Evoliani a 5 stelle

evoliani a 5 stelle - evola

NOTA DELL’EDITORE

Altrogiornale non si è mai occupato di politica, come ben sanno i pochi, ma affezionati lettori che ci seguono da oltre 7 anni, ne’, aggiungiamo, ha intenzione di cominciare a farlo adesso. Il fatto è che ci sono pervenute, da parte di alcuni amici di AG, ripetute segnalazioni a riguardo di un originale articolo, ove si avanzano delle ipotesi, molto ardite, sulla possibile esistenza di elementi di natura esoterica che hanno favorito la nascita, l’affermazione ed il successo, tutt’ora crescente, del MOVIMENTO 5 STELLE. Abbiamo trovato tale tesi talmente intrigante da decidere di dar vita ad uno “speciale” che, siamo certi, farà molto discutere. Teniamo a ribadirlo ulteriormente, nessuna scelta di campo da parte della redazione, nessuna nuova politica editoriale. Del resto, l’articolo in questione nasce quale mera recensione ospitata, con il titolo “Su alcune recensioni librarie ed altre considerazioni”, nella specifica sezione “MEMORANDA ET AGENDA” della rivista ARTHOS. Una recensione libraria arricchita, certo, da analisi critica e contenuti dottrinari non tutti condivisibili; come anche puntualizzato –ovviamente dal suo punto di vista, che non è certo il nostro- dal Direttore di Arthos, in una severa nota introduttiva.

In ultimo, sentiamo il dovere di soffermarci su una specifica contingenza (esclusivamente ascrivibile alla scelta personale di chi scrive e non dell’intero staff redazionale) ovvero, l’aver votato e fatto votare M5S in occasione delle due ultime tornate elettorali.

Quanto sopra, per onestà intellettuale e rispetto del rapporto fiduciario che ci lega a quanti stimano il servizio offerto da AG e, siamo sicuri, continueranno a farlo anche se temiamo, come successo in passate circostanze, non saranno pochi i messaggi di dissenso che arriveranno in redazione.

Pasquale Galasso


SU ALCUNE RECENSIONI LIBRARIE ED ALTRE CONSIDERAZIONI

(Nota Introduttiva)

L’autore di questo scritto, Pasquale Cardinale, è un antico collaboratore della rivista e, da sempre, un suo convinto sostenitore. Non solo per questo motivo, tuttavia, pubblichiamo oggi il suo intervento: lo facciamo anche per dimostrare che “Arthos ” è rivista della Tradizione (e per questo, fedele al Mos Maiorum, aperta alla pluralità delle espressioni), ma anche attenta a tutte le novità e manifestazioni di carattere politico o culturale che paiono assumere aspetto di rottura col presente. Proprio per questo (e forse l’autore di queste note lo immagina) teniamo pubblicamente a dichiarare che non condividiamo per nulla le motivazioni da lui addotte a favore del M5S e dei suoi promotori. Che cosa pensasse della democrazia moderna J. Evola, al cui magistero in buona misura ci rifacciamo, Cardinale lo sa: figuriamoci che cosa possiamo pensare della cosiddetta “democrazia del Web”…

Ma c’è dell’altro. Oltre alle critiche di alcuni stimati autori vicini al tradizionalismo (di cui alla sua nota 21), noi ne abbiamo un’altra, che (magari solo per noi) ha un suo rilevante peso: l’estrema volgarità del linguaggio, estrinsecata particolarmente dallo stesso Grillo e da uno dei suoi più ascoltati guru, il docente dell’Università di Genova Paolo Becchi, il cui eloquio e la cui prosa sono particolarmente disgustosi. I tempi sono questi, qualcuno potrebbe dire, ma proprio per ciò non possiamo ignorare tale sintomo significativo del M5S. Cardinale, che è psicologo di professione, non dovrebbe ignorarlo. E per questo, anche, lo ringraziamo, dal momento che ci offre lo spunto per ripubblicare un vecchio intervento: 1977) apparso nel n°13 della prima serie di “Arthos ” (da anni esauritissimo): La lingua quale rivelatrice della spiritualità originaria dei popoli, che facciamo seguire all’articolo di Cardinale. A parte qualche forzatura, mutatis mutandis, può fare riflettere sul grado di degenerazione (su questo, ovviamente, concordiamo con Cardinale) a cui siamo oggi giunti.

Il Direttore di Arthos


Evoliani a 5 stelle

Sono stati recensiti da non molto i seguenti tre testi, i cui autori ho la fortuna di personalmente conoscere; sono: Canto di un teologo di strada, di Carlo Crocella, di cui ha magnificamente scritto la professoressa Anna Cannizzo sul numero 161 di “Vie della Tradizione”; Il Filo Aurea, di Giuseppe Gorlani, della cui recensione, apparsa sul numero 162 “Vie della Tradizione”, mi è stata attribuita, erroneamente, la paternità che in realtà è di Giovanni Sessa; mio unico merito è stato quello di aver segnalato la rilevanza dell’opera da recensire, alla direzione della rivista; Arte sacra e stregoneria. Templari e altri “eretici” nella Toscana medievale, di Giovanni Feo, con foto di Marco Bisogni, Ed. Effigi, Arcidosso 2012; di cui è stata ospitata nel numero 21 della rivista “Arthos” una preziosa recensione del sempre attento Mario Enzo Migliori.

Il particolare rapporto di conoscenza che mi lega a C. Crocella, G. Gorlani, G. Feo, mi ha sollecitato alla stesura delle presenti note, stimolandomi alcune considerazioni più generali non del tutto prive, forse, di una qualche utilità. Avviene dunque che, grazie alla benevolenza del Direttore, il presente articolo, scritto a trenta anni di distanza dalla pubblicazione dell’ultimo mio apparso in “Arthos”,(1) viene ora offerto, con spirito di condivisione, all’attenzione degli accorti e per l’occasione anche pazienti, lettori della nostra rivista.

Innanzitutto, ritengo opportuno far rilevare quanto ì tre autori menzionati siano accomunati da un identico sentire, che risulta essere quello dell’assoluta aderenza ai rispettivi ideali di vita e pensiero professati e come la loro produzione letteraria e scientifica si traduca in una coerente testimonianza ai valori della Trascendenza. I loro scritti, ove non rare risultano essere preziose indicazioni di vita, sono atti a tradursi in un sommesso magistero, utile pur con le riscontrabili differenze originate dai distinti loro ambiti di applicazione, a predisporre, nel lettore seriamente motivato, il risveglio di un’attenzione profonda, lucida ed espansa al contempo; foriera di possibili ulteriori, ancora più sottili, sviluppi interiori.

Per il teologo cattolico Crocella, è stato quello dell’impegno politico, qui da intendersi nella sua più alta accezione di servizio alla collettività, il mezzo di elezione attraverso il quale è venuto a concretizzarsi il suo profondo interesse per la dimensione spirituale e segnatamente la possibilità di una effettiva praticabilità di un coerente impegno spirituale all’interno di un lavoro politico. Crocella, che ha svolto durante la sua vita lavorativa, mansioni di Consigliere alla Camera dei Deputati, (2) ha voluto anche cimentarsi nell’impegno politico diretto, (3) sempre espletandolo con alto senso civico, e nell’ottica del dover procedere ancora oltre “… l’impegno morale conduce naturalmente all’impegno spirituale, e allora la priorità diventa un cammino di autocoscienza, la ricerca del sé interiore, l’autorealizzazione”.(4) Esperto meditatore ed estimatore, anche se non in modo esclusivo, delle metodiche praticate da Padre Mariano Ballester, Crocella è anche profondo conoscitore delle diverse tradizioni spirituali ed esoteriche d’Oriente e d’Occidente; in particolare dell’Antroposofia di Rudolf Steiner, sempre conservando il riferimento centrale alla spiritualità cristiana e cattolica. In conclusione, ben sintetizza il lavoro di ricerca e pratica spirituale portato avanti da Crocella, quanto di seguito riportato, tratto da una delle sue pubblicazioni più coraggiose “… le religioni organizzate trasmettono dì generazione in generazione la loro esperienza del divino attraverso forme materiali (templi, dipinti, sculture, oggetti di culto), eteriche (canti, danze, riti, preghiere che creano attraverso la loro ripetizione, forme eteriche in cui s’incanalano le energie dei fedeli), astrali (l’appartenenza, la solidarietà, l’ammirazione, la colpa, la paura, l’orrore, la pace, la beatitudine) e mentali (dottrine). Si tratta di forme essenziali per conservare e trasmettere la fede. Andare oltre, sconfinare verso l’indicibile, non è più un fatto collettivo, di Chiesa, ma un’avventura individuale. Le anime che sono pronte possono osare di varcare il confine. Sono pronte quando si crea un accordo fra il dono divino e il lavoro personale. Allora il velo di nebbia si squarcia e si apre l’orizzonte senza confini della contemplazione. Allora si ricrea l’armonia rotta nel paradiso terrestre. Il corpo fisico, la corrente vitale, i sentimenti, i pensieri, sono allineati alla corrente divina che scende dall’alto: è la liberazione.  Si resta ancorati nella comunità, ma questa si allarga all’intera famiglia umana. Verso la propria Chiesa si conserva l’affetto che si ha per una madre, ma il divino ti squarcia dentro, rompe tutte le barriere, in ogni uomo vedi l’immagine di Dio che vuole manifestarsi, la sua canzone. Scopri allora un’armonia fra tutte le creature che non ha nulla da invidiare all’armonia delle sfere celesti. L’invito di Cristo alla Samaritana che gli pone quesiti dottrinali (‘vedo che sei un profeta: è su questo monte di Samaria o a Gerusalemme che bisogna adorare Dio? ’) è proprio di andare oltre: ‘Viene l’ora, ed è questa, in cui i veri adoratori odoreranno il Padre in spirito e verità, il Padre cerca tali adoratori’ “.(5)

Per ciò che riguarda il pensiero e l’opera di Giuseppe Gorlani, limitarsi a rimarcare le sue, pur eccezionali, doti di indianista, che lo hanno reso un apprezzato indologo, è alquanto riduttivo se non fuorviante. Il Gorlani trascende la sua sconfinata erudizione e conoscenza della filosofia, della cultura e delle religioni dell’India, trasformando tali ambiti di competenza in abili mezzi di intervento sulla realtà esistenziale dei propri interlocutori; trasformandoli. Possono ben testimoniare i pochi privilegiati che hanno la possibilità di frequentarlo – io e mia moglie, non spesso, siamo fra questi – in quale eccezionale misura assurge a valenza di potenziale azione trasfiguratrice, pure, la semplice frequentazione di questo maestro vivente della Tradizione.(6) Tuttavia, mi sento di poter consigliare un, eventuale, incontro solamente a quanti, seriamente intenzionati a percorrere una autentica Via realizzativa, siano in possesso di: grande umiltà, estrema determinazione, infinita pazienza. Inoltre, è indispensabile tener presente che la possibilità di evoluzione proposta dal Gorlani presuppone l’osservanza di una severissima regola di vita. In questa si attribuisce grande importanza all’espletamento del lavoro fisico che deve essere svolto con ritmi e modalità proprie di una dimensione armonica. Attività lavorativa basata, principalmente, sulla cura degli ampi, ma poco generosi, appezzamenti agricoli montani, per il mezzo dei quali la comunità provvede, in modo autonomo, al sostentamento dei propri bisogni. Pari discorso vale per il lavoro domestico e per qualsiasi attività praticata all’interno della comunità, da quella artigianale a quella alimentare-gastronomica; quest’ultima, nello specifico: vegetariana, biologica, tendenzialmente ayurvedica e totalmente ritualizzata al momento dell’assunzione del pasto.

L’apprezzamento del silenzio, della serenità mentale, del distacco emotivo sono ricercati, così come la ricreazione ludica per il tramite: dell’ascolto e dell’esecuzione musicale, dell’espletamento di attività artistiche, del ponderato interloquire e del contatto rigenerante con la natura incontaminata. In rete è possibile reperire molta della produzione saggistica, ma non quella poetica, del Gorlani. Tuttavia, non smetterò mai di sottolineare abbastanza il fatto che il nostro è un maestro vivente del Sanãtana-Dharma; avere la possibilità di abbeverarsi direttamente alla fonte del suo insegnamento è una vera esperienza iniziatica, a condizione che si possa far proprio un modus vivendi scandito da ritmi sacralizzati e si sia in grado di praticare, costantemente, un rigoroso impegno personale.

I molteplici, svariati, interessi e conseguenti ambiti di indagine, studio ed applicazione portati avanti da Giovanni Feo, sono talmente numerosi da poter legittimare l’attribuzione dell’appellativo “rinascimentale” alla sua poliedrica personalità. Pur dovendomi limitare alla stesura di brevi cenni, non posso astenermi dal riferirmi a Feo quale qualificatissimo esponente, italiano, della Tradizione spirituale, andina, Kausay Puriy.(7) In quanto membro della Società Italiana per lo Studio degli Stati di Coscienza, Feo è un esperto della fenomenologia propria alla dimensione trascendentale, oltre che qualificatissimo conoscitore di quelle che vengono appellate, con terminologia alchemica, acque corrosive: preziosi coadiuvanti di molte tecniche di realizzazione interiore. Etruscologo di valore (8) ha maturato sul campo una conoscenza, non solo teorica, delle potenti correnti energetiche tuttora avvertibili all’interno di siti archeologici ed aree sacrali etrusche. Da anni si dedica allo studio dei culti matriarcali afferenti il ciclo delle Grandi Dee, con particolare riferimento a quelli originatisi sul suolo italico. (9) È uno dei massimi conoscitori della tematica relativa ai luoghi della geografia sacra (10)  (in modo particolare di quelle zone insistenti nei territori della Maremma toscana, della Sabina, della Sardegna) ovvero: quei “luoghi ritenuti sacri già in remote epoche della preistoria, che hanno continuato ad essere frequentati ed utilizzati anche dopo molti secoli dai sacerdoti di diverse civiltà, che sempre ne hanno conservato l’originario carattere di luoghi di culto, luoghi sacri. […] Nonostante l’apparente diversità che contraddistingue religioni molto diverse tra loro, come l’etrusca e la cristiana, nonostante ciò in certi luoghi si è continuato ad onorare la presenza di una speciale sacralità. Ed è un importante riconoscimento, perché riunisce religioni ed umanità diverse in una comune forma di devozione. L’originario culto diffusosi millenni orsono in tali luoghi sacri fu un culto della terra, considerata come madre-terra, materna e feconda, creativa e, in luoghi speciali, abitata da forze sacre, manifestazioni del sacro. Questa fu la concezione della madre-terra che sopravvisse per millenni, sino al medioevo cristiano quando, divenuta eresia, venne spietatamente emarginato, repressa e infine relegata nel limbo delle spiritualità negate…” (11)

Quale chiosa di questa prima parte, mi piace apporre alcune righe estrapolate da un editoriale apparso sulla rivista “Heliodromos”, ove si tratta della qualificazione interiore propria ad alcuni che ambiscono a proporsi quali autorità di riferimento per l’espletamento di un lavoro di realizzazione spirituale.

In particolare, ci si riferisce, per esempio, a quanti svolgono magnificamente il ruolo di oratori in dotti convegni ed intriganti conferenze. Personalità ben in grado di discettare ed affascinare e che “… hanno esposto il tema trattato: suscitando ogni volta in noi due opposte reazioni. Sentendoli parlare veniva voglia di abbracciarli; conoscendoli, veniva voglia di prenderli a calci! Perché proprio questo è il problema di fondo: sentire qualcuno che parla di cose che ha ‘studiato ‘, non fa lo stesso effetto del sentire qualcuno che parla di cose che ‘conosce’. Noi riteniamo che al punto in cui ci si trova, prima di studiosi, si ha bisogno di ‘sapienti’…”.(12) Carlo Crocella, Giuseppe Gorlani, Giovanni Feo rientrano, a mio giudizio, nel novero dei sapienti.

Di sapienti, del resto, il nostro ambiente umano ha saputo esprimere non pochi. Grandi personalità e magnifiche figure di vere guide ed, a volte, autentici maestri: da Massimo Scaligero a Gaspare Cannizzo, da Emilio Servadio a Pio Filippani Ronconi; per citare i primi, di quelli conosciuti personalmente, che mi vengono in mente. Così come non si può non dichiararsi ammirati e riconoscersi debitori verso lo straordinario lavoro svolto dai generosi aderenti a vari cenacoli: dalla storica rivista “Arthos” alla benemerita associazione “Simmetria”;(13) per limitarsi a due soli esempi. Personalmente, inoltre, sono riconoscente per l’appassionata azione svolta dalle decine di siti web di area, dalle numerose librerie, dai centri militanti di diffusione culturale e dalle case editrici che svolgono tutti, da sempre,  una preziosa attività di testimonianza.”(14) Ebbene sì, questa è l’amara realtà che bisogna ammettere. L’intelligenza e la determinazione, gli sforzi compiuti e le energie profuse da più generazioni di eroici esponenti del fronte tradizionale non hanno prodotto il minimo miglioramento in alcuno dei settori di questa nostra società contemporanea. Anzi, il contesto socio politico ed economico culturale nel quale ci troviamo a vivere è andato sempre più degradandosi, fino a toccare quei mostruosi livelli d’aberrazione già preconizzati, in modo stupefacente, in un profetico libro scritto nella metà del secolo scorso. Testo considerato, in alcune sue parti, esageratamente visionario dallo stesso Evola che ebbe a positivamente recensirlo.

Si tratta dell’idea di una regressione o discesa del potere politico, del tipo di civiltà e, in genere, di ogni valore della vita, dall’uno all’altro dei livelli principali che ogni gerarchia politico-sociale completa e tradizionale abbracciava […] prevede un continuarsi della caduta, l’avvento, addirittura, di un Quinto Stato. Che sarebbe questo Quinto Stato? Ciò sì può chiamare l’antì-Stato, una sostanza informe, nemica di un proprio ordine, asociale manifestantesi precipuamente in fenomeni epidemici di una delinquenza tipica. […] Quanto al primo aspetto degli affioramenti del Quinto Stato, il Berl rileva che, per quanto essenzialmente rivolto contro la società organizzata ed esponente del caos e dell’anonimia, pure tende esso stesso a forme di organizzazione sui generis. Si tratta anzitutto di forme di una criminalità organizzata, l’esempio migliore del quale è stato il gangsterismo americano. […] Quanto al Berl, nella sua teoria circa l’avvento del Quinto Stato vi è di certo dell’esagerazione visionaria: ma, come si è visto, non esula da essa un certo contenuto di verità. E che molte tinte siano state forzate, ciò forse non è inopportuno, considerando tutti coloro che oggi, nel regno della democrazia e dell’euforia dell’incipiente ’seconda rivoluzione industriale’, indulgono nei miraggi di uno scontato ottimismo, dimostrandosi incapaci di cogliere i nessi inesorabili di causa e di effetto presentati dal corso della storia ultima dell’occidente”.(15) Esistono dubbi che tale ciclo involutivo, del Quinto Stato, sia quello proprio dell’epoca attuale? “La leggiadria con la quale l’Occidente si sta consegnando, legato mani e piedi, alla criminalità, mi fa pensare che fra mafia e democrazia esista un legame indissolubile. Grazie ai flussi di capitali che il crimine organizzato riversa giorno dopo giorno nei settori strategici dell’economia, le nostre democrazie possono sopravvivere egregiamente alle crisi ricorrenti. L’accumulazione del capitale mafioso, in origine illecita, necessita di trovare la sua giustificazione in un complesso sistema, legislativo e processuale. Si tratta, da un lato, di continuare a illudere la gente che a governare le dinamiche sociali siano la politica e la legge, e dall’altro, di assicurare, nel giro di due, al massimo tre generazioni, la completa integrazione delle mafie. l mafiosi sono, oggi, i nuovi capitani di ventura: garantiscono la tenuta del sistema e si avviano a traghettarlo verso l’alba del domani. I loro figli e nipoti costituiranno una nuova élite destinata a ereditare l’Occidente”.(16)

Giuseppe Piero Grillo, che definisce l’attuale democrazia una scatola vuota, così enfatizza, riportandole nel suo blog, alcune tesi dei semiologo statunitense N. Chomsky: “La macchina da indottrinamento al servizio di potentissimi occulti poteri finanziari è il vero Grande Fratello della società americana e occidentale. Un sistema di propaganda perfetto che si regge su due pilastri. Il primo sforna fiction, soap, reality show e sport per distrarre gli interessi della gente dai problemi reali e dispensare l’impressione di vivere ’nel migliore dei mondi possibili’. Il secondo indirizza le opinioni dei lettori e spettatori, formando convenientemente le nuove classi dirigenti. Il risultato è quello di assopire le coscienze e impedire una reale partecipazione. Per rendere la democrazia una luccicante scatola vuota”.(17) Ed ancora, sempre a riguardo della questione “democrazia reale”, è utile, infine, riportare un regime di oligarchie politiche economiche e criminali che schiaccia e asservisce l’individuo, già frustrato e reso anonimo dal meccanismo produttivo di cui la democrazia è l’involucro legittimante”.(18)

Eppure, nella presente rovinosa situazione di fine ciclo, qualcosa di incredibilmente importante si è verificato, non a caso, nel nostro Paese dove “il fuoco di Vesta non si è mai spento, altrimenti l’Occidente intero sarebbe perito perché nulla può salvare un’umanità svincolatasi da ogni rapporto reale ed effettivo col divino: esso arde inaccessibilmente nel Tempio nascosto ove nessuno sguardo profano saprebbe penetrare ed a lui deve l’Europa intera la sua vita e il prolungamento della sua agonia. Da questo fuoco occulto partono scintille che alimentano le crisi e risollevano periodicamente l’esigenza del ritorno alla Romanità attraverso le varie vicende di cui s’intesse la storia delle nazioni europee considerata geneticamente, internamente e non sul piano limitatissimo della contingenza dei fatti e degli uomini.”(19) Proprio in Italia, (20) quindi, è sorto un rivoluzionario movimento, chiamato pentastellato, che con modalità pacifiche e non eversive, è riuscito a sferrare un devastante attacco al “Quinto Stato”. Il sistema democratico rappresentativo ha dovuto ammettere, per la prima volta dal dopo-guerra ad oggi, di essere stato destabilizzato dalla, vincente, radicale contestazione attuata dal M5S. Il regime, in effetti, ha di che preoccuparsi: aumenta sempre più, infatti, il numero delle personalità provenienti dai più svariati settori e da fronti diversi, questa è una circostanza da sottolineare, di appartenenza ideologica. Il filosofo Paolo Becchi; lo scrittore Massimo Fini; il giornalista Giulietto Chiesa; il regista Silvano Agosti; gli economisti Loretta Napoleoni, Mauro Callegati, Lidia Undiemi; il teorico della decrescita felice Maurizio Pallante; i blogger: Nick il Nero, Claudio Messora, Daniele Martinelli e tanti altri che sostengono, in varia misura, il M5S, riconoscendogli oltre al merito di essere riuscito a smascherare la reale natura Oppressiva dell’imperante sistema, anche quello di essere stato l’unico soggetto politico in grado di sferrare un micidiale colpo ad alcuni dei suoi vitali gangli. In particolar modo, infatti, sono stati fatti oggetto di spietata denuncia all’opinione pubblica, da parte del M5S: l’apparato mediatico addetto alla manipolazione del consenso; quello deputato alla produzione culturale, funzionale al mantenimento degli equilibri e rapporti di forza esistenti, quello preposto alla incentivazione dell’adozione di uno stile di vita innaturale, basato sul narcisismo consumistico e l’edonismo materialista.

E’ difficile ipotizzare, allo stato attuale, quale sarà l’evoluzione del M5S. È possibile che accada di tutto, anche il suo repentino dissolversi; come molti fervidamente auspicano. Può, invece, constatarsi, restando in un ambito di nostro interesse, l’atteggiamento di critica assunto dalla maggior parte – sappiamo, però, non essere la totalità – dei militanti tradizionalisti e di quegli intellettuali che godono di indubbia considerazione presso ambienti ed organizzazioni di area, alle cui iniziative culturali e celebrative spesso partecipano.(21) La severa critica verso il M5S, fatta propria da tanti, è certo legittima, ma a mio parere è anche segno di scarsa comprensione della reale portata di un fenomeno, non solo politico, che già da ora si appalesa come totalmente antagonista del vigente sistema ideologico culturale. In conseguenza di ciò, purtroppo, non verrà neanche tentata una qualche azione, di natura maieutica, atta a favorire una eventuale, possibile anche se improbabile, evoluzione del movimento pentastellato verso una dimensione organica. All’adozione di un inane comportamento, alcuni, peraltro, si sentiranno legittimati dalla consolatoria, per certi aspetti fondata, ma quanto incapacitante, tesi per la quale, trovandoci in pieno Kali Yuga, è da reputarsi impossibile che, da questi “tempi ultimi”, possa originarsi qualsivoglia evento foriero di positivi sviluppi per l’odierna umanità. Volendo, in ultimo, considerare una prospettiva d’analisi più particolare, che tiene pure conto di alcuni appunti critici che mi sono stati evidenziati nel corso di conversazioni private, devo ammettere che continuo a non comprendere per quale motivo è stato legittimo credere, come avvenuto nei primi decenni del secolo scorso, alle “potenzialità” di un giornalista socialista ed ateo,(22) per la risacralizzazione della dimensione politica, mentre lo stesso non deve valere, ai giorni nostri, per un esperto di strategie informatiche di marketing e di comunicazione internet; peraltro, personalmente interessato, come sembra risultare da fonti di stampa, alla dimensione sapienziale.(23) Nel concludere la seconda parte del presente articolo, ritengo non del tutto inutile riportare, a titolo di documento testimoniale, il seguente scritto:(24)

Caro Giuseppe, proiettati in avanti, com’è giusto che sia, senza soffermarci a guardare indietro, per quanto il passato possa esser stato esaltante, voglio tuttavia soffermarmi a raccontarti una storia paradigmatica di quanto possa essere stata profonda l’azione di risveglio delle coscienze attuata dal M5S, durante l’appena trascorsa campagna elettorale. Orbene, dal novero di quanti: parenti, amici, vicini di casa e conoscenti vari, io e Carla abbiamo cercato di sensibilizzare al voto verso il Movimento, avevamo deciso di escludere – per motivi sui quali, in questa sede, non è il caso di soffermarsi – un carissimo amico, persona eccezionale tanto da poter essere considerato, da alcuni, un vero maestro spirituale. S., lo indicherò in tal modo, vive in Toscana, conducendo un’esistenza alquanto distaccata dalle contingenze, per inciso non vota da oltre trent’anni, privilegiando il contatto con la natura ed uno stile di vita austero ed essenziale. Tutto ciò premesso, è dunque accaduto che, avendolo contattato telefonicamente, per motivi personali, nella serata del 25 u.s., non mi sono trattenuto dall’esternargli la mia contentezza per l ’exploit del M5S; lui, di rimando, con mia grande sorpresa, mi ha riferito che nel pomeriggio di Venerdì 22 Febbraio si trovava a Roma, nei pressi di viale Manzoni e, benché sofferente di una fortissima sindrome influenzale, con febbre alta, decideva, verso le ore 18, di recarsi a Piazza S. Giovanni per assistere al comizio di chiusura dello Tsunami tour. A quell’ora, Grillo e Casaleggio non erano ancora arrivati (come ben sappiamo noi che siamo stati presenti l’intera giornata) ma era già iniziata la presentazione dei vari candidati. Le dichiarazioni e le figure stesse di questi giovani militanti hanno positivamente colpito S. che, però, mi ha precisato essere stato impressionato, ancor più profondamente, dall’energia emanantesi dalle centinaia di migliaia di persone grementi la piazza. Era, ha aggiunto, un’ininterrotta successione di volti radiosi e sguardi luminosi. Persone di ogni età e condizione sociale, attivisti del Movimento e non, tutti erano pervasi da un sentimento profondo di partecipazione e condivisione. Ovunque era dato percepire una gioia autentica che si trasformava in calde vibrazioni di positiva energia irradiantesi, dalle persone, a tutto lo spazio circostante. È stata, S. ha concluso, un’opera di trasfigurazione delle singole individualità e della situazione contingente verso qualcosa di qualitativamente differente, superiore e non solamente dal punto di vista psicologico, emotivo e relazionale. Lo stato febbricitante non ha permesso a S. di assistere alla parte finale della serata, con gli interventi conclusivi di Grillo e Casaleggio, ma il giorno 24 è andato a votare, facendo anche votare, M5S; lo ripeto, dopo oltre trent’anni di astensione dal voto. Penso che pure tu, caro Giuseppe, possa concordare sul fatto che anche questa emblematica storia, al pari di migliaia di altre, dimostri pienamente la profondità dell’azione di risveglio, civico ed etico, esercitata dal M5S su milioni di cittadini italiani; è necessario aggiungere altro? Un cordiale saluto, anche da parte di Carla, Pasquale“.

Pasquale Cardinale

Dedicato a chi già visitato dai colori: giallo, verde, rosso, bianco e blu
continua a non udire le preghiere della terra, dell’acqua, del fuoco, delle nuvole e del cielo.


Note:

1 Pasquale Cardinale, Il mito e la città di Agrigento, in “Arthos”, Xl, 25 (gennaio-giugno 1982, ma stampato nel 1983), pp. 292-299.

2 Con la qualifica di capo dell’ufficio studi e ricerche dell’archivio storico della Camera, ricoprendo gli incarichi di: responsabile degli studi per le commissioni parlamentari in materia di politica estera e politica militare; coordinatore del dipartimento socio-culturale del servizio studi, con competenza sugli studi per le commissioni parlamentari in materia di politiche sociali, sanità, cultura, istruzione, università e ricerca scientifica. E’ stato anche docente di storia contemporanea presso le cattedre di Roma e Teramo.

3 Come presidente della XVII circoscrizione; municipio confinante con la Città del Vaticano.

4 Carlo Crocella, Angeli a Montecitorio-lavoro politico e impegno spirituale alle soglie del Terzo Millennio, Il Segno dei Gabrielli Editori, Verona, 1998.

5 Carlo Crocella, Il cattolico e il Mago – Viaggio di un cattolico nei mondi della spiritualità contemporanea, Appunti di Viaggio Edizioni, Roma, 2000.

6 Egli conduce una esistenza quasi eremitica, assolvendo la funzione di guida spirituale di una piccola comunità ashramica – I Cavalieri del Sole – sita in vetta al monte Subasio; poco distante da Assisi.

7 Espressione degli insegnamenti di Juan Nufiez del Prado, maestro andino facente parte la cerchia dei sacerdoti indigeni della valle di Cuzco e della comunità di Q’ero.

8 Cfr. G.Feo, Dei della Terra, ECIG ed., 1991 – Il mistero delle vie cave etrusche, Stampa Altemativa, 1993 Le città del tufo nella valle del Flora, Laurum, 1995 – Le Vie cave etrusche, Laurum 1997 – Vitozza La città perduta, publiser, 1998 – Misteri etruschi, Stampa Alternativa, 2000 – (e G. Ballati), La lingua degli dei, Stampa Alternativa, 2000 – Miti, segni e simboli etruschi, Stampa Alternativa, 2003 – Pittura segreta etrusca, Nuovi Equilibri Ed., 2005 – Giganti etruschi, Nuovi Equilibri Ed., 2008 – La religione segreta degli Etruschi, Effigi Ed., 2011 – (e L. Torlai), La terra e il cielo degli Etruschi, Venexia Ed., 2013.

9 Cfr. fra gli altri, G. Feo, Prima degli Etruschi, Stampa alternativa, 2001.

10 Cfr. fra gli altri, G. F eo, Geografia Sacra, Stampa Alternativa, 2006.

11 G. Feo, Eremiti e romitori di Maremma, Laurum, 2001.

12 “Heliodromos”, n. 15 (1998-1999), contributi per il fronte della Tradizione, Ed. Il Cinabro.

13 Dove operano, instancabilmente, personalità della levatura di Ezio Albrile, Mariano Bizzarri, Nuccio D’Anna, Claudio Lanzi, Adriano Lanzi, Massimo Vigna e molti altri ancora, parimenti validissimi, ma troppo numerosi per poterli citare tutti.

14 Volutamente, in questa sede, evito di soffermarmi sull’assoluta mancanza d’incisività dell’azione svolta dalle non poche sigle politiche, parlamentari ed extra, che nei decenni hanno inteso richiamarsi, in modo più o meno esplicito, più o meno coerente, agli ideali di una Weltanschauung tradizionale.

15 Cfr, il “Quinto Stato”, articolo apparso, nel 1960, su “Il Conciliatore”. Ora in J, Evola, I testide “Il Conciliatore”, Edizioni di Ar, Padova, 2002.

16 Thclonious K. Lecinsky, Democracv ana’ Conspiracy, Samanthowatan University Press, 2010.

17 Cfr. Noam Chomsky, La democrazia del Grande Fratello, Piemme Edizioni, 2002 ed anche Noam Chomsky, II golpe silenzioso, Piemme Edizioni, 2004.

18 Massimo Fini, Sudditi, Marsilio Editori, 2004.

19 Guido De Giorgio, La Tradizione Romana, Mediterranee, 1989, pagg. 245-246.

20 Poteva verificarsi in Spagna, dove pur era fortissimo il movimento degli “Indignados”, ma così non è stato. Neppure è accaduto negli U.S.A. dove era attivissimo il movimento internazionale “Occupy Wall Street”. Nulla del genere è sorto in Grecia o in una qualsiasi delle altre nazioni socialmente ed economicamente devastate dalla attuale crisi finanziaria mondiale.

21 Dei giornalisti, ad esempio, cito i più noti: Marcello Veneziani, Pietrangelo Buttafuoco, Alessandro Giuli, che già si sono espressi pubblicamente e ripetutamente, in modo estremamente critico, nei riguardi del M5S.

22 Fino al punto di adoperarsi, in diverse circostanze, non tutte ancora definitivamente chiarite, con l’attuazione di sottili pratiche “operative”. iniziative in alcuni casi palesi, ad esempio quella della consegna del fascio littorio, in altri occulte, emblematica la misteriosa vicenda “Grande Orma”. Cfr. Renato Del Ponte, Il Movimento Tradizionalista Romano nel Novecento, SeaR Edizioni, 1987 pag. 55; Cfr. lgnis, RUMON. Sacrae Romae Origines, Edizioni l libri del Graal, Roma, 1997.

23 Comunque la si pensi, è incontrovertibile che Gianroberto Casaleggio, cofondatore con Giuseppe Piero Grillo del M5S, ha dato vita ad una forza, non solo politica, che mira al recupero di valori metapolitici quali; l’onestà, la dignità, la coerenza, la solidarietà, l’orgoglio identitarie. Egli si è reso artefice di una globale visione valoriale e progettuale di ampissimo respiro. Il futuro da Casaleggio prospettato si fonda non su una concezione economicistica della vita, ma sulla, partecipata, condivisione di una articolata strategia orientata alla edificazione di una nuova, consapevole, comunità umana.

24 E-mail inoltrata mercoledì 27 Febbraio 2013 12:00, ad un attivista, blogger, del M5S.