Evoliani a 5 stelle? Commento di Piero Cammerinesi

EvolianiEvoliani a cinque stelle? Un po’ come dire ‘guerra umanitaria’ o ‘silenzio assordante’, un vero e proprio ossimoro, insomma.

Da una parte abbiamo un personaggio – Julius Evola – che rigetta integralmente il concetto stesso di egualitarismo e dall’altro un Movimento – il M5S – che parte dal principio di “uno vale uno”.

Da una parte un pensatore – Evola – che ritiene fondamentale la gerarchia, basata sulla differenziazione degli individui e dall’altra il M5S che addirittura ‘ribalta’ la piramide, affermando che chi governa non è che il servitore di chi l’ha eletto.

Da una parte un filosofo – Evola – che disprezza vigorosamente la stessa idea del partito politico, il quale rappresenta il trait d’union tra base e vertice della piramide sociale e dall’altra un Movimento che fa della democrazia plebiscitaria la base dell’azione trasformatrice della società.

Da una parte un pensatore – Evola – che, considerando il progresso alla base del declino della società attuale è, per definizione, anti-moderno, dall’altra il M5S che fa della modernità – dall’uso della rete alle stampanti in 3D, dal rifiuto della Tv in favore dei blog al voto elettronico – il proprio vessillo e il proprio segno distintivo.

Dunque due realtà perfettamente antitetiche.

Nulla come la fedeltà alla Tradizione è più emblematico della figura di Evola, il quale contrappone frontalmente, in Rivolta contro il mondo moderno, il mondo tradizionale al mondo moderno imputando a quest’ultimo la responsabilità per il crollo dei valori tradizionali, la perdita della guida spirituale e del principio di autorità ed il conseguente declino dell’Occidente con annesso palesarsi del quarto o ‘quinto stato’.

Scrive Evola: “Sono sempre più convinto che a chi voglia difendere e realizzare senza compromessi di sorta una tradizione spirituale e aristocratica non rimanga purtroppo, oggi e nel mondo moderno, alcun margine di spazio; a meno che non si pensi unicamente a un lavoro elitario”.

Dunque anti-modernità contro esaltazione del progresso, gerarchia contro democrazia, tradizione contro rinnovamento, élite contro massa.

Tuttavia l’interpretazione anti-moderna della Tradizione è solo una delle interpretazioni possibili. Come giustamente nota Massimo Scaligero, è possibile un’interpretazione opposta: “oltre la dialettica, la Tradizione dovrebbe essere l’impulso più moderno, perché il più antico. ln verità ciò che è decadente del mondo moderno appartiene al passato, ossia a ciò che è morto, disanimato, inattuale, del passato”(1).

Scaligero si richiama a una Tradizione non semplicemente tramandata e studiata ma a una traditio perennis fondata sull’esperienza di quelle stesse forze da cui a suo tempo è sorta la Tradizione.

Pertanto egli afferma – di fatto ribaltando le conclusioni di Evola – che in una direzione discendente, o di ‘caduta’ – quella del mondo moderno – “si dovrebbe avere la saggezza di non identificare la Tradizione con la spiritualità incapace di arrestare il decorso verso l’”età oscura”(2).

Vale a dire che se identifichiamo nella Tradizione – intesa come traditio perennis – un potere realmente originario, ebbene questo non può decadere “non può non dominare il proprio processo, anche quando questo assume la forma di mondo moderno: non può non volere ancora se stesso mediante tale mondo.

Perciò un cercatore dell’Originario non rifiuta il mondo moderno, ma cerca come mediante questo operi ancora l’Originario: che cosa veramente l’Originario abbia voluto attraverso la più bassa esperienza del sensibile. Il vero elemento di ‘caduta’ o di ‘oscurità, è la rinuncia a tale compito, in nome dell’assunto tradizionale”(3).

In sostanza il rifiuto della modernità di Evola è in qualche modo un rifiuto di comodo, un rifugiarsi nella Tradizione sfuggendo al cimento di rinnovare tale Tradizione attraverso l’impegno noetico; i tradizionalisti – sottolinea Scaligero quando parlano della Tradizione, “consumano gli anni migliori della loro vita a inseguire l’ideale ‘tradizionale’, senza minimamente sospettare che con ciò essi sfuggono al compito di realizzare la Potenza allusa: la sognano, la amano, ma non la realizzano. Per realizzarla, dovrebbero afferrare le forze del mito di cui vivono, l’immagine della Tradizione: ma ciò non possono, perché segretamente non le vogliono; non scorgono le forze che vivono nei pensieri la cui espressione dialettica li avvince”(4).

Questo il limite del ‘tradizionalismo’ cui oggi si rifanno epigoni dei romantici e cavallereschi idolatri dell’anti-modernità e che paventano il trionfo della ‘canaille’ tanto disprezzata da Nietzsche o del ‘quinto stato’, “una sostanza informe, nemica di un proprio ordine, asociale manifestantesi precipuamente in fenomeni epidemici di una delinquenza tipica”(5).

Tuttavia il ‘quinto stato’, che oggi sembra voler trionfare sull’Occidente, potrebbe avere una genesi diversa da quella ipotizzata dal Berl; potrebbe essere stato voluto e pianificato a tavolino da chi vuole impartire una determinata direzione allo sviluppo dell’umanità.

Così come determinati movimenti, che si propongono in forma d’opposizione – il cui regolare ripresentarsi nella storia moderna dovrebbe far riflettere – non sempre lo sono nella sostanza. In realtà la storia fornisce ampie indicazioni di come, nella maggior parte dei casi, gli apparenti contrasti destra-sinistra, governo-opposizione siano stati funzionali al mantenimento del potere da parte delle élite dirigenti.

 Come ben illustrato in questo dialogo tratto dallo splendido e profetico romanzo Quell’orribile forza di C.S.Lewis:

Sono giornali di destra o di sinistra che pubblicheranno tutte queste sciocchezze su Alcasan?».

“Tutti e due, tesoro, tutti e due” assicurò Miss Hardcastle. “Non capisci proprio niente? Non è forse essenziale tenere sulla corda una sinistra e una destra altrettanto spietate, e fare in modo che si terrorizzino a vicenda? È così che noi riusciamo a fare quello che vogliamo. Ogni opposizione all’INCE viene presentata come strategia della sinistra nei giornali di destra, e nei giornali di sinistra come strategia della destra. Se la cosa viene manovrata per bene, le due parti cercheranno di superarsi a vicenda nel sostenerci… per confutare la calunnia degli avversari. È ovvio che noi siamo apolitici. Il vero potere lo è sempre”(6).

Per i poteri forti – sempre apolitici – il modo migliore per dominare è sempre stato quello di inventare finti contrasti, di controllare l’opposizione, infiltrandola o addirittura creandola.

Come avvenne, ad esempio, nell’Italia del secondo dopoguerra con l’applicazione del protocollo di operazione psicologica (Psyops) denominato Chaos, che consisteva “nell’infiltrare in gruppi, associazioni e partiti dell’estrema sinistra extraparlamentare europea (Italia, Francia, Gran Bretagna, Spagna e Repubblica Federale Tedesca) propri agenti con il compito di strumentalizzare i movimenti per portarli a compiere gesti violenti ed atti terroristici così da creare caos nella società, determinare un rifiuto dell’ideologia comunista ed indurre l’opinione pubblica a richiedere che venga ristabilito l’ordine secondo la logica di ‘destabilizzare per stabilizzare’”.(7)

 Appare dunque evidente che in questa fase dell’evoluzione storica si rende necessaria un’analisi approfondita e spregiudicata della realtà politica e sociale.

Ora – per tornare al discorso iniziale – una volta verificata l’antiteticità di evoliani e pentastellati, probabilmente sarebbe opportuno domandarci se veramente “Il sistema democratico rappresentativo [abbia] dovuto ammettere, per la prima volta dal dopo-guerra ad oggi, di essere stato destabilizzato dalla, vincente, radicale contestazione attuata dal M5S”(8)?

E per farlo bisogna forse guardare alla più recente cronaca politica – ma con l’occhio dello storico più che del cronista – e domandarsi quali risultati siano stati realmente conseguiti da questo Movimento, di cui attualmente non mi sembra che “il regime, [abbia] di che preoccuparsi”(9). Mi appare, purtroppo, evidente che l’unico risultato ottenuto sia stato quello di permettere il consolidamento del ‘partito unico’ vale a dire il realizzarsi di quello che a parole il M5S stesso indicava come lo scenario peggiore.

A parte le “spietate denunce”, dov’è il “micidiale colpo”?

A quale concreta situazione ha portato – a oggi – il trionfo elettorale del M5S?

Per ora solo all’effettivo annientamento di ogni efficace opposizione nel nostro Paese, consegnando di fatto la nazione nelle mani di una classe politica corrotta e ormai sempre più certa della propria sostanziale impunità. E ciò nonostante le capacità, l’entusiasmo e la sostanziale purezza e moralità di gran parte degli eletti M5S in Parlamento e la validità del programma.

Personalmente nutro qualche dubbio sull’assunto della “profondità dell’azione di risveglio, civico ed etico, esercitata dal M5S su milioni di cittadini italiani(10)” se mai ritengo valido il contrario, vale a dire che il risveglio di molte cosceinze ha permesso il nascere e l’affermarsi di una voce di radicale dissenso nel panorama omologato della politica italiana.

Purtroppo le cose non sono sempre come appaiono e sovente non è così intuitivo giudicare gli accadimenti esteriori da come si presentano in prima battuta. Scrive Rudolf Steiner in uno dei cicli più interessanti – denominato Il Karma della menzogna – della sua attività di conferenziere: “giudicare le realtà del mondo non è poi così facile come invece ci si immagina di solito. Infatti quelli che vogliono agire sistematicamente dietro le quinte della storia sanno precisamente come servirsi di [certi] fili karmici.

Hanno il sangue freddo di sfruttare queste cose nel modo opportuno, e c’è molto da sfruttare. Solo la sete di conoscere e la volontà di apprendere rendono un uomo capace di vedere chiaro negli eventi del mondo.(11)”.

In questo ciclo di conferenze, tenuto nel 1917, volto a indagare in profondità gli eventi che avevano portato alla prima Guerra mondiale, Steiner denuncia con chiarezza – quasi cento anni fa – come il potere abbia i mezzi per creare suggestioni di massa.

“Quando si vogliono creare suggestioni su larga scala bisogna immettere nel mondo qualcosa di sensazionalistico. Alla stessa maniera in cui si può suggestionare una singola persona (…) si possono condizionare interi gruppi, basta impiegare i mezzi adatti, e soprattutto conoscere quello che lega concretamente le persone di questi gruppi le une alle altre.

Esiste un modo con cui si può pilotare la forza che risiede in un singolo uomo verso una precisa direzione. Questi può essere convinto del proprio profondo amore per la pace, ma compie le sue azioni sotto effetto della suggestione. Egli è tutt’altro da quello che fa.

Si può fare la stessa cosa anche con i sentimenti di interi gruppi, se si hanno le conoscenze adatte. Bisogna solo scegliere i mezzi appropriati. Serve solo spingere in una determinata direzione, attraverso una specie d’impostura in grande stile, una forza che è sì vitale, ma non ha una particolare direzione (…).

Una tale suggestione collettiva esiste, essa ha agito, agisce e agirà in modo estremamente efficace(12).

E se ‘suggestione’ fosse proprio ciò che ha convogliato la protesta e la stanchezza popolare sul voto M5S per poi – al momento giusto – ‘sterilizzarne’ di fatto l’efficacia, rendendo il Potere immensamente più forte?

Da un lato declamare a gran voce la propria lealtà al popolo e alla libertà per poi – appena se ne è manifestata l’opportunità – tirarsi indietro in modo che il potere si consolidasse e divenisse di fatto invincibile? E, per di più, con il consenso popolare.(13)

Il tutto confondendo le acque con l’esaltazione dell’integrità degli eletti e della moralità degli intenti.

È solo un’ipotesi, s’intende, espressa da chi – come il sottoscritto – pur apprezzando sinceramente il programma e gli intenti dichiarati del M5S non può, per amor di verità, non porsi delle domande scomode sui più recenti avvenimenti dello scenario politico italiano.

È ancora Steiner che ci viene in aiuto per comprendere certi meccanismi: “Ogni volta che si vuole operare attraverso cose simili non si deve innescare una corrente sola, ma si deve farla incrociare sempre con un’altra, in modo che entrambe si influenzino a vicenda.

Infatti non si ottiene molto tirando semplicemente diritto in una sola direzione: talvolta occorre gettare una luce lateralmente sulla corrente con cui si opera, per confondere, per cancellare le tracce, e disperdere certe cose in un folto sottobosco. Questo è molto importante.

Ne deriva che certe correnti occulte, che si prefiggono uno scopo, talvolta si pongano compiti del tutto opposti, con l’effetto di confondere tutte le tracce(14)”.

Ebbene, sicuramente “è difficile ipotizzare, allo stato attuale, quale sarà l’evoluzione del M5S”; se la forza morale della base sarà in grado di prevalere su quello che potremmo ipotizzare come un possibile tradimento – o progetto occulto? – del vertice o se sarà congelato allo stadio di ‘finta opposizione’ utile al potere come valvola di sfogo della gente che giustamente esulta per tante piccole trasformazioni e per le nobili concioni in Parlamento.

Per tante cose che cambiano perché tutto resti come prima, nel più autentico stile gattopardesco.

Piero Cammerinesi (corrispondente dagli USA per Altrogiornale.org)

Note:
(1) Massimo Scaligero, Dallo Yoga alla Rosacroce, pag.34
(2) ibid. pag.34
(3) ibid. pag.34
(4) ibid. pag.34
(5) “Quinto Stato”, articolo apparso, nel 1960, su “Il Conciliatore”. Ora in J, Evola, testi de “Il Conciliatore”, Edizioni di Ar, Padova, 2002.
(6) C.S Lewis Quell’orribile forza
(7) Solange Manfredi Psyops pag.207
(8) Arthos, pag.82
(9) Arthos, pag.82
(10) Arthos, pag.83
(11) Rudolf Steiner,  Conferenza Dornach, 9 dicembre 1916
(12) Rudolf Steiner,  Conferenza Dornach, 9 dicembre 1916
(13) liberopensare.com/articoli/798-il-gioco-delle-parti
(14) Rudolf Steiner,  Conferenza Dornach, 9 dicembre 1916


pierocammPiero Cammerinesi:

Giornalista e ricercatore italiano indipendente, ha vissuto e lavorato per anni negli Stati Uniti. Editore e pubblicista in Italia per tre decenni, ha studiato e lavorato in Italia, Germania e USA. Dopo un percorso di studio sul pensiero filosofico orientale antico, si è laureato in Filosofia, proseguendo gli studi in Germania, dove ha vissuto e insegnato.

Da sempre molto legato all’esoterismo ed alla cultura orientale ha seguito dapprima le lezioni e conferenze di Krishnamurti e gli insegnamenti di alcuni Yogin, fino all’incontro con Massimo Scaligero e con l’esoterismo occidentale. Autore di articoli e saggi, ha tradotto dal tedesco opere di Rudolf Steiner, Gustav Meyrink e Judith von Halle. Nel 2016 ha pubblicato con l’Editore Bonanno il volume “Storia di un incontro, Rudolf Steiner e Friedrich Nietzsche“. Il nome del suo sito liberopensare.com intende sottolineare l’indipendenza da qualsiasi dottrina, corrente o organizzazione esteriore, riconducendo ogni possibile ‘appartenenza’ alla Via del Pensiero di cui Massimo Scaligero è stato insuperato maestro.