DAL SATELLITE EUROPA SUONI INTELLIGENTI ?

Il Giornale Online
La sonda Galileo della NASA avrebbe captato misteriosi suoni analoghi a quelli dei delfini terrestri

di Luca Scantamburlo

Nel 1610 il fisico ed astronomo Galileo Galilei (1564-1642) scoprì con il suo cannocchiale i quattro maggiori satelliti di Giove. Li chiamò “astri medicei”, in onore della famiglia de' Medici. Chissà quale emozione proverebbe il grande scienziato pisano se potesse leggere la straordinaria notizia riportata dal nr. 311 del noto mensile Airone (Marzo 2007). Il servizio intitolato Nell'anno dei delfini (testo di Cesare Della Pietà e collaborazione di Arianna Azzellino), pagg. 42-53, è ricco ed articolato ed è focalizzato sul delfino: si parla del suo habitat, delle sue diverse specie, del rapporto con l'uomo e del suo straordinario linguaggio. Ma l'incipit del servizio è davvero da brivido:

“Delfini spaziali. Parola di Nasa. La sonda Galileo, che tra il 1995 e il 2003 ha circumnavigato Giove e i suoi satelliti avrebbe identificato dei movimenti sotto il sottile strato di ghiaccio che ricopre l'immenso oceano liquido di Europa. […] e captato suoni ad alta frequenza provenienti dalla stessa direzione. Suoni che si sono rivelati identici (con un margine di errore pari al solo 0,001 per cento) alle emissioni sonore dei delfini terrestri.”

Fonte: Airone, nr.311 Marzo 2007.

LO SCIENZIATO SIMON CLARK DEL KSC DELLA NASA E LA CONFERENZA DEL GENNAIO 2007

Nel prosieguo del servizio Airone cita lo scienziato Simon Clark, “astronomo del Kennedy Space Center di Orlando (Florida)”, ricercatore scientifico che avrebbe interpretato i dati della sonda Galileo come una presenza di organismi che avrebbero “seguito lo stesso cammino evolutivo dei delfini terrestri”. Ho cercato nel Web la fonte della notizia riportata dalla rivista Airone. Ho pensato ad un comunicato stampa o ad un'altra pubblicazione, magari estera. L'unica cosa che sono riuscito a reperire è il seguente articolo pubblicato dalla Pravda: Dolphins speak the language of creatures living on Jupiter?, tradotto dal russo all'inglese da Guerman Grachev.

Fonte: http://english.pravda.ru/science/mysteries/77144-0/

Nell'articolo si parla di una conferenza scientifica avuta luogo in Florida lo scorso Gennaio 2007, ed alla quale avrebbe partecipato Simon Clark, lo scienziato NASA del Kennedy Space Center sopra menzionato. Nell'articolo si parla espressamente di “[…] latest theories was put forward by Simon Clark”. Dunque ci si riferisce a “recenti teorie”. Tuttavia qualche riga dopo si dice ” […] The probe’s sound sensors reportedly detected a whistle coming right out of the ice cover”.; cioè si racconta di come i sensori della sonda spaziale Galileo avrebbero identificato un “fischio” (whistle) proveniente dai ghiacci della luna Europa, “fischio” a quanto pare classificato insieme a tutti i dati sensibili captati dalla sonda spaziale Galielo. Si parla infatti di “[…] data pertaining to the Galileo Interstellar Mission under wraps”, cioè di dati mantenuti “segreti” (under wraps).

Clark, riporta la Pravda, ha affermato: “Scientists were just amazed at the results of a computer analysis of the data. The frequency of the sounds coming from the moon’s ocean was found to be equal to that of the sounds produced by dolphins on Earth! The error margin is 0.001%.” Esattamente quanto riferito dal magazine italiano Airone: il margine di errore sulla frequenza dei suoni analizzati dal team NASA sarebbe solo dello 0.001%.

Due parole sulla missione spaziale “Galileo” approntata dalla NASA circa vent'anni fa: si tratta di una coppia di sonde (orbiter e sonda atmosferica) lanciata dallo Space Shuttle Atlantis (volo STS 34) nell'Ottobre 1989. La coppia di sonde poté raggiungere Giove sfruttando la cosiddetta fionda gravitazionale, o gravity assist. La traiettoria seguita fu una traiettoria che in gergo astronautico viene definita V.E.E.G.A.: Venus-Earth-Earth Gravity Assist. Gli incontri con il pianeta Venere e con il pianeta Terra consentirono alla sonda di acquistare sufficiente quantità di moto per raggiungere il gigante gassoso Giove e la corte dei suoi satelliti. Dopo lo sganciamento della sonda “figlia” nell'atmosfera gioviana a metà degli anni' 90, l'orbiter della missione Galileo continuò a girare attorno a Giove registrando dati, finché nel 2003 concluse la sua vita tuffandosi anch'esso nell'atmosfera gioviana. Siccome tornare sulla Terra sarebbe stata una missione troppo lunga e complicata, alla NASA decisero per una fine missione “suicidio”.

I DELFINI: SONO ANIMALI CAPACI DI PADRONEGGIARE UN SISTEMA SIMBOLICO?

Veniamo adesso ai delfini. Sappiamo che i delfinidi appartengono all'ordine dei cetacei e sono celebri per la loro intelligenza, per l'ampio spettro di sentimenti che sanno dimostrare e soprattutto per il loro complesso “linguaggio” che, fra tutti i mammiferi, è forse quello che più si avvicina a quello dell'essere umano. Taluni (specialmente i filosofi, credo) forse preferirebbero parlare più di “comunicazione” che di linguaggio, perché resta controversa la questione se i delfini conoscano o meno il significato del simbolo, e sappiano distinguere fra significante e significato. Resta tuttavia indubbio che essi sappiano giocare (come tanti altri animali), ed alla base del gioco c'è in effetti una funzione simbolica, o meglio una funzione teatrale (il far finta di). L'uomo è davvero l'unico essere senziente sulla Terra capace di padroneggiare un sistema simbolico? La domanda resta ancora aperta, a mio avviso. La grande ricchezza di linguaggio non verbale dei delfinidi è tuttavia fuori discussione, tanto è vero che essi sono impiegati con successo anche in terapie con bambini ed adulti diversamente abili (come gli autistici, per esempio).

GLI OCEANI DELLA LUNA EUROPA: UNA SEDE PER LA VITA INTELLIGENTE?

Torniamo ora a parlare della presunta sede di segnali intelligenti extraterrestri: la luna Europa. Di Europa come probabile sede di una vita extraterrestre almeno unicellulare (si è pensato ai cosiddetti organismi estremofili), già da tempo di discute in ambito scientifico. Europa ha un raggio di 1569 km, dista da Giove mediamente 670.900 km ed ha una densità media di 2,97 g/cm3. Citiamo a proposito di questo satellite mediceo il parere del prof. Giuseppe Galletta, docente universitario di Astronomia ed Astrobiologia che così si è espresso nel suo saggio di divulgazione scientifica intitolato Astrobiologia: le frontiere della vita (coautrice Valentina Sergi):

“Molto più promettente è Europa, un pianeta di 3138 km di diametro con un interno roccioso e ricoperto da una crosta ghiacciata molto liscia, ma fratturata e con rilievi di poche centinaia di metri. La crosta di Europa ricorda il pack ghiacciato delle calotte polari terrestri e dell'Antartide, ma probabilmente galleggia su un enorme oceano d'acqua e di clatrati profondo anche 50 km. La crosta si spaccherebbe sotto l'azione di eruzioni vulcaniche o di calore interno.”

Fonte: Astrobiologia: le frontiere della vita, di G. Galletta e V. Sergi, U. Hoepli Editore S.p.A, 2005,

capitolo 9, Vita nel Sistema Solare, pag. 187

TAGLI DAL CONGRESSO AMERICANO AI FINANZIAMENTI NASA

Così è da anni allo studio presso la NASA una complessa missione spaziale che prevede una sonda spaziale capace di sganciare sulla luna gioviana Europa un'altra sonda, in grado di raggiungere la superficie di Europa, perforarne i ghiacci e liberare nei suoi probabili oceani un piccolo sottomarino automatico, avente il compito di cercare eventuali segni di vita nell'ambiente liquido. Tale missione, la Europa orbiter mission, purtroppo è stata messa fortemente a rischio dai recenti tagli al budget della NASA votati al Congresso degli Stati Uniti d'America, tanto è vero che Louis D. Friedman, Executive Director della Planetary Society di Pasadena (cofondata dallo scomparso Carl Sagan), ha inviato alcuni mesi fa a tutti i membri dell'associazione (fra i quali il sottoscritto, che è uno dei circa 200 volontari sparsi nel mondo) una lettera che denunciava un taglio di finanziamento da parte dell'Amministrazione americana di circa 3 miliardi di dollari per i prossimi cinque anni. Solo per l'anno 2007 il Congresso degli Stati Uniti ha tagliato alla NASA finanziamenti per circa 550 milioni di dollari. Tagli che eliminerebbero definitivamente, per esempio, anche l'ambizioso Terrestrial Planet Finder.

Contestualmente alla lettera c'era il modulo per una petizione al Congresso americano, indirizzato in particolare a due senatori statunitensi membri del Senate Approppriations Subcommittee for Commerce, Justice and Science, ed a due rappresentanti della Camera, membri della House Appropriations Subcommittee on Commerce, Justice and Related Agencies. Per chi volesse saperne di più può collegarsi al seguente link: http://sos.planetary.org.

Oggi i maggiori satelliti di Giove (Io, Europa, Ganimede e Callisto) sono conosciuti come il “quartetto dei grandi satelliti galileiani” (Alla scoperta del sistema solare, di A. Braccesi, G.Caprara e M. Hack, Mondadori, 2000, pag.147). Senz'altro Galileo sarebbe orgoglioso di sapere che una sonda spaziale che porta il suo nome (progettata e spedita dall'americana NASA) ha solcato gli spazi interplanetari ed ha anche, forse, colto un flebile segnale di vita intelligente proprio dove il grande scienziato italiano scrutò il cielo con il suo cannocchiale del XVII secolo, trovando finalmente quelle prove in grado di sostenere solidamente le argomentazioni eliocentriche dell'astronomo polacco Nikolaj Kopernik (1473-1543).

Un presunto segnale extraterrestre – quel flebile fischio colto dalla sonda “Galileo” – che aspetta solo di essere ulteriormente indagato…

© Luca Scantamburlo
01 Agosto 2007
www.angelismarriti.it

AGGIORNAMENTO – ULTRASUONI, DELFINI E L'ATMOSFERA DI EUROPA

Un caro amico mi ha recentemente scritto per comunicarmi le sue legittime perplessità in merito alla notizia: sostanzialmente egli mi ricorda che le vibrazioni acustiche hanno bisogno di un mezzo fluido per propagarsi. Poiché nello Spazio c'è il vuoto e dando per assodato che la sonda spaziale Galileo abbia orbitato nel vuoto, come avrebbe fatto ad identificare i presunti suoni provenienti dagli oceani di Europa? Sarebbe stato certamente possibile con un sonar immerso nel liquido, dove gli ultrasuoni sono amplificati, ma come avrebbe fatto in orbita, a centinaia di km da altezza? Domanda acuta e più che opportuna. Intanto diciamo subito che la Pravda on line (e quindi anche Airone) non specifica quale strumento della sonda spaziale avrebbe identificato i presunti segnali di vita intelligente, e questo oscuro punto potrebbe essere cruciale.

Gli ultrasuoni sono vibrazioni sonore ad elevata frequenza, superiori ai 20 KHz (cioè ai 20000 Hz). Non sono percepibili dagli esseri umani, il cui campo di udibilità arriva fino ai 15-20 KHz (alcuni musicisti, allenati e dotati, arrivano anche oltre). Ma la Pravda fa almeno riferimento all'altitudine sulla luna Europa alla quale la sonda avrebbe percepito il presunto e lontano “fischio” proveniente dalla superficie del satellite gioviano: 400 Km di altezza, durante un flyby di alcuni anni fa. Cito testualmente dall'articolo in inglese sopra menzionato: “[…] while flying past it at an altitude of 400 kilometers several years ago. The probe’s sound sensors reportedly detected a whistle coming right out of the ice cover. Until recently NASA has kept all data pertaining to the Galileo Interstellar Mission under wraps. The details of the findings are still coming through.”

Ho cercato un riferimento scientifico ed autorevole sull'esistenza di un'atmosfera di Europa. Ho trovato un comunicato stampa redatto dal JPL della NASA, intitolato “Galileo Spacecraft Finds Europa Has Atmosphere” e reperibile presso il link: http://www.jpl.nasa.gov/releases/97/europion.html. Il comunicato è datato 17 Luglio 1997 ed il titolo si può tradurre come segue: “La sonda spaziale Galileo rileva atmosfera su Europa”. In particolare, nel testo, si fa riferimento ad una “ionosphere” (ionosfera) scoperta attraverso una serie di sei esperimenti basati sull'occultazione: fra il Dicembre 1996 ed il Febbraio 1997 il satellite Europa si trovava fra la sonda e la Terra, dove opera il Deep Space Network (una rete di ascolto di cui fanno parte il centro radioastronomico di Goldstone (CA), e quello di Canberra, Australia). Questa serie di occultazioni mostrò che il fascio radio inviato dalla sonda, prima di essere ricevuto a terra, veniva rifratto da uno strato di elettroni, o particelle cariche, presenti nella ionosfera di Europa. La ionosfera è lo strato superiore di un'atmosfera ed è costituita da particelle cariche ed elettroni. Dai dati ricavati (“maximum density of 10,000 electrons per cubic centimeter”, cioè un massimo di densità di 10 mila elettroni per centrimetro cubo), gli scienziati della NASA hanno inferito la presenza di un'atmosfera. Dunque si è trattato di una scoperta indiretta. Un'atmosfera tenue ma presente. Altro dato importante, sempre riportato nel comunicato del JPL della NASA, è la presenza di ossigeno nell'atmosfera di Europa, confermata da un'osservazione dello Hubble Space Telescope.

Poi mi sono chiesto: quanti modi ci sono per rilevare ultrasuoni? Ho consultato l'enciclopedia La Biblioteca del Sapere ed ho trovato queste interessanti informazioni: “[…] La rilevazione degli ultrasuoni può essere effettuata da strumenti del tipo dei microfoni (piezoelettrici, elettrostrittivi, magnetostrittivi), da speciali radiometri sensibili alla pressione di radiazione o da sonde; è possibile la rilevazione degli ultrasuoni anche in base a fenomeni ottici, ad es. con il metodo delle strie.”

Fonte: La Biblioteca del Sapere, Vol.21, Corriere della Sera, – Rizzoli Larousse, 2003, pag. 835.

L'articolo del periodico russo riporta inoltre un commento di Vladislava Tarchevskaya che lavora presso un laboratorio di bioacustica:” […]And dolphins use an “extended” frequency range going up to 300 kilohertz.” Quest'ultima sarebbe la frequenza alla quale possono arrivare i delfini. Ho cercato in Rete un autorevole riferimento in proposito, e ho trovato questo articolo pubblicato da Newton: “Anche i delfini hanno un loro dialetto”, ove si parla del linguaggio sonar del delfino (http://newton.corriere.it/PrimoPiano/News/2005/08_Agosto/29/delfini.shtml). Riporto soltanto un breve passaggio: “[…] I delfini – spiega Massimo Azzali dell'Ismar-Cnr – comunicano usando due linguaggi o segnali acustici: i suoni (frequenza 20kHz), detti segnali di vocalizzazioni, e gli ultrasuoni (frequenza tra 20 e 200 kHz), detti segnali sonar o di ecolocalizzazione''.”. Naturalmente i delfini comunicano anche con il linguaggio del corpo, come giustamente argomentato dal mensile Airone.

In conclusione, se la sonda Galileo ha effettuato alcuni esperimenti “classificati” non ci è ancora dato sapere se abbia usato soltanto la sua strumentazione di bordo (di pubblico dominio), oppure abbia impiegato un'ulteriore sonda atmosferica (analoga o più piccola rispetto a quella destinata per Giove) lanciata su Europa proprio allo scopo di rilevare eventuali ultrasuoni. Quest'ultima, beninteso, è una mia illazione. Tutto ruota attorno all'attendibilità della notizia della Pravda, che riferisce di questa presunta conferenza stampa che si sarebbe svolta in Florida lo scorso Gennaio ed a cui avrebbe partecipato lo scienziato Simon Clark.

In ogni caso, rimane la pressoché certa presenza di oceani d'acqua al di sotto dei ghiacci di Europa. Un invito non solo all'esplorazione scientifica che ricerca la vita, ma anche a cogliere con il pensiero e lo spirito il mistero, la ricchezza e la vastità del creato, ben oltre i confini della nostra preziosa e fragile Terra.

© L. Scantamburlo
3 Agosto 2007, www.angelismarriti.it

Fonte: www.angelismarriti.it