Arcaici arcani

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I pittogrammi odierni ricalcano fedelmente i simboli più antichi e sacri della gran parte delle culture conosciute. Forse si tratta di un linguaggio archetipo utilizzato dai circle makers proprio perché comprensibile a tutti, indipendentemente da razza, erudizione, lingua e religione?

I Crop Circles sono stati analizzati e studiati sotto ogni possibile aspetto: chimico, matematico, geometrico, storico, biologico, mistico, artistico, botanico e via dicendo. Una immensa mole di ricerche, ad ampio raggio, che ci ha fornito importanti risposte ed ha virtualmente eliminato i molti dubbi riguardo la genuinità di tale fenomeno. Restano tuttavia aperti i due quesiti essenziali: chi sta tentando di comunicare con noi e cosa sta cercando di dirci? Fra le teorie sull'identità dei presunti creatori dei cerchi, i circle makers, la più verosimile appare quella che ne suppone una origine aliena ma, se così è, ne avremo la certezza assoluta solo quando gli ET ci riterranno pronti ad incontrarli. Molte le chiavi di lettura non ancora approfondite per decifrare il significato recondito dei pittogrammi. Il celato linguaggio archetipo va probabilmente cercato nei simboli stessi, noti all'intera Umanità fin da tempi remoti come parte integrante della religione, della cultura e della tradizione di popoli diversi e lontani.

Sono gli stessi segni che i nostri antenati dipingevano sulle pareti delle caverne, scolpivano sulle pietre dei templi ed incidevano su monili, armi ed oggetti di culto. Forse i misteriosi circle makers sono quegli esseri che, migliaia di anni fa, ci mostrarono tali segni e ci insegnarono ad usarli per comunicare con loro. E il fatto che i loro significati risultino molto simili anche presso culture che non sono mai entrate in contatto tra loro depone in favore dell'ipotesi che essi provengano da una medesima fonte, presumibilmente esogena alla Terra.

Energia circolare

Prendiamo ad esempio il più comune, il più semplice ed allo stesso tempo più importante dei segni: il cerchio. Rappresentazione, in quasi tutte le culture, della perfezione, della divinità, del ciclo perpetuo della vita o dell'Universo stesso. Il sedersi in cerchio per parlare, meditare, pregare, cantare, ha un profondo significato di comunione ed apertura verso gli altri, non solo simbolico: stabilendo un contatto fisico tra le persone nel cerchio il prana [Prana: termine sanscrito che significa “respiro” “soffio”. Una sottile forma d'energia che pervade ogni cosa e anima tutte le forme di vita] fluisce liberamente. I nativi-Americani credono che tra il perimetro della loro tenda ed il focolare al centro si formi un flusso d'energia e, guarda caso, i crop circles più comuni sono composti proprio da cerchi circondati da altri anelli.

Altra forma comune è il manubrio (due cerchi uniti da una linea) simile alle raffigurazioni dello scettro di Vajra, che per i Buddisti incarna “l'assoluto indivisibile dell'Universo” e contiene, alle due estremità, il mondo fisico e quello spirituale. Per la tradizione teutonica l'identico simbolo significava “l'eredità degli avi” e, per i nativi Americani, la “comunicazione”, lo scambio energetico tra due mondi o la comunione tra Cielo e Terra. Passiamo al cerchio sormontato da una croce. Per i nativi-Americani raffigura la “ruota della medicina”, per i Germani e i Celti, la “ruota del Sole”. Vi è poi il fiore o stella a sei punte circoscritto e racchiuso nel cerchio: simbolo del Sole o, rispettivamente, per gli Indù, i Germani, i Greci e gli Ebrei, del “Carro di Fuoco” di Krishna, Baldur, Apollo ed Elia. L'archeologo britannico Michael Green, fondatore del CCCS (Crops Circles Center Studies) ha ipotizzato che i principali tipi di cerchio sono sette, corrispondenti ai simboli dei pianeti astrologici della tradizione celtica (che prevede l'esistenza di un pianeta esoterico, l'ottavo).

Green ha riconosciuto nei pittogrammi apparsi le figure esoteriche arcaiche che rappresentano l'intera sequenza della creazione dell'Universo, della nascita della vita e della comparsa della spiritualità. Nonché: l'evoluzione del Sole da pianeta fisico a pianeta sacro; la trasformazione dell'Uomo in “uomo cosmico”; la Terra “gravida” di cambiamenti, pronta anch'essa ad una decisiva trasformazione; l'unione sacra fra Cielo e Terra; infine lo scambio di energia tra i pianeti del sistema solare che corrispondono ai sette Chakra o centri vitali della tradizione tantrica.

Danze sacre

Il simbolo della spirale (semplice e con le sue varianti a cerchi concentrici e a labirinti) presso i Celti assunse un ruolo fondamentale. Pietre tombali o sacrificali, croci, armi, gioielli e scudi ne sono ricoperti; le loro manifestazioni rituali pare seguissero uno schema circolare o spiraliforme (come le danze sacre dei Dervisci). Purtroppo i Celti non hanno lasciato testimonianze scritte e ciò che sappiamo delle loro tradizioni e dell'aspetto mistico e magico della loro religione ci perviene dai Romani e da popoli entrati in contatto con loro, testimonianze spesso poco attendibili. Comunque si suppone che i segni avessero una valenza astronomica e rappresentassero la struttura del cosmo ed anche (di nuovo) una sorta di “unione sacra” tra Cielo e Terra, oppure l'evoluzione in generale, dove la nascita era effigiata nelle spirali che si avvolgono a destra e la morte in quelle rivolte a sinistra. Curiosamente, troviamo una chiara analogia nella tradizione dei nativi-Americani, dove la spirale ha due significati contrapposti: “salita, elevazione” se rivolta verso destra, “discesa, caduta” se verso sinistra.

L'albero della vita, il Sephirot della tradizione ebraica, presenta evidenti analogie con il pittogramma apparso a Barbury Castle nella seconda metà degli anni '90 Ai pittogrammi più complessi, come i cosiddetti “insettogrammi”, i “delfinogrammi” o i bellissimi “alberi della vita”, sono state date interpretazioni molto diverse. Il filologo americano Steve Canada, rifacendosi alla tradizione sumerica, è del parere che i delfinogrammi raffigurino fin nei minimi particolari l'orbita di Nibiru, il presunto decimo pianeta del nostro Sistema Solare che, secondo gli astronomi sumeri, in tempi antichissimi entrò in collisione con il pianeta Tiamat. Gli “insettogrammi” somigliano invece alla figura stilizzata del “gobbo suonatore di flauto” che, stando alla tradizione degli Indiani Hopi, condusse i loro antenati da un'epoca all'altra. In altre leggende la gibbosità della schiena è invece un allegorico riferimento al sacco di sementi portato dal suonatore di flauto allo scopo di rendere fertile la Terra.

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Mandala e DNA

L'affascinante “albero della vita”, spesso rappresentato nei Crop Circles, è un importante simbolo cabalistico [da Cabala: l'aspetto mistico ed esoterico dell'ebraismo, suo tema fondamentale è la rivelazione del segreto ultimo della natura di Dio e dell'Universo attraverso l'interpretazione dei caratteri e dei numeri desunti principalmente dalla Bibbia], una complessa rappresentazione stilizzata della struttura universale.

L'albero della vita, il Sephirot della tradizione ebraica, presenta evidenti analogie con il pittogramma apparso a Barbury Castle nella seconda metà degli anni '90Le rette principali sono dette le “tre colonne della vita” e, insieme alle rette minori ed ai loro punti di intersezione, raffigura i pianeti del nostro Sistema Solare ed i loro legami, sia fisici che astrologici, mitologici e, soprattutto, alchemici. L'albero della vita è una figura antichissima, comune sia alla tradizione sumera che celtica e germanica, ove rappresentava i cicli della vita. L'intreccio delle rette ha spesso fatto pensare alla struttura a doppia elica del DNA. Si tratterebbe, come sostengono alcuni ricercatori, di un indizio che, anticamente, una razza aliena eseguì degli esperimenti genetici sul genere umano o che, addirittura, la specie “Homo Sapiens” sia frutto di tali esperimenti e non dell'evoluzione pura e semplice?

Già nel 1958 lo psicologo Carl Gustav Jung aveva studiato il significato archetipo dei cerchi in un contesto ufologico, collegandoli ai “mandala” o cerchi mistici buddisti. Nei mandala, figure geometriche dipinte, incise o create con sabbia colorata, composte da più cerchi (immagine del Cielo) inscritti in un quadrato (immagine della Terra) ogni cerchio simboleggia un diverso livello di consapevolezza o una diversa dimensione e l'insieme rappresenta la complessità dell'Universo, di cui è possibile cogliere l'intima struttura solo attraverso la meditazione. I mandala vengono usati come una sorta di strumento iniziatico per mettersi in contatto con gli aspetti più profondi della nostra anima ed agiscono a livello subliminale, proprio come l'armonia musicale e plastica presente nei Crop Circles. Forse anche il loro scopo è analogo, ed i pittogrammi creati nel grano ci consentiranno di sintonizzarci su una frequenza più elevata dell'essere, accrescendo la nostra consapevolezza e guidandoci verso un'evoluzione spirituale essenziale alla nostra sopravvivenza.

di Laura Ayo

fonte:www.isolachenonce-online.it