Edgar Cayce: il profeta dell’inconscio

Edgar Cayce: il profeta dell’inconscio

 

Edgar-Cayce
Edgar Cayce: il profeta dell’inconscio

Passato alla storia come il “profeta dormiente”, Edgar Cayce (pronuncia: “chèisi”) è molto conosciuto negli ambienti che si occupano di spiritualità e di argomenti metafisici, ma è praticamente ignoto al resto del mondo.

Il motivo è molto semplice: poichè Cayce sosteneva di “saper vedere nelle vite passate” delle persone, e poichè questo non è verificabile in maniera scientifica, per la cultura mainstream il fatto semplicemente “non sussiste”. Altrettanto dicasi per le predizioni del futuro, che Cayce ha fatto più volte, ma che restano difficili da confermare o da smentire, poichè raramente legate ad una data precisa. L’esempio più famoso è certamente quello in cui Cayce indicò l’esistenza di una stanza sigillata sotto la zampa della Sfinge, nella quale sarebbero racchiusi i segreti lasciatici in eredità dagli Atlantidei, la razza umana che – secondo alcune teorie – avrebbe preceduto la nostra su questa terra. Per ora la stanza non è stata trovata (anche se un team di ricercatori sostiene di aver individuato una cavità vuota, con il sonar, proprio sotto la Sfinge), ma Cayce disse anche che la stanza sarebbe stata aperta “solo quando l’umanità fosse stata pronta a comprendere il significato di ciò che contiene”. Insomma, chi vuole ovviamente ci può credere, ma queste cose sembrano a prima vista destinate a restare relegate al mondo della “superstizione”. In realtà la documentazione sulla vita di Edgard Cayce è abbondantissima, e da questa si possono trarre molte conclusioni valide ed accertabili. [1]

Nato nel 1877 nelle campagne del cristianissimo Kentucky, Edgar Cayce si accorse fin da piccolo di avere dei particolari poteri psichici: poteva parlare a piacimento con lo spirito del nonno defunto – sosteneva – e spesso si ritrovava a giocare con piccoli “amici immaginari” che lui diceva essere spiriti dell’aldilà. Quando Cayce aveva 14 anni fu colpito alla spina dorsale da una pallina da baseball, e rimase svenuto per diverse ore. Fu chiamato un dottore, ma il piccolo Edgar non rinveniva. Continuava a straparlare, come se fosse in trance, e ad un certo punto dettò una strana ricetta per un impacco che doveva venirgli applicato sulla schiena. La ricetta era talmente bizzarra che il dottore non pensò minimamente di far preparare l’impacco, mentre tutti iniziavano a temere che il ragazzo fosse impazzito. La nonna di Edgar invece preparò l’impacco, seguendo le istruzioni dettate dal ragazzino “in trance”, e questi in poche si rialzò, completamente guarito.

La prima cosa che lo rese “famoso”, nella cittadina dove abitava, fu la sua capacità di dormire con un libro sotto il cuscino, e di saperne recitare l’intero contenuto il giorno seguente, senza mai averne aperto una sola pagina. Questo fenomeno attrasse la curiosità di molti “scettici”, che misero Cayce alla prova svariate volte, ma solo per convincersi ogni volta che si trattasse davvero di una sua capacità particolare. Fu proprio questa capacità a regalare al giovane Edgar il primo impiego nella più importante libreria della città, poichè si era dimostrato in grado di memorizzare senza fatica l’intero catalogo dei libri disponibili. Gli era bastato dormire con il pesante catalogo sotto il cuscino, ed il giorno seguente sapeva a memoria la collocazione, l’editore e l’autore degli oltre 1000 volumi disponibili al pubblico.

Per capire meglio l’avventura umana di Edgar Cayce, bisogna tener presente che gli anni a cavallo del ‘900 videro, in America, una vera e propria esplosione nell’interesse per i fenomeni paranormali: maghi, ipnotizzatori e veggenti di ogni tipo si aggiravano per le città e per le campagne, intrattenendo un pubblico facilmente impressionabile con i loro spettacoli e i loro trucchi da baraccone. Fra questi mille ciarlatani c’era però anche qualcuno che aveva preso a studiare seriamente certi fenomeni, come quello dell’ipnosi. Il fatto che si riuscisse a far fare ad un soggetto ipnotizzato praticamente qualunque cosa rappresentava, per la maggioranza di loro, una sicura fonte di successo: non è difficile far schiattare il pubblico dalle risate, se convinci un soggetto sotto ipnosi di essere Beethoven, e poi gli chiedi di suonare il pianoforte, nonostante lui non abbia mai toccato una tastiera in vita sua. Per altri invece, dottori soprattutto, lo stato di ipnosi rappresentava l’indicazione dell’esistenza di un intero universo – quello dell’inconscio – ancora tutto da esplorare.
Ed è propio grazie ad uno di questi dottori, Al Layne, che Edgar Cayce venne a scoprire il talento eccezionale di cui la natura lo aveva dotato.
Verso i ventidue anni Edgar Cayce aveva perso inspiegabilmente la voce, e da un giorno all’altro si ritrovò a poter parlare solo con un flebile sospiro. Diversi dottori lo visitarono, e fu chiamato persino un “luminare” dall’Europa, ma nessuno di loro riusciva a trovare la causa di questo improvviso impedimento. Gli furono date cure generiche per la laringite, ma il disturbo non passava, anzi peggiorava, e nell’arco di qualche mese Cayce riusciva solo più a comunicare con carta e matita. Il caso era ormai noto in tutta la città, quando si trovò a passare da quelle parti un noto ipnotizzatore, Stanley Hart, che vide subito in Edgar Cayce una grande oppurtunità per fare spettacolo. Fu organizzato un evento apposito, al locale teatro dell’opera, mentre l’ipnotizzatore annunciava pubblicamente che sarebbe riuscito a guarire Cayce mettendolo sotto ipnosi.

Con grande sorpresa della platea gremita, non appena Cayce andò in trance tornò a parlare con la sua voce normale. L’applauso fu scrosciante, il miracolo sembrava compiuto, e l’ipnotizzatore già si immaginava che il mondo intero avrebbe parlato di lui. Ma ancora più grande fu la sorpresa di tutti quando Cayce, uscito dal trance, tornò a parlare con il solito flebile sospiro. L’esperimento fu ripetuto più volte, ma in ciascun caso il risultato fu identico: sotto ipnosi Cayce parlava normalmente, ma appena risvegliato tornava a sospirare in modo incomprensibile. Fu a quel punto che il dottor Layne ebbe un’intuizione geniale: dopo aver saputo dalla famiglia che già da piccolo Cayce aveva dettato, in apparente stato di trance, la ricetta per guarire dal colpo alla schiena, pensò di ripetere la procedura chiedendo a Cayce stesso quale fosse la soluzione del suo problema alla gola.

Alla presenza di tutta la famiglia, Cayce fu messo sotto ipnosi dal dott. Layne, che iniziò a porgli delle domande sul suo disturbo alla voce. Cayce fece passare alcuni secondi, poi rispose con tono chiaro e sicuro: “Abbiamo di fronte a noi il corpo di Edgar Cayce. Nel suo normale stato fisico questo corpo è incapace di parlare, a causa di una paralisi parziale dei muscoli inferiori delle corde vocali, prodotta da una contrattura nervosa. Si tratta di una condizione psicologica che produce un effetto fisico, che può essere rimosso aumentando la circolazione sanguigna nelle parti colpite, mentre il soggetto si trova in questo stato inconscio“. Senza stare a fare troppe domande, il dott. Layne ordinò a Cayce: “Aumenta la circolazione sanguigna nelle parti colpite”. Dopo qualche secondo Cayce rispose: “La circolazione sta aumentando“. A quel punto il dottore, i familiari e gli altri presenti assistettero a qualcosa di assolutamente straordinario: videro la gola di Cayce gonfiarsi progressivamente, mentre il colore della pelle passava dal rosato al rosa scuro, e poi al rosso pieno. Il collo si era talmente gonfiato che fu necessario slacciare il bottone della camicia, per permettere a Cayce di respirare.

Passarono 20 minuti in queste condizioni, durante i quali tutti rimasero con il fiato sospeso. Dopodichè Cayce disse: “Ora è tutto a posto. Il disturbo è stato rimosso. Le corde vocali sono perfette. Suggerite che la circolazione torni normale, dopodiché sia risvegliato il corpo“.
Il dottore eseguì anche questa istruzione: “Che la circolazione ritorni normale – disse – dopodiché il corpo sia risvegliato”. Tutti osservarono il collo di Edgar che si sgonfiava, mentre il colore tornava dal rosso pieno al pallido rosa iniziale. Qualche minuto dopo Cayce si risvegliò, del tutto inconsapevole di quanto era successo. Per prima cosa cercò un fazzoletto, tossì e sputò una notevole quantità di sangue. Dopodichè si guardò in giro, si rischiarò la gola, e con estremo stupore disse: “Heilà. Posso parlare!” Talmente stupiti erano rimasti i presenti da quella guarigione, che solo in seguito, ricostruendo le “istruzioni” di Cayce parola per parola, si resero conto che Edgar aveva parlato nella prima persona plurale: “abbiamo qui davanti il corpo fisico di Edgar Cayce”, aveva detto la sua voce, suggerendo sia una “pluralità” nella fonte che un distacco della medesima dalla persona fisica che parlava.

Solo dopo lunghi anni di una tormentata ricerca personale Cayce sarebbe riuscito a trovare una spiegazione plausibile di questo fenomeno, che avrebbe richiesto prima di tutto una risoluzione al pesante conflitto che esso presentava con la sua fede cristiana. La notizia della sua straordinaria auto-guarigione si diffuse velocemente in città, è molto presto iniziarono ad arrivare a Cayce richieste di persone malate, che volevano sapere come curare i propri disturbi. Questo diede inizio a quella che sarebbe diventata l’attività principale di Cayce per il resto della sua vita, ovvero i cosiddetti “readings” (letteralmente “letture“) di tipo medico, che avrebbe fatto – gratuitamente – per chiunque glielo avesse chiesto. Le sedute si svolgevano in questo modo: il dottor Layne (ed in seguito altre persone) riceveva la richiesta di un reading da parte di un paziente, al quale veniva chiesto di indicare il nome ed il posto in cui si sarebbe trovato al momento del reading. Dopodiché il dottore metteva Cayce in trance, e gli sottoponeva il caso della persona malata. A quel punto Cayce iniziava a descrivere l’esatta sintomatologia del paziente, con le relative cure che andavano effettuate. Il dottore prendeva nota di tutto, dopodichè spediva al paziente – oppure al suo medico curante – sia la diagnosi che la cura prescritta.

Quando Cayce si svegliava dal trance, non sapeva assolutamente nulla di quello che aveva detto. Dopo un po’ di tempo, cominciarono ad accumularsi nel suo ufficio lettere di risposta entusiastiche, da parte dei vari pazienti, che si dichiaravano stupefatti per la precisione della diagnosi effettuata, che spesso coincideva alla perfezione con quella fattagli dal medico curante. I problemi casomai nascevano al momento di applicare la cura, poiché i rimedi proposti da Cayce non erano certo quelli che la medicina del tempo considerava ortodossi. Accadeva così che spesso molti medici curanti attribuissero la precisione della diagnosi ad una qualche capacità di chiaroveggenza di Cayce, mentre cestinavano sdegnati la cura proposta, in quanto a loro appariva del tutto priva di senso.

Coloro che invece “osavano” applicare la cura con precisione, immancabilmente guarivano. Dopo la morte di Cayce fu fatta una ricerca su scala nazionale, basandosi sui 14.000 readings che nel frattempo erano stati catalogati ed archiviati, per interpellare tutti i pazienti ancora in vita che avevano seguito le cure prescritte da Cayce. Risultò così che circa il 90% di loro era effettivamente guarito dalle proprie malattie, mentre l’insuccesso del restante 10% era attribuibile, nella maggioranza dei casi, ad una errata applicazione della terapia prescritta. Di certo si può affermare che Cayce ci abbia lasciato in eredità, nel campo della medicina e della salute, una serie di insegnamenti pratici assolutamente unici e preziosi. La maggior parte delle sue “ricette strampalate” infatti sarebbe risultata in seguito la quintessenza di quella che oggi chiamiamo medicina olistica.

L’essere umano, secondo Cayce, è composto da tre elementi, separati ma complementari: mente, spirito e corpo. Solo con la completa armonia di questi elementi si può avere la piena salute dell’individuo. Mentre noi percepiamo solo la presenza fisica della persona, è la mente che condizione e determina tutti gli aspetti della sua esistenza, compresi naturalmente la malattia e la guarigione. (Cayce era stato il primo a sperimentare su se stesso ciò che in seguito sarebbe stato definito “effetto psicosomatico”, quando la Fonte gli rivelò che la paralisi alle corde vocali era dovuta ad un conflitto irrisolto di tipo personale).

Quando iniziarono a giungere questi riscontri positivi, un gruppo di dottori concittadini di Cayce volle vederci più chiaro. Fu formato un comitato di “luminari”, che seguì da vicino il lavoro di Cayce per oltre un anno, prendendo nota di tutto quello che accadeva. Alla fine di questo periodo i sei dottori confermarono non solo l’accuratezza assoluta delle diagnosi fatte da Cayce su persone che non aveva mai conosciuto, ma furono soprattutto colpiti dal fatto che Cayce, in trance, dimostrasse una perfetta ed assoluta conoscenza dell’anatomia e della fisiologia del corpo umano – cose che naturalmente non aveva mai studiato in vita sua. Cayce non aveva nemmeno completato la terza media. In un caso particolare, Cayce fu messo alla prova da un famoso dottore della città, che volle ipnotizzarlo personalmente, e chiese di restare solo con lui durante tutta la seduta. Al momento del risveglio, Cayce ricorda che il dottore stava in piedi accanto alla porta, pallido e tremante, evidentemente sconvolto da quello che era uscito dalla sua bocca. In seguito il dottore rivelò a Cayce che durante la seduta gli aveva posto delle domande molto personali – non certo di tipo medico – sulla sua vita privata, e che Cayce gli aveva descritto fin nel minimo dettaglio avvenimenti del suo passato ai quali certamente non poteva aver assistito.

Fu così che Cayce si rese conto non solo di poter “leggere“ a distanza lo stato di salute di un paziente, ma di poter anche “visitare“ un qualunque momento della sua vita passata, trovandosi in grado di descrivere per filo e per segno tutto quello che era accaduto. Cominciò ad apparire evidente che le informazioni riportate da Cayce non provenissero da lui, ma da una “entità” situata esternamente al suo corpo fisico, e collocata su un piano “spazio-temporale” diverso dal suo. Cayce accettò con grande umiltà l’idea di essere un semplice canale di comunicazione per quell’entità, che lui iniziò a chiamare “the Source”, ovvero “la Fonte”. Per quanto Cayce evitasse accuratamente di farsi pubblicità, le notizie sulle sue straordinarie capacità cominciarono a diffondersi un po’ dappertutto. In un caso particolare gli arrivò la richiesta di un reading da parte di una famiglia canadese, la cui figlia era rimasta uccisa in un caso di omicidio che non era mai stato risolto.

Una volta ricevute le informazioni necessarie, Cayce fu in grado di indicare con esattezza assoluta chi fosse stato l’assassino, per quale motivo avesse agito, e dove avesse gettato l’arma del delitto, che fino a quel giorno non era stata trovata. Talmente stupefacente fu la sua rivelazione, che la polizia canadese inoltrò alle autorità locali una richiesta di estradizione per Cayce, poichè lo riteneva in qualche modo coinvolto nel delitto. Solo quando fu spiegato loro chi fosse Edgar Cayce, e come avesse ottenuto quelle informazioni, la richiesta di estradizione fu ritirata.

Naturalmente, di fronte a questo genere di successi cominciarono ad arrivare a Cayce anche richieste di particolare “interesse economico”. In un caso specifico, uno strano personaggio si rivolse a Cayce affinché gli rivelasse l’esatta collocazione di un tesoro che si diceva essere stato nascosto dalle sue parti. La risposta che venne data in quel reading fu particolarmente significativa: “Il tesoro in effetti esiste, e si trova nelle vicinanze della località indicata. Ma il tesoro non appartiene alla persona che ha fatto la richiesta, per cui le indicazioni non saranno date“. Fine delle comunicazioni. Nel corso degli anni Cayce avrebbe imparato che tutte le richieste di informazioni intese a soddisfare egoismo e avidità personali non sarebbero state soddisfatte, mentre le informazioni finalizzate ad un gesto altruistico, anche se “a scopo di lucro”, sarebbero state date.

Questo fu confermato in pieno dalla vicenda di un certo Morton Blumenthal, l’uomo che divenne il finanziatore di Cayce nella seconda parte della sua vita. Blumenthal si era profondamente convinto della portata umanitaria delle capacità di Cayce, e voleva far costruire un ospedale in cui Cayce potesse far curare direttamente i pazienti a cui aveva fatto la diagnosi. In questo caso “la Fonte” fu molto generosa nell’offrire periodicamente precise indicazioni sull’andamento della borsa, grazie alle quali Blumenthal potè decuplicare in poco tempo il proprio patrimonio, e costruire l’ospedale in cui far lavorare Cayce. (L’edificio fu costruito a Virginia Beach, ed è diventato oggi la sede dell’A.R.E., l’associazione che si occupa di diffondere nel mondo tutte le informazioni sul lavoro e sulla vita di Edgar Cayce).

Della Fonte però bisognava fidarsi incondizionatamente, che i suoi suggerimenti sembrassero sensati o meno, e questo Blumenthal lo imparò a proprie spese. Pochi giorni prima del famoso crollo della borsa del ‘29, “la Fonte” aveva avvisato Blumenthal di vendere al più presto tutte le azioni di cui era in possesso. Ma, poiché l’andamento del mercato azionario in quel momento era ottimo, Blumenthal non diede retta al consiglio, e perse praticamente tutto quello che aveva in un solo giorno. Per quanto Cayce si prestasse volentieri alle richieste di reading più svariati (i readings medici erano gratuiti, per tutti gli altri si pagava una piccola somma di denaro), nella seconda parte della sua vita sviluppò un profondo interesse per la sua capacità di vedere nel passato delle vite altrui. Aveva infatti scoperto che non solo poteva rivivere qualunque momento del passato di una persona, ma poteva anche rivivere le esperienze che questo individuo aveva fatto sulla terra nelle vite precedenti. Naturalmente, mentre era possibile verificare l’accuratezza del passato di una persona vivente, non era possibile verificare che questa persona fosse davvero esistita sulla terra in una vita precedente. Ma a quel punto la Fonte aveva dato a Cayce sufficienti informazioni sui meccanismi e sui cicli della vita, sulle origini e sulla natura stessa dell’umanità, perché Cayce divenisse profondamente convinto che la reincarnazione sia un fatto reale.

Questo lo pose inizialmente in conflitto con la religione cristiana, che invece esclude categoricamente la reincarnazione, e sostiene che l’esistenza umana sulla terra avvenga una volta sola, dopodiché dobbiamo tutti affrontare il “giudizio individuale“ (e poi quello “universale”). Ma Cayce, con l’aiuto della Fonte, riuscì a far quadrare il cerchio senza dover respingere in toto il credo cristiano, che ormai si era profondamente radicato in lui. La Fonte infatti gli mostrò come certi passaggi biblici potessero essere letti tranquillamente come una conferma della reincarnazione, e questo tranquillizzò decisamente il devotissimo Edgar. In quel periodo Cayce non poteva sapere che in realtà il cristianesimo originale insegnasse la reincarnazione, e che questo concetto fosse stato rimosso dai Padri della Chiesa nel lungo processo che portò alla definizione del cristianesimo attuale. Gli studi storici di questo tipo infatti erano iniziati da poco tempo, e di certo i risultati non erano ancora giunti nelle piccole cittadine di provincia come la sua.

Quando invece, qualche anno più tardi, esplose in tutto il suo fragore la questione del “Cristo storico”, gli amici di Cayce pensarono subito di ricorrere alle sue capacità psichiche per risolvere l’importante quesito. Fu organizzato un reading apposito, durante il quale fu chiesto a Cayce: “Chi era Gesù?”. Cayce rispose senza la minima esitazione che Gesù era un predicatore vissuto in Palestina ai tempi di Erode. Questo predicatore era nato ed era stato allevato nella comunità degli Esseni, una setta religiosa che nel secolo precedente si era ribellata ai rabbini di Gerusalemme, e si era stabilita in una località desertica sulle rive del Giordano, chiamata Qumran. Detta oggi, questa affermazione non fa certo scalpore, visto che esiste addirittura una teoria, completa e ben documentata, sull’ipotesi che Gesù sia stato davvero un esseno. Ma questa documentazione fu scoperta solo nel 1947 (dopo la morte di Cayce), quando furono trovati i cosiddetti Rotoli del Mar Morto, che contenevano un resoconto dettagliato sulla vita della comunità degli Esseni a Qumran. Prima di allora degli Esseni si sapeva molto poco, nessuno sapeva esattamente dove avessero vissuto, e di certo nessuno aveva mai avanzato l’ipotesi che Gesù fosse stato uno di loro. Cayce aveva indicato tutto questo in un reading datato 1936, ovvero 11 anni prima del ritrovamento del Rotoli.

L’intero percorso di ricerca fatto da Cayce sulle questioni di tipo religioso-spirituale è estremamente interessante, ma esula dalle ambizioni di questo articolo, poichè ci porterebbe nei meandri di una speculazione filosofica su cui non abbiamo elementi di riscontro.
In estrema sintesi diremo soltanto che, secondo Cayce:

1 – La vita nell’Universo è regolata dalla legge del karma, secondo la quale le anime attraversano un certo numero di cicli vitali, sotto forma di esistenza umana, finchè raggiungono la conoscenza e la purezza sufficienti per tornare alla loro origine creatrice.

2 – L’elemento principale che determina il loro percorso sulla terra è il libero arbitrio. In qualunque momento della sua esistenza è sempre l’individuo a determinare l’esito ultimo degli avvenimenti in cui è coinvolto. In diverse occasioni Cayce avrebbe dichiarato – sempre in stato di trance – che “nemmeno il Creatore è davvero in grado di prevedere con precisione l’esito di un certo evento”. (Questo richiama da vicino certi aspetti della fisica quantistica, proponendo una curiosa consonanza fra scienza moderna e metafisica).

3 – La finalità del percorso di crescita degli esseri umani (inteso nell’insieme dei loro cicli vitali) è di abbandonare la tendenza a soddisfare gli impulsi egoistici di tipo materiale, a favore di un comportamento altruistico, che abbia come scopo ultimo la realizzazione di appartenere tutti ad una singola “umanità”. (E’ in questa luce, fra le altre cose, che in seguito Cayce avrebbe spiegato la strana “abitudine” della Fonte di parlare sempre al plurale).

I punti essenziali sopra descritti coincidono sostanzialmente con le dottrine spirituali dell’Oriente – India e Tibet soprattutto – e si trovano riflesse nella cosiddetta “teosofia”, la dottrina spirituale importata proprio in quel periodo in Europa da Mme. Blavatsky, e poi sostenuta anche da Rudolf Steiner. Ma Cayce non conosceva nè la Blavatsky nè Steiner – nè di certo conosceva nel dettaglio le dottrine orientali – e questo rende la sua testimonianza ancora più significativa ed interessante.

In ogni caso, che Cayce abbia descritto o meno la reale natura della Vita e dell’Universo, la sua esperienza e la sua vita rappresentano certamente un caso da studiare e da approfondire, per chiunque sia interessato ad un percorso di arricchimento personale. Tali percorsi infatti sono quasi sempre caratterizzati da grandi domande, e molto meno spesso da risposte precise.

Massimo Mazzucco

Riferimenti:
“Edgar Cayce. An American prophet” – Sidney Kirkpatrick
“There is a river” – Tom Sugrue
“No soul left behind” – Robert Smith

“There is a river“ (“Vi è un fiume”) fu la prima biografia di Edgar Cayce, e fu scritta dall’autore Tom Sugrue quando Cayce era ancora in vita. Da allora il libro, che rese Cayce famoso in tutta Anerica, è stato ristampato dozzine di volte, persino come audio-book. Altre biografie, scritte in seguito da altri autori, hanno incorporato anche tutta la documentazione lasciata da coloro che vissero intorno a Cayce, permettendo di ricostruire con grande accuratezza tutti i passaggi più importanti della sua vita. Tutta la documentazione originale su Edgar Cayce – compresi 14.000 “readings” che fece nel corso della sua vita – si trova preso la sede dell’A.R.E. situata in Virginia. Segnaliamo anche il sito ufficiale di Edgar Cayce in italiano.

Nell’amore ogni vita è stata data, nell’amore tutte le cose si muovono. Nel dare si riceve. Nel dare si acquisisce. Nel dare l’amore arriva come l’appagamento del desiderio, guidato, indirizzato nel modo che porta la conoscenza più perfetta dell’applicazione del sé in rapporto con l’influenza universale, onnipotente, che tutto guida, tutto divina nella vita – o è la vita. 345-1
Edgar Cayce