Astana la perla del Kazakistan

Il Giornale Online
Una città futuristica sta nascendo nel nord del Paese. Voluta dal suo presidente per celebrare la potenza dello Stato. E progettata da Kisho Kurokawa. All'insegna di una esplosione di stili. Tra grattacieli, piramidi e una foresta per proteggerla dai venti.

È ancora di moda usare l'architettura ai fini della propaganda. Chi pensava che gli esempi del '900 avessero dimostrato che le città-utopie non funzionano, si sbaglia. Nel 1997 qualcuno ha deciso di riprovarci, commissionando una città a tavolino. Una vera capitale. Sulle orme delle mussoliniane Sabaudia e Latina, o dell'australiana Canberra, o della Brasilia di Oscar Niemeier e l'indiana Chandigarth di Le Corbusier, tutte città programmate dagli architetti invece che sbocciate naturalmente sulle vie commerciali della storia. L'ultima delle città-utopie è nata in Kazakistan, Asia centrale. È stata voluta per dimostrare a tutto il mondo (e non era ancora uscito il film 'Borat') che il Kazakistan è un Stato importante, tra le potenze energetiche più influenti del pianeta, e pronto a riscuotere il suo posto nel mondo.

Sacha Baron Cohen, il padre di 'Borat', stava appena pensando al personaggio del rapper Ali G, quando Nursultan Nazarbayev, signore e padrone del Kazakistan, decise di indire un grande concorso di architettura per progettare la sua nuova capitale. Fino allora capitale era stata Almaty, polverosa città nel Sud del Paese, a 50 chilometri dal Kirghistan e dalla Cina, ma nel futuro la capitale sarebbe stata soltanto Astana. Una città dal nome altisonante: Astana in lingua kazaka significa per l'appunto capitale o, più precisamente, visto che i kazaki sono un popolo nomade, 'il posto dove vengono prese le decisioni'.

La nuova città-vetrina sarebbe sorta nel Nord, lontano dai potentati economici del Sud, in un luogo in cui fino a quel giorno c'era soltanto Tselinograd, poi diventata Akmola, un piccolo villaggio tra paludi e steppe. Una zona tradizionalmente sotto influenza russa, tanto che qualcuno ha pensato che lo spostamento della capitale fosse dovuto anche al desiderio di assicurare il controllo sulla riottosa comunità filo-russa settentrionale.

La nascente Astana avrebbe unito due parti del Paese profondamente diverse. Vincitore del concorso architettonico è stato il giapponese Kisho Kurokawa. Non a caso: Kurokawa è tra gli architetti al mondo con più esperienza nell'urbanistica, e la sua impresa più grande è stata il ripensamento nel 1987 dell'intera area di Tokyo, con lo studio di un'isola artificiale nel mezzo del golfo e la disposizione razionale lungo l'asse Tokyo, Nagoya, Osaka e Kyoto degli uffici destinati a svolgere le funzioni amministrative e burocratiche.

In Italia è famoso soprattutto per aver progettato il discusso nuovo ingresso degli Uffizi e il Palasport di Torino. Proprio di questa esperienza in ambito urbanistico la novella Astana avrebbe avuto bisogno: Nazarbayev, infatti, aveva deciso che la sua capitale sarebbe sorta in un luogo che d'inverno garantisce ai suoi abitanti temperature polari da meno 40 gradi, mentre d'estate li arrostisce con un più 40 gradi. Un'escursione termica di 80 gradi che ha posto non pochi grattacapi ad architetti e urbanisti. Che però non si sono demoralizzati, e sono riusciti a far convergere le necessità di una città come Las Vegas a quelle di una come Ottawa.

Nel 1997 l'amministrazione di Akmola si trovò con l'immane compito di trasformare quello che era stato fino ad allora un centro provinciale del Kazakistan settentrionale nella capitale di una delle potenze energetiche mondiali. Per prima cosa si procedette a un 'kosmeticesky remont', un restauro cosmetico, come usano dire i russi: stucchi e intonaci scrostati vennero in pochi mesi ricoperti da gusci di plastica verniciati di tenui colori pastello. La rivista russa d'architettura 'Project Russia' riferisce che parte della rete di infrastrutture che doveva collegare il centro con l'aeroporto era già stata commissionata a una società saudita. La ditta, correva l'anno 2000, era la Bin Laden. Direttamente legata a Osama.

Quando Kurokawa nel 2001 fu incaricato dei lavori in prima persona, non si è perduto d'animo: è riuscito a far coesistere il suo progetto con quanto già costruito dai sauditi.

La prima impresa è stata domare la natura del posto, battuta dal caldo e dal freddo e soprattutto dai venti fortissimi: il giapponese e i suoi colleghi hanno deciso di erigere una gigantesca foresta, che mitigasse l'umidità della zona e formasse una barriera al vento della steppa. Per risolvere il problema della penuria di acqua hanno costruito un sistema di fogne che permettesse il riutilizzo dell'85 per cento dell'acqua per l'agricoltura e l'irrigazione delle foreste.

Astana è stata sviluppata lungo due vettori naturali: il fiume Ishim e la ferrovia che collega il Sud del Paese con il Nord, la Russia e infine anche con l'Europa. Un progetto che si allontana dalla tradizionale struttura radiale, dove le periferie si sviluppano ad anelli concentrici attorno a un centro storico: Kurokawa è infatti uno dei primi architetti ad aver infranto questa consuetudine. Astana è costruita a settori: tanti quartieri uno in fila all'altro, il primo industriale, attorno alla stazione, così da sfruttarne le possibilità di trasporto. Quindi le aree residenziali con parchi. Infine una nuova amministrazione del governo e un quartiere per diplomatici tra il fiume e il centro della città. Per il 2030, tutto dovrebbe essere completato.

Oltre a Kurokawa, alla corte di Nazarbayev è stato chiamato un altro grande dell'architettura mondiale: il baronetto britannico sir Norman Foster, già autore del Palazzo della Pace e della Conciliazione di Astana. Il suo progetto più sorprendente è una gigantesca tenda, la Khan Shatyry, alta 150 metri e con una base ellittica di 300 metri, capace di coprire un'area di 100 mila metri quadrati.

Sotto il tendone prenderanno forma un parco, un fiume navigabile, un centro commerciale, un minigolf e una spiaggia. La copertura sarà fatta di etfe, uno speciale tessuto dalle proprietà altamente flessibili che, assieme a complessi sistemi di ventilazione, assicureranno alla mini-città una temperatura costante attorno ai 20 gradi. Per farvene un'idea, visitate il sitowww.khanshatyr.com, dove si elencano le attività possibili: dalle terme alla visita ai giardini botanici.

Il palazzo presidenziale
La nuova capitale del Kazakistan spazierà su un'area di 710 chilometri quadrati, gigantesca, se si considera che Mosca, capitale da 11 milioni di abitanti, è grande circa mille chilometri quadrati. Nel 1998 Akmola aveva una popolazione di 300 mila persone: nel 2003 era salita a mezzo milione, e si calcola che per il 2012 Astana raggiungerà il milione. Ma le dimensioni della creatura non preoccupano il suo architetto: in un'intervista a 'Project Russia', Kurokawa ha dichiarato: “Penso che le città debbano essere la somma di varie componenti: progettando Astana ho rifiutato l'idea di un layout che fosse completo in se stesso: il mio primo pensiero è stato di disegnare una città che fosse capace di crescere e di espandersi”.

Al momento Astana giace a nord del fiume Ishim, ma secondo la volontà di Kurokawa, il fiume diventerà gradualmente il centro della città, e il centro di gravità si muoverà verso sud: “Nel futuro Astana giacerà sulle rive di un fiume che, come la Senna a Parigi e il Tamigi a Londra, scorrerà nel centro della capitale. Il fiume Ishim unirà natura e civilizzazione, città e ambiente, e diventerà un simbolo di Astana. Il mio progetto vuole utilizzare l'infrastruttura esistente integrando i palazzi del periodo sovietico: ho pensato a una simbiosi tra la vecchia città sovietica e il nuovo piano, una simbiosi tra l'acqua come elemento naturale, e la città in quanto elemento artificiale”.

di Margherita Belgiojoso
(17 luglio 2007)

Fonte: espresso.repubblica.it

Vedi: http://www.edilportale.com/edilnews/Npopup.asp?IDDOC=8474