Dalle sirene ai Siriani

Dalle sirene ai Siriani

sireneLui è il Signore di Sirio (Corano, sura 53)

Le Sirene?

Sono demoni marini, metà donne e metà uccelli. Ora sono considerate figlie della musa Melpomene e del dio-fiume Acheloo, ora di Acheloo e di Sterpe. Si attribuivano, però, come genitori Acheloo e la musa Tersicore. Libanio racconta che esse erano nate dal sangue di Acheloo, quando fu ferito da Eracle.

Le Sirene, per la prima volta, sono menzionate da Omero, nell’Odissea.

Nel poema, sono due. Altre tradizioni posteriori ne ricordano quattro: Telete, Redne, Molpe e Telsiope, oppure tre, ossia Pisinoe, Aglaope e Telsiope, chiamate anche Partenope, Leucosia e Ligia. I mitografi ricordano che sono suonatrici: secondo Apollodoro, una suonava la lira, un’altra cantava, la terza suonava il flauto.

Stando alla leggenda più antica, queste creature vivevano su un’isola e, con il fascino della loro musica, attraevano i marinai che, con le loro navi, passavano nelle vicinanze. Le imbarcazioni allora si avvicinavano pericolosamente alla costa rocciosa dell’isola, dove si fracassavamo. In questo modo le Sirene divoravano gli imprudenti navigatori.

È noto che Odisseo, accorto ma curioso, ordinò agli uomini del suo equipaggio di turarsi con la cera le orecchie, mentre si fece legare all’albero maestro e vietò ai compagni di slegarlo, qualunque preghiera avesse rivolto loro. Agì in tal modo su esortazione della maga Circe, che lo aveva avvisato del pericolo. Quando l’eroe cominciò ad udire la voce soave delle sirene, provò un desiderio incoercibile di correre verso di loro, ma i compagni glielo impedirono.

Allora le Sirene, indispettite, si precipitarono in mare ove morirono.

I mitografi si sono spesso interrogati sull’origine e la forma doppia delle Sirene. Ovidio racconta che esse non avevano sempre posseduto ali, poiché originariamente erano fanciulle comuni, compagne di Persefone: quando ella fu rapita dal dio Plutone, chiesero ai numi di dare loro delle ali per cercare la loro compagna per il mare oltre che sulla terra. Altri autori reputano che tale trasformazione era una punizione inflitta loro da Demetra, poiché non si erano opposte al rapimento della figlia.
Si raccontava anche che, dopo la loro metamorfosi, avevano osato rivaleggiare con le Muse. Queste, indignate, le avevano spennate per incoronarsi con le loro spoglie.

In alcune speculazioni, le Sirene erano concepite come divinità dell’oltretomba. Esse cantavano per le anime dei beati, nelle Isole fortunate.

Purtroppo le fonti circa le Sirene sono alquanto confuse, in relazione al nome, all’ascendenza ed al significato delle loro azioni. Anche l’etimologia non getta molta luce sulla genesi di queste creature: il nome potrebbe essere correlato a seirà, catena, laccio ed al verbo seirazein, legare con una corda, alludendo alle loro abilità di incantatrici. Potrebbe, però, risalire anche seirios, bruciante: forse è un adombramento dell’ora meridiana, quando il mare in bonaccia sotto il sole allo zenith, può essere pericoloso. Sono stati suggeriti collegamenti con l’ebraico sir, canto e con la radice sanscrita sr, fluido in movimento.

Tra le varie ipotesi etimologiche, gli studiosi considerano più plausibile quella che lega il nome Sirena alla radice “svar” (poi sar, ser, sel…), splendente, luminoso, donde il sanscrito svar, cielo, il greco selene, luna etc.

Sarei tentato di collegare il nome Sirena al morfema “svar”, radioso, bruciante, vedendo, però, non un riferimento alla sfavillante luce meridiana, ma alla stella Sirio. Mi baso, per formulare tale ipotesi sull’originaria valenza astronomica di molti miti antichi: è noto, infatti, che parecchie saghe nascondono significati astronomici e cosmologici, come dimostrato da vari autori. Iniziatori di tale lettura dei miti furono Giorgio de Santillana e Hertha Von Dechend, autori di un saggio considerato quasi unanimemente un punto di svolta negli studi sul “pensiero arcaico”.

Chi è vissuto nella convinzione che la civiltà sia passata dal mythos al logos, si trova di fronte ad un ribaltamento di prospettiva, in quanto i racconti tradizionali risultano esposizioni “scientifiche” relative ai cicli cosmici, segnati da scansioni scritte nel firmamento. Sulla stessa lunghezza d’onda sono le opere di Terzoli e di Sullivan. Se racconti tradizionali alludono a fenomeni come la precessione degli equinozi, forse anche le Sirene, due per Omero, sono una trasfigurazione dell’astro più radioso del firmamento.

La lettura del passo omerico suggerisce alcune riflessioni.

Ma come tanto fummo lontani, quanto s’arriva col grido,
correndo in fretta, alle Sirene non sfuggì l’agile nave
che s’accostava e un armonioso canto intonarono.
“ Qui presto vieni, o glorioso Odisseo, grande vanto degli Achei,
ferma la nave, per sentire la nostra voce.

Nessuno mai si allontana di qui con la sua nave nera,
se prima non sente, suono di miele, dal nostro labbro la voce;
poi pieno di gioia riparte e conoscendo più cose.
Noi tutto sappiamo, quanto nell’ampia terra di Troia
Argivi e Teucri patirono per volere dei numi;
tutto sappiamo quanto avviene sulla terra nutrice”.

È di grande interesse notare come le Sirene tentino di attrarre Odisseo, promettendogli di rivelargli “tutto quanto avviene sulla terra nutrice”. Esse sanno, sono custodi di segrete verità. Il rapsodo inoltre non descrive le sembianze dei demoni, ma vasi ed opere coroplastiche le mostrano con una forma ibrida, metà donna e metà volatile.

I vari ed eterogenei miti sono accomunati da alcuni tratti: l’inserimento in un ciclo di viaggi, una relazione con l’acqua, il luogo in cui dimorano le Sirene che è un’isola, il tema della conoscenza e quello della morte.

Oltre che nell’Odissea, le Sirene sono protagoniste di un episodio all’interno del poema di Apollonio Rodio, Le Argonautiche. Le Sirene abitano l’isola Antemoessa, da dove attirano i naviganti col loro canto. Tuttavia gli Argonauti riescono a passare indenni grazie all’espediente di Orfeo, che crea con la cetra una musica sovrapposta e dissonante. Soltanto Bute si getta in mare, sedotto dalla voce, ma la dea Afrodite lo salva.

La relazione con l’acqua è dimostrata in primo luogo dall’ascendenza delle Sirene: infatti alcuni mitografi attribuiscono loro come padre Acheloo, una delle divinità più antiche del pantheon greco. Figlio dell’Oceano e di Teti, contese ad Eracle l’amore di Deianira, figlia di Eneo, re degli Etoli. Si accese fra i due proci una lotta furiosa: Acheloo ricorse ad innumerevoli trasformazioni: fiume, serpente, toro, senza riuscire, però, a liberarsi dalla stretta di Eracle. Anzi, nelle sembianze di toro, ebbe rotto uno dei corni che le Naiadi riempirono di fiori e frutta, donandolo poi all’Abbondanza. Acheloo, sconfitto, si nascose nel fiume Toante che in seguito prese il suo nome.

I Greci lo consideravano il re dei fiumi e gli tributarono una particolare devozione.

L’elemento acqua e la conoscenza sono attributi di una divinità medio-orientale che può, per alcuni versi, essere accostata alle Sirene: mi riferisco ad Oannes. Oannes è il dio-pesce, che, secondo i Sumeri, aveva portato la civiltà alle popolazioni installate nella Mesopotamia. Ogni sera rientrava nel mare e rimaneva in acqua, perché era anfibio. L’origine ed il significato del nome Oannes sono oscuri: alcuni pensano possa risalire ad Ea, il dio marino dei Sumeri; altri vedono un legame con Giona, personaggio biblico.

A sua volta Oannes ricorda i Nommo, le creature che i Dogon affermano provenire da Sirio. I Dogon, popolazione africana del Mali, raccontano che i Nommo arrivarono sulla Terra con un’arca accompagnata da un rumore di tuono. Dal veicolo uscirono strani esseri anfibi con tre occhi e chele da granchio. Sembra che i Dogon conoscano da tempo immemorabile Sirio B, una nana bianca, invisibile ad occhio nudo. Sirio B fu la prima nana bianca ad essere scoperta. Nell’ambito della cultura Dogon, l’argomento della stella Sirio B, che essi chiamano po tolo, è tabù: polo significa stella e po indica un tipo di cereale, il fonio, piccolo e pesante.

Ogni mezzo secolo i Dogon celebrano una festa dedicata al rinnovamento dell’universo, in correlazione col periodo orbitale di Sirio B che è di circa cinquant’anni. Il popolo del Mali conosce anche l’anello di Saturno, le lune medicee di Giove, la rotazione della Terra sul suo asse, il movimento a spirale della Via Lattea. Secondo Temple, le nozioni astronomiche dei Dogon proverrebbero dagli Egizi che le trasmisero anche ai Greci, presso i quali sono numerose le leggende imperniate sul numero cinquanta, come, per esempio, la saga degli Argonauti.

Secondo i Dogon, Sirio è la sede delle anime: è quindi legata all’aldilà.

Sirio B fu dapprincipio inferita attraverso calcoli dall’astronomo tedesco Friedrich Bessel, durante gli studi negli anni ’30 e ’40 del XIX secolo. L’oscillazione regolare del moto di Sirio, secondo Bessel, poteva essere spiegata tenendo conto dell’influsso gravitazionale di una compagna in orbita con un periodo di 50,09 anni. La compagna fu rilevata otticamente nel 1862 dallo statunitense Alvan Clark, costruttore di telescopi. Nonostante la debole luce, Sirio B ha una massa di 0,9 masse solari. L’astronomo americano Walter Adams (1876-1956) riuscì ad ottenere uno spettro da cui risultava che è più calda di Sirio A, ma poco più grande della Terra. Era la prima nana bianca scoperta.

Nel libro Il mistero di Sirio Temple annota che emissari intergalattici dispensarono all’umanità molti segreti, rivelando misteri e conoscenze esoteriche che furono tramandati ad adepti di varie società segrete in Egitto, nel Medio Oriente ed in Grecia. Temple sostiene che gli iniziali contatti gettarono i fondamenti per le confraternite misteriche i cui protagonisti furono Leonardo da Vinci, Giordano Bruno, John Dee, sino ai più insigni esponenti dei Rosacroce e della Massoneria.

L’astro in esame fu molto importante per gli Egizi. Sirio, con il suo apparire intorno al 19 luglio, annunciava l’inondazione del Nilo. Nella stella più fulgida dell’intero firmamento, gli Egizi vedevano Iside, la dea vergine sposa di Osiride. La levata di Sothis, nella costellazione del Canis maior, sanciva il principio del nuovo anno e l’evento veniva celebrato in tutti i templi dell’Egitto e della Nubia. Al ciclo sotiaco si riferiscono alcuni autori dei primi secoli della nostra era, come l’erudito Censorino.

Rob Solàrion opina che originariamente il sistema di Sirio comprendeva due astri: Sirio A, di colore azzurro argenteo ed identificata con Iside; Sirio B, una gigante rossa che era identificata con Osiride. Orbitante attorno a queste stelle era un enorme pianeta, Horus o Nibiru. Questo corpo celeste era abitato da Sauriani in possesso di una tecnologia molto avanzata, inclusa la capacità di viaggiare attraverso il cosmo. Quando Sirio B implose per diventare una nana bianca, il pianeta fu catapultato dal sistema di Sirio verso il nostro. Questo cataclisma è trasfigurato in antichissime saghe.

Forse esiste una correlazione tra il sistema binario di Sirio e le due Sirene omeriche, un nesso in cui il periodo dell’inondazione è adombrato dal fiume Acheloo. È possibile, però, spingersi oltre per congetturare che i vari miti antichi evocano lo sbarco sulla Terra di visitatori extraterrestri, depositari di conoscenze?

Dopo la loro partenza, i Siriani furono considerati figure divine, in qualche modo, collegate all’oltremondo. Certo, non devono sfuggire le differenze tra i Nommo e le Sirene: i primi simili ad anfibi o a pesci (presumibilmente perché muniti di scafandri), come il dio mesopotamico Oannes, le altre ornitomorfe, anche se la presenza delle zampe d’uccello e delle ali potrebbe essere un adombramento della provenienza celeste.

Sono addentellati deboli, ma suggestivi. Inoltre racconti circa presunti abitatori di Sirio non appartengono solo a numerose culture di un passato remoto: infatti l’Ufologia di questi ultimi decenni contiene rapporti e testimonianze riguardanti i Siriani.

Alcuni li hanno descritti come esseri di carnagione molto chiara, dai capelli bianchi, gli occhi cilestri. Hanno mani con sei dita. Vestiti con abiti candidi, portano al collo un medaglione circolare in cui spicca una specie di simbolo triangolare. Altri, invece, hanno ricordato creature dai capelli biondo-rossicci, di incarnato olivastro, alti circa due metri, la testa allungata e mani con cinque dita.

Questi indossano tute azzurre aderenti sul cui pettorale è effigiato un simbolo affine al cosiddetto sigillo di Salomone. Tali rappresentazioni dipendono dai ricordi di rapiti e gettano una luce sinistra sui Siriani che sarebbero coinvolti nel doloroso fenomeno delle abductions. Anzi, stando a certe testimonianze, sembra giochino un ruolo cruciale poiché, disponendo di una mappatura genetica dell’umanità, sono proprio i Siriani a scegliere gli uomini adatti ad essere prelevati.

Sorprende di ritrovare le figure effigiate sugli indumenti dei Siriani nell’antico Egitto.“Il nome di Sirio scritto in caratteri geroglifici è una stella a cinque punte, un semicerchio ed uno stretto triangolo… Il triangolo, lungo e stretto, ricorda una piramide o, forse, un obelisco. Così come il Benben simboleggia l’emergere dell’esistenza dalla non-esistenza, la nascita del mondo, Sirio commemorava la creazione posandosi sopra il Benben, fosse esso obelisco, piattaforma d’osservazione o piramide.”

Rassicurante è il quadro di questi presunti alieni disegnato dalla canalizzatrice Patricia Cori, un’ italo-statunitense nata a San Francisco e residente da anni nel nostro paese. La Cori cominciò a ricevere messaggi dall’Alto consiglio siriano, dopo che aveva percorso i cerchi del gigantesco pittogramma denominato Julia set e comparso in Inghilterra.

I messaggi canalizzati dalla Cori riguardano argomenti di fisica e di cosmologia, il cambiamento vibrazionale della Terra, la necessità di smascherare gli inganni e le bugie del governo segreto. La realtà quadrimensionale, secondo i Siriani, non è l’unica: esistono altri livelli paralleli di realtà-coscienza, in cui vive l’alter ego di ciascuno di noi. Tale bizzarra rivelazione ha trovato una conferma, per quanto ipotetica, in teorie cosmologiche che contemplano la coesistenza di universi paralleli, in cui potrebbero addirittura valere leggi fisiche differenti da quelle che conosciamo. Tra gli altri, il fisico giapponese Michio Kaku ha elaborato un modello di questo tipo.

Lo scienziato nipponico pensa che i buchi neri non siano concentrazioni di materia associata a campi gravitazionali così elevati da far richiudere lo spazio-tempo su sé stesso, ma che siano porte interdimensionali. I Siriani asseriscono che il sistema solare sta entrando in un’altra dimensione, passando attraverso un buco nero. Il cambiamento è vicino – riferisce la Cori – che ammonisce l’umanità sulle insidie insite nell’azione dell’esecutivo occulto con cui cooperano alieni negativi.

Stando ad altre fonti, esistono diverse fazioni di Siriani, alcuni alleati di Rettiliani e di Grigi alti di Orione, altri, invece a loro ostili. Un gruppo collaborerebbe con apparati militari terrestri, in particolar modo nelle basi di Dulce (New Mexico), Paradox (Nevada), Doughway (Utah) e presso l’aeroporto internazionale di Denver.

Da quanto tempo, però, i Siriani sono sulla Terra? Gli antichi Egizi credevano che esseri originari della stella del Canis maior ed altri provenienti da Orione si fossero insediati nella terra solcata dal Nilo. Qui ridussero alla condizione di servi gli indigeni. Alcune tradizioni accennano ad una partenza dei visitatori, le cui conoscenze furono custodite dalla casta dei sacerdoti e tramandate, sotto forma di miti, di generazione in generazione. Robert Temple nota la somiglianza tra la parola Sirio ed il termine “sistro”, lo strumento usato nei riti funebri.

Il dio Anubi, dalle testa di sciacallo, era talvolta collegato a Sothis, cui era sacro il cane, come al dio sumero Anu. Gli esseri semidivini denominati Neter, provenendo da un pianeta orbitante attorno a Sirio, erano sbarcati sul Monte Hermon-Sirion. Su Sirio, Orione e Thuban, nella costellazione del Draco, erano allineati molti edifici antichi, dall’Egitto alla Cambogia. I nativi americani Hopi sostengono che dèi originari di Sirio portarono la civiltà. Il veltro dantesco è, in realtà, il sistema stellare del Canis Maior, in cui sfavilla Sirio-Iside-Vergine. Alcuni canalizzatori asseriscono che Sirio è uno stargate, un varco dimensionale. Sono tante tessere di un mosaico celeste al cui centro si trova l’astro del Cane, fulcro di tradizioni esoteriche e di misteri che dall’antichità si perpetuano sino ai nostri giorni.

La ricercatrice indipendente Daniela Bortoluzzi ricorda che “i Siriani hanno l’aspetto umano, se non fosse che hanno la coda e la testa simile a quella di un leone; gli occhi sono verdi”. La raffigurazione collima con quella della dea egizia Sekhmet. Secondo alcuni canalizzatori, questi alieni sono dolci e gentili e rispettano ogni essere, in quanto parte dell’unità cosmica.

I caratteri genetici di questa razza siderale sarebbero trasmessi solo attraverso le donne, che spesso hanno lineamenti piuttosto marcati, con volti incorniciati da capelli folti, crespi, di colore che svaria dal rosso al castano al nero. La loro carnagione è olivastra.

Bisogna pure ricordare la leggenda lamaista circa la Pietra Chintamani, proveniente forse dalla stella Sirio e mandata ovunque serva compiere una missione spirituale di vitale importanza per l’umanità. Essa è infine restituita, quando la missione è completata.

Secondo antichi testi tibetani, la pietra era stata mandata dal Tibet a Gerusalemme al Re Salomone, che la spezzò. Il re con uno dei frammenti ordinò ai sui artigiani di fucinargli un anello. Secoli dopo, Maometto portò altri tre frammenti alla Mecca.

Una scheggia più piccola era stato mandata in Europa tramite Roerich, come una sorta di talismano per propiziare l’istituzione della Lega delle Nazioni. Dopo lo scioglimento della Lega delle Nazioni, la pietra magica fu riconsegnata a Roerich affinché fosse riportata in Tibet. In seguito, il tredicesimo Dalai Lama decretò che i frammenti fossero custoditi, per sicurezza, in luoghi diversi.

Inopinatamente Sirio, la stella di fuoco e di acciaio, è pure la patria presunta di Is omines asullus, gli uomini azzurri, fondatori della cultura nuragica. Anche i numi egizi avevano la pelle glauca: questo è il colore dell’acqua e del cielo. Allude a dèi originari di lontane costellazioni? Raimondo De Muro ha individuato una correlazione tra gli antichi abitanti della Sardegna ed i Sumeri, il misterioso popolo i cui progenitori furono gli Annunaki, “coloro che dal cielo scesero sulla terra”.

Ancora Sirio in Cina: nel 1947 l’esploratore Karyl Robin-Evans venne in contatto con una tribù cinese: i Dropa (pastori), il cui capo gli spiegò che i loro antenati provenivano dalle stelle e, più precisamente, da un pianeta che si trova vicino a Sirio. Le leggende li descrivono come creature basse e dalla testa grossa. Poiché gli extraterrestri non riuscirono a ripartire, dovettero convivere con gli uomini. Attualmente di quell’antico popolo, si sono pressoché perse le tracce. Tuttavia esiste un gruppo di pastori nomadi, i Dropka, allevatori di yak.

Giunti a questo punto, mi pare si possano tirare delle conclusioni per quanto provvisorie e passibili di rettifiche anche importanti. Le Sirene del mito ellenico presentano dei tratti che potrebbero rimandare ad abitanti di Sirio, ossia la loro natura di esseri legati sia all’aria sia all’acqua, la conoscenza, il legame con l’aldilà, oltre al nome che alluderebbe ad un’origine stellare.

I Siriani potrebbero essere una civiltà aliena che interagì con antiche culture terrestri e che contribuì a modellarle. In seguito alcune conoscenze, soprattutto di tipo astronomico, furono codificate in saghe ancestrali, sorgenti da cui fluirono le diverse falde del sapere tradizionale imperniato su Sirio, Iside, la Vergine… o su motivi in qualche modo correlati alla stella del Cane, come illustrato da Carlo Barbera. Talvolta questi fiumi sotterranei affiorano e qualche verità viene alla luce.

Sembra che siamo vicini ad un punto di svolta: ecco allora i messaggi dei Siriani canalizzati da Patricia Cori e da altri. Come interpretarli? Sono veritieri questi alieni che si prodigano in ammonizioni e consigli oppure assistiamo ad un altro inganno della sinarchia? Altra ipotesi: i Siriani sono extraterrestri ostili, alleati dei Rettiliani ma scaltri. Esistono forse due fazioni, una amichevole ed una pericolosa. Gli eventi futuri probabilmente ci daranno qualche risposta: allora sapremo se è stata inscenata una masquerade of angels oppure no.

Speriamo che le certezze arrivino, prima che sia troppo tardi.