Alimentazione Naturale: Intervista a Valdo Vaccaro

Alimentazione Naturale: Intervista a Valdo Vaccaro

pasgal: Carissimo Valdo un grazie di cuore per averci fatto il dono di concederci un’intervista.

Valdo: Sono molto contento di poter raggiungere i lettori di AltroGiornale, grazie a voi.

pasgal: Valdo di seguito le domande che i nostri lettori hanno posto per l’occasione. Iniziamo…

D: Alcune persone soffrono a colpa di dolorosi crampi. Basta un po’ di sforzo fisico che nel giro di poche ore si manifestano i crampi, specialmente negli arti superiori. Come mai e cosa si può fare per risolvere?

Valdo: I crampi sono spesso dovuti a carenze nel metabolismo del calcio, oltre che a squilibri minerali con assenza di sale nell’organismo. Inserire regolare centrifuga di carota-sedano-mele come base, e crescione-ortiche-zenzero-farinaccio di campo come aggiunte. Per decontrarre il muscolo, massaggiarlo dal basso verso l’alto, dalla periferia verso il cuore. Sesamo, semi di zucca e germe di grano sono da inserirsi nella dieta.

D (Prixi): In caso di diabete mellito di tipo 1, insulino-dipendente (giovanile) conclamato, e con paziente in terapia insulinica e farmacologica da oltre 10 anni, esistono alimenti specifici per favorire la produzione spontanea di insulina, onde verificare se esiste ancora produzione pancreatica e favorire quindi una regressione spontanea di tale patologia?

Valdo: L’insulina tende a distruggere la funzionalità del pancreas, pertanto prima ce ne liberiamo (con tutta la gradualità e le prudenze possibili, ma anche con coraggio e determinazione) e meglio è.

Molta gente, che era in cura insulinica per anni, ha saputo venirne fuori completamente sostituendo le cure mediche con metodiche naturali, basate su dieta crudista e vitale, su frutta acidognola di stagione a colazione in mattinata (arance, pompelmi, nespole, ciliegie -meglio se amarognole e selvatiche-, nespole, fragole, mirtilli, uva ribes, uva spina, lamponi, pesche, angurie, alternando centrifugati di carote, sedano, topinambur e mele.

Abbondare sempre di sedano e topinambur ricchi di insuline ed inuline vegetali, nonché di lupini dal forte potere ipoglicemizzante, ed inserire tutte le verdure tipo crescione, cavoli, asparagi, Bruxelles, cicorie e le radici di campo, tipo tarassaco, valeriana, ortiche, fitolacca, farinaccio, selene, ecc. Per la riboflavina B2, carente nei diabetici, inserire riso nero, sesamo, pinoli, mandorle, germe di grano. A pranzo e cena radicchio, ravanelli, germogli, avocado, seguito da riso integrale o patate o fagiolini o rape. Per merenda mele, pere, ananas, melograno, fichi d’India, frutti di bosco. In più camminare, respirare profondo e ritmato, prendere tutto il sole possibile.

D: Viene spesso discusso, a discapito di una dieta vegana, che non si assimila sufficiente ferro. L’associazione di vegetali a foglia verde con agrumi (vitamina C) per favore l’assimilazione del ferro in essi contenuto, trattasi di leggenda metropolitana o è un fatto provato?

Valdo: Leggende supermetropolitane da fonti disinformate e disinformanti. Prima cosa evitare i ferro-distruttori che sono saccarosio, aspartame, caffè, the, alcol, cole, fumo, aspirine, tranquillanti, sali inorganici, latticini. Il ferro si prende dalla frutta di stagione, specie le albicocche, le susine, i fichi, i fichi d’India. Dai centrifugati di carote-spinaci, di carote-sedano-farinaccio, di carote-sedani-mele più cavolo e cime di rapa, più patata, più una manciata di erbe selvatiche tipo ortiche, crescione. Mai scordare i semi di zucca, il germe di grano i semi di sesamo il girasole, il miglio e le mandorle.

D: A fronte di una sofferenza epatica e/o cardiocircolatoria, dovuta all’assunzione per lungo tempo di grassi animali, in prima istanza, quali vegetali favoriscono la disintossicazione ed il naturale riequilibrio ematico?

Valdo: La miglior disintossicazione si attua con un digiuno ad acqua distillata o leggera di tre giorni, seguito da un giorno a base di frutta e poi da una dieta vegana tendenzialmente crudista. In generale è l’acqua biologica della frutta, e quindi la frutta più acquosa a chelare, catturare, disgregare ed espellere meglio i veleni. La buona stagione tra giugno e dicembre ci offre ovviamente il massimo, e dobbiamo solo scegliere tra le innumerevoli alternative, con l’anguria e i meloni in primo piano, con le uve, le pesche, le ciliegie e le fragole. Inserire un centrifugato giornaliero di carote-sedano-mele è quanto di meglio di meglio si possa fare.

D: Mediamente le persone che svolgono una vita pressoché sedentaria per diverse ragioni, e che scelgono la dieta vegana, a quale apporto calorico e proteico giornaliero dovrebbero fare riferimento per una dieta equilibrata?

Valdo: Impossibile stabilire diete a punti, diete a bilancini, diete a grammi e cose simili. Alimentarsi seguendo gli stimoli di fame e sazietà, con un occhio alla bilancia. Il pericolo maggiore sta nella quota proteica che non deve superare 20-24 grammi (o 30 grammi al giorno secondo altri), oltre i quali si va in acidificazione.

D: In questa ottica, riferendosi a persone senza particolari patologie, vi sono tabelle di riferimento affidabili per stabilirne le quantità in base a età e statura o ad altri parametri?

Valdo: Ribadisco che, pur essendo costruiti con gli stessi criteri e con le medesime regole funzionali, ognuno di noi è diverso per costituzione, metabolismo, storia, assimilazione, purezza ematica. Ognuno deve ricucirsi pertanto un piano personalizzato fatto su misura, verificando che il suo peso-forma non subisca sbalzi eccessivi e che la lingua rimanga bella e l’alito gradevole, che l’appetito non venga a mancare, e che il ritmo mangia-assimila-espelli funzioni sempre al meglio.

D: Nella primissima infanzia, in assenza di allattamento materno, onde evitare il latte in polvere di origine vaccina, quale può essere l’alimento indicato?

Valdo: La cosa migliore sarebbe di trovare una nutrice alternativa, ovvero un’altra mamma che abbia del latte eccedente a disposizione. I succhi freschi di arance dolci, di uva, di mele e pere, di carote e ananas, o di altra frutta in genere sono straordinariamente validi, avendo la frutta un contenuto proteico costantemente superiore a quello del latte di donna, ed avendo essi del levulosio predigerito dai food-enzyme e pronto per l’assimilazione.

Il succo di datteri, fichi e susine secche messi in ammollo nell’acqua e poi frullati, va pure benissimo. Il latte di mandorle va bene anch’esso. Volendo si può anche alternare un pasto a latte vaccino e il pasto successivo (dopo almeno 3 ore) a succo di frutta. Strano comunque che tutti partano con l’idea che la mamma non ha il latte, mentre il più delle volte ciò non corrisponde alla realtà, e si crea quasi una complicità ed una collusione tra mamme svogliate e pediatri legati ai prodotti in polvere.

Strano che tutti chiedano alternative al latte di mamma e nessuno chieda come fare per far venire invece questo benedetto latte. Non esistono mamme prive di latte nel regno animale, e dunque il più delle volte il fattore è mentale più che fisico. Come una mamma fa un bambino, il latte le viene. Non serve darglielo di notte, ma bastano 3 buone sedute al giorno.

Ricordarsi dunque che occorre svuotare il seno ad ogni allattamento e non risparmiare del latte per le poppate successive. Svuotando completamente il seno si ottiene un incremento quantitativo nella produttività. Questo è un dettaglio importantissimo.

D (Lukaekeke): La terapia chelante di Matteo Dall’Osso, si è dimostrata realmente efficace anche in altri casi? Come sta procedendo la sperimentazione? Sarebbe davvero così difficile per un medico specializzato aprire una clinica che fa questo genere di terapie in una città dove non c’è questo genere di servizio?

Valdo: La mia conoscenza di Matteo, come malato di SM ed ideatore di una terapia chelante, si limita a quanto appare su internet. Il suo entusiasmo è di per sé una garanzia che qualcosa di buono probabilmente esiste. Aggiungo però che non sono molto favorevole alle chelazioni chimiche intensive, per i diversi pericoli che esse comportano.

C’è della gente che ci lascia pure le penne, Credo molto di più a una chelazione progressiva di tipo tradizionale, secondo i dettami sicuri e sperimentati della scienza igienista. Intendo con questo il classico schema digiunistico di 3 giorni, seguito da dieta vegana tendenzialmente crudista (dove ho elaborato uno schema personalizzabile dal titolo “Schema nutrizionale vegano tendenzialmente crudista”, che sta sul blog alla data 16/4/11). Per aprire una clinica in Italia ci sono comunque regole burocratiche a non finire.

D (Spiderman): Essendo io vegano non crudista, chiedo quali sono le differenze nutrizionali e salutistiche, tra la mia dieta e quella da lei consigliata, cioè, la dieta vegana crudista?

Valdo: Le differenze sono notevoli. Tu potresti benissimo essere un vegano macrobiotico o un vegano tradizionale carico di problemi e di carenze a causa degli eccessi di pasta, di pizze, e magari anche di altri cibi-spazzatura che pur rispettando le norme vegane (niente contenuto animale), rimangono spazzatura essendo vuoti e carenti di micronutrienti. La cottura, le trasformazioni, le concentrazioni degli alimenti portano a deteriorare i medesimi.

Dieta cruda significa dieta vitale, carica di enzimi, carica di vitamine naturali, di ormoni vegetali e di minerali organici. Il valore vibrazionale dei cibi (scala di Simoneton) offre ampie conferme alla teoria crudista. Essere crudista non significa comunque stare sul crudo in modo esagerato. Esistono diversi livelli e l’ideale è viaggiare su un 70-80% di cibo crudo, mentre per il resto occorre solo fare in modo che le cotture non siano mai esagerate. Nota è, ad esempio, la formazione del veleno acrilamide sui carboidrati cotti ad oltre 110-120 °C.

D: Per chi svolge un’intesa attività sportiva (palestra, bicicletta, corsa) quali sono i cibi più consigliati?

Valdo: Frutta stagionale in abbondanza lontano dai pasti. Crema di avena arricchita di germe di grano e di semini vari, una volta al giorno. Cetrifugato di carote-sedano-mela. Abbondanza di vitamina B2 (riboflavina) amica degli sportivi ed immagazzinata nei muscoli (vegetali verdi scuri, radicchi, cavoli, tarassaco, crescione, semini, germe grano, mandorle, pioli, lupini, fagiolini, risonero, funghi).

Piatto abbondante di verdure a inizio pranzo e cena (incluso pomodori e cetrioli), seguito da cereali integrali tipo miglio, saraceno, quinoa, riso integrale, oppure patate, oppure pizza vegana alle patate e alle verdure crude, oppure pasta integrale al pomodoro crudo. Tenere di scorta uvetta, mandorle, datteri, fischi secchi, e due panini vegani ben farciti di melanzana, pomodoro secco, carciofino, noci e radicchio.

D (Altair): Dalla scoperta del fuoco in poi, l’uomo avrebbe sempre sbagliato ad alimentarsi?

Valdo: Oggi siamo in grado di tirare un po’ le somme e di giudicare quando e dove l’uomo ha trovato le soluzioni giuste e quando ha toppato. In Roma antica, quella del cavolo crudo, delle bietole, del divieto totale di cure mediche, descritta da Catone il Censore e rimpianta da Tito Lucrezio Caio nel suo De Rerum Natura, le cose andavano in modo eccellente, visto che i Romani comandarono il mondo sani e iperattivi, costruendo grandi opere, strade impervie, ponti superiori al chilometro, templi, scuole, stadi, arene, terme, vespasiani, acquedotti e per 600 anni di seguito, senza ombra di medico. In Egitto e a Sparta le cose andavano pure bene.

Mai come oggi, grazie ad internet, possiamo confrontarci e scambiarci preziose informazioni. Sarebbe folle non approfittarne. Il corpo umano, per quanto ci siano diversità interpretative, è tutto sommato un libro aperto. Siamo vegani evidenti a tutti gli effetti, in barba a quello che pensiamo, e alle eventuali porcherie che mangiamo.

Ce lo dice il disegno fisico, biochimico e mentale del corpo. Ce lo dice il sangue alcalino, il fegato che si gonfia ad ogni pasto carneo, il membro che si inceppa ad ogni bistecca, il cervello che va in tilt ad ogni hamburger, i reni che vanno in blocco dialitico ad ogni pasto carneo, il colon che si blocca e che si fa stitico ad ogni trasgressione alto-proteica, e così via. Al di là delle contestazioni create per ignoranza o per difesa di spropositati interessi economici, la verità è oggi a disposizione di tutti. Basta volerla cercare con intenti trasparenti e onesti, senza raccontare frottole a noi stessi e agli altri.

D: Com’è possibile che sia sopravvissuto per millenni ad un errore così grande?

Valdo: Un conto è sopravvivere e un conto è vivere al meglio. Il giardiniere di casa reale inglese Thomas Parr, sopravvissuto a 5 regnanti diversi, e morto a 152 anni per colpa di re Carlo I che lo riempì sperimentalmente di bistecche, dimostra che l’uomo medio dovrebbe poter vivere e copulare allegro e felice fino a 150 anni, vale a dire 25 anni (tempo completamento sviluppo) x 6 (coefficiente generale mammiferi). Visto che fatichiamo a raggiungere i cento anni e siamo pure tormentati da dolori ed acciacchi, ci resta molta strada da compiere in senso migliorativo.

D (Spinkx): La dieta crudista-vegana può essere d’aiuto in caso di intolleranze alimentari?

Valdo: Le intolleranze vere ai veleni (all’alcol, al latte ovvero alla micidiale colla chiamata casina), all’acido urico, più che intolleranze sono segnali di forza e di reattività. Le allergie a determinati tipi di frutta sono invece segnali di impregnazione tossica del sangue dove, persi i margini normali di tolleranza ai veleni, ogni alimento anche il più innocente può diventare critico, come la famosa goccia che fa traboccare il vaso già pieno. Ho decine e decine di testimonianze di gente che ha sconfitto col crudismo ogni sorta di allergia. Basterebbe leggere regolarmente il mio blog.

D: A proposito di Vitamina B12, sono una vegana tendenzialmente crudista. E’ vero che noi vegani dobbiamo necessariamente assumerla in pastiglie? O la si può reperire a sufficienza in alimenti veg?

Valdo: Ribadisco che la B12 fa parte di un pacchetto di imbrogli storici antivegani che si chiamano B12-Omega3-FerroEme. Esserci caduti è una vergogna, oltre che una ovvia dimostrazione di scarsa fiducia in se stessi e in Madre Natura. La B12 ha dei precursori nel gruppo B, ed in particolare nella B2, nella B5, nella B6 e nella B9 o acido folico (che sostituisce tranquillamente la B12).

E’ dimostrato che le diete proteiche animali, le diete con grassi, zuccheri, alcol, tabacchi, caffè, aumentano il fabbisogno di B12 e creano stati di carenza. Il fabbisogno giornaliero non supera comunque il microgrammo al giorno (un milionesimo di grammo). Le carenze eventuali non dipendono dalla dietetica ma dall’assorbimento compromesso per disfunzioni intestinali.

La parte ridicola della questione è che chi si alimenta di carne è molto suscettibile all’anemia perniciosa, mentre i vegani tendenzialmente crudisti hanno la B12 bassa (più bassa è meglio è, visto che questo indica un sangue fluido e pulito), e rivelano una B9 abbondante a compensare, e non sanno nemmeno cosa sia l’anemia perniciosa. Uno degli ultimi articoli tra i tanti pubblicati è “La cervellotica testardaggine bidodici“, del 25/1/12.

D: Purtroppo compro chili di carne per alimentare i miei 4 gatti. Essendo vegana per ragioni etiche, quelle salutistiche sono venute col tempo. Mi chiedo se è al corrente o se conosce qualcuno che mi possa dare delle soluzioni alternative idonee per degli animaletti carnivori. In verità ho trovato una pappa sia in versione umida che secca, ma ho bisogno del parere di una persona competente per potermi fidare.

Valdo: Esistono alimenti vegani confezionati a misura per i gatti. Qualche lettore si farà vivo e segnalerà l’indirizzo o la mail di queste aziende che stanno risolvendo il problema al meglio.

D: Una persona che segue la dieta macrobiotica mi ha detto, che la dieta crudista può portare conseguenze negative alla propria salute in quanto troppo yin.

Valdo: Chi segue una dieta balorda tende inevitabilmente a difenderla, almeno fino a quando non si accorge di sbagliare clamorosamente e di rovinarsi pure la salute. Ohsawa era un uomo ammirevole per coraggio, ma diventò suo malgrado pasticcione e disordinato nelle sue scelte. Non era igienista, non conosceva il dr Edward Howell e l’argomento food-enzyme, non conosceva gli studi di Kouchakoff sulla leucocitosi, non conosceva la scala vibrazionale Simoneton. Gli mancava il supporto di indispensabili studi collaterali.

L’equilibrio acido-alcalino, o equilibrio yin-yang, non si valuta al momento della assunzione dei cibi, ma in sede assimilativa. Il limone ad esempio, che è il più yin e il più acido tra gli agrumi, rilascia ceneri alcaline yang in sede assimilativa di duodeno, e sono queste ceneri che vanno ad alcalinizzare il sangue. Al contrario, carne e latte che sono alcaline o yang in partenza, diventano acidificanti e yin in sede intestinale. Il corpo umano non funziona per sostituzione o rimpiazzamento, cioè con modalità scomponibili e componibili stile Lego.

Esso opera piuttosto con criteri trasformativi. Carne non fa carne, latte non fa latte, proteina non fa proteina, yin non fa yin e yang non fa yang. E’ chiara la questione? Cuocere i cibi per yanghizzarli è poi una tragedia della macrobiotica, che nulla ha ancora capito della distruzione enzimatica, della distruzione vitaminica e della snaturalizzazione dei minerali che, con la cottura, riprendono le loro pessime qualità originarie di minerali inorganici. Ohsawa, da tipico giapponese, stava necessariamente lontano dalla frutta. Una ciliegia a Tokyo costa almeno un euro, e con un euro ci si compra una lattina di succo d’arancia cotta e pastorizzata.

pasgal: Abbiamo finito Valdo, grazie ancora, un abbraccio!

Valdo: E’ stato un piacere, il mio saluto a tutti i lettori.

Valdo Vaccaro
Alimentazione Naturale


Valdo Vaccaro, nato a Mattuglie (Fiume), ex-Italia, nel 1943, da padre friulano e madre italocroata, vive nei pressi di Udine con la moglie hongkonghiana Kathleen e i suoi due ragazzi Francesco (19) e William (12). Laureatosi in economia nel 1972 all’Università di Trieste, si è dedicato per tre anni all’insegnamento e al giornalismo. Dopo una proficua militanza nella sheltoniana ANHS (American Natural Hygiene Society), si è laureato nel 2002 in filosofia e naturopatia. I suoi libri si stanno laboriosamente traducendo in cinese, in vista di un approccio verso Pekino e Shanghai. Fa parte attualmente della direzione tecnica dell’AVA (Associazione Vegetariana Animalista) di Roma, per la quale elabora diversi lavori di argomento etico-salutistico.

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