Chi è seduto sul trono di Pietro?

Il Giornale OnlineLa dittatura del trono di Pietro si basa sulla religione sacerdotale pagana. Cotraddizioni eclatanti nel Vecchio Testamento

Cari lettori, lasciamo decidere a voi se riuscite a trovare qualcosa in comune tra Gesù di Nazaret, un giovane, un rivoluzionario spirituale, un uomo del popolo, e il trono di Pietro con tutti i suoi riti, dogmi e culti impolverati e tutto il suo sfarzo.

Se fosse per il trono di Pietro, Dio dovrebbe tacere, poiché già nel 2000 nella dichiarazione “Dominus Jesus” il Signor Ratzinger ha confermato che: “Non ci si possono più aspettare rivelazioni pubbliche”.

E il signor Ratzinger sapeva perché scriveva queste parole, poiché Dio, l’eterno, non si è mai lasciato chiudere la bocca da un suo rappresentante che si è autonominato tale. In tutti i tempi Dio ha scelto delle persone che ha fatto divenire Suoi strumenti.

Nei primi mesi del 2005, il mondo ha assistito ad un lungo e duraturo spettacolo dei mass-media a Roma, inizialmente con la morte dell’ex detentore del trono di Pietro e, in seguito, con la nomina del suo successore. Di tanto in tanto, tra le cerimonie in pompa magna, è stato nominato anche il nome di “Gesù” o del “Cristo”.

In quest’occasione sono stati ostentati sfarzo, pompa, ricchezze e lusso esteriore in grande misura. Qui di seguito vogliamo cercare di trovare una risposta alle domande: chi c’è veramente dietro al trono di Pietro e chi si è fatto rendere onore per così tanto tempo a Roma? Che intenzioni ha? In che modo si è presentato in passato il trono di Pietro? E soprattutto, cosa possiamo ancora aspettarci?

L’antico e il nuovo Testamento insegnano “la verità in modo certo, fedele e senza errore”?

Per chiarire queste domande, potrebbe esserci di aiuto un trattato che l’attuale detentore del trono di Pietro, Signor Ratzinger, ha pubblicato nel 2000 col titolo “Dominus Jesus”. In questo documento egli scrive in merito alla Bibbia: “Il Concilio Vaticano II° riprende nella costituzione dogmatica quanto tramandato in merito alla rivelazione divina e insegna quanto segue: “sulla base della fede apostolica la nostra santa madre Chiesa considera le Scritture del Vecchio e del Nuovo Testamento, nel loro insieme e in tutte le loro parti, sacre e canoniche, poiché, essendo scritte sotto l’influsso delle Spirito Santo, esse hanno Dio come autore e, come tali, sono state trasmesse alla Chiesa.

I libri insegnano in modo certo, fedele e senza errore la verità che Dio ha voluto tramandare nelle Sacre Scritture per la nostra salvezza.” Il Signor Ratzinger ci indica, quindi, la Bibbia come base vincolante del trono di Pietro. Qualcuno ora dirà: “E’ chiaro, si sa che la Bibbia è la base della Chiesa cattolica”; tuttavia chi sa veramente cosa sta scritto in questa Bibbia?

Il sacerdozio ha origini pagane. I sacerdoti avevano il compito di rendere propizi gli dei. Si trattava sempre di atti esteriori: culti rituali, pratiche magiche, sacrifici di animali e di esseri umani.

Nel Nuovo Testamento contenuto nella Bibbia sono state tramandate molte parole di Gesù. Leggiamo, per esempio, in Matteo cap. 23, 8-9: “Ma voi non fatevi chiamare Rabbi, poiché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli e non chiamate nessuno Padre sulla terra, poiché uno solo è il vostro Padre, quello che è nei cieli.” Dai versi che precedono risulta che erano gli scribi e i farisei a compiacersi nel farsi definire rabbi. Gli scribi di allora, vengono oggi chiamati sacerdoti, parroci, vescovi, cardinali, fino ad arrivare al cosiddetto santo padre che, in fondo, secondo quanto ci ha insegnato Gesù, non dovremmo chiamare padre.

Da dove ha origine il concetto di “scribi”? Per divenire sacerdoti, bisogna prima essere istruiti, ossia “scribi”. Tutti i teologi studiano il Nuovo e il Vecchio Testamento e conoscono bene la Bibbia. Gli scribi di oggi sono, quindi, effettivamente i teologi, in quanto per divenire sacerdoti bisogna prima studiare teologia. Secondo le parole che ci sono state tramandate Gesù, il Cristo, era contrario agli scribi. Perché? La teologia è stata creata dall’istituzione ecclesiastica e pertanto si può dire che Dio non ha accesso in tutta la teologia, ma che si tratta solamente degli insegnamenti di questa chiesa.

Gesù disse anche che gli scribi chiudono le porte dei cieli agli uomini, dato che li orientavano continuamente sulla dottrina che esisteva già allora. Gli scribi di oggi insegnano una dottrina che, nel corso dei secoli, si è ingrandita sempre più. Essa è talmente complicata e contraddittoria che ci vogliono anni, possiamo dire, soltanto per poter accogliere in sé questi insegnamenti con la mente, ossia con il cervello, e comprenderli a livello intellettuale. Gli insegnamenti di Gesù erano invece semplici, dato che Egli voleva che gli uomini sviluppassero un rapporto vivo con Dio, il loro Padre dei cieli.

I sacerdoti, gli scribi, come coloro contro i quali si rivolse Gesù, il Cristo, esistevano già prima di Abramo, poiché in tutte le religioni, a partire dall’età della pietra, sono sempre esistiti culti rituali e pratiche magiche, sia nei cosiddetti popoli primitivi, sia nelle cosiddette alte civiltà. Per esempio, nell’antico Egitto si adorava un gran numero di idoli e c’erano anche sacerdoti che avevano studiato le scritture, ossia ciò che era stato tramandato fino a quel tempo, e avevano il compito di celebrare gli atti sacri.

Si trattava quindi sempre di religioni esteriori che cercavano di riconciliare “Dio”, gli idoli, con riti esteriori. Il punto centrale di queste religioni non è quindi un cambiamento interiore dell’uomo, bensì azioni esteriori. Al tempo di Abramo esistevano particolari culti e cerimonie per le diverse divinità che si credeva abitassero nei loro templi, dove c’erano servi umani al loro servizio. I governanti delle città venivano considerati rappresentanti terreni degli dei.

In Mesopotamia, un compito importante della religione consisteva nell’interpretare i segni premonitori e nel dono di predire le cose. I sacrifici di animali servivano per rendere propizi gli dei; secondo alcune indicazioni esistenti, i Fenici, discendenti dei Canaaniti, sacrificavano anche bambini e spesso i primogeniti. Tutti i regnanti della regione della Mesopotamia si consideravano rappresentanti degli dei e gran parte dei loro doveri consisteva nel celebrare cerimonie sacre che avrebbero avuto lo scopo di allontanare il male e di rendere gli dei propizi.

Oggi definiamo tutto ciò come una forma di paganesimo. I centri nei quali venivano esercitati questi culti erano, in genere, i templi, anche se le feste religiose avevano luogo a volte in grotte sacre, oppure su alture consacrate. Gli dei erano presenti nei templi come statue. I sacerdoti erano responsabili della loro cura e avevano il compito di servirli. Esistevano diversi sacerdoti con varie funzioni, come per esempio l’amministrazione, le suppliche, l’esorcismo, l’interpretazione dei segni, i sacrifici, ecc. Oggi si suppone anche che il padre di Abramo fosse un servitore del tempio e che fosse responsabile della fabbricazione delle statue.

I veri profeti di Dio e Gesù ammonirono a fare attenzione ai sacerdoti

Anche negli anni successivi ad Abramo, si ritrova sempre il pensiero che è necessario rendere propizi gli dei con sacrifici, in genere di animali, ma anche di essere umani. Proprio per questo i profeti hanno ammonito ripetutamente il popolo di Israele di fare attenzione ai sacerdoti. Per esempio nel Deuteronomio (12,31) leggiamo: “Quando servi il Signore, tuo Dio, non farai la stessa cosa che hanno fatto loro (i sacerdoti), quando hanno servito i loro idoli, compiendo tutti i crimini che il Signore odia.

Hanno addirittura bruciato i loro figli e le loro figlie nel fuoco per servire i loro dei.” E il profeta Geremia disse (Ger 2,8): “I sacerdoti non chiedono ‘dov’è il Signore’, non conoscevano quindi la Legge di Dio.” Troviamo quindi indirettamente una risposta alla domanda sul perché Gesù fu per principio contrario agli scribi, ossia perché essi, come i teologi, credono alla lettera. Leggiamo, per esempio: “La lettera uccide, mentre lo Spirito rende vivi” (2. Cor 3,6) Inoltre i sacerdoti sono sempre stati responsabili per i sacrifici che venivano offerti.

Tuttavia c’è un aspetto che lascia perplessi: se fosse Dio che ha parlato nel modo appena citato tramite i profeti, ciò sarebbe in contraddizione con quanto si afferma che Dio abbia detto tramite Mosè in merito alle vesti sacerdotali, agli olocausti e ai sacrifici di animali, e inoltre in merito a come macellare gli animali, alle guerre e all’uccisione di uomini, per esempio con le seguenti parole: “E questo offrirai sull’altare. Il giorno dopo offrirai due agnelli di un anno, uno al mattino e l’altro verso sera.” (Es 29, 38-39)

Tramite il profeta Geremia sono state invece trasmesse le seguenti parole di Dio: “Quando condussi i vostri padri fuori dall’Egitto, Io non comandai loro di compiere olocausti o sacrifici di altro genere.” (Ger 7,22) Rendiamoci quindi conto che una volta si afferma che Dio avrebbe comandato tramite Mosè di offrire ogni giorno un animale in sacrificio e poi invece, tramite Geremia, Dio avrebbe detto: “Non ho mai comandato niente del genere.” L’Antico Testamento è pieno zeppo di contraddizioni.

Per esempio, nell’Antico Testamento sta scritto che Dio avrebbe detto tramite Mosè: “Il sacerdote intingerà il dito nel sangue del toro immolato e farà sette aspersioni davanti al Signore, di fronte al velo del santuario.” (Lev 4, 5-6) Per mezzo di Isaia Egli dice invece: “Quando stendete le mani, Io distolgo gli occhi da voi. Anche se moltiplicate le preghiere, Io non ascolto. Le vostre mani grondano di sangue.” (Is 1, 15)

Oppure dice: “E, inoltre, il Signore parlò con Mosè e Aronne e disse loro: ‘Parlate con gli israeliti e dite loro che questi sono animali che possono mangiare’” (Lev, 11,2) Tramite Isaia Dio dice esattamente il contrario “Chi sacrifica un bue è come se uccidesse un uomo.” (Is 66,3) Dato che le due cose non possono essere contemporaneamente la verità, ci si chiede: che cosa è giusto?
Gesù di Nazaret era per gli animali. Egli comandò di non mangiare carne e di non uccidere gli animali

E Gesù? Come considerava il Nazareno il fatto di uccidere gli animali? Quando Gesù purificò il tempio, passò con la frusta e liberò gli animali che i mercanti vendevano perché venissero offerti in sacrificio. Gesù si impegnò affinché agli animali venisse donata la vita e non comandò ai sacerdoti di ucciderli. Ulteriori indicazioni possono inoltre essere tratte dal seguente fatto: molti Suoi discepoli erano pescatori e avevano quindi pescato del pesce. Gesù disse loro a senso: “Farò di voi pescatori di uomini. Non pescherete più pesci” (Mt 4,19). Quando cercarono di tirare a terra la rete piena di pesci, essa si lacerò continuamente e i pesci poterono liberarsi.

Al contrario, oggi il papa porta l’anello del pescatore, sul quale si vede come un pescatore tira a terra i suoi pesci. Ritroviamo, quindi, il vecchio concetto, secondo il quale gli animali devono morire, mentre invece Gesù si è sempre impegnato per loro. Ciò si può leggere in numerosi scritti del cristianesimo originario che non fanno parte della Bibbia, nei quali si trovano molti esempi che descrivono in modo semplice come Gesù prese sempre la difesa degli animali. Queste testimonianze confermano che Egli esortò gli uomini a non mangiare carne e a non macellare gli animali. Del resto anche nella Bibbia stessa si trovano ancora passi dai quali risultano chiaramente queste cose.

Le affermazioni che si trovano nei libri di Mosè sono attendibili? Tale testo è stato redatto da sacerdoti soltanto nel 6. secolo a. C.

Ritorniamo ora alle contraddizioni di cui abbiamo già parlato. Nella Bibbia, che secondo l’insegnamento cattolico è vincolante e sacra, è scritto che non dovrebbero esistere sacerdoti e nemmeno un “padre”, e quindi tanto meno un “santo padre”. La Chiesa cattolica ha però sacerdoti e una persona che essa chiama santo padre. Naturalmente, (dato che si afferma che il Vecchio e il Nuovo Testamento sono santi e trasmessi da Dio) si potrebbe a questo punto obiettare che i sacerdoti esistevano già nel Vecchio Testamento al tempo di Mosè. Nel libro di Mosè sta effettivamente scritto che Dio avrebbe istituito i sacerdoti tramite Mosè.

Ciò sarebbe avvenuto nel momento in cui Mosè si è recato sul monte Sinai e gli sono stati trasmessi i Dieci Comandamenti. E’ stato veramente così? E’ una cosa attendibile? Chi studia teologia sa che gli scienziati odierni presumono che questi testi siano stati scritti solo molto tempo dopo, ossia nel sesto secolo a.C. A quel tempo, dopo che lo stato di Israele era stato distrutto e gli Israeliti erano prigionieri in Babilonia, i sacerdoti si riunirono e riscrissero la Bibbia, ossia la storia fino a quel momento. Oggi è ormai risaputo che una delle copie originali del Vecchio Testamento è la cosiddetta “copia dei sacerdoti”, che contiene appunto tutto ciò che oggi leggiamo ancora nell’Antico Testamento.

Lì si afferma, per la prima volta, che Mosè avrebbe ricevuto da Dio le istruzioni in merito ai sacerdoti. Fino a quel momento non se ne sapeva nulla. Quindi anche gli scienziati confermano che ciò che leggiamo nell’Antico Testamento non è attendibile. Il fatto che i libri scritti da Mosè non possano essere stati scritti da lui risulta chiaro già dal fatto che, alla fine dei cinque libri, nel Deuteronomio, cap 34, sta scritto che “Mosè aveva 120 anni quando morì”. (Dt, 34,7) Quindi non lo può avere scritto lui stesso.

Sarebbe interessante esaminare quali aspetti di tutto questo chiasso fatto attorno ai sacerdoti nel Vecchio Testamento, che viene attribuito a Dio, si ripresentano anche oggi in riferimento al trono di Pietro. Cerchiamo quindi i paralleli: che cosa sarebbe stato prescritto e istituito allora in merito alla consacrazione dei sacerdoti, ai loro paramenti e agli olocausti da essi presentati? E come possiamo paragonarlo a ciò che avviene oggi nella chiesa cattolica? Per chiarire come stanno le cose potrebbe anche essere di aiuto gettare uno sguardo nei culti pagani che sono alla base di tutto ciò.

I “paramenti sacri” per i sacerdoti sono un’indicazione data da Dio? Oppure si tratta di un’infiltrazione demoniaca per garantire ai sacerdoti privilegi ed una posizione particolare rispetto al popolo? Contraddizioni eclatanti in merito alle affermazioni fatte da Gesù

Ciò che è necessario per le vesti dei sacerdoti si può leggere nell’Esodo, cap. 28: “Farai per Aronne, tuo fratello, abiti sacri che esprimano gloria e maestà. Parlerai a tutti gli artigiani più esperti, ai quali Io ho dato uno spirito di saggezza ed essi faranno gli abiti per Aronne per la sua consacrazione al sacerdozio”. (Es, 28, 2-3) A questo punto ci si chiede se si può, quindi, divenire santi portando determinate vesti. E se esiste un unico santo che è Dio, nostro Padre che è nei cieli, che significato hanno gli “abiti sacri”?

Una spiegazione potrebbe essere il fatto che sotto la “bella facciata” esteriore, dietro alle vesti sontuose, si possa nascondere, come dietro ad una maschera, ciò che pensa veramente chi porta queste vesti. E i profeti si sono spesso espressi in merito, come per esempio Osea: “Come banditi in agguato, una ciurma di sacerdoti.” (Os 6,9) Da ciò si può dedurre che dietro a tutti i festeggiamenti ostentati con vesti apposite e tutto il trambusto che viene fatto si cela spesso pura violenza.

Un altro aspetto potrebbe essere che forse queste vesti esprimono semplicemente il fatto che la persona che le porta riveste una posizione particolare, è totalmente al di sopra della massa ed è l’unica in grado di fare da mediatore tra Dio e l’uomo. Gli scribi si sono da sempre vestiti in modo diverso dal popolo e anche dai profeti inviati da Dio. Se ci rendiamo conto che si afferma che Dio avrebbe detto, tramite Mosè, come si dovrebbe vestire un sacerdote, ciò metterebbe in fondo in questione Gesù, il Cristo. Infatti, in questo caso, “Dio” si esprimerebbe in modo diverso da Gesù che non approvò la posizione particolare ostentata dai sacerdoti.

Dobbiamo, quindi, chiederci se tutto ciò che è stato tramandato tramite Mosè venga veramente da Dio – o se non si tratta invece di un’opera diabolica in merito ai diritti e ai privilegi della casta sacerdotale di allora. Oppure Gesù, il Cristo, era un falso profeta? Infatti, Egli parlò in modo diverso da questo cosiddetto “Dio” nell’Antico Testamento. Continuiamo comunque a leggere ciò che si afferma che Dio avrebbe detto in merito a come dovrebbe vestirsi un sacerdote e pensiamo alle immagini di come si vestono i sacerdoti di oggi. Riconosceremo così cosa si trova dietro il trono di Pietro.

Nell’Esodo, cap. 28, 4-8, leggiamo per esempio: “Ed ecco gli abiti che faranno. Il pettorale e l’efod, il manto, la tunica damascata, il turbante e la cintura. Faranno vesti sacre per Aronne, tuo fratello e per i suoi figli perché esercitino il sacerdozio in Mio onore. Essi dovranno usare oro, porpora viola e porpora rossa, scarlatto e bisso. Faranno l’efod con oro, porpora viola e porpora rossa, scarlatto e bisso ritorto, artisticamente lavorati.

Avrà due spalline attaccate alle due estremità e, in tal modo, formerà un pezzo ben unito. La cintura per fissarlo e che sta sopra di esso sarà della stessa fattura e sarà di un solo pezzo. Sarà intessuta d’oro, di porpora viola e porpora rossa, scarlatto e bisso ritorto.” Si continua così per diverse pagine. Chi è interessato può continuare a leggere da solo nell’Esodo, che è il secondo libro di Mosè. Leggendo queste cose si comincia a riflettere, già per il fatto che ci si chiede perché Aronne e i sacerdoti avrebbero dovuto vestirsi nel modo descritto, mentre Mosè stesso, che fu un grande profeta, si vestì in modo semplice come tutti.

Già in questo libro di Mosè troviamo quindi una contraddizione tra i sacerdoti e il profeta. Inoltre, nel Nuovo Testamento possiamo leggere cosa disse il Cristo in veste di Gesù di Nazaret a questi sacerdoti. Egli usò parole molto chiare: “Guai a voi, scribi e farisei, ipocriti che pagate la decima della menta, dell’aneto e del cumino e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge, la giustizia, la misericordia, la fedeltà. Queste cose bisogna praticarle senza omettere quelle. Guide cieche che filtrate il moscerino e inghiottite il cammello”. (Mt 23, 23-24)

Oppure: “Rassomigliate a sepolcri imbiancati, che all’esterno sono belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all’esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità”. (Mt 23, 27-28) Queste sono, quindi, le parole di Gesù, il Cristo, il Figlio di Dio. Come può, quindi, Dio, Suo Padre, aver detto nel libro di Mosè che si devono consacrare “abiti sacri” a questi farisei e scribi? C’è qualcosa che non quadra.

E nell’Antico Testamento si continua ancora: “Lo coprirai con un’incastonatura di pietre preziose, disposte in quattro file, una fila una cornalina, un topazio e uno smeraldo. Così la prima fila. La seconda fila: un turchese, uno zaffiro e un birillo. La terza fila: un giacinto, un’agata e un’ametista, la quarta fila: un crisolito, un onice e un diaspro. Saranno inserite nell’oro mediante i loro castoni.” (Es 28, 17-20)

Sentendo queste cose ci si chiede quale “Dio” dà descrizioni tanto dettagliate in merito a come intessere le vesti per una persona che si presenta come sacerdote. Non è forse strano? Non è soltanto astruso, ma è paganesimo puro. E possiamo osservare ancor oggi queste usanze pagane nella pompa magna pagana. Tutto ciò non ha nulla a che fare con la parola di Dio data tramite i profeti dell’Antico Testamento ed è esattamente il contrario di ciò che afferma la parola di Dio data tramite la Sua profetessa per l’epoca odierna.

Nell’aprile 2005, Dio, nostro Padre, disse tramite Gabriele: “Gesù, che secondo la carne era un figlio di un falegname, si vestì come il popolo. Anche i profeti che Io inviai agli uomini erano vestiti come il popolo. Nessun Essere dei cieli che si è fatto uomo per annunciare il Mio messaggio in veste umana si vestì di porpora, oro e seta.”

Sembra, quindi, che siano state riprese molte cose dal Vecchio Testamento, sia in merito alle vesti dei sacerdoti, sia in merito a tutte le futilità. E cosa si dice in merito alla consacrazione dei sacerdoti? Nel capitolo 29 dell’Esodo leggiamo in merito alla consacrazione dei sacerdoti e anche al fatto che Aronne fu esortato a macellare animali per la cerimonia. Le istruzioni dettagliate in questo caso dicono: “Immolerai il giovenco davanti il Signore, all’ingresso della tenda del convegno. Prenderai parte del suo sangue con il dito e lo spalmerai sui corni dell’altare. Il resto del sangue lo verserai ai piedi dell’altare.” (Es 29, 11-12)

Cosa disse invece Gesù, il Cristo, in un Vangelo che non fa parte della Bibbia: “In verità, Io vi dico che sono venuto nel mondo per abolire tutti i sacrifici di sangue e il cibarsi della carne degli animali e degli uccelli che vengono uccisi dagli uomini.” (Il Vangelo di Gesù. Cosa avvenne 2000 anni fa?) È una contraddizione enorme. Come abbiamo già accennato, Dio disse tramite Isaia nell’Antico Testamento: “Chi uccide un bue è come se uccidesse un uomo.” (Is 66,3) Quindi ha messo sullo stesso piano l’uccisione degli animali e quella degli uomini. Sopprimere la vita non è volontà di Dio.

Ripetiamo inoltre ciò che Geremia disse nel Vecchio Testamento: “Poiché, quando feci uscire i vostri padri dall’Egitto”, ossia proprio nel periodo al quale si riferisce Mosè, “non comandai loro di fare olocausti e sacrifici.” (Ger 7,22) E tramite Geremia Dio disse anche: “I vostri olocausti non Mi sono graditi. Non Mi piacciono i vostri sacrifici.”(Ger 6,20) e parlò in modo analogo anche tramite Amos. Nel cap. 5,22 leggiamo: “Anche se voi Mi offrite olocausti, Io non gradisco i vostri doni e le vittime grasse come rappacificazione. Io non le guardo.”

Sacrifici rituali oggi? Sotto l’influsso di energie sataniche, proprio le grandi festività ecclesiastiche sono divenute feste del macello. Con l’approvazione del trono di Pietro, vengono “sacrificati” milioni di animali anche negli esperimenti effettuati su di essi

È rimasta in sospeso la domanda se oggi le cose sono cambiate. Abbiamo visto i paralleli per quanto riguarda le vesti sacerdotali. Sono veramente cambiate le cose oggi per quanto riguarda gli animali? Forse essi non vengono più sacrificati ufficialmente nelle cerimonie, tuttavia dove vanno poi a mangiare le persone che amano farsi belle in televisione e di che cosa si cibano? Infatti, già nel Vecchio Testamento si sacrificavano a Dio soltanto le parti “peggiori”, ossia le interiora. Le “parti migliori” venivano invece sempre mangiate dal sacerdote: E’ forse cambiato qualcosa oggi?

Per esempio, nel Vecchio Testamento si legge: “Per il vostro rito di onore, date la coscia destra del sacrificio al sacerdote. Questa coscia destra dovrà appartenere al figlio di Aronne che porta in offerta il sangue e il grasso del sacrificio”. (Lev 7,32) Quindi, si devono offrire in sacrificio il sangue e il grasso. La coscia la mangia il sacerdote. Ma guarda un po’! Chi è in grado di analizzare bene le cose si chiederà di certo come stanno oggi le cose quando si invita ad una festa il signor parroco o addirittura un’eminenza.

In occasione dell’inaugurazione del nuovo papato, un macellaio tedesco ha dato ad ogni fedele la possibilità di offrire un sacrificio animale, ossia un “würstel di Ratzinger” al prezzo di 85 centesimi ogni 100 grammi. E questa è soltanto la punta dell’iceberg, dato che, allo stesso tempo, ogni attimo vengono sacrificati milioni di animali per il piacere del palato oppure nei laboratori, dove si effettuano esperimenti che vengono approvati anche dal trono di Pietro, ossia dalla casta sacerdotale di oggi. E le feste più solenni della chiesa, come il Natale e la Pasqua, sono le più grandi feste del macello della cosiddetta cristianità.

Ritroviamo quindi i sacrifici rituali. E a chi vengono sacrificati tutti questi animali innocenti? A chi vengono serviti? Ai sacerdoti e a tutti coloro che fanno come loro. Colui che ha sempre approvato e che approva tutto ciò non è di certo Dio, ma piuttosto il dio degli inferi. Potremmo definire il dio degli inferi anche come un’energia satanica oppure, detto in senso globale, come Satana. Si tratta di energie negative che hanno sempre cercato di distruggere e di invertire a loro favore il positivo che Dio, i grandi profeti e Gesù di Nazareth avevano portato nel mondo.

Dio, il vero Unico Universale, è sempre lo stesso: migliaia di anni fa, oggi, domani, in eternità. La chiesa è sempre stata dalla parte della religione sacerdotale pagana e si è decisa contro il Cristo

Tutte queste cose verranno naturalmente contestate dalle chiese. La contraddizione che abbiamo indicato è palese. Tuttavia, nelle chiese viene insegnato a senso che in passato Dio avrebbe comandato di indossare queste vesti particolari e avrebbe dato indicazioni per i sacrifici. Tutto ciò aveva validità per quel tempo. Era il modo in cui Dio manifestò la Sua volontà in quel tempo e con Gesù sarebbe avvenuto il cambiamento.

Dalla venuta di Gesù Cristo in poi, questi sacrifici non sarebbero più necessari e anche le vesti particolari non sarebbero indispensabili, anche se si portano ancora volentieri. Infatti, come si insegna nella Chiesa, il “Vecchio Testamento si illumina in quello Nuovo” e pertanto si deve anche garantire una certa continuità. Nell’insieme sarebbe tuttavia avvenuto un cambiamento della Volontà di Dio. Questo viene insegnato nelle chiese e questa sarebbe la risposta che essi danno in merito a questi aspetti.

Tuttavia, in uno scritto della Chiesa, si legge ben altro. Neuner e Roos nel libro “La fede della Chiesa nei documenti che annunciano gli insegnamenti” scrivono: “Esiste un unico Dio che ha creato la natura, che dirige il corso della storia e che è l’autore delle Sacre Scritture e Dio non può contraddire se stesso.”

A questo punto, chi è in contraddizione? E’ Gesù che contraddice l’Antico Testamento oppure l’Antico Testamento contraddice Gesù, il Cristo? In tal caso, o Gesù sarebbe stato un falso profeta, oppure Dio può mutare. E se Dio potesse cambiare, sarebbe come molti uomini che cambiano idea ogni giorno. E allo stesso modo anche la chiesa si crea le proprie opinioni e basa su di esse tutta una dottrina. Perfino nel Vecchio Testamento, nel profeta Malachia 3,6, si legge: “Io, il Signore, non cambio.”

Rendiamoci conto che se Dio è assoluto non può cambiare se stesso. Se Dio cambiasse sarebbe imperfetto; Egli è invece un Dio perfetto, un Dio assoluto: ha Leggi assolute e anche le leggi della natura ci indicano che Egli è assoluto. Quindi, chi insegna in modo errato? Il “Dio” del Vecchio Testamento oppure Gesù, il Cristo, nella nostra epoca? O chi altro? Chi è in grado di analizzare a fondo le cose, giungerà alla conclusione logica che si tratta di coloro che hanno scritto in gran parte il Vecchio Testamento. E come ora sappiamo, sono stati i sacerdoti e non Dio.

Nel Catechismo cattolico leggiamo tuttavia ben altro. Al numero 136, leggiamo che “Dio è l’autore della Sacra Scrittura, nel senso che ispira i Suoi autori umani. Egli agisce in loro e mediante loro e così ci dà la certezza che i loro scritti insegnano senza errore la verità salvifica.” E al numero 140 leggiamo: “L’Antico Testamento prepara il Nuovo, mentre il Nuovo compie l’Antico. I due si illuminano a vicenda. Entrambi sono vera parola di Dio.” E’ da notare che si dice “entrambi”.

Da ciò si deduce che se, secondo l’opinione ecclesiastica, l’Antico Testamento si illuminerebbe nel Nuovo, verrebbero così esclusi gli insegnamenti di Gesù, il Cristo. Infatti Gesù insegnò cose ben diverse da quelle contenute nel Vecchio Testamento. Quindi, chi esclude chi? In mezzo c’è la casta sacerdotale che prende un po’ da tutti, a seconda di come le va bene, per sedurre e condurre infine sulla strada errata l’umanità che crede in gran parte nei sacerdoti. L’istituzione del trono di Pietro si è sempre rifatta alle affermazioni che sono state inserite nella Bibbia dalla casta sacerdotale ed è sempre stata contraria alle affermazioni di Gesù di Nazaret.

Pensiamo, per esempio, al messaggio centrale di Gesù di Nazaret che ha dato nel Discorso della Montagna, in merito al quale la casta sacerdotale afferma che si tratta di un’utopia che non può essere vissuta. Quando invece si tratta di cose come le vesti, lo sfarzo, il lusso, tutte queste cose vengono approvate dal trono di Pietro. Oppure pensiamo alle istruzioni di uccidere contenute nel Vecchio Testamento e alla traccia di sangue che la chiesa vaticana ha lasciato nei secoli; il trono di Pietro è sempre stato dalla parte dell’antica religione sacerdotale pagana.

Chi contraddice il modo di vedere le cose della chiesa o dei sacerdoti “sia messo a morte”. Secondo il Catechismo cattolico e secondo gli insegnamenti luterani, le istruzioni omicide contenute nell’Antico Testamento hanno validità ancor oggi!

Desideriamo offrire ulteriore materiale da analizzare a chi è in grado di fare un’analisi profonda delle cose: Nonostante Dio abbia comandato tramite Mosè “Non uccidere”, nel Vecchio Testamento si trovano molte istruzioni di uccidere che vengono attribuite a Mosè come parola di Dio. Vediamo alcuni esempi. Egli avrebbe detto: “Colpirai a fil di spada tutti i maschi” (Dt 20,13), oppure “Inebrierò di sangue le mie spade, si pascerà di carne la Mia spada, del sangue dei cadaveri dei prigionieri, delle teste dei condottieri nemici” (Dt 32,42).

Nonostante abbia dato il comandamento di non uccidere, Egli avrebbe detto: “Uccidete tutti i maschi tra i bambini e tutte le donne” (Lv 31,7) È incredibile! Queste istruzioni possono essere date soltanto da un demone, ma mai e poi mai da Dio! Oppure l’affermazione: “L’uomo che si comporterà con presunzione e non ubbidirà al sacerdote che sta là per servire il Signore suo o al giudice dovrà morire.” (Dt 17,12) Al più tardi a questo punto dovremmo renderci conto di chi è l’autore di queste parole.

A questo punto, chi analizza a fondo le cose chiederà: e tutto ciò dovrebbe illuminarsi nel Nuovo Testamento? Così è per lo meno scritto nel Catechismo cattolico come insegnamento vincolante. E i tempi del Nuovo Testamento sono anche i tempi delle crociate, dell’Inquisizione, della caccia alle streghe. Di fronte a tutti questi eccessi si può veramente affermare che il Vecchio Testamento si è illuminato in quello nuovo: si è trattato di “sacrifici umani” che sono stati offerti al dio degli inferi.

Da ciò si può dedurre che l’energia demoniaca ha quindi già iniziato a illuminare il Vecchio Testamento in quello Nuovo tramite il trono di Pietro. E che cosa succederà ancora? Forse qualcuno penserà che si tratti soltanto di parole, ma in tal caso si sbaglia di grosso. Dall’esperienza sappiamo che non è così. Per esempio, i politici prendono spesso sul serio queste parole. Nella biografia del presidente croato Franjo Tudjman che fu coinvolto nella guerra, egli afferma: “Il genocidio”, ossia l’uccisione dei popoli, “non solo è permesso, ma viene consigliato”. In questo senso si rifà letteralmente all’onnipotente Geova del Vecchio Testamento. E ciò avviene nei nostri giorni!

Naturalmente, molti pensano: “Tutto ciò non mi riguarda, sono luterano”. Tuttavia, nemmeno Martin Lutero ha insegnato come Gesù che Dio si trova nel nostro interiore. Egli ha confermato la competenza assoluta dell’insegnamento ecclesiastico, annunciando addirittura: “Se qualcuno insegna l’insegnamento giusto, anche se fosse un angelo o Gabriele che vengono dai cieli e vuole predicare, deve prima dimostrare di essere stato incaricato e di avere un mandato della chiesa. Se non lo vuol fare, le autorità comandino di affidare un tale uomo al vero mastro, al mastro Hans”, ovvero il carnefice.

Vediamo quindi che Lutero non ha portato nulla di nuovo, ma soltanto sottolineato il fatto che chi contraddice la chiesa con i suoi insegnamenti deve essere messo a morte. Che cosa insegnò invece Gesù? “Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano” (Mt 5,44). Dice quindi esattamente il contrario di ciò che affermano la Chiesa cattolica ed evangelica. Chi legge questo testo può quindi chiedersi a che cosa crede. A ciò che viene insegnato dalle istituzioni ecclesiastiche?

La fede delle masse ignoranti si rafforza se “l’autorità della Santa Sede si manifesta in edifici maestosi che sembrano creati da Dio”. Sono parole di un papa! E che cosa disse Gesù?

E’ interessante sentire ciò che pensa la casta sacerdotale dei propri fedeli. In tal senso si è smascherato papa Nicolò V°, che avrebbe affermato: “Per creare convinzioni di lunga durata nei cervelli della massa ignorante deve esserci qualcosa che richiama l’occhio. Una fede basata soltanto su dottrine sarà sempre debole e vacillante. Tuttavia, se l’autorità della Santa Sede diviene visibile in edifici maestosi che sembrano creati da Dio, la fede si rafforzerà”. E che cosa disse Gesù? Egli insegnò: “Non accumulate tesori che vengono consumati dalle tarme e dalla ruggine” (Mt 6,19) e disse inoltre che l’uomo è il tempio dello Spirito Santo e che non sono necessari templi esteriori, ma ognuno può giungere a Dio dentro di sé.

Gesù, il Cristo, insegnò semplicemente: “Seguitemi”, “Ama il tuo prossimo come te stesso”, “Ama Dio”, e inoltre: “Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”, che è una regola d’oro. Gesù era un uomo del popolo che insegnò in modo semplice l’amore per il prossimo e diede anche aiuti affinché gli uomini potessero riconoscere se stessi. Li incoraggiò a comprendere dove commettevano ancora errori e portò loro la lieta novella secondo la quale ognuno ha la possibilità di rimediare con l’aiuto di Dio al male fatto.

Gesù era, quindi, un uomo semplice che ha aiutato gli uomini a giungere a Dio nel proprio interiore e a sperimentare Dio nella creazione, nei propri simili, negli animali, nelle piante e nelle pietre. E Gesù disse: “Vai nella tua stanzetta silenziosa e chiudi la porta dietro di te e quando sei solo prega Dio nel tuo interiore” (Mt 6,6). Ciò significa, quindi: collegati con Dio in te, poiché tu sei il tempio di Dio.

Vediamo quindi che Gesù afferma esattamente il contrario di ciò che viene insegnato dalla Chiesa e, in fondo, anche dal Vecchio Testamento. Chi è, quindi, che porta un insegnamento errato a questo punto? Gesù, il Cristo, oppure il Vecchio Testamento, vale a dire il dio del Vecchio Testamento, del quale abbiamo già inteso che si tratta in realtà della parola della casta sacerdotale e dei suoi scritti? Ritroviamo quindi di nuovo i sacerdoti che, come nel Vecchio Testamento, procedono contro Gesù.

Per condurre gli uomini sulla strada errata, i sacerdoti si servono di tanto in tanto di frasi pronunciate da Gesù e le citano. Si scelgono perciò sempre i passi che sembrano adatti al momento, mentre il loro insegnamento, ossia quanto insegnato dal trono di Pietro, viene definito “infallibile”. Il dogma del 1870 sull’infallibilità del magistero cattolico, del papa, dichiara che egli è infallibile. L’insegnamento di Gesù viene invece considerato come una miniera dalla quale ci si può servire per potersi poi avvolgere nel mantello “cristiano” o “di Gesù” e continuare così a trarre in inganno gli uomini.

La chiesa ha inventato i dogmi per intimorire gli uomini ed avere un pretesto per procedere contro chi si distaccava da essa

Nel Nuovo Testamento, nelle parole di Gesù, il Cristo, non troviamo nulla in merito ai dogmi. Sarebbe quindi interessante sapere da dove provengono i dogmi. La Chiesa ha cominciato a formulare i dogmi nei suoi Concili, affermando: d’ora in poi vale questo dogma. E, così, un dogma si è aggiunto all’altro. L’ultimo dogma è stato annunciato nel 1950 e riguarda l’assunzione di Maria in cielo con il corpo. Dato che si tratta di un dogma, un cattolico è tenuto a crederci e se non lo fa viene considerato un eretico e deve andare all’inferno per l’eternità. Anche questa è una delle “verità di fede a cui attenersi” considerata valida. In tal modo si incutono paura e terrore negli uomini per intimorirli. Gesù non ha mai detto nulla in merito. Non ha insegnato cose del genere, né ha mai parlato di dogmi.

I dogmi hanno avuto origine nei tempi più antichi, nel momento in cui la Chiesa si è resa conto che c’erano persone che cercavano ancora di aspirare al Cristianesimo Originario. Per questo si sono formulati dei principi di fede che avevano un contenuto difficile da credere, dato che contraddiceva ogni buon senso. Ciò nonostante, i dogmi sono stati dichiarati parte vincolante della dottrina e hanno così offerto al trono di Pietro l’opportunità di procedere contro le persone che non erano fedeli alla linea imposta dalla chiesa. I dogmi costituirono quindi un pretesto per perseguitare queste persone, per mettere al bando chi aveva idee diverse, giustificando tutto ciò con il fatto che esse non credevano appunto ai dogmi. Il dogma fu fin dall’inizio un’arma contro coloro che volevano altre cose e volevano vivere in altro modo, un’arma contro chi si distaccava.

Tutte queste cose si sono sviluppate nel corso di molti secoli. La maggior parte delle persone non sa nulla di tutto ciò ed è ancora convinta che l’insegnamento della chiesa cattolica provenga dal Cristianesimo Originario e si basi sulle sue fondamenta. Molti ci credono ancora. Tutte queste cose sono invece state combinate come in un mosaico, nel quale non si può però riconoscere un’immagine chiara. Per esempio, nel 321 si spostò il giorno del sabbat alla domenica. Le messe in latino esistono dal 394; nel 550 si aggiunse l’estrema unzione.

Il purgatorio venne inventato nel 593; l’invocazione di Maria e dei santi nel 715 e si continua così fino ad arrivare al baciare i piedi del papa, cosa che venne introdotta nell’809. La santificazione di defunti come atto ufficiale da parte del papa esiste soltanto dal 973. La benedizione delle campane è stata introdotta nell’anno 1000. Seguì il celibato dei sacerdoti che venne introdotto nel 1015, quindi mille anni dopo la venuta del Cristo. Le indulgenze vennero inventate nel 1119 e portarono ingenti guadagni. Ad esse seguirono i tribunali degli eretici. La confessione venne prescritta nel 1215 e la festa del Corpus Domini venne inventata intorno al 1264. E così si continua. In ogni secolo è stato aggiunto qualche cosa per ingrandire questo castello di carta e renderlo ancora “più bello”.

I dogmi sono quindi precetti ecclesiastici, non sono Leggi di Dio. Essi sono sorti soltanto quando l’insegnamento del Cristianesimo Originario era già stato invertito e i sacerdoti avevano assunto il potere. E ciò che la Chiesa dice oggi su questo tema lo possiamo leggere sempre nel libro “La fede della Chiesa”: “Ma il compito di spiegare in modo vincolante la parola di Dio scritta o tramandata è affidato soltanto al magistero vivente della Chiesa.” Oppure: “Tutto ciò che riguarda il modo di spiegare le Scritture è soggetto al giudizio della Chiesa.” Anche in questo caso ritroviamo la pretesa di potere, la presunzione della chiesa.

Teniamo presente che, secondo l’insegnamento di Gesù, il Cristo, non esiste nessuna chiesa. Secondo Gesù dovremmo invece ritirarci nella stanzetta silenziosa per prendere coscienza di essere il tempio di Dio, che Dio è in noi. Quanto più adempiamo le nostre preghiere orientandoci sui Comandamenti di Dio e sull’insegnamento di Gesù, il Cristo, tanto più diveniamo il tempio vivente di Dio: perché dovremmo quindi aver bisogno di tutte le assurdità del Vecchio Testamento? E a che cosa ci serve tutta la casta sacerdotale della nostra epoca? La vita è Gesù e non la casta dei sacerdoti, sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento.

I precetti di fede servono per mantenere in piedi il potere della chiesa e per imporre la sua dittatura

I precetti di fede possono essere paragonati ai paragrafi giuridici in uno stato di diritto. E perché vengono formulati? Per mantenere il proprio potere. Servono, quindi, esclusivamente per controllare i cosiddetti fedeli e, si può dire, per mantenere in piedi la dittatura del trono di Pietro. Ciò è dimostrato anche dal fatto che chi mette in questione questi precetti di fede viene immediatamente punito con la massima pena di cui dispone la chiesa.

Possiamo leggere quanto è scritto nel libro di Neuner-Roos in merito ai precetti di fede (pag. 53): “Chi afferma che, in base al progresso della scienza, sia possibile attribuire ai precetti di fede formulati dalla Chiesa un significato diverso da quello da essa inteso, sia escluso.” “Essere esclusi” è a quanto pare un’espressione moderna; una volta si diceva “sia dannato in eterno”. Riflettiamo sul fatto che visse un tempo uno scienziato, Galileo Galilei, che affermò che la terra gira attorno al sole.

Per questo motivo fu processato dall’Inquisizione e dovette ritirare la sua affermazione. Quindi, se oggi si afferma che ciò che la Chiesa ha insegnato a quel tempo oggi è sbagliato si viene esclusi. Ciò dimostra che questi precetti di fede hanno solamente il senso di mantenere il potere della Chiesa. Nel caso di Gesù, il Cristo, invece non esistono precetti di fede. Gesù, il Cristo, voleva soltanto condurre gli uomini a Dio. Il precetto di fede serve invece alla chiesa per imporre la propria dittatura.

Da tutte queste riflessioni risulta che i dittatori dell’ignoranza ecclesiastica non prendono assolutamente sul serio gli uomini. E’ stata tramandata un’affermazione fatta da papa Pio II°, che visse dal 1405 al 1464, il quale disse quanto segue: “Per noi e per i nostri la leggenda di Gesù è divenuta una benedizione.” Chi legge queste parole si ricorda forse del “Grande Inquisitore” nel libro scritto da Dostojewsky, il quale spiegò a Gesù ritornato che il grande inquisitore e la Chiesa si sono impossessati dell’insegnamento di Gesù, il Cristo, lo hanno travisato e in tal modo hanno sedotto il popolo.

Chi ha una mente in grado di fare un’analisi acuta si ricorderà certamente delle parole di papa Nicolò V° di cui abbiamo già parlato: “Per creare convinzioni di lunga durata nei cervelli della massa ignorante deve esserci qualcosa che richiama l’occhio. Una fede che si basa soltanto su dottrine sarà sempre debole e vacillante. Tuttavia, se l’autorità della Santa Sede si manifesta in modo visibile in edifici maestosi e che sembrano creati da Dio, la fede crescerà.” Si tratta di un’immagine che ci è spesso stata presentata nei primi mesi del 2005: edifici maestosi, entrate in scena in grande stile, musica solenne, lusso, sfarzo e pietre preziose.

La via di uscita da questo dilemma: “Esci da lei, popolo mio …”

Cari lettori, di quale categoria fate parte? Fate parte anche voi di coloro a cui si riferisce papa Nicolò V°? Bisogna cambiare qualcosa anche nei vostri cervelli, affinché possiate divenire fondamentalmente ignoranti? Fate parte anche voi di queste “masse ignoranti” che devono essere convinte che il cosiddetto trono di Pietro sia il non plus ultra? Questo tipo di fede non proviene di certo dallo Spirito Santo, dal vero Spirito Santo, ma piuttosto dall’influsso di un’irradiazione che potremmo anche chiamare energia satanica.

Potremo, se lo desiderate, indicare una via d’uscita a coloro tra voi che stanno riflettendo seriamente sulla risposta da dare a questa domanda. La via d’uscita dal dilemma che forse ora scoprite dentro di voi si trova a sua volta nella Bibbia, ossia nell’Apocalisse di Giovanni, nel cap. 18, v. 4, dove si dice: “Esci da lei, popolo Mio, per non aver parte dei suoi peccati e non essere colpito dalle sue piaghe.”

Cari lettori che siete alla ricerca della verità, questo è soltanto un breve estratto dalle innumerevoli contraddizioni che si scoprono se si comincia a pensare in modo analitico e ad esaminare a fondo le cose, invece di accettare senza nessuna critica tutto ciò che ci viene presentato.

A questo punto desideriamo tuttavia anche chiarire, ancora una volta, espressamente che ogni uomo ha la libertà di credere ciò che desidera e ogni istituzione può insegnare ciò che desidera. Tuttavia, noi Cristiani delle Origini non tacciamo quando un’istituzione si definisce cristiana, ma i suoi insegnamenti non hanno nulla a che fare con gli insegnamenti di Gesù, il Cristo, ma addirittura li contraddicono.

Fonte: vita-universale.org