Contro i rifiuti spaziali una speciale schiuma tutta italiana

Il Giornale Online
di Francesco Calderone

In passato abbiamo toccato più volte la questione dei detriti spaziali*, oggetti di dimensioni molto varie che possono andare dagli stadi dei razzi ai semplici bulloni o alle scaglie di vernice, che orbitano intorno alla Terra costituendo un rischio crescente per le attività spaziali dell'uomo, in particolare per quanto riguarda il funzionamento dei satelliti e la protezione della stazione spaziale internazionale, fino a metterle in dubbio nel caso di alcuni scenari come quello contemplato dalla così detta sindrome di Kessler.

Una scoperta tutta italiana effettuata da un gruppo di studenti dell'Università di Forlì-Cesena coordinati da Fabrizio Piergentili, potrebbe portare una soluzione a questo annoso problema: i ricercatori romagnoli hanno presentato all'Agenzia Spaziale Europea (ESA) il loro progetto denominato Redemption (acronimo di “Removal of Debris using material with phase transition – Ionospherical tests”) che è stato selezionato tra quelli che verranno sperimentati dall'ESA il prossimo anno a bordo di una sonda che verrà lanciata in orbita.

Ma che cosa hanno messo a punto i ragazzi italiani? Si tratta di una specie di schiuma poliuretanica bicomponente in grado di espandersi fino a dieci volte e di indurirsi. Spruzzandola sul detrito, si possono aprire due strade: trascinarlo fuori dall'orbita attraverso un collegamento rigido o, piuttosto, continuando a investirlo con questa particolare schiuma, ingrandirlo fino a farlo precipitare a causa del peso lasciando poi all’atmosfera il compito di bruciarlo e disintegrarlo; una soluzione quest'ultima particolarmente adatta dal momento che sono proprio i detriti più piccoli quelli più insidiosi e difficili da monitorare.

Fonte: http://technews.it/SVHAE