Allarme Guanfalcina, arriva in Italia un nuovo psicofarmaco per bambini

La denuncia di Giù le mani dai bambini: “E' un anti-ipertensivo”. Castelbianco: 'Sindrome per 300mila bimbi? Ipotesi inverosimile'. Binetti interroga Fazio

da Agenzia Dire

ROMA – Esistono ancora delle “relazioni pericolose tra sanita' e multinazionali farmaceutiche”. È quanto denuncia 'Giu' le Mani dai Bambini', il piu' rappresentativo comitato italiano per la farmacovigilanza pediatrica (www.giulemanidaibambini.org) in occasione della cerimonia di consegna dei 'Public Affairs Awards', i premi per le relazioni pubbliche conferiti nella Sala Capitolare del Senato della Repubblica. Premiato, tra gli altri, Luca Poma, giornalista e portavoce e di 'Giu' le Mani dai Bambini' che da anni promuove l'omonima campagna nazionale di sensibilizzazione sui rischi della somministrazione di psicofarmaci ai minori. La denuncia, dunque: si parla appunto di un “nuovo psicofarmaco per bambini in arrivo in Italia. La Guanfalcina, un vecchio anti-ipertensivo che ora si vuole riciclare per la disattenzione dei bambini, una specie di molecola apolide, un brevetto da tempo in cerca di una malattia a cui essere associato”.

A margine della cerimonia in Senato, parlando con i giornalisti Poma rilancia il dibattito sul tema dell'etica nel mondo delle lobby e del public affairs: “La Public affairs association vuole essere a mio avviso anche un luogo di riflessione e dibattito su un modello di lobby rispettosa dei requisiti etici essenziali, come raccomandato dai codici di comportamento della stessa Paa, della Ferpi e internazionali: dichiarare sempre chi e' il proprio mandante, avere una relazione trasparente con i mezzi d'informazione e con tutti i pubblici coinvolti dalla propria azione, presentarsi con informazioni corrette e ottenere decisioni in maniera onesta, questi sono i pilastri di una corretta azione di lobby”.
Poma sottolinea che “purtroppo cio' non sempre accade, l'ho sperimentato personalmente, avendo recentemente ricevuto un'offerta di collaborazione da un'agenzia di pubbliche relazioni di fama internazionale, la quale collabora con una multinazionale farmaceutica che sta introducendo uno psicofarmaco per bambini in Italia, la Guanfalcina, un vecchio anti-ipertensivo che ora si vuole riciclare per la disattenzione dei bambini, una specie di molecola apolide, un brevetto da tempo in cerca di una malattia a cui essere associato. Peccato che a mia precisa domanda avessero negato di avere rapporti, ma cosi' non pare. Immagino volessero nella migliore delle ipotesi sondare il terreno e capire quale sarebbe stato il nostro atteggiamento, e nella peggiore ipotesi 'sterilizzare' la nostra azione di vigilanza mettendoci a libro paga”.

Conclude Poma: “Se questa e' etica nelle relazioni pubbliche occorre avviare una riflessione seria in seno alla Ferpi, la Federazione nazionale di categoria: una norma senza una 'sanzione' e' una norma debole, che chiunque puo' infrangere impunemente. A mio avviso e' ora di passare dalle parole ai fatti e capire come prendere posizione in casi come questi”.

Sul punto interviene Toni Muzi Falconi, uno dei 'padri' delle relazioni pubbliche in Italia e docente alla New York University: “L'episodio come viene raccontato dal collega Poma e' increscioso in se', anche perche' coinvolge una delle piu' reputate e conosciute societa' di relazioni pubbliche internazionali, che mi auguro voglia repentinamente e pubblicamente chiarire la sua posizione. Anche l'Assorel, Associazione delle societa' di relazioni pubbliche a servizio completo – di cui l'agenzia in questione fa parte – dovrebbe assumere iniziative in merito all'episodio”.

Muzi Falconi si dice “convinto che – in attesa di una regolamentazione della nostra attivita', che impatta sempre di piu' sull'interesse pubblico, e che invoco fin dal 1976 – la sanzione piu' efficace sia quella della 'pubblicita'' da parte delle associazioni professionali degli atti contrari ai principi base della nostra professione, che prevedono innanzitutto che il professionista di relazioni pubbliche dichiari sempre quali interessi rappresenta, quale reale obiettivo si propone, e quale processo intende perseguire per raggiungerlo”.

Su questo dossier, la deputata Paola Binetti (Udc) ha presentato un'interrogazione parlamentare urgente al ministro della Salute, Ferruccio Fazio: “Mi chiedo- ha dichiarato l'onorevole nell'atto ispettivo- se siano vere le voci che parlano di una riduzione del budget a disposizione dell'Istituto Superiore di Sanita' per gestire gli strumenti di controllo anti-abuso come il Registro Adhd, che permette di monitorare le prescrizioni di psicofarmaci ai bambini al fine di evitare utilizzi arbitrari e disinvolti di queste discusse molecole, fondi tagliati da 150.000 euro all'anno – gia' pochi – a miseri 30.000 euro all'anno per tutta Italia. Da un lato si assiste all'immissione in Italia di un terzo psicofarmaco per bambini iperattivi, come se non fossero sufficienti quelli gia' esistenti, dall'altro lato si demoliscono gli strumenti di controllo a tutela delle famiglie: a che gioco giochiamo, onorevole ministro? Nell'interesse di chi sta lavorando il suo ministero?”.

IL PARERE DELL'L'ESPERTO – “Il problema di fondo resta inalterato, l'ipotesi di 300mila bambini affetti da Adhd, la sindrome da iperattivita' e deficit dell'attenzione, ha ovviamente dell'inverosimile se non per ipotetici guadagni di mercato. Attualmente in Italia il numero indicato e' di circa 1.500 bambini e quindi siamo ben lontani dalle realta' americane dove sappiamo che le spinte delle industrie farmaceutiche sono fortissime, tant'e' che addirittura si parla di 11 milioni di bambini affetti da questo male invisibile”. A parlare e' Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva e direttore dell'Istituto di Ortofonologia di Roma (Ido), a proposito della denuncia dell'associazione 'Giu' le mani dai Bambini' e dell'interrogazione presentata dalla deputata Udc Paola Binetti al ministro Ferruccio Fazio, sul tentativo di introdurre in Italia un nuovo psicofarmaco per la sindrome da deficit di attenzione e iperattivita' (Adhd), la Guanfalcina.

“L'invisibilita'- continua Castelbianco- consiste nel fatto che tale diagnosi non e' frutto di un dato oggettivo ma solo legata al clinico che la formula. Per spiegarsi: lo stesso bambino a seconda dell'ambulatorio dove si rivolge, puo' ricevere questa diagnosi oppure una totalmente opposta. Cio' sta a indicare quanto non sia oggettiva e non esistano elementi riconosciuti che possano aiutare nella formulazione diagnostica. Elementi che andrebbero verificati anche sui 1.500 italiani: sembra che molti di essi non corrispondano ai criteri indicati, tra i quali una intelligenza nella norma, ma che vi siano soggetti con un deficit intellettivo tutto da verificare: ebbene, sarebbe il caso di farlo”.

vedi anche https://www.altrogiornale.org/_/forum/forum_viewtopic.php?109117.last
Fonte: http://www.dire.it/HOME/allarme_guanfalcina.php?c=40034&m=3&l=it