Denaro e Psicologia secondo Osho

Osho

OshoOsho, vissuto fino al 1990, è considerato un misto fra filosofo, maestro spirituale, illuminato, ma anche nemico pubblico, incitatore di folle, perverso, soprattutto quando, negli anni ‘60, fece una serie di conferenze, trascritte successivamente con il titolo Dal sesso alla supercoscienza.

Una delle sue più profonde convinzioni, che trovano in me completa accettazione, è quello che «se ad un bambino nei suoi primi anni è permessa la libertà, crescerà forte e abbastanza intelligente da decidere e discutere, e potrà auto-educarsi con un minimo di guida».

Il suo pensiero è una sinergia di concetti e pratiche della cultura indiana e al moderno occidente, che cercò, per tutta la vita, di integrare in una filosofia-non filosofia.

Profondamente convinto che nessuna filosofia potesse esprimere completamente una verità, si occupò di varie tradizioni spirituali e religiose, incluse quelle di Buddha, Krishna, Guru Nanak, Gesù, Socrate, dei maestri Zen, del Chassidismo, dei Sufi e molte altre.

Osho non predicò mai una fuga dal mondo terreno verso quello spirituale, ma la necessità dell’uomo moderno di essere spirituale nella vita di tutti i giorni.

Questa spiritualità è raggiungibile solamente essendo presenti continuamente e costantemente in ogni atto della nostra vita (qui e ora).

Tra l’altro, fu un profondo conoscitore della psicologia jungiana, psicologia umanista e dell’antica filosofia greca.

In Italia si trovano tantissimi libri, trascrizioni dei suoi numerosi discorsi alla gente.

Qui sotto voglio riportartene uno, il cui argomento è il denaro: Il Denaro è il Tuo Amore per le Cose.

E’ una lettura decisamente interessante. Buon divertimento.

“Il Denaro è il Tuo Amore per le Cose”
Tratto da: Tao: discorsi sul Tao-Te-Ching
(Discorso numero 6, quinta domanda, vol. 3)

Il denaro non è ciò che appare. Il denaro è un fenomeno con radici molto profonde. Il denaro non è una semplice realtà esteriore che si manifesta in banconote, ha a che fare con la tua mentalità e con il tuo atteggiamento interiore.

Il denaro è il tuo amore per le cose, il denaro è la tua fuga dalle persone, il denaro è la tua sicurezza contro la morte, il denaro è il tuo sforzo di controllare la vita, il denaro rappresenta mille e una cosa. Il denaro non si manifesta solo nelle banconote, altrimenti le cose sarebbero molto facili.

Il denaro rappresenta il tuo amore – amore per le cose, non per le persone. L’amore per le cose è più rilassante, perché le cose sono morte, puoi possederle con estrema facilità. Puoi possedere una grande casa, un palazzo – ti è facile possedere il palazzo più lussuoso – ma non puoi possedere nemmeno il bambino più piccolo; perfino quel bambino si oppone, anche quel bambino lotta per la sua libertà. Un bambino piccolo, per quanto piccolo, è pericoloso per l’uomo che vuole possederlo. Si ribellerà, diventerà un ribelle, ma non permetterà a nessuno di possederlo.

Coloro che non riescono ad amare le persone, cominciano ad amare il denaro, perché il denaro è un mezzo per possedere le cose. Più denaro hai, più cose puoi possedere; e più oggetti riesci ad avere, più sei in grado di dimenticare le persone.

Possiederai molte cose, ma non proverai alcuna soddisfazione, perché solo amando una persona raggiungi una profonda contentezza. Il denaro non si ribellerà, ma non può nemmeno corrisponderti, questo è il problema. Ecco perché gli avari diventano molto brutti. Nessuno ha mai corrisposto il loro amore.

Come puoi essere bello, se l’amore non si posa su di te? Se l’amore non diffonde in te la sua fragranza come un fiore, come puoi essere bello? Diventi brutto. Chiuso. Un uomo che possiede denaro, o cerca di possederne, è avaro, e avrà sempre paura degli individui e della gente, perché se permette loro di avvicinarsi, essi potrebbero condividere i suoi averi.

Se accetti la vicinanza di qualcuno, devi permettere anche qualche condivisione. La gente che ama gli oggetti diventa simile a un oggetto spento, chiuso. In loro non vibra nulla, niente danza né canta in loro, i loro cuori non battono più, vivono una vita meccanica. Si trascinano stancamente, appesantiti, appesantiti da molti oggetti, ma non hanno nessuna libertà, perché solo l’amore può darti libertà; ma l’amore può darti libertà solo se tu dai libertà all’amore.

La gente che ha paura di amare, diventa possessiva rispetto al denaro. La gente che ama, diventa non-possessiva, non dà molta importanza al denaro. Se ce n’è, benissimo, lo si può adoperare; se non ce n’è, va bene lo stesso, perché l’amore è un regno così vasto, che nessuna somma potrà mai acquistarlo.

L’amore è un appagamento profondo: puoi essere un mendicante in mezzo alla strada e tuttavia, se hai l’amore nel cuore, puoi cantare. Se hai amato e sei stato amato, l’amore ti incorona, fa di te un re. Il denaro non fa altro che abbruttirti.

Io non sono contro il denaro. Non sto dicendo: “Vai e buttalo via”, perché quello è un altro estremo. Anche quello è l’ultimo passo di una mente avara. Un uomo che ha sofferto troppo a causa del denaro, che si è aggrappato ai soldi, senza riuscire ad amare nessuno, né ad aprirsi agli altri, alla fine diventa così frustrato che getta via tutti i suoi soldi, rinuncia a tutto e va sull’Himalaya, entra in un monastero tibetano e diventa un lama.

Quest’uomo non ha compreso.

Se capisci, il denaro può essere usato, ma coloro che non capiscono, o sono avari e non riescono ad usare il denaro, oppure rinunciano ai soldi, perché anche con la rinuncia salvano la stessa vecchia mente. Ora non ci sono più problemi su come usarlo: rinunci a tutto e scappi. Ma non sono in grado di usarlo, hanno paura di usarlo.

Sono in grado di rinunciare, ricordati di questo. Ho visto avari rinunciare completamente a tutto. L’uomo che fondò l’università di Sagar, in India… io studiavo lì. Quest’uomo era un tipo più unico che raro, si chiamava Dr. Hari Singh Gaur. Non, ho mai incontrato un avaro più avaro di lui, né ho mai incontrato qualcuno che abbia rinunciato così tanto.

In entrambe le situazioni era perfetto. Per tutta la vita non ha mai dato un solo paisa a nessuno, nessun mendicante ha mai ricevuto qualcosa dalla sua villa. Se nella sua città, Sagar, si veniva a sapere che qualche mendicante voleva andare a elemosinare nella casa di Hari Singh, tutti scoppiavano a ridere, dicendo: “Sembra nuovo del posto.”

Nessuno ha mai ricevuto niente. Non donò mai una singola rupia per alcuna causa umanitaria, o di altro genere. Non donò mai un singolo paisa per il Movimento Nazionale di Liberazione Indiano – no, non era nel suo stile. Era un perfetto avaro, ed era uno dei più grandi avvocati del mondo. Aveva tre uffici, uno in India, uno in Cina e uno in Inghilterra, ed esercitava per quattro mesi in Inghilterra, per quattro mesi in India, e per quattro mesi in Cina. Era uno dei migliori avvocati del mondo.

Aveva accumulato un’enorme fortuna, e alla fine donò tutti i suoi averi. L’intera università di Sagar è stata creata con la donazione di una persona sola. È una delle università più belle. Ma quando si decise a donare, donò tutto ciò che aveva.

Vi sorprenderà sapere che donò proprio tutto, e non lasciò un solo paisa ai propri figli. Ora essi si sono rivolti ai tribunali, non hanno niente, sono mendicanti per la strada. L’avaro rimane avaro fino alla fine, anche quando rinuncia. Non è riuscito a dare ai suoi figli un solo paisa, eppure ha potuto rinunciare a ogni cosa.

Prima ti metti ad accumulare soldi come un pazzo, poi un giorno capisci che hai sprecato tutta la tua vita. Quando lo capisci, cominci ad aver paura, eppure la vecchia abitudine persiste. Puoi dare via tutto, dimenticartene e scappare, ma non sei in grado di condividere con gli altri.

Se un uomo di comprensione ha denaro, lo condivide con gli altri, perché il denaro non è funzionale a se stesso, ma alla vita. Egli lo può gettare al vento, se sente che la vita lo richiede, che l’amore lo richiede, ma non si tratta di una rinuncia: anche in questo caso, lo sta usando. L’amore è la sua meta; il denaro non è mai lo scopo, è il mezzo.

Per la gente che rincorre il denaro, i soldi sono lo scopo, l’amore diventa un semplice mezzo. Perfino le loro preghiere sono funzionali al denaro; perfino la preghiera diventa un mezzo per far soldi.

Il denaro è un fenomeno molto complesso. Perché tanta gente ne è così attratta? E perché così tante persone? Il denaro ha un fascino particolare, un fascino magnetico. Il denaro nasconde in sé un fascino ipnotico, e il suo fascino è la possibilità di possederlo in modo assoluto. Il denaro è molto docile, diventa uno schiavo; e l’ego si sente molto soddisfatto.

L’amore non è docile, l’amore è un ribelle. Non puoi possedere l’amore. Puoi possedere una donna, puoi possedere un uomo, ma non potrai mai possedere l’amore. Se possiedi una donna, quella donna diventa denaro, un oggetto; se possiedi un uomo, l’uomo è diventato denaro, un oggetto, uno strumento.

Un uomo è un uomo, e una donna è una donna, solo quando sono fini in se stessi, non mezzi per raggiungere altri scopi. Il denaro è il mezzo, ed essere ossessionati dai mezzi è la più grande follia che possa capitare a un uomo, e la più grande disgrazia.

Il denaro non dovrebbe diventare una meta, e con questo non intendo dire che dovreste rinunciarvi e darvi all’accattonaggio – usatelo, è un ottimo strumento. Io non sono contrario al denaro, non ho niente da dire a suo sfavore.

Sto parlando di te e della tua possessività, non del denaro. Il denaro può essere meraviglioso – se non viene posseduto, se non ne sei ossessionato, può essere stupendo. Il denaro è simile al sangue che circola nel corpo: nel corpo della società circola il denaro, ne è il sangue. Aiuta la società ad arricchirsi, a essere viva – ma assomiglia al sangue.

Avrete sentito parlare di malattie in cui il sangue si ferma e non può più circolare, si formano grumi di sangue e diventano ostacoli, per cui il sangue non può più circolare nel corpo. In questo caso rimani paralizzato, e se i grumi si formano nel cuore, muori.

Se il denaro circola, passa da una mano all’altra, continua a circolare: più scorre, meglio è, in questo caso il sangue circola a perfezione, e la vita è salute. Ma quando compare un avaro, si genera un grumo; in un punto del percorso, qualcuno sta accumulando, non spartisce, e questo genera un grumo nella circolazione sanguigna.

Quell’uomo è d’intralcio, egli stesso non è vivo e, a causa del suo ostruzionismo, non permette ad altri di vivere. Il denaro ha smesso di circolare. Il sangue che circola è vita, il sangue rappreso, fermo, è morte. Il denaro che circola è vita, il denaro rappreso, fermo, è morte.

Io sono favorevole a una società in cui il denaro circola velocemente, nessuno vi si aggrappa, tutti lo usano, e ricordate la legge fondamentale del denaro: più lo si usa, più acquista valore. Per esempio, noi siamo seduti qui: se voi tutti avete in tasca cento rupie… se dieci persone hanno in tasca cento rupie, e le tengono per sé, queste dieci persone hanno solo mille rupie morte. Ma quando queste rupie entrano in circolazione, se fanno due giri, diecimila sono diventate ventimila, se fanno tre giri diventano trentamila; e se fanno quattro giri… più circolano, più denaro c’è, perché quando cento rupie sono proprietà di un solo uomo, queste cento rupie sono morte. Se egli le usa e le passa a qualcun altro, esse torneranno a lui, perché anche gli altri le stanno usando; ora lui possiede duecento rupie, e poi trecento, quattrocento, cinquecento… più le usi, più il denaro passa dall’uno all’altro, più circola, maggiore è la ricchezza della società.

L’America è ricchissima, perché l’America è il Paese meno avaro del mondo. Il denaro circola velocemente; ognuno usa tutti i soldi che possiede, e perfino il denaro che guadagnerà in futuro, anche quello viene usato. È inevitabile che il Paese diventi ricco.

Ed è inevitabile che un Paese come l’India rimanga povero: la gente si aggrappa al denaro. Se ti aggrappi al denaro, il Paese resterà povero. Quando nessuno lo usa, il denaro diventa simile a grumi nel sangue. In India esistono due tipi di persone: gli avari e coloro che rinunciano. Entrambi questi personaggi sono anormali, nevrotici, malati.

Si dovrebbe avere denaro, guadagnare denaro, produrre denaro – e usarlo. Si dovrebbe guadagnare soldi, solo per usarli, e usarli solo per poi averne ancora; diventa un circuito. In questo caso, una persona è allo stesso tempo un avaro e uno che rinuncia. Quando sei contemporaneamente un avaro e uno che rinuncia, non sei né un avaro, né uno che rinuncia: ti limiti a godere qualsiasi cosa il denaro possa darti.

Il denaro può darti molte cose, e allo stesso tempo non può darti molto; se lo usi, scopri quello che il denaro può darti. Il denaro può fornire tutto quanto è esteriore – le cose di questo mondo, e in esse non c’è nulla di male.

Non c’è niente di male nel possedere una casa meravigliosa; non c’è niente di male nel possedere un bellissimo giardino, il denaro te li può dare. Ma il denaro non può darti l’amore, sarebbe aspettarsi troppo dal povero denaro.

Ci si deve aspettare solo ciò che è possibile aspettarsi, non ci si dovrebbe spingere nell’impossibile. Chiedere al povero denaro di darti l’amore – poveri soldi: non lo possono fare. Ma non c’è nulla di sbagliato, non arrabbiarti coi soldi! Non bruciarli, non gettarli via per rifugiarti sull’Himalaya.

Hai chiesto qualcosa che un uomo di comprensione non si sarebbe mai sognato di pretendere – sei solo stato un folle. Il denaro non c’entra.

Un monaco girovago due o tre anni fa, venne a trovarmi: era un acerrimo antagonista del denaro. Non lo avrebbe mai neppure toccato – questa è una nevrosi. Esistono persone che per tutto il giorno non fanno che contare soldi, e anche la notte nelle loro menti continuano a contare.

Il denaro è l’unica cosa che toccano con mani amorose, non sono in grado di toccare nient’altro con tanto amore. Osserva i loro occhi quando guardano le banconote – luccicano. Sono ipnotizzati. Sono persone nevrotiche. Ma esistono anche altri tipi di nevrotici… questo monaco itinerante che venne da me, non avrebbe mai toccato una lira. Dunque gli chiesi: “Deve essere ben difficile per te: come hai fatto ad arrivare fino a Bombay, per venire a trovarmi?”

Mi rispose: “Non ci sono affatto difficoltà.” Mi mostrò due uomini, i suoi discepoli: “Loro lo possono toccare, non sono esseri molto evoluti.”

Che follia! Loro potevano comprare il biglietto, avere soldi, ma lui diceva: “Io non lo tocco, sono andato al di là.”

Ma che senso ha? Non solo usi il denaro, ma usi altre due persone come se fossero le tue tasche. Hai ridotto due persone, due esseri viventi, alla condizione di tasche; hai commesso un assassinio. Che cosa c’era di male a tenerlo nelle tue tasche?

E l’uomo commentò:” Sembra che tu sia favorevole al denaro. Ma cosa può offrirti il denaro? Può il denaro donarti l’amore? Può il denaro darti Dio?”

Ribattei: “Sei uno stupido a chiedere l’amore e Dio a queste povere lire, le tue aspettative sono false. Il denaro non ti ha mai promesso questo, ma tutto ciò che il denaro promette, può dartelo. Non ti ha mai promesso che ti avrebbe dato l’amore. Se te lo aspetti, sei un idiota.”

Le persone che si sono aspettate troppo dal denaro, un giorno diventano nemiche del denaro. Allora lo sfuggiranno, allora non lo toccheranno più. Perfino Vinoba chiude gli occhi se gli porti dei soldi, non vorrà vederli. Che assurdità! Che c’è di male nei soldi? Qualcosa dentro di lui sembra conservare ancora la vecchia avarizia, la ferita sembra non essersi ancora rimarginata, altrimenti perché chiudere gli occhi? Che c’è di male in una banconota? È solo un foglio di carta, e queste persone spirituali insistono nel dire che non è altro che carta. Se metti in mano loro un comune foglio di carta, lo toccano, ma quando dai loro una banconota, la gettano via, come fosse uno scorpione o una malattia mortale.

La nevrosi può spostarsi da un estremo all’altro!

Usa i soldi. Il denaro è meraviglioso, preso nei suoi limiti, e questi sono sufficientemente ampi! Per quanto riguarda il mondo, raggiunge distanze remote, ma non aspettarti amore, perché l’amore appartiene alla sfera interiore, all’essere interiore, e non chiedere Dio, perché Dio è trascendentale.

Usa ogni cosa in base alle sue capacità, non in base ai tuoi sogni. Così sarai un uomo sano, ed essere sani vuol dire essere sacri.

Non essere anormale, da nessun punto di vista. Sii normale, ordinario, crea solo una comprensione maggiore, così potrai vedere.

Il denaro può essere usato, dovrebbe essere usato, può darti un mondo meraviglioso. Altrimenti, prima o poi, se sei contro il denaro, creerai un Paese sporco come l’India: tutto è sporco – ma gli indiani pensano di essere grandi spiritualisti. Tutto è diventato brutto, ma essi pensano di essere grandi anime, perché hanno rinunciato. Per questo le cose si trovano in un tale stato di bruttura. Essi pensano che la cosa da farsi sia chiudere gli occhi, e non guardare all’esterno.

Guardare l’esterno va bene, perché l’esterno è una creazione di Dio; ed è bene guardare all’interno, perché all’interno è seduto il Creatore. Entrambi sono perfetti. Gli occhi sono fatti per battere; non si presuppone che stiano sempre aperti, né si prevede che stiano chiusi per sempre. Sono fatti per battere – aprirsi e chiudersi, aprirsi e chiudersi. Questo è il ritmo – fuori e dentro, fuori e dentro.

Guarda all’esterno – lo splendore della creazione; guarda all’interno – lo splendore di Dio. E col tempo vedrai che l’interno e l’esterno si incontrano e si fondono e diventano uno.

Il denaro non è affatto un problema – a meno che tu non lo voglia far diventare un problema. Nel corso dei secoli, le cosiddette persone religiose si sono preoccupate molto del denaro. Non esiste inezia più grande! Né più grande preoccupazione. Giocaci! Se ne hai, godine; se non ne hai, godine. Cos’altro puoi fare, se non ne hai? Godine! E quando ne hai, cos’altro puoi fare? Godine! Non creare inutili problemi: il denaro è un giocattolo. A volte lo possiedi – giocaci.

Ma la mia sensazione è che le persone incapaci di giocare col denaro, rinunciano ai soldi – sono troppo serie in merito. Per questo si preoccupano troppo dei soldi, perché in profondità vi sono aggrappate.

Lo sapevi? Il primo discepolo del Mahatma Gandhi, Vinoba Bhave, non può guardare i soldi. Se gli porti una banconota da una rupia – qualcosa di insignificante, che non ha alcun valore economico – chiude gli occhi… ebbene, che attitudine è mai questa? E lo si ritiene un atteggiamento da grande santo; è elogiato in tutto il Paese, perché è libero dal denaro.

Se sei veramente libero dal denaro, perché chiudi gli occhi? Quella rupia è forse così attraente da farti chiudere gli occhi? Hai forse paura di saltare addosso a quell’uomo, se non chiudi gli occhi? Una ragione deve esserci; sembra un po’ ossessivo. Esiste una profonda paura – altrimenti perché chiudere gli occhi? Ti passano davanti un’infinità di cose, e tu non chiudi gli occhi – solo col povero denaro!

E il denaro non è nulla – è solo un espediente per scambiarsi delle cose. Ma la gente veramente avara in profondità, che si aggrappa, a causa di questo aggrapparsi, della propria avarizia, vive una profonda disperazione, è infelice. Essi pensano che il denaro ne sia responsabile. Non è il denaro a causare la loro infelicità, come può il denaro generare la tua infelicità? È l’avarizia che crea la tua infelicità.

Pensando che sia il denaro a causare infelicità, rinunciano al denaro, fuggono dal mondo del denaro. E a quel punto vivono nella paura costante; allora, nei loro sogni, di certo entrano nelle banche e aprono tesori, o cose simili – fanno l’amore coi soldi. È inevitabile che accada.

Il denaro non è un problema! Può essere usato! Se ne hai, usalo; se non ne hai, allora usa la libertà che nasce dal non averne. Questo è il mio approccio. Se sei ricco, godine; la ricchezza porta con sé cose che nessun povero potrà mai godersi. Io sono stato sia ricco che povero, e in tutta onestà ti dico: ci sono alcune cose che solo i ricchi possono godersi. Godine quando sei ricco. E di nuovo ti dico, sono stato sia ricco che povero, e ci sono alcune cose che solo i poveri possono godersi. E non c’è modo di goderle entrambe contemporaneamente.

Quindi, in ogni caso, qualsiasi cosa accada, godine. Un povero ha una sorta di libertà. La povertà implica una forma di pulizia, di rilassamento, di appagamento. La mente non è molto preoccupata; non c’è nulla di cui preoccuparsi. Puoi dormire benissimo; per un povero l’insonnia è impossibile. Quindi, dormi bene e russa, e godi la libertà che la povertà porta con sé.

E a volte, quando ti ritrovi ricco, godi la ricchezza, perché ci sono alcune cose che solo un ricco può godersi. Puoi possedere i quadri migliori sui tuoi muri; un povero non li può avere. Puoi avere in casa tua la musica migliore; il povero non può averla. Puoi creare un giardino Zen intorno alla tua casa; un povero non lo può avere. Puoi leggere poesia, puoi dipingere, puoi suonare la chitarra, puoi cantare, puoi danzare, puoi meditare – ti si aprono mille e una opportunità.

Il mio approccio è: in qualsiasi situazione, guarda semplicemente cosa ne puoi trarre. Se è la povertà, diventa un Buddha, inizia a vagabondare; prendi una ciotola per elemosine – e goditi la bellezza che solo un povero può avere. Non ha fissa dimora, oggi è qui, domani se n’è andato. È un flusso; non si aggrappa a un posto, non ha casa. Non si deve preoccupare perché le piogge stanno arrivando e il tetto dev’essere riparato. Non si deve preoccupare del fatto che qualcuno possa rubargli qualcosa – non ha nulla.

Goditi la povertà, quando sei povero, e goditi la ricchezza – in quel caso diventa un janaka, un imperatore, e goditi tutte le bellezze che con il denaro diventano raggiungibili.

Il mio approccio è globale. Non ti insegno a scegliere. Dico semplicemente: qualsiasi sia la situazione, la persona intelligente ne trarrà qualcosa di bello. La persona priva di intelligenza soffre: se ha soldi, soffre perché il denaro porta con sé preoccupazioni; non gode la musica che il denaro rende accessibile, la danza che il denaro rende accessibile, la pittura. Se ha soldi, non va sull’Himalaya per riposarsi, per meditare e cantare e urlare nelle valli e parlare alle stelle. Si preoccupa, perde il sonno, perde l’appetito – quando ha soldi fa la scelta sbagliata. E quest’uomo, se gli succede di diventare povero, se grazie a Dio diventa povero, ecco che soffre la povertà. In quel caso continua a preoccuparsi perché “Non ho questo e non ho quest’altro.” Hai la povertà! Godine!

Ma ci sono persone che in ogni situazione sbagliano: ovunque si trovino, scelgono sempre la parte negativa, e soffriranno. E ci sono persone – e io definisco intelligenti quelle persone, e vorrei che la mia gente fosse intelligente… ovunque vi trovate, cercate di godervi la situazione.

Nella mia infanzia è successo: una volta mio padre era molto in collera, per cui mi chiuse a chiave nel bagno. Io meditai! Che altro fare…? Dopo tre, quattro ore, lui si preoccupò. Era nel negozio, ma a disagio. Si preoccupò di cosa mi fosse successo, e da casa non era arrivata alcuna notizia – la mamma non aveva mandato alcun messaggio, nessun servitore era venuto a dirgli cosa mi era accaduto. Ero scomparso? O cos’altro? Oppure qualcuno aveva aperto la porta del bagno? Per cui non riuscì a lavorare, dovette venire a vedere.

Si avvicinò e ascoltò e c’era silenzio. Bussò e io gli dissi: “Non disturbarmi.” Quella fu l’ultima volta che mi punì a quel modo. Non aveva senso! Disse: “Ero così preoccupato che non riuscivo a stare in negozio – sono dovuto venire.”

Dissi: “Che assurdità! lo mi stavo divertendo.”

Nella mia scuola, durante l’infanzia, nella seconda elementare, il mio insegnante era molto severo e aveva l’abitudine di punire ordinando: “Fai sette giri di corsa intorno alla scuola, svelto!” E mi diede questa punizione – fai sette giri – dissi: “Perché non diciassette?” Chiese: “Sei matto?” Dissi: “Un esercizio così bello… lo vorrei fare ogni mattina!”

E iniziai a farlo tutte le mattine. Mi vedeva e si dava dei colpi in testa – diceva che avevo distrutto la sua punizione, facendone un esercizio. L’avevo usato! A quel punto smise di punirmi.

Perché non usare un’opportunità, qualsiasi essa sia? E se sei attento, puoi cogliere opportunità ovunque – perfino la prigione, puoi usarla come una grossa opportunità. Viceversa, ci sono persone libere sotto il cielo che non usano quell’opportunità.

Denaro o non denaro, casa o non casa… ciò che conta non è ciò che dovresti avere: l’importante è ciò che dovresti fare, qualsiasi cosa tu abbia.

Lo vedi? La mia enfasi è del tutto diversa. Tu scompari… e poi lasci che le cose accadano. Se ti senti bene a vivere nel mondo degli affari, allora questo sarà naturale, perché esistono negozianti nati. Non pensare che esistano solo poeti nati – è sbagliato. Ci sono anche negozianti nati. Qualsiasi cosa tu faccia di loro, diventeranno negozianti; ovunque si trovino, apriranno un negozio. È inevitabile!

Non hai sentito di quell’ebreo?

Una nave era in viaggio e fu attaccata da un coccodrillo – un grosso coccodrillo, veramente gigantesco. E la gente iniziò a lanciargli in bocca di tutto – sedie e oggetti, tavoli e una borsa di aranci, e alla fine l’ebreo. Ma ogni volta il coccodrillo tornava all’attacco. Alla fine si resero conto: “Tutto questo non servirà. Continuiamo a dargli cose; per qualche istante il coccodrillo si distrae, poi torna all’attacco.” Per cui, tutti insieme decisero di attaccarlo e gli squarciarono la pancia – e cosa videro? Ci crederesti? L’ebreo era seduto sulla sedia, il tavolo era di fronte a lui, aveva aperto la borsa di arance e le stava vendendo alle persone che erano state mangiate dal coccodrillo prima di lui!

È inevitabile… dove potrai mai andare? Ci sono negozianti nati. Pertanto, se sei un negoziante nato, anche quando sarai scomparso, rimarrai nel mondo degli affari. Ma allora la cosa avrà una qualità del tutto diversa – ne godrai. È il mondo di Dio! Un bellissimo sogno. Saprai che quei clienti sono clienti sognati, e le cose che tu darai loro sono solo sogni, e il denaro che fai è solo un sogno – ma perché non goderne? Quella gioia non è un sogno.

Lascia che te lo ricordi ancora: tutto è sogno, ma se riesci a goderne consapevolmente, quella gioia non è sogno – quella gioia è la meta di tutte le religioni. E se tutto è sogno, puoi goderne di più. In questo caso, non c’è nulla di cui preoccuparsi. Se arriva il successo, bene; se arriva il fallimento, bene.

Fonte: leviedellaricchezza.com