Da Bendandi alla fisica iperdimensionale

iperdimensionale

iperdimensionaleDopo averlo studiato a fondo, nel 1931 Bendandi affidò all’Accademia Pontificia il metodo da lui scoperto per interpretare il ciclo undecennale del Sole. In seguito riuscì a pubblicare il saggio “Un principio fondamentale dell’Universo”, in cui descrive la sua teoria. Nel 1972 l’astronomo statunitense Wood e nel 1976 l’astronomo britannico Smith ripresero il metodo elaborato dal Bendandi per la previsione dei movimenti tellurici, migliorando l’analisi ed i risultati. Anche il terremoto del Friuli del 1976 fu previsto dalla sua teoria; inutilmente Bendandi cercò di avvisare le autorità competenti, le quali lo trattarono come un ciarlatano. Bendandi preannunciò una scossa di terremoto devastante per la città di Roma ed aree limitrofe per il giorno 11 maggio 2011, ed un altro sisma di dimensioni ancora più apocalittiche per tra il 5-6 aprile 2012, quando parecchie scosse di terremoto colpiranno a macchia di leopardo tutta la Terra.

Tra i vari ricercatori che hanno aperto nuove strade nell’ambito della fisica iperdimensionale, costruendo modelli simili tra loro, è, per quanto mi consta solo Thomas Bearden ad aver correttamente sottolineato che queste conoscenze di frontiera sono appannaggio da tempo dei militari. I militari sono presto passati dalla padronanza teorica della fisica eterica alle applicazioni per la modificazione climatica e meteorologica, ma chi può scartare la congettura che sofisticate tecnologie non siano impiegate pure per influire su fenomeni solari e planetari? Bearden cita le cosiddette “armi scalari”, mentre la scienziata statunitense Rosalie Bertell chiama in causa energie elettromagnetiche, tra cui emissioni a bassa frequenza, in grado, minando gli equilibri tettonici, di provocare disastrosi terremoti. Anche Bendandi considera i disturbi a bassa frequenza come uno dei prodromi di un sisma. E’ risaputo che molti animali odono questi infrasuoni: dal loro comportamento si potrebbe quindi desumere l’imminenza di una scossa. Sappiamo anche che i sistemi H.A.A.R.P. irradiano onde a bassa frequenza; inoltre molti movimenti tellurici di questi ultimi anni sono stati preannunciati da archi chimici legati alla diffusione di metalli elettroconduttivi in atmosfera. Sono in gioco per lo meno energie elettromagnetiche che agiscono sulle ionosfera.

Recentemente la N.A.S.A. ha ammesso la connessione tra terremoti e ionosfera. “La N.A.S.A. scende in campo con un annuncio rivoluzionario sulle previsioni sismiche. Secondo Stuart Eves, che lavora presso l’agenzia statunitense, vi sarebbe sempre una stretta correlazione tra i terremoti che superano il quinto grado della Scala Richter e particolari perturbazioni che avvengono nell’atmosfera più alta, la ionosfera.

‘Perturbazioni nella ionosfera si possono verificare quando le faglie terrestri, ossia le fratture il cui movimento genera i sismi, raggiungono punti di elevata tensione e creano correnti interne nella crosta terrestre che possono interessare l’atmosfera. Queste correnti sono troppo deboli per essere captate vicino alla superficie della Terra, ma in quota dove anche le più piccole perturbazioni elettriche influenzano le molecole ionizzate dell’alta atmosfera, creano delle alterazioni rilevabili dai satelliti’, ha spiegato Eves. Il ricercatore avrebbe dimostrato che in almeno undici casi di forti sismi tali manifestazioni si sarebbero evidenziate da due a quatro giorni prima del sisma. Alcuni geofisici tuttavia, non credono a quando sostiene Eves, in quanto ritengono che le alterazioni della ionosfera siano frequenti e che, al momento, sia difficile identificare quelle imputabili davvero ad un sisma, piuttosto che ad altre cause. Il geofisico ha raccolto in una ricerca tutte le possibili cause di terremoti che sono stati prodotte dall’uomo. Ebbene, ogni anno sono centinaia i sismi prodotti dalle attività umane. La maggior parte di essi, per fortuna, non è rilevata dalle persone, perché così deboli da essere percepibili solo dagli strumenti. In alcuni casi, però, i sismi raggiungono intensità anche molto elevate. In un’occasione, ad esempio, un sisma provocato dall’uomo ha raggiunto il 7.3 della Scala Richter. Christian Klose, della Columbia’s Lamont-Doherty Earth Observatory (Stati Uniti), ha classificato le sei attività dell’uomo che più di altre provocano sismi.

La prima è la costruzione di dighe, i cui invasi agendo sulle pareti delle montagne producono spinte tali da provocare terremoti, la seconda è la costruzione di grandi edifici, quelli che superano i 5-600 metri d’altezza, la terza è l’immissione di liquidi in profondità, la quarta è l’estrazione dei gas dal sottosuolo ed è proprio in un caso del genere che si è prodotto il sisma più grave, in Uzbekistan. La quinta è l’immissione di gas in profondità, come quando si immette biossido di carbonio per sottrarlo dall’atmosfera. Infine la sesta causa è legata allo sfruttamento di giacimenti di carbone o di altri minerali, allorché si devono aprire grandi miniere a cielo aperto”.

A queste cause se ne può aggiungere un’altra: H.A.A.R.P.

H.A.A.R.P., infatti, spinge in alto la ionosfera: il successivo rimbalzo verso il basso provoca i sismi. Questo fenomeno è spiegato nel documentario di History Channel dedicato ad armi elettrodinamiche e chemtrails ed intitolato Weather warfare. E’ un fenomeno illustrato da esimi scienziati: dalle loro dissertazioni traspaiono i risvolti militari di vari interventi sul clima e sugli equilibri naturali.

Si ringrazia Richard di Altrogiornale.org per la collaborazione nella ricerca.
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