricità provengono da tempi remotissimi riportiamo qui sotto due immagini Sumere che contengono becchi di uccello (drago), fiori (lampade), ali ecc. dove è facile individuare le simmetrie grafiche e logiche che saranno descritte nel seguito.

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…e ancora gli stessi simboli da una antica cultura Ecuadoriana appartenente alla collezione Crespi.

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Incominciamo ora l’analisi delle figure di “Book of the Holy Trinity” partendo dall’immagine riportata qui sotto.

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Ai lati ci sono due alberi con dei fiori, questi fiori sono evidentemente delle lampadine. La certezza che i fiori sono delle lampadine si deduce sia dalla grafica del bulbo sia dal fatto che esse sono disegnate in modo da descrivere il loro scopo, infatti a sinistra si vede che generano la luce come il sole e a destra che illuminano la notte come la luna. L’autore ci informa inoltre che l’impianto d’illuminazione e costituito da due gruppi separati e che le lampadine di ciascun gruppo sono collegate fra loro in parallelo; ciò è evidente perché ogni lampada ha un suo ramo che poi è connesso al conduttore principale (tronco). La conferma ulteriore della connessione in parallelo la si ricava dall’ultima lampadina, quella più in alto, che è alimentata direttamente dal tronco.

L’informazione sulla giunzione “parallelo” è importante perché così risulta chiaro che manca un conduttore metallico, conduttore che invece é presente ma sostituito dal terreno. Se il disegno riportava un collegamento in serie il circuito potendo essere connesso in qualunque punto del tronco non specificava con l’esattezza necessaria che il conduttore mancante era sostituito dal terreno. L’uso del terreno, come sarà spiegato in seguito è fondamentale anche per creare una partizione resistiva regolabile e quindi di gestire al meglio il circuito.

Ecco lo schema di collegamento in parallelo delle lampade.

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e lo schema generale equivalente:

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Nello schema:
I due blocchi in alto (in colore rosso e blu) rappresentano i due elementi di una pila ad esempio rame e carbone. Il riquadro azzurro rappresenta in modo simbolico una vasca contenete una soluzione liquida qualsiasi (voltametro) oppure l’acqua di un fiume o del mare, ecc.

I due gruppi di lampade sono indicati con L1 e L2.

Il drago è rappresentato dalle quattro resistenze (R1 R2 R3 R4) e da due connessioni verso terra.
Due connessioni perché il drago nel disegno ha due zampe.
I becchi del drago sono stati sostituiti da due interruttori che sono S1 e S2.
Le resistenze (R1 R2 R3 R4) sono costruite in modo da produrre calore durante il funzionamento.

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Nello schema la barra in colore marrone rappresenta la “Terra” per cui si può idealmente supporre che i vari cavi penetrino direttamente nel terreno oppure sono connessi tramite pali metallici o tramite masse metalliche in modo che la terra offra la minor resistenza possibile o un valore di resistenza adattabile.

Funzioni
Se i due interruttori (S1 e S2) sono aperti si accenderanno ambedue i gruppi di lampade con L1 e L2 in serie.
Se S1 è chiuso e S2 aperto si accenderà solo il gruppo L2
Se S2 è chiuso e S1 aperto si accenderà solo il gruppo L1
Se S1 e S2 sono chiusi le lampade saranno spente ma si produrrà calore all’interno del drago tramite R1 e R4, evidentemente R1 ha resistenza minore di L1 e di R2 + R3, ciò vale anche per il gruppo L2. Poiché i piedi del drago in contatto con il terreno sono mobili modificando la loro distanza sarà possibile ottenere un valore di resistenza ideale per migliorare il funzionamento.

Nota
Le resistenze (R2 + R3) hanno lo scopo di fare il parallelo con la resistenza della terra. Se poi s’immagina che R2 e R3 sono poste all’interno (nella pancia) del drago si comprende che l’alchimista desidera informarci che sapeva usare l’elettricità non solo per l’illuminazione ma anche per altri impieghi come la generazione di calore utilizzabile per cucinare o fondere i metalli. Da quanto finora analizzato risulta chiaro che se il drago avesse avuto una sola zampa il circuito sarebbe risultato meno flessibile o non funzionante correttamente. Riassumendo, nella parte alta (all’interno del drago) le resistenze producono calore per uso riscaldamento, ecc. mentre con le due zampe connesse al terreno oltre ad essere un ideale reostato fanno pensare anche all’uso di tecniche di elettrodeposizione o fusione di metalli che avvenivano direttamente sui piedi del drago o su metalli connessi agli stessi piedi. Si noti inoltre che l’intero circuito (all’apparenza complicato) è progettato per non essere mai disgiunto, in altre parole esso ha sempre una parte in funzione, ad esempio nelle lampadine circola sempre e comunque una corrente indipendentemente dal fatto che siano visibilmente accese. La nostra ipotesi sulle ragioni di questo metodo di connessione sarà espresso nel seguito.

Qui sotto una figura da un’altro testo alchemico dove è evidente la produzione di calore.

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Nel disegno che segue preso da un altro testo alchemico è in mostra una possibile elettrodeposizione:

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Le ipotesi appena espresse si ritrovano anche in un’immagine giapponese (qui sotto) dell’alchimia taoista dove le case (palazzi) rappresentano diversi possibili processi. Da notare nel disegno l’uso di un commutatore che abbiamo evidenziato con la lettera “C” che probabilmente è pilotato da un termostato molto simile a quello che sarà descritto in seguito.
Altre informazioni su questa immagine si possono trovare qui:
goldenelixir.com

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Tornando al nostro alchimista nel suo manoscritto troviamo un’altra immagine che conferma il nostro schema elettrico, i suoi collegamenti e quanto finora affermato perché è in mostra la reale disposizione spaziale dei vari oggetti. I piedi del Re rappresentano i terminali dell’alimentatore che nel nostro schema è stato semplificato con una pila ma come si vedrà in seguito si tratta in realtà di una tensione impulsiva generata da un trasformatore.

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La grandezza dell’autore di “Book of the Holy Trinity” ma anche la grandezza di molti altri sapienti del più lontano passato è evidente dalla loro capacità di essere in anticipo rispetto al nostro tempo e non solo per le realizzazioni tecnologiche ma anche per la profonda conoscenza dei concetti che sono alla base della scienza. Nello schema dell’alchimista sono disegnati due gruppi di lampade e da un esame sommario si potrebbe dedurre che le lampade sono ridondanti infatti un solo gruppo era più che sufficiente per illustrare il principio. In verità l’alchimista non parla delle pile così come noi le intendiamo ma parla di una pila speciale dotata di tre poli, questa considerazione risulta evidente anche nell’immagine dell’alchimista giapponese che è stata riportata più sopra. Una pila tripolare ha diverse proprietà fra le quali evidenziamo l’autoricarica, in altre parole questa pila si carica in modo autonomo mentre genera la corrente di funzionamento ed il concetto è valido e applicabile non sole alle pile ma anche agli accumulatori e ai condensatori elettrochimici.

Le configurazioni possibili di una pila tripolare sono diverse e noi abbiamo scelto quella che è stata disegnata nel nostro schema “equivalente” e ciò perché recentemente, grazie ad una scoperta casuale, questa configurazione è stata verificata e testata concretamente da diversi ricercatori. Lo scopritore di questo circuito ha chiamato la sua invenzione effetto “Captret”. Nel progetto dell’alchimista il terzo polo non è visibile perché la sua esistenza deve essere ricavata per deduzione; la deduzione è ipotizzabile da due condizioni: a) dal fatto che non era necessario usare due gruppi di lampade per descrivere ciò che ci voleva spiegare: b) nel titolo del libro c’è la parola (non causale) “Trinity” che significa: “formato da tre cose che operano insieme”. Adottando il sistema tripolare e quando i due gruppi di lampade funzionano in modo alterno avviene che la sezione della pila che in quel momento è meno attiva si ricarica automaticamente.

L’effetto Captret non sarà analizzato in questa relazione perché troverete molto materiale di approfondimento in rete e se lo gradite potrete iniziare con questo film.

e poi continuare leggendo le discussioni del forum puntato dal link qui sotto dove troverete schemi, test e applicazioni
overunity.com

In sintesi il Captret è un ordinario condensatore elettrolitico dotato di un contenitore metallico, il contenitore è usato come terminale e di conseguenza si ottengono tre terminali, i primi due sono il “più” e il “meno” tradizionali e l’altro è appunto il contenitore. Prima di usare il condensatore come Captret è necessario polarizzarlo applicando per un certo periodo di tempo una tensione fra un terminale e il contenitore oppure è possibile polarizzare ambedue i terminali uno dopo l’altro.
Qui sotto lo schema tipico del Captret:

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Nella pagina linkata qui sotto troverete tutte le indicazioni per la costruzione, preparazione e uso.
http://jnaudin.free.fr

Qui invece un breve filmato che mostra il Captret in funzione

Attenzione non fate esperimenti elettrochimici se non avete la necessaria esperienza, rammentiamo che i condensatori le pile o gli accumulatori possono facilmente esplodere. L’esempio del Captret però lo abbiamo proposto solo per dare un’idea delle potenzialità di un sistema tripolare ma il nostro alchimista si riferiva a ben altro che ancora non è noto alla nostra tecnologia. Dunque, tramite l’alchimista abbiamo scoperto l’esistenza di una pila innovativa e l’impiego di un sistema di terra per semplificare e stabilizzare il circuito e normalizzare i potenziali. Per continuare però dobbiamo dare anche una ragione della presenza del Re alato che troneggia nella figura. Osserviamo che al centro e nella parte alta delle ali è stata disegnata una stella

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La stella notoriamente rappresenta una luce tremula e brillante che possiamo immaginare essere l’equivalente di una scintilla elettrica. Essendo la scintilla causata normalmente dal contatto fra due conduttori si deduce che le ali del Re devono essere mobili e che per qualche meccanismo esse si congiungono disgiungono ad intermittenza. Se osserviamo il Re notiamo che esso è costituito da due parti intimamente unite (un maschio ed una femmina) e che ogni parte ha colori diversi e tali da essere interpretabili come metalli.

Nota
Il colore che ora appare nero è a base d’argento per cui all’origine era di colore lucido e brillante. L’unione di due metalli diversi (e adatti) che sono saldamente congiunti in più punti formano una coppia bimetallica che può essere usata come un oscillatore termico. scuola.zanichelli.it

Se la nostra ipotesi è corretta il Re alato è quindi uno strumento di misura che indica il livello di carica della pila per mezzo delle dilatazioni e quindi per effetto termico. La carica sarà quindi valutabile misurando la frequenza del ciclo intermittente oppure dal suono più o meno alto che emette. Questo metodo di misura è anche razionale perché il solo valore della tensione per le pile o gli accumulatori non è sufficiente per valutare il reale stato di carica. L’alchimista ci offre due informazioni supplementari che ci serviranno per comprendere il meccanismo interno del dispositivo e queste informazioni saranno anche di ausilio per la verifica della nostra ipotesi. Gli indizi sono rappresentati dagli oggetti che il Re ha nelle mani e che sono: la Spirale a sinistra e i Serpentelli nella coppa a destra.

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Un termostato infatti può essere costruito in due modi diversi e tali da sfruttare al meglio la dilatazione di una coppia bimetallica, e cioè il metodo lineare e il metodo a spirale. Qui sotto tre esempi, anche se ovviamente nel progetto dell’alchimista il calore è prodotto dalla corrente elettrica.

Termostato spirale

Dilatazione lineare

Motore a bimetallo

Nell’antichità la coppia bimetallica era molto conosciuta ed era usata in diverse applicazioni sia come strumenti di misura è interruttori automatici sia come giocattoli o passatempo. Nelle immagini qui sotto: a sinistra un semplice rotore giocattolo e a destra un interruttore di potenza. Il rotore giocattolo funziona con la diversa dilatazione dei due fiori disposti in ciascun raggio mentre l’interruttore di potenza è simbolicamente rappresentato dalla testa della figura centrale, figura che nelle mani ha anche i due cavi di alimentazione.

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Per vedere altre immagini fare click sul link riportato sotto che punta ad un’ampia galleria di disegni alchemici.
alchemywebsite.com

Nell’animazione al rallentatore ecco come appare il termostato bimetallico (Re alato) quando è in funzione. Dal movimento dei contatti si comprende inoltre la ragione per la quale il Re è frequentemente disegnato con le ali di una farfalla; la velocità della commutazione e probabilmente il suono emesso sono simili alle ali di questo insetto.

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 I simboli grafici e i disegni mostrati dall’alchimista sono un modo con il quale descrivere con la massima precisione sia la costituzione sia la funzionalità di questo strumento ma nella realtà pratica il suo vero aspetto può essere ovviamente diverso. Come detto esistono moltissime immagini e in tutte le culture antiche che riconducono a quanto abbiamo affermato e cioè alla stella associata ad una coppia di contatti usati sia per la semplice interruzione (misura) sia per il sezionamento di potenza. Qui sotto un’immagine Celtica che è conservata in Italia nell’abbazia Cisterncense Santa Maria di Chiaravalle a Fiastra (macerata).

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e bassorilievo da Cnosso (1500 ac) dove il contatto è realizzato spingendo prima con una mano e poi con l’altra con un movimento basculante che usa la testa come fulcro.

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Nello documento “Book of the Holy Trinity” troviamo un secondo dispositivo che è simile come meccanismo d’azione (termostato) ma è differente per l’impiego infatti il primo (già descritto sopra) è uno strumento di misura mentre il secondo è un interruttore intermittente di potenza che ora descriveremo.

Ecco l’immagine del secondo dispositivo.

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L’interruttore termico partecipa nel circuito in modo attivo facendo si che la dilatazione termica agisca per mettere in contatto le due teste del drago e quindi chiudere il circuito primario del trasformatore al quale è connesso. Si noti che l’autore ha disegnato le ali in modo che l’azione sia evidente e inconfutabile. L’ala in colore verde spinge la testa del drago di sinistra contro la testa di destra, l’ala in colore blu invece è separata dal circuito di potenza perché essa fa parte esclusivamente del sistema di misura, misura che come già detto è determinabile dalla frequenza del ciclo.

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Il drago inoltre è isolato elettricamente dal sistema di misura (si osservi il colore uniforme della sua pelle) e il termostato preleva la sua corrente di funzionamento da due prese indicate dalla posizione dei piedi del Re. L’alimentazione di potenza è invece prelevata dai piedi del drago che poggiano a terra. L’alchimista ci informa anche sul valore delle tensioni impiegate nel circuito e ci consiglia di proteggere alcune aree isolandole accuratamente. Si noti che nel disegno ci sono 5 corone, una corona è sulla testa, due sono ben evidenti perché sono poste una sulla spada e l’altra sulla mano sinistra del Re mentre le due rimanenti sono seminascoste dietro i piedi.

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Le corone rappresentano simbolicamente la forma dell’arco voltaico che se s’innescato può essere pericolosissimo sia per le persone sia per l’impianto. Ai giorni nostri l’effetto elettrico che è simboleggiato dalle “corone” porta lo stesso nome e infatti si chiama: “Corona discharge”. Ecco un esempio e più sotto un link per approfondire:


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en.wikipedia.org/wiki/Corona_discharge

Ci piace evidenziare che le corone poste ai piedi sono disegnate con diverso colore, con questa informazione l’alchimista ci dice che (lui) era a conoscenza del fatto che l’effetto “Corona” può assumere due forme, quella negativa e quella positiva.
In questo link troverete moltissime immagini relative a due tipi di corone.
electrotherapymuseum.com

Riassumendo:
La tensione è certamente maggiore di 15 Kv e i punti da proteggere con un accurato isolamento sono dunque cinque:
1) La Testa protegge il bimetallo che è il corpo conduttore del termostato
2) La spada che rappresenta il sezionatore di potenza, punto più pericoloso
3) I due piedi che sono le prese di alimentazione del termostato
4) Mano sinistra che è l’elemento vibrante per fare le misure di frequenza.

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Riprendendo ora la descrizione del sistema elettrico che è rappresentato dalle figure del nostro testo alchemico ricordiamo prima di tutto che un interruttore ad intermittenza (termostato) posto in serie nell’alimentazione di un avvolgimento svolge l’importante funzione di consentire l’uso delle proprietà di un circuito magnetico, in altre parole una corrente continua (quella della pila) quando è impulsiva ha la stessa funzionalità di una corrente alternata.
it.wikipedia.org/wiki/Trasformatore

Ecco ora lo schema funzionale generico però non equivalente a quello dell’alchimista.

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In questo schema il termostato funziona come un interruttore che apre e chiude ciclicamente ed è stato disegnato con una freccetta rossa e la sigla: “T C”. Nello schema dell’alchimista invece il termostato è progettato per agire in modo indiretto, in altre parole non è la corrente che passando direttamente attraverso il bimetallo provoca il suo riscaldamento ma è una resistenza esterna (alimentata a parte (vedi piedi del Re)) che riscalda e crea di conseguenza l’azione meccanica di apertura chiusura. Questa configurazione circuitale è indispensabile per separare il circuito di comando da quello di potenza in modo che la frequenza del ciclo risulti per quanto possibile costante e solo in misura ridotta dipendente dal carico.

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Nello schema riportato sopra la resistenza riscaldante (RC) e il circuito d’alimentazione sono disegnati in rosso.

Il funzionamento del termostato è semplice ma non immediatamente intuitivo.
1) Inizialmente TC è aperto e nella resistenza RC circola una corrente continua proveniente dalla pila.
2) La resistenza RC riscalda il bimetallo che raggiunta la sua temperatura scatta e chiude il contatto di potenza.
3) Quando il sezionatore di potenza è chiuso la corrente circola in tutto il circuito ma poiché la resistenza di RC è molto maggiore di quella degli avvolgimenti la temperatura di RC diminuisce e il bimetallo di conseguenza apre il contatto e poi, evidentemente, il ciclo si ripete.

Le informazioni per la costruzione del meccanismo che è stato ora descritto si ricavano dal disegno della spada nella quale è infilata una corona in colore rosso e dai piedi del Re che sono connessi in una presa intermedia del trasformatore (drago).
La spada rappresenta il sezionatore di potenza mentre la corona rossa rappresenta la resistenza riscaldante che pilota il ciclo.

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Il disegno del drago ci suggerisce anche come costruire e avvolgere il trasformatore.

Per iniziare si osservi la doppia simmetria e la specularità delle quattro teste del drago.

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Questa immagine indica che il trasformatore è costituito da due avvolgimenti separati e che ogni avvolgimento è stato avvolto con il metodo bifilare (orecchie) con senso d’avvolgimento contrario all’altro e infine ci mostra le quattro prese (bocche) da cui prelevare l’alta tensione. Le zampe del drago sono l’ingresso della corrente continua (+ -) proveniente da una pila o da un sistema elettrochimico. Il disegno che l’alchimista ci propone è assolutamente straordinario perché esso ci dimostra non solo la conoscenza dell’elettromagnetismo nella sua forma classica ma dimostra anche la conoscenza dei fenomeni di autoinduzione generati senza l’uso di un nucleo ferromagnetico. In definitiva le poche figure del suo trattato sono la rappresentazione grafica di tutto ciò che oggi noi conosciamo dell’elettrotecnica e forse contengono anche altro che al momento è ancora da scoprire.

Lo configurazioni possibili di questo schema sono veramente molte, noi abbiamo descritto una probabile configurazione (alimentazione dai piedi del drago in CC) ma ci dobbiamo fermare per non rendere questo nostro modesto lavoro in un compendio di elettrotecnica fantascientifica. Comunque per un minimo di completezza rammentiamo che Tesla fu il primo a fare esperimenti di bobine in aria che in definitiva nello schema dell’alchimista significa alimentare un avvolgimento del drago e usare come uscita il secondo avvolgimento che contrapposto, troverete altre informazioni qui:
wikipedia.org/wiki/Bobina_di_Tesla

Ecco un altro possibile schema equivalente:

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Per altre informazioni inerenti la tecnica degli avvolgimenti antinduttivi si consiglia di leggere Leedskalnin.
leedskalnin.com

Da un altro testo di alchimia riportiamo il progetto di un trasformatore simile a quello appena descritto anche se le due sezioni, primario e secondario sono distinte e elettricamente isolate.

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Un trasformatore costruito con queste caratteristiche consente di creare elevate tensioni impulsive con le quali è possibile fare molte cose come generatori, motori e ricaricare gli accumulatori, ecc.

Per i sistemi riferiti a masse multiple (come evidenziato dalle zampe del drago) da usare come generatori si consiglia la lettura di Kapanaze.
http://jnaudin.free.fr/kapagen

Per i metodi caricabatteria si consiglia la lettura dell’argomento Tesla Switch.
http://www.panaceatech.org/Tesla Switch.pdf

Curiosità:
1) Il mercurio è perfettamente adatto per costruire termostati azionabili tramite calore.
2) Se volete conoscere come il simbolo del termostato si è graficamente evoluto negli anni per poi diventare santo ricercare con le parole: “double head Eagle”, un risultato qui sotto:
http://en.wikipedia.org/wiki/Double-headed_eagle

digilander.libero.it/kems

English version: gradientitemporali.wordpress.com