Fulcanelli e il Mistero della Croce di Hendaye

Fulcanelli e il Mistero della Croce di Hendaye

di V. Bridges
(traduzione di AXE)

Nel 1926, un misterioso volume rilegato in una lussuosa edizione di trecento copie, opera di una piccola casa editrice di Parigi, nota più che altro per le ristampe artistiche, tenne col fiato sospeso il mondo sotterraneo occulto parigino. Il suo titolo era 'Le Mystre des Cathedrales' (Il Mistero delle Cattedrali). L'autore, Fulcanelli, asseriva che il grande segreto dell'alchimia, la regina delle scienze occulte occidentali, era chiaramente esposto sulle pareti della stessa cattedrale di Parigi, Notre-Dame-de-Paris.

L'alchimia, che alla nostra luce post-moderna risulta una pseudo-scienza Rinascimentale ormai screditata, fu in procinto di essere rivitalizzata e ricondizionata nel 1926 da due dei più influenti movimenti del secolo. Surrealismo e psicologia piombarono sull'alchimia quasi contemporaneamente, e ciascuno inserì le nozioni del proprio significato nell'antica scienza. Carl Jung spese i suoi vent'anni modellando una teoria sull'inconscio archetipo derivante dal tessuto simbolico delle immagini alchemiche e studiando come questi simboli siano espressi nell'atto del sogno. Il poeta-filosofo Andrè Breton e i surrealisti eseguirono un intuitivo salto della fede e proclamarono che il processo alchemico potesse essere espresso artisticamente. Breton, nel suo Manifesto Surrealista del 1924, annunciò che il surrealismo non era altro che arte alchemica.

Il libro di Fulcanelli avrebbe avuto un effetto indiretto su entrambi questi movimenti intellettuali. Indiretto, perchè il libro costituiva un grande miracolo letterario – divenne influente pur rimanendo, apparentemente, completamente sconosciuto al di fuori dei circoli occulti e alchemici Francesi. Questo è probabilmente il più grande di tutti i misteri che circondano “Il Mistero delle Cattedrali”.


Un giovane Jean-Julien Champagne

Nell'autunno del 1925, l'editore Jean Schmit ricevette una visita da un piccolo uomo vestito come un bohemien dell'ante-guerra, con dei lunghi baffi in stile Asterix-il-Gallo. L'uomo voleva parlare dell'architettura Gotica, dei suoi simboli scultorei, e di come il linguaggio fosse una sorta di codice, che lui chiamava 'linguaggio degli uccelli'. Qualche settimana dopo, si presentò nuovamente a Schmit come Jean-Julien Champagne, l'illustratore di un libro scritto da un misterioso alchimista chiamato Fulcanelli. Schmit ebbe la sensazione che tutti e tre, visitatore, autore e illustratore, fossero la stessa persona. Probabilmente lo erano.
Questo, così com'è, è il più credibile avvistamento di Fulcanelli di cui disponiamo. Da solo, questo evento riassume l'intero problema posto dalla domanda: Chi era Fulcanelli? Oltre questo ambiguo incontro, egli esiste solo come parole su di una pagina e, in alcuni circoli occulti, come un mitico immortale alchemico con lo status, o l'identità, di un St. Germain. C'erano due cose su cui tutti concordavano riguardo Fulcanelli – era certamente una mente fuori dal comune, ed era davvero un enigma. Siamo stati lasciati quindi con il mistero della scomparsa del maestro alchimista. E' un uomo che sembra non esistere, ma che viene continuamente rivitalizzato nell'immaginario di ciascun ricercatore. Potremmo pensare che fosse tutto uno scherzo, una sorta di bufala molto elaborata, tranne che per il materiale stesso. Quando ci si rivolte a Les Mystere, uno vi riconosce una sorta di saggia intelligenza che sembra piuttosto sicura circa la natura e l'importanza delle sue informazioni. Questo Fulcanelli sa, in qualche modo, e cerca di trasmettere la sua conoscenza; di questo non puo' esserci dubbio.

Il messaggio di Fulcanelli, cioè che c'è un segreto nelle cattedrali, e che quel segreto fu posto lì da un gruppo di iniziati di cui Fulcanelli sicuramente faceva parte, si basa su un'abbondanza di immagini e associazioni che irrobustiscono l'intelletto, portandoci in un intuitivo stato di accettazione. Fulcanelli è indubbiamente brillante, ma noi veniamo lasciati soli a chiederci se la sua sia una scintilla di rivelazione o dissimulazione. La premessa basica del libro – che le cattedrali Gotiche siano libri Ermetici scritti nella pietra – era un'idea che si era fatta strada sulla stampa nel 19esimo secolo nel lavoro di Victor Hugo. Nel Hunchback of Notre Dame, Hugo spende un intero capitolo (capitolo 2 del quinto libro) sull'idea che l'architettura sia il grande libro dell'umanità, e che l'invenzione della stampa e il proliferare di libri mondani sortì l'effetto di porre fine al sacro libro dell'architettura. Egli asserisce che l'era Gotica fu il più grande risultato raggiunto dal sacro architetto, che le cattedrali erano espressioni di libertà e l'emergere di un nuovo senso di libertà. Questa libertà raggiunge grandi distanze, ci informa Hugo. Occasionalmente un portale, una balconata, una chiesta intera viene rappresentato in un senso simbolico interamente estraneo al suo contesto, e addirittura ostile alla chiesa. Nel 13esimo secolo, Guillaume di Parigi, nel 15esimo Nicholas Flames, entrambi sono colpevoli di queste pagine sediziose.

Essenzialmente, Le Mystere è un'esame approfondito di queste 'pagine sediziose' nella pietra. Fulcanelli ragiona sul simbolismo di alcune immagini trovate sui muri e disquisisce del capolavoro dell'architetto Gullaume di Parigi, la Cattedrale di Notre Dame, e della sua vicina contemporanea, Notre Dame di Amiens. A questo egli aggiunge immagini da due case costruite in stile gotico del 15esimo secolo a Bourges. Questo tour guidato nel simbolismo Ermetico è densamente oscuro, pieno di “linguaggio verde” e numerose allusioni. Al lettore casuale, e persino allo studente dedicato, questa intricata ragnatela di tecnicismi risulta spossante. Tuttavia, per gli esperti dell'occulto della Parigi degli anni '20, il libro di Fulcanelli era quasi intossicante. Qui, finalmente, c'era la parola di un uomo che sapeva, la voce dell'ultimo vero iniziato. Il suo allievo, Eugene Canseliet, ci informa nella prefazione alla prima edizione di Les Mystere che Fulcanelli aveva completato la Grande Opera e in seguito era scomparso dal mondo. Per un lungo periodo di tempo l'autore di questo libro non è stato tra di noi, scrisse Canseliet, ed era compianto da un gruppo di fratelli che speravano di ottenere da lui la soluzione del misterioso Verbum Dimissum (parola scomparsa).

La mistificazione sulla vera identità dell'alchimista oscurò il fatto che gente credibile avesse visto il suo bigliettino da visita, blasonato con una firma aristocratica. Era possibile incontrare gente al nightclub Chat Noir (Gatto Nero) di Parigi che asseriva di aver incontrato Fulcanelli durante la Seconda Guerra Mondiale. Tra il 1926 e il 1929, la sua leggenda crebbe, alimentata dal pettegolezzo e da pochi articoli e revisioni nelle oscure riviste di culto Parigine. Canseliet fornì ulteriori informazioni: il Maestro aveva compiuto la trasmutazione, Fulcanelli non era davvero scomparso, erano previsti un altro libro o due, e così via. Dopo la guerra, la leggenda di Fulcanelli, e la carriera di Canseliet, beneficiarono di un incremento nell'interesse circa tutte le cose metafisiche. All'arrivo della metà degli anni '50, i tempi erano maturi per la ristampa sia di Le Mystere des Cathedrales che di Le Dimore Filosofali. Semplicemente per essere stato l'allievo del misterioso Fulcanelli, Canseliet divenne il grande saggio dell'alchimia e dell'esoterismo Francese. Ma gli anni '50 non erano gli anni '20, e molte cose erano cambiate. Una di queste cose era il testo stesso di Les Mystere.


Articolo originale di una rivista del 1936 che menziona la Croce di Hendaye

La questione di Fulcanelli sarebbe stata motivo di interesse solo per gli specialisti della storia dell'occulto e psicologia anomala, fatta eccezione per il singolare mistero del capitolo extra aggiunto all'edizione del 1957 di Les Mystere. Questa seconda edizione includeva un nuovo capitolo intitolato 'La Croce Ciclica di Hendaye' e pochi altri cambiamenti nelle illustrazioni. Nessuna menzione circa questi cambiamenti appariva nella prefazione di Canseliet alla seconda edizione. Dato l'utilizzo di Canseliet di qualsiasi altra cosa riguardante Fulcanelli, come dovremmo comportarci di fronte alla completa assenza di riferimenti a Hendaye nei lavori di Canseliet precedenti alla metà degli anni '50? Se il capitolo è opera di Champagne, allora Canseliet avrebbe dovuto saperlo. Non è una domanda triviale. Il capitolo su Hendaye è probabilmente il singolo pezzo esoterico più incredibile nella storia dell'Occidente. Offre prove che l'alchimia è in qualche modo connessa con l'escatologia, o il tempo della fine del mondo. E offre la conclusione che una doppia catastrofe sia imminente. Se Canseliet ne fosse stato a conoscenza, avrebbe sicuramente usato questo materiale, o quantomeno l'avrebbe menzionato. Tuttora, il silenzio è totale.


La parte superiore della croce di Hendaye

La Croce Ciclica di Hendaye è il penultimo capitolo del capolavoro di Fulcanelli. Dopo tutto il linguaggio tecnico ed erudito del resto di Le Mystere, questo capitolo risulta chiaro e brillante proprio come la sua ambientazione Basca. La descrizione del monumento e della sua collocazione è apparentemente chiara e diretta. Addirittura la stessa spiegazione apparente del monumento è semplice e virtualmente libera dal codice del Linguaggio Verde usato attraverso il resto del libro. O almeno, così sembra sulla superficie.

Possiamo datare la visita di Fulcanelli a Hendaye attorno ai primi anni '20 perchè il suo commento sulla speciale attrazione di una nuova spiaggia, piena di nuove ville. Oggi, Hendaye-Plage, la spiaggia aggiunta di Hendaye, pullula con boutiques, negozi di pesca ed emporii di tavole da surf, essendo diventata famosa come sosta forzata per il popolo internazionale di giovani nomadi con gli zaini a spalla.

Nonostante Fulcanelli dichiari, abbastanza ingenuamente: 'Hendaye non ha niente per attirare l'interesse del turista, dell'archeologo o dell'artista', la regione ha una storia piuttosto curiosa. Un giovane Luigi XIV incontrò sua moglie su un'isola nella baia sotto Hendaye, lungo il confine tra Spagna e Francia. Wellington passò di qui, facendo di St. Jean de Luz la sua base operativa contro Tolosa durante la fase finale delle Guerre Napoleoniche. Anche Hitler fece visita qui, durante la Seconda Guerra Mondiale; nel 1940 parcheggiò la sua macchina a breve distanza dalla croce di Hendaye.

'Qualunque sia la sua vera età, la croce di Hendaye mostra attraverso le decorazioni del suo piedistallo che è il più strano monumento del primitivo millenarismo, la più rara rappresentazione simbolica del Chiliaismo, che io abbia mai incontrato'. Venendo da Fulcanelli in persona, questo è un grande vanto. Egli continua dicendoci che che 'lo sconosciuto autore, che ha creato queste immagini, possedeva reali e profonde conoscenze dell'universo'.


La chiesa di S. Vincenzo, Hendaye

La Croce giace oggi in un giardino molto piccolo, a sud della chiesa. C'è un piccolo giardinetto con un parcheggio nelle vicinanze. Alta circa 12 piedi, la Croce Ciclica di Hendaye padroneggia il giardino, come una misteriosa apparizione nella chiara luce del sole Basco. Il monumento è marrone e scolorito, dall'alto dei suoi 300 e passa anni. La pietra inizia a crollare ed è chiaro che l'inquinamento – la croce siede a pochi passi da una strada trafficata sulla piazza principale – sta velocizzando la sua scomparsa. Le immagini e l'iscrizione Latina sulla croce hanno non più di una generazione prima che l'inquinamento le spazzi via e il suo messaggio scompaia per sempre.

La base di pietra siede su una piattaforma larga ma irregolare di tre gradini, ed è vagamente cubica. Le misurazioni rivelano che sia un po' più alta di quanto non sia larga. Su ciascuna faccia ci sono curiosi simboli, una faccia di sole splendente somigliante ad alcuni dei solari Americani, una strana formazione di 'A' a forma di scudo tra le braccia di una croce, una stella con otto raggi e, il più curioso di tutti, una luna con faccia umana con un occhio prominente. Su di questo piedistallo si eleva una colonna, che ricorda vagamente il classicismo Greco, sulla quale poggia una croce Greca rozzamente scolpita, con inscrizioni in Latino. Sulla facciata con il sole, sul lato ovest, è possibile notare una figura con una doppia X sulla parte superiore della croce. Al di sotto, sul braccio trasversale, c'è l'iscrizione comune 'O Crux Aves / Pes Unica', 'Ave, o Croce, Unica Speranza'. Sul lato opposto della croce superiore, in corrispondenza con la figura della stella, c'è il simbolo cristiano INRI.

Nel suo capitolo “La Croce Ciclica di Hendaye” Fulcanelli ci conduce in un tour guidato di questo monumento alchemico alal fine dei tempi. Inizia con l'iscrizione Latina, che lui interpreta (in Francese tradotto dal Latino originale), 'E' scritto che la vita troverà rifugio in un solo luogo'. Continuando questa interpretazione, egli sostiene che la frase significhi 'che esiste un luogo, un paese, dove la morte non potrà raggiungere l'uomo nel terribile momento del doppio cataclisma'. Inoltre, solo un'elite sarà in grado di trovare questa terra. Fulcanelli si sposta sull'iscrizione INRI, concludendo che: 'abbiamo due croci simboliche, entrambi strumenti dello stesso supplizio. In alto c'è la croce divina, che semplifica il concetto scelto di espiazione; in basso c'è la croce globale, che fissa il polo nell'emisfero settentrionale e colloca nel tempo il periodo fatale di questa espiazione'. La sua interpretazione esoterica di INRI, 'dal fuoco la natura intera verrà rinnovata', conduce direttamente al discorso del Chiliasmo e alla distruzione purificatrice come preludio alla ri-creazione di un mondo paradisiaco. L'alchimia, secondo Fulcanelli, è il vero cuore dell'escatologia. Proprio come l'oro viene raffinato, così sarà raffinata la nostra era – dal fuoco.

Fulcanelli conclude il capitolo con uan serie di metafore: 'L'età del ferro non ha altro sigillo se non quello della Morte. Il suo geroglifico è lo scheletro, che porta gli attributi di Saturno: la clessidra vuota, simbolo del tempo che è finito, e la falce, riprodotta dalla figura del sette, che è il numero della trasformazione, della distruzione, dell'annichilimento'. Fulcanelli ci confida, 'il Vangelo di questa epoca fatale è quello scritto sotto l'ispirazione di S. Matteto. E' il Vangelo secondo la Scienza, l'ultimo di tutti ma per noi il primo, perchè ci insegna che, a parte un ristretto numero di persone (elite), periremo tutti. Per questo motivo, l'angelo è divenuto l'attributo di S. Matteo, perchè la scienza, che da sola è in grado di penetrare i misteri delle cose, degli esseri e del loro destino, puo' dare all'uomo ali per volare vero la conoscenza delle più alte verità, fino a Dio'.

Dato che Fulcanelli ha collegato così apertamente Alchimia e Apocalisse, la vera natura di un meme*** Gnostico e astro-alchemico è emersa nella coscienza collettiva. Questo significa che il segreto non è più custodito tra società elette. Per la prima volta sin dall'epoca delle cattedrali Gotiche, il meme è riemerso dalle sue strutture di incubazione. In un certo senso, la croce e il suo messaggio servono come prova che ci sono cose simili alle società segrete. Fondate nel corso della storia, queste società preservano e presentano il segreto della croce in diversi modi. La Kabbalah nel Giudaismo, il Sofi Islamico, la Cristianità esoterica, lo Gnosticismo e la tradizione Ermetica sono stati i custodi di queste idee. Il messaggio centrale delle tre principali religioni Occidentali, quello cioè che ci sia un momento escatologico nel tempo, è lo stesso segreto che giace nel cuore della croce di Hendaye. Il meme, l'abilità di capire il mito e le sue metafore, sembra essere sopravvissuto solo attraverso l'azione di queste società segrete e isolate.

La Croce di Hendaye si erge oggi nell'angolo sud-occidentale della chiesa di S. Vincenzo, l'angolo più trafficato della città. Nessuno nota il comunissimo monumento con il suo messaggio di catastrofe; probabilmente, era stato pensato proprio per essere così. Il segreto giace in bella vista. (C) Vincent Bridges

*** Da Wikipedia:

Meme: Un meme è un'unità di informazione che è in grado di replicarsi da una mente o un supporto simbolico di memoria – per esempio un libro – ad un'altra mente o supporto. In termini più specifici, un meme è un'unità auto-propagantesi di evoluzione culturale, analoga a ciò che il gene è per la genetica. La parola è stata coniata da Richard Dawkins nel suo controverso libro Il gene egoista (The Selfish Gene, 1976). Un meme può essere parte di un'idea, una lingua, una melodia, una forma, un'abilità, un valore morale o estetico; può essere in genere qualsiasi cosa può essere comunemente imparata e trasmessa ad altri come un'unità. Lo studio dei modelli evoluzionistici del trasferimento dell'informazione prende il nome di memetica.

Fonte: www.vincentbridges.com/?page_id=92