Fausto Intilla: La mia visione della Realtà …confessioni di una mente in libertà

Il Giornale Online

Tutto è in correlazione con tutto, in questo infinito campo di energia che è l'Universo. Jung ha cercato di spiegarlo con la teoria della Sincronicità e degli archetipi dell'inconscio collettivo,David Bohm lo ha fatto con la teoria dell'Universo Olografico (olomovimento), Rupert Sheldrake con la teoria dei campi morfogenetici, Richard Dawkins con la teoria sui memi, ecc… Le migliori menti del XXmo secolo hanno cercato in tutti i modi di dare il loro contributo più alto in un ambito della scienza ancora misconosciuto. Tutto cominciò a partire dalla prima metà del secolo scorso, quando Einstein e colleghi si cimentarono con il problema della non località (il famoso esperimento EPR,per intenderci), la cui attendibilità (veridicità è un termine che ogni scienziato non dovrebbe mai usare) potè essere dimostrata solo più di mezzo secolo dopo, grazie all'ormai famoso esperimento di Alain Aspect (a sua volta ispiratosi al Teorema/Disuguaglianza di Bell,all'inizio degli anni '80.

Sempre agli inizi del secolo scorso, a Copenhagen si gettarono le basi della meccanica quantistica, creando quindi ancora più confusione su ciò che gli esseri umani intendono per Realtà fisica delle cose. Einstein addirittura un giorno se ne uscì con questa frase: “Io non posso credere che la Luna esiste soltanto perchè io la sto osservando!”. Da allora comunque la nostra visione e interpretazione della Realtà,si è “evoluta” parecchio. Un tempo sapevamo che la massa non è nient'altro che una forma complessa di Energia (E=mc2), cosa che abbiamo fatto parecchio fatica a digerire (perlomeno fino al giorno in cui non abbiamo visto con i nostri occhi di cosa era capace l'atomo, e quanta energia potesse liberare – mi riferisco ovviamente alla bomba atomica), ma non eravamo in grado di spiegare cosa fosse l'energia; oggi invece sappiamo, grazie anche al contributo di Jacob Bekenstein, che l'Energia non è nient'altro che una forma complessa di Informazione …ciò che ancora non sappiamo però, è cosa sia realmente l'Informazione, ma forse un giorno scopriremo anche questo.

L'uomo a mio avviso dovrebbe riuscire a capire che non solamente ciò che possiamo vedere o sentire con i nostri sensi, fa parte della Realtà. I nostri sensi limitano notevolmente le nostre capacità di osservazione, e quindi di interpretazione della Realtà. Lo stesso discorso vale per gli strumenti fisici che disponiamo per misurare e osservare; se questi ultimi non vengono progettati secondo dei parametri fisici che probabilmente ancora non conosciamo (poichè implicano l'interazione con altre dimensioni dello spazio-tempo), non potremo mai scoprire cosa vi è oltre la nostra immagine della Realtà.

Tutto ciò che possiamo fare, con gli strumenti di cui disponiamo allo stato attuale della tecnica, è cercare di osservare le cose in forma indiretta, ossia cercare di capire in che modo interagiamo con le altre dimensioni che definiscono la totalità dell'Universo in cui viviamo, e quindi avanzare delle ipotesi. L'unica persona che ha cercato di fare questo, è stata in seguito anche assai criticata. Il suo lavoro purtroppo è passato completamente inosservato, infatti sono in pochi a conoscere [link=http://www.fainotizia.it/2008/07/20/esperienze-ai-confini-della-morte-il-contributo-di-pim-van-lommel]le ricerche del Dr. Pim Van Lommel[/link].

Non dimentichiamo comunque anche il contributo del Dr. Wilder Penfield, colui che per primo scoprì il fatto che la nostra mente è un registratore perfetto, al quale non sfugge un solo istante di tutta la nostra vita; e Karl Pribram, colui che invece scoprì le “potenzialità olografiche” del nostro cervello (grazie alle sue ricerche oggi sappiamo che la nostra memoria non ha collocazioni ben precise nel nostro cervello, e oltretutto non necessita dell'intera massa cerebrale per potersi manifestare nella sua piena funzionalità di elaborazione e ripartizione delle informazioni). Interessanti sono state anche le scoperte della Candace Pert sull'importanza dei peptidi (chiamati anche “molecole dell'informazione”, e costituiti da stringhe di amminoacidi), che alla fine, come ha dichiarato la stessa Pert, ci fanno sorgere ogni sorta di dubbio su dove inizi e termini realmente il cervello umano.

“Nella vita di ogni essere umano, a volte (grazie ad un perfetto gioco di eventi strani e sincronismi), proprio nel momento in cui tutto sembra assolutamente sbagliato, tutto diventa spontaneamente giusto. Quando l'individuo vede veramente che tutti i movimenti che compie sono un allontanarsi, una resistenza, allora l'intera macchinazione della resistenza si smorza. Quando si accorge della resistenza in ogni movimento che compie, allora abbandona del tutto spontaneamente la resistenza. E il cedere della resistenza è lo schiudersi della coscienza dell'unità, la realizzazione della consapevolezza del non-confine. È come se si risvegliasse da un lungo sogno confuso per scoprire ciò che sapeva sin dall'inizio: egli, un sé separato, non esiste. Il suo vero sé, il Tutto, non è mai nato e mai morirà. Esiste solo la Coscienza come Tale in tutte le direzioni, assoluta e onnipresente, che si irradia attraverso e in tutte le condizioni, fonte e immagine di ogni cosa che nasce di momento in momento, assolutamente precedente a questo mondo ma identica a questo mondo.” (K.Wilber)

Tutte le cose non sono altro che un'increspatura sulla superficie di uno stagno; tutto ciò che sorge è soltanto un riflesso di questo continuum che siamo abituati erroneamente a scindere in infinite parti, a causa di una fittizia volontà soggettiva che continua ad ingannare l’Uomo sin dalla “notte dei tempi”, e che continuerà sicuramente a farlo ancora per lungo …lunghissimo tempo.

Fausto Intilla [link=http://www.oloscience.com/]oloscience.com[/link]