Basta proteggere il 4% dell'oceano per salvare l'84% dei mammiferi marini dall'estinzione


Di Francesco Calderone

Un a ricerca effettuata dai ricercatori della Stanford University in collaborazione con i colleghi della National Autonomous University of Mexico ha rivelato, un po' sorprendentemente forse, che proteggere solo il 4% degli ecosistemi marini significa de facto salvare dall'estinzione quasi tutti (l'84%) i mammiferi marini del pianeta. Naturalmente non si tratta di un 4% casuale, ma di una quota minima da ricondurre a specifici “siti di conservazione” sparsi un po' in tutto il globo: Baia della California, Messico, Canada orientale, Perù, Argentina, Africa nord-occidentale, Sud Africa, Giappone, Australia e Nuova Zelanda.

Premettendo che di 129 specie di mammiferi marini circa un quarto sono a serio rischio di estinzione, lo studio nel dettaglio è partito facendo una mappatura della distribuzione di questi animali e individuando successivamente venti siti di conservazione costruiti sulla base di tre diversi parametri: il numero di specie presenti, quanto sia grave il rischio di estinzione per ciascuna di esse e se una qualsiasi delle specie in questione fosse unica in quella determinata area. Dai risultati è emerso quanto dicevamo in apertura, vale a dire che solo nove di questi siti basterebbero a conservare la gran parte dei mammiferi marini, contando la presenza di 108 specie su 129. Il problema è che nella maggioranza dei casi queste sono aree su cui si affacciano aree di terra densamente popolate e fortemente antropizzate, un peso ecologico notevole che va ad insistere cioè sulla fauna degli oceani prospicienti. Il risultato non va peraltro accentuato nella sua portata pensando che basti concentrarsi su questi nove siti per salvaguardare i mammiferi marini, da una parte perchè farlo è tutt'altro che una cosa semplice e scontata dall'altra perchè le restanti 21 specie si trovano spesso confinate in un luogo specifico e corrono quindi rischi ben maggiori di sparire.

Fonte: http://technews.it/WgMXd – Stanford University http://news.stanford.edu/news/2011/august/seals-082911.html