Carlo Rubbia per la ricerca solare

Il Giornale Onlinedi Francesco de Augustinis – Lunedì 17 Novembre 2008

Il premio Nobel Carlo Rubbia è tornato a parlare nei giorni scorsi della questione energetica, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’IPE, l’Istituto per Ricerche e Attività Educative, a Napoli. L’intervento del fisico è stato di particolare importanza, visto che si inserisce contemporaneamente su tutti i principali temi aperti in Italia: problema energetico, ricerca, crisi economica, promuovendo l’importanza strategia delle fonti rinnovabili.

Rubbia si è espresso in maniera particolarmente favorevole alle tecnologie per lo sfruttamento dell’energia solare, campo su cui da anni si cimenta. Il solare inteso dallo scienziato non è però quello a cui comunemente pensiamo, ovvero i pannelli termici e fotovoltaici.

Questi infatti vengono definiti una tecnologia importante, ma in grado solo di supportare il fabbisogno energetico in maniera diffusa. Il limite è infatti quello dell’economicità dei pannelli, che sono effettivamente diffusi grazie ai forti incentivi statali, ma che non possono essere l’unica soluzione.

Il solare che invece Rubbia incoraggia è quello in grado di sfruttare soluzioni tecnologiche, che stando al fisico già esistono largamente ma necessitano solo investimenti per essere sviluppate e applicate, per creare vere e proprie centrali basate sull’energia del sole, in grado di utilizzarla in maniera più efficiente.

Come sono un valido esempio le stesse centrali solari termodinamiche messe a punto dal premio Nobel italiano in Spagna, con un progetto pilota andato a buon fine in Andalusia, che poi ha visto nascere seguiti anche in altre regioni spagnole (Madrid, Estremadura, Castiglia, Murcia, Alicante).

Progetto tardivamente avviato anche in Italia, con la centrale siciliana Archimede, tutt’ora in costruzione, su cui già lo stesso Rubbia lamenta lentezza e inefficienza di spesa.

Nel caso della centrale solare termodinamica, la tecnologia messa a punto prevede di far convogliare la luce in un unico punto tramite un sistema di specchi, dove far riscaldare un liquido apposito per la produzione di elettricità. Ma anche altri sistemi alternativi di sfruttamento solare sono a portata di mano secondo Rubbia, purché si investa in ricerca di base. Il solito “leitmotiv” ben noto in questi temi che i presupposti e le conoscenze ci sarebbero, ma quello che manca è la volontà politica.

Anche per questo Rubbia conclude il suo intervento criticando l’idea di un ritorno al nucleare in Italia, in quanto:

[color=#ff0000] Lo sconsigliano i costi di realizzazione e di conduzione delle centrali, i rischi di incidenti e la difficoltà di gestione delle scorie. L’uranio, proprio come il petrolio, è inoltre un elemento sempre più scarso, sul pianeta. Se di nucleare vogliamo parlare, bisognerebbe puntare sulle tecnologie innovative che utilizzano il torio. Ripeto, però: l’energia del futuro è il solare[/color]

Fonte: http://www.onegreentech.it/17/11/2008/carlo-rubbia-per-la-ricerca-solare/