Il biblico Monte Sinai era in realtà la Grande Piramide?

Il biblico Monte Sinai era in realtà la Grande Piramide?

Il Giornale Online

Monte SinaiLa ricerca per il biblico Monte Sinai è stata una caratteristica durevole del Giudaismo, della Cristianità e dell’Islam, e la sua collocazione è stata attribuita a posti così remoti come la penisola del Sinai e i deserti dell’Arabia Saudita. Ma perchè mai questa montagna dovrebbe essere così importante per le tre religioni Giudaiche, e com’è stato possibile dimenticare la sua collocazione?

La risposta alla prima domanda è relativamente semplice, il Monte Sinai era il luogo dove Mosè parlò con Dio, e infatti si vociferava che il dio Israelita vivesse effettivamente all’interno di questa montagna. La seconda domanda, tuttavia, è più difficoltosa.

Ecco qui la montagna più sacra degli Israeliti, la casa del loro dio così potente, e qualcuno si è semplicemente dimenticato dove fosse! Questo scenario, semplicemente, non è credibile. Ma se un luogo così importante non fosse stato dimenticato, allora dev’essere stato deliberatamente frainteso o nascosto – ma un ragionamento simile, per definizione, presuppone che ci fosse qualcosa da nascondere.

Allora cosa, in tal caso, stavano tentando di nasconderci i leader Israeliti?

La mia risposta inizialmente sembrava abbastanza innocua – si trattava semplicemente di una nuova collocazione per il Monte Sinai.

Ma mentre continuavo le ricerche per il libro “Tempest & Exodus”, divenne ovvio che le ramificazioni di questa nuova collocazione del Monte Sinai hanno cambiato radicalmente l’intera storia e la liturgia del popolo Israelita. Com’è possibile che un nuovo luogo per unn montagna faccia tutto questo, vi starete chiedendo? Lasciatemi spiegare.

Per scoprire la vera collocazione del Monte Sinai, dobbiamo prima di tutto ottenere una descrizione sia della montagna stessa che del posto dove si trova in generale.

La prima descrizione che si presenta appartiene ai racconti dello storico del primo secolo Josephus. Molte persone sono state tentate di deridere i racconti di Josephus e bollarli come inaffidabili, ma Josephus stesso afferma di aver tratto i suoi testi da libri che erano stati presi dal Tempio di Gerusalemme dopo la caduta della città nel 70 d.C. Se così fosse, questo renderebbe le fonti di Josephus molto più antiche e autoritarie di qualunque copia della Torah (Vecchio Testamento) che esista oggi.

Infatti le informazioni extra che Josephus spesso ci fornisce supportano questa affermazione. Riguardo al Monte Sinati, Josephus scrive:

Detto questo, salì sul Monte Sinai, che è la più alta delle montagne che ci siano in quel paese, e non solo è molto difficile da scalare per gli uomini, data la sua grande altezza, ma anche per via dell’ripidità dei suoi pendii; e oltre questo era terribile ed inaccessibile, in base alle voci che circolavano riguardo il dio che lì abitava. (1)

Qui abbiamo uan descrizione di una montagna alta e scoscesa che è difficile da salire. La Bibbia non ha una buona descrizione di questa montagna, ma continua la descrizione di Josephus affermando quanto segue:

Tu fisserai tutto intorno dei limiti al popolo, e dirai: “Guardatevi dal salire sul monte o dal toccarne i fianchi. Chiunque toccherà il monte sarà messo a morte. (2)

Mosè disse al Signore: «Il popolo non può salire sul monte Sinai, poiché tu ce lo hai vietato dicendo: “Fissa dei limiti intorno al monte, e santificalo”». Ma il Signore gli disse: «Va’, scendi; poi risalirai insieme ad Aaronne. Ma i sacerdoti e il popolo non facciano irruzione per salire verso il Signore, affinché egli non si avventi contro di loro. (3)

Qui abbiamo una descrizione particolare di una montagna di cui nessuno puo’ toccare i bordi, come se la base della montagna fosse un costone piuttosto che un dolce declivio. Questa montagna sembra essere anche piccola abbastanza da essere recintata, in modo che la gente non possa avvicinarsi e toccarla. In questo caso, il Monte Sinai dev’essere necessariamente piccolo, rispetto alle montagne, ed elevarsi piuttosto bruscamente sulla pianura circostante. Un’altra citazione dalla Bibbia sembra descrivere la base della montagna:

…e videro il Dio d’Israele. Sotto i suoi piedi vi era come un pavimento lavorato in trasparente zaffiro, e simile, per limpidezza, al cielo stesso. (4)

La descrizione è particolare, ma sembra indicare che ci fosse una pavimentazione alla base della montagna, che ricordasse il cielo stellato. Il termine “limpidezza” indica “lucidità”, quindi probabilmente la “pietra di zaffiro” assomigliava a qualcosa tipo basalto nero con frammenti di quarzo bianco – un materiale da costruzione simile al granito che puo’ essere lucidato ad un grado superiore fino a somigliare verosimilmente ad un cielo stellato.

Sfortunatamente, a parte alcuni estratti che indicano il Monte Sinai collocato al limitare di un deserto, questo è tutto quel che abbiamo per quanto riguarda le descrizioni del Monte Sinai.

In questo caso abbiamo una piccola ma nientemeno che ripida e imponente montagna, che è circondata da un pavimento di basalto ed è situata al confine con un deserto. C’è un solo altro punto da sottolineare, e mentre potrebbe sembrare innocuo, potrebbe in verità essere la chiave di tutto questo enigma. È un fatto spesso sottovalutato, che Mosè non scala semplicemente il Monte Sinai per ricevere i dieci comandamenti da dio, ma in realtà egli discende nella montagna stessa:

Il SIGNORE disse a Mosè: «Sali da me sul monte e férmati qui; io ti darò delle tavole di pietra, la legge e i comandamenti che ho scritto, perché siano insegnati ai figli d’Israele». (5)

Dopo questo, tutti i figli d’Israele si avvicinarono, ed egli impose loro tutto quello che il SIGNORE gli aveva detto sul monte Sinai. (6)

Tali sono gli statuti, le prescrizioni e le leggi che il SIGNORE stabilì tra sé e i figli d’Israele, sul monte Sinai, per mezzo di Mosè. (7)

Questi sono i comandamenti che il SIGNORE diede a Mosè sul monte Sinai per i figli d’Israele. (8)

Non solo c’era un passaggio dentro il Monte Sinai, ma anche il Corano sembra corroborare l’affermazione che il passaggio andasse verso il basso nelle viscere della montagna e che ci fosse una caverna proprio sul fondo:

Quando (dio) sospese la Montagna (Monte Sinai) su di loro come se ci fosse un’ombra, poiché loro avevano paura che cadesse su di loro, (dio) disse “Tieniti stretto a quello che egli ti ha dato e tieni a mente ciò che esso contiene…” (9)

Quando ti separi da loro e dai loro idoli, corri alla Caverna. Dio estenderà su di te la sua pietà e preparerà per te un rifugio di sicurezza. (10)

Nonostante il Corano sia spesso di difficile interpretazione, sembra che qui possiamo chiaramente evincere che l’iniziato dovesse aggrapparsi ad una corda man mano che veniva calato dentro il Monte Sinai. “Tieniti stretto ciò che egli ti ha dato e tieni a mente ciò che esso contiene”, si traduce in “tieniti stretto alla corda e ricorda che dio vive nella caverna in fondo a questo passaggio”.

Uno può prontamente immaginare il panico che questa informazione provocherebbe in un nuovo iniziato nel sacerdozio Israelita – non solo era completamente affidato solo ad una traballante lampada ad olio e ad una corda sfilacciata, ma un terrificante essere etereo risiedeva lì sotto!

Quindi rivediamo le informazioni che Ralph Ellis ha assemblato nel suo libro “Tempest & Exodus”. I riferimenti indicano che il Monte Sinai dovrebbe:

  • a. Essere ripido.
  • b. Essere difficoltoso da scalare.
  • c. Essere nettamente delineato e separato dal piano circostante.
  • d. Essere abbastanza piccolo da poter essere recintato.
  • e. Essere comunque la montagna più alta nel territorio.
  • f. Essere sul limitare di un deserto.
  • g. Essere circondato da un pavimento di basalto nero.
  • h. Contenere un passaggio dentro la montagna.
  • i. Questo passaggio dovrebbe andare strettamente verso il basso, in modo da richiedere una corda.
  • j. Alla fine di questo passaggio c’è una caverna.

Questa sembrerebbe essere una lista varia di requisiti che nessuna montagna nell’intero Vicino Oriente potrebbe soddisfare in toto. Ad esempio quel pavimento che ricorda un cielo stellato, a quale caratteristica potrebbe riferirsi?

Quindi questo a cosa ci porta? La posizione del Monte Sinai potrebbe essere scoperta semplicemente applicando questo particolare set di requisiti a ciascuna montagna e vedere se si trova un riscontro? Onestamente, penso di sì, ma la risposta richiede non solo una massiccia dose di mentalità aperta, richiede anche un massiccio salto di fede – dato che sembrerebbe che la Bibbia contenga profondi segreti.

– Segreti

Il piccolo segreto è più o meno così. Se prendete una Bibbia elettronica ed effettuate una ricerca per la parola “piramide”, la macchina scaverà in tutto il lungo testo e probabilmente emetterà un solenne lamento (beep!) dicendo “Nessun riscontro”. Non è un po’ strano?

I patriarchi biblici erano residenti ad Heliopolis, che è ad un tiro di schioppo da Giza. La piana di Giza, con le sue tre grandi piramidi, non è solo una meraviglia del mondo antico, ma anche una stupenda meraviglia del mondo moderno. Qui abbiamo, sotto forma di Bibbia, una completa storia di famiglia dei Patriarchi Israeliti che vivevano ad Heliopolis e tuttavia sembrerebbe che nessuno di loro abbia mai preso il thè presso le piramidi o notato queste maestose “montagne” nel vicino orizzonte.

La gente oggi non solo viene da tutto il mondo per vedere le piramidi, ma la gente del posto fa proprio quello che ho descritto: vanno lì, si siedono, e si prendono il thè sotto le piramid – è un posto d’aggregazione sociale di importanza nazionale. Sono sicuro che la stessa cosa avvenisse nell’era dei patriarchi, se non di più.

Mentre sono sicuro che alcune parti della piana fossero considerate sacre e quindi alcune sezioni delle piramidi fossero state “recintate”, esattamente come Mosè comandò per il Monte Sinai; tuttavia, sono sicuro che la piana di Giza fosse comunque una grande attrattiva per la gente, anche durante il primo periodo dinastico dell’Egitto.

Ricordate che le piramidi erano una sorta di multinazionale, così come i grandi templi dell’Alto Egitto. Avevano bisogno di introiti per mantenere il sito e per pagare i sacerdoti e gli ufficiali che lavoravano lì. Il mezzo per ottenere tutto questo erano le tasse e il buon vecchio metodo della gente comune che fa offerte. L’offerta più comune in Egitto era una forma di pane conica; una forma che probabilmente rappresentava le piramidi stesse. Ma la gente più ricca poteva offrire pesce e carne agli dei, e senza dubbio c’erano anche monili d’oro consegnati al tempo stesso, per riempire le tasche e le dispense del clero.

Infatti, il grande panificio e la macelleria che provvedevano a questa industria sono stati scoperti di recente ai piedi della Grande Piramide. È stata interpretata immediatamente dagli archeologi sul sito come un panificio per i lavoratori che stavano effettivamente costruendo la piramide, ma non c’è un briciolo di prova per supportare questa affermazione. Invece, è molto più probabile che questo grande panificio/macelleria producesse le offerte per il ricco commercio dei pellegrini che visitavano la piana di Giza.

Da Abramo a Mosè, ciascuno dei patriarchi potrebbe essere andato lì e aver portato un’offerta alle piramidi; quindi avrebbero in seguito menzionato questo nei racconti biblici.. Cosa più importante, tenendo a mente l’intero blocco dei libri di Ralph, “Gesù, l’Ultimo Faraone” e “Tempest & Exodus”, i patriarchi biblici erano gente importante – alti prelati, principi, faraoni Hyksos. Questi importanti ufficiali e governanti non solo sarebbero andati a Giza per fare offerte alle piramidi, ma molto probabilmente erano essi stessi gli alti prelati che officiavano le cerimonie in questione, proprio come implica quel che è scritto nella Bibbia!

– Piramidi

Allora perchè non c’è alcun tipo di riferimento alle piramidi d’Egitto nella Bibbia? La risposta è ovvia: la Bibbia menziona le piramidi, e le menziona anche piuttosto spesso; ma i nomi di tutte le piramidi sono stati deliberatamente oscurati dagli scribi. La piana di Giza E’ menzionata nella Bibbia, così come la Grande Piramide stessa, e il nome biblico di quest’ultima è Monte Sinai.

Diamo un’altra occhiata alla lista di requisiti che il vero Monte Sinai dovrebbe soddisfare. Mentre la descrizione di una montagna naturale avrebbe riscontro in pochi di questi punti, la Grande Piramide di Giza li soddisfa tutti.

La Grande Piramide è scoscesa, contiene uno stretto passaggio inclinato che termina in una caverna grezza, risiede al limite di un deserto e si innalza bruscamente dall’area pavimentata circostante. La Grande Piramide è piuttosto piccola rispetto alle montagne, così da poter essere recintata, ma al tempo stesso è la piramide più alta in Egitto.

Infine, il pavimento che sembrava un cielo stellato, corrisponde perfettamente con il grande pavimento di basalto nero che originariamente circondava la Grande Piramide. (Ricordate che le camere superiori in questa piramide erano ancora ben nascoste in questa epoca, quindi la Bibbia non ne fa menzione).

Il problema per il clero, con questa nuova identificazione del Monte Sinai, non è solo il fatto che questo monte sacro è ora situato in Egitto, ma è anche la diversa interpretazione Egiziana che questa collocazione fornisce alla teologia Gidaico-Cristiana. La prima domanda che viene in mente è: cosa ci faceva il dio Israelita dentro una piramide Egiziana?

Sfortunatamente per i teologi classici, autori come Ahmed Osman e Ralph Ellis hanno portato alla luce quantità industriali di informazioni che puntano ad un’origine Egiziana per la religione Israelita. L’Egitto è, dopo tutto, dove gli Israeliti spesero i loro anni di formazione, e l’influenza che la gente del Nilo ebbe sui patriarchi biblici è drammaticamente confermata da un passaggio del Corano:

Quando Abramo osservava la Luna crescente, egli disse:

“Quello è il mio dio”. Ma quando tramontò, egli disse, “Se il mio Signore non mi guida, mi perderò sicuramente”. Allora, mentre guardava il sole nascente, egli disse: “Quello dev’essere il mio dio, è il più grande (corpo celeste)”. (11)

In termini più chiari, i testi biblici stanno dicendo che le origini del dio Israelita siano il dio-Lunare Djeheuti (anche chiamato Yaheweh in Egitto) o il dio-Solare Amen-Ra (anche chiamato Aton). Non dovrebbe essere una sorpresa il fatto che i nomi Israeliti di questo dio siano sia Yahweh che Adhon. Ma, detto questo, come si configura questa nuova collocazione del Monte Sinai con i racconti biblici dell’Esodo?

Sicuramente, dato che gli Israeliti divevano di viaggiare verso Gerusalemme, la “montagna” doveva risiedere fuori dall’Egitto. A dire la verità, non è proprio così; invece, è probabile che ci sia stata una censura da parte di uno scriba nelle traduzioni successive.

Nel libro “Tempest & Exodus”, Ralph Ellis ha scoperto un racconto dell’Esodo biblico su un’antica stele Egiziana di Ahmose I – la prima volta in cui un racconto biblico sia stato trovato in un reperto storico. Uno dei primi risultati di questa scoperta, è l’implicazione che Mosè e gli Israeliti avessero ricevuto un grosso tributo da parte del faraone di Tebe Ahmose I per lasciare l’Egitto.

Quando Mosè ricevette questo tributo, nel racconto biblico parallelo (nonostante la Bibbia non specifichi da dove provenisse questo tributo), egli stava soggiornando alla base del Monte Sinai. Per far sì che questo racconto abbia un senso, sarebbe preferibile che il Monte Sinai fosse situato in Egitto, dove Ahmose I potesse effettivamente portare il suo tributo a Mosè. Inoltre, questo grande tributo – di oro, rame, tessuti e olio – fu usato dagli Israeliti per fabbricare il Tavernacolo e l’ Arca dell’Alleanza; i due più stravaganti, ornati e lussuriosi artefatti dell’intera Bibbia.

Questi artefatti furono costruiti alla base del Monte Sinai, ma ancora una volta avrebbe molto più senso se quest’operazione fosse avvenuta effettivamente in Egitto, dove erano effettivamente collocate le strutture industriali che sarebbero state richieste.

Infine, arriviamo al racconto degli spostamenti degli Israeliti nel Sinai. I racconti biblici indicano che circa 500.000 Israeliti viaggiarono attorno alle montagne della penisola del Sinai per quasi 40 anni. Una cosa del genere è completamente senza senso. A parte il periodo di 40 anni, che potrebbe essere un periodo simbolico ripetuto attraverso la Bibbia, la penisola del Sinai puo’ essere considerata un’estensione del deserto del Sahara.

Un gruppo simile di persone non sopravviverebbe due settimane in questo tipo di ambiente, figuriamoci un periodo di diversi anni. Ma se il Monte Sinai fosse effettivamente la Grande Piramide, il racconto acquisterebbe molto più senso, e gli “spostamenti” degli Israeliti attorno al Monte Sinai diverrebbero una processione circolare attorno alle piramidi (la Bibbia indica specificatamente che c’era un movimento circolare coinvolto in questi spostamenti).

Se così fosse, c’è qualche prova a supporto di questa affermazione? In effetti, c’è. Innanzitutto, il periodo di 40 anni può essere spiegato numericamente, con la Grande Piramide che è 40 volte il valore di Pi. Un’approssimazione di Pi puo’ essere derivata da 22:7, mentre le dimensioni della Grande Piramide misurano 880:280 cubiti (due volte la lunghezza della base e dell’altezza) – il rapporto di 880:280 è esattamente 40 volte la frazione di Pi 22:7.

Poi, reliquie moderne di questa grande processione attorno alle piramidi sopravvivono ai giorni nostri – nelle processioni delle reliquie Cristiane per le strade delle città del mediterraneo e anche nella circumnavigazione dei fedeli attorno alla Ka’ba a la Mecca.

La verità giace che sotto la superficie della Tora, della Bibbia e del Corano, è che il popolo Israelita fosse una fazione molto influente nel Basso Egitto durante il periodo tra la tredicesima e la diciassettesima dinastia dell’Egitto.

Erano in sostanza persone egizianizzate e una delle loro funzioni principale era quella di controllare e supervisionare le cerimonie religiose sulla piana di Giza. Gli Israeliti ricevettero questa posizione di potere attraverso il massacro degli originali supervisori della piana di Giza – una campagna militare che è ancora preservata nel racconto biblico della sconfitta dei Trogloditi (Horim) da parte del patriarca Esau (il fratello di Giacobbe).

La Bibbia è stranamente silenziosa sul perchè gli Israeliti avessero voluto massacrare una tribù di poveri Trogloditi, ma il fatto che questi uomini delle caverne fossero attualmente una tribù molto influente che controllasse l’accesso alle camere sacre delle piramidi di Giza rende lo scenario molto più comprensibile. Con la sconfitta dei Trogloditi, gli Israeliti divennero i nuovi Guardiani della Piana di Giza e delle relative camere segrete nelle piramidi. La “montagna” sacra Israelita che custodiva la loro potente divinità era chiamata Sinai – la Grande Piramide.

Nonostante questa possa sembrare un’interpretazione un po’ radicale dei testi biblici, risulta una condizione fortunata quella di poter verificare che questo nuovo, provocativo titolo per gli Israeliti, Custodi di Giza, in base a racconti storici classici. Nel libro “Gesù, l’Ultimo Fraone” ho fornito una prova concreta che collegava direttamente gli Israeliti con i faraoni Hyksos del Basso Egitto. Una delle traduzioni del termine Hyksos (Hyaku-Khasut) è spesso fornita come “Re dei Paesi Montagnosi”, un termine che – in base alla mancanza di montagne in Egitto – è spesso ri-tradotto come “Re delle Terre Straniere”, o “Re Stranieri” in breve. Ma io credo che questa sia una cattiva interpretazione.

Il glifo determinativo nel titolo Hyaku-Khasut è il glifo con tre collinette, che è spesso tradotto come “colline straniere” o semplicemente “straniero”. Ma la traduzione del glifo con tre collinette che ha più senso è in realtà la rappresentazione delle tre colline di Giza – le tre piramidi di Giza. Se fosse questo il caso, allora ci sono due importanti conclusioni che possono derivare da questa osservazione:

  • a. Il titolo formale dei faraoni Hyksos non sarebbe “Re delle Montagne”, ma “Re delle Piramidi di Giza”, e quindi sia i faraoni Hyksos che i patriarchi Israeliti erano entrambi conosciuti come “Guardiani della Piana di Giza”.
  • b. Dato che il glifo con le tre colline puo’ essere trovato in testi datati dalla seconda alla terza dinastia, in base alla cronologia standard il glifo sembrerebbe precedere le piramidi stesse che esso rappresenta, cosa non possibile. Se si accetta ciò, questa semplice osservazione epigrafica mette sottosopra l’intera cronologia dell’Egitto, poiché le piramidi devono essere precedenti al glifo che le rappresenta. In questo caso, le piramidi di Giza dovevano esistere prima dell’ascesa della cultura dinastica dell’Egitto.

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– Riferimenti

1 Josephus Ant 3:76
2 Bible Exodus 19:12
3 Ibid 19:24
4 Ibid 24:10
5 Ibid 24:12
6 Ibid 34:32
7 Bible Leviticus 26:46
8 Ibid 27:34
9 Koran 7:170
10 Ibid 18:19
11 Ibid 6:78

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