Fusione fredda: la ricerca casertana

Il Giornale Online

Sul numero 20 di Scienza e Conoscenza è uscito un articolo che ripropone un breve excursus sulle vicende della fusione fredda da quel fatidico esperimento di Pons e Fleischmann, ed è stata subito polemica. Sono state richieste rettifiche, ritrattazioni a nome degli ambienti accademici. Con il 21 Scienza e Conoscenza ha risposto alle contestazioni e intende come si era riproposta di portare all'attenzione del lettore lo stato dell'arte di quelle che vengono oggi propriamente dette “reazioni nucleari a bassa energia (LENR-low energy nuclear reactions).

Vincenzo Iorio e Domenico Cirillo da tempo portano avanti un loro esperimento. Vincenzo Iorio inoltre ha appena scritto un “Manuale di divulgazione scientifica – Esperimenti ed esercitazioni per la formazione specialistica nella scuola” (Aracne Editrice) con tra gli altri l'intento di: “Con estrema modestia, mi piacerebbe pensare che quest’opera possa contribuire anche se minimamente ad istituire nelle scuole italiane nuove consuetudini comunicative e rilanciare fortemente l’entusiasmo dei giovani verso le materie scientifiche”.

Uno dei fenomeni più affascinanti della cella elettrolitica di Caserta è che al suo interno, e precisamente sul catodo, avvengono delle trasmutazioni.

Se uno di voi legge il libro di Roberto Germano sulla Fusione Fredda (Editore Bibliopolis) si accorge che in diversi esperimenti in ambito internazionale sono state individuate trasmutazioni. Lo stesso Tadahiko Mizuno del Hokkaido University in Giappone parla di trasmutazioni a carico della cella elettrolitica da lui realizzata e d’altro canto, fu proprio quest’ultima ad ispirare i ricercatori Italiani nel loro esperimento.

Cosa è successo il 18 aprile del 2004 ?
Nel pomeriggio di quella domenica del 18 aprile del 2004 a Grottammare calda cittadina della riviera delle Marche, in provincia di Ascoli Piceno, nella sala Kursall, due ricercatori indipendenti Casertani Vincenzo Iorio e Domenico Cirillo, sponsorizzati dalla associazione O.N.N.E. Osservatorio Nazionale delle Nuove Energie annunciano pubblicamente i risultati di un loro esperimento scientifico sulla “Fusione Fredda” o come successivamente fu battezzata “Trasmutazione Fredda”.

Di che si tratta precisamente ?
Da un punto di vista molto generale l’esperimento risulta essere la replica del lavoro pubblicato da Thadahiko Mizuno nell’aprile del 1998 in occasione della conferenza di Vancouver ICCF-7. Ma, i nostri ricercatori italiani hanno approfondito in maniera diversa il fenomeno e hanno studiato alcune varianti che hanno contribuito a rendere la cella italiana sostanzialmente diversa da quella giapponese. Inoltre, sono risultate fondamentali alcune analisi che hanno permesso di elaborare una teoria completa e originale.

La teoria è stata concepita interamente dai due ricercatori di Caserta ed è confrontabile attualmente con le suggestive interpretazioni della teoria matematica di Widom e Larsen. Grazie a tutto questo lavoro, i due Casertani furono invitati all’inizio di novembre del 2004 a prendere parte alla manifestazione ICCF11 tenutasi a Marsiglia. In questa manifestazione i due ricercatori hanno illustrato ai convenuti il loro esperimento e la loro teoriabase.

In sintesi, in cosa consiste l’esperimento ?
In pratica, in una cella in vetro riempita da una soluzione alcalina dicarbonato di potassio, sono inseriti due elettrodi di tungsteno ai quali è applicata una tensione di alcune centinaia di volt. L’elettrodo connesso al polo negativo del generatore di tensione (catodo) comincia a produrre un plasma molto luminoso e l’acqua contenuta nella cella assorbendo tutto il calore prodotto, comincia a riscaldarsi ed infine ad evaporare. Misurando accuratamente l’energia elettrica applicata all’ingresso e confrontandola con l’energia necessaria per riscaldare e far evaporare l’acqua, ci si accorge che la soluzione ha avuto certamente a disposizione una quantità di energia molto maggiore di quella disponibile.

Da dove viene questa energia ?
Non è chiaro, (sentendo quello che dicono i ricercatori ) se l’energia in eccesso sia prodotta dalle trasmutazioni oppure è prodotta da un fenomeno nuovo non ancora perfettamente compreso. Gli stessi ricercatori però parlano di reazione di sintesi neutroniche. Queste reazione, alla luce della teoria di Widom e Larsen potrebbero effettivamente verificarsi, e inoltre potrebbe essere l’atomo di idrogeno a produrre l’energia in eccesso nella cella trasformandosi in un miniatomo di idrogeno. Dal miniatomo di idrogeno al neutrone della teoria di Iorio-Cirillo il passo è breve e a questo punto potrebbero giustificarsi anche le trasmutazioni misurate da questi ultimi.

Una considerazione importante
Vincenzo Iorio e Domenico Cirillo sono due ricercatori indipendenti che hanno raggiunto uno spettacolare risultato corroborato da un metodo analitico corretto e da un lavoro eseguito a regola d’arte, pur essendo all’epoca non laureati. Inoltre, c’è da dire che i due studiosi, non sono affiliati a nessun Ente di Ricerca e utilizzando unicamente i loro esigui risparmi, hanno prodotto nel loro laboratorio reazioni nucleari a debole energia che hanno conseguentemente prodotto trasmutazioni a carico dell’elettrodo catodico (il tungsteno).

Questi risultati straordinari, confrontati con i dati degli altri ricercatori internazionali costituiscono la prova semplice che le reazioni LENR (Low Energy Nuclear Reaction) possono essere semplicemente eseguite in un garage o in un laboratorio avventizio. Questo non viene detto per sminuire il merito dei ricercatori Casertani ma per decretare la ragione del silenzio su questi fatti cosi importanti. Lo diciamo per informare il lettore, che numerosi scienziati, definiti accademici, sorridono o snobbano queste ricerche.

Tuttavia esse, stanno ormai diventano troppo numerose e compromettenti per coloro che in passato hanno rilasciato con troppa fretta alcune dichiarazioni infamanti. Infatti, vale a mio giudizio questa considerazione: O bisogna ammettere che le reazioni nucleari a bassa energia si verificano comunemente nella materia condensata (vedi Fusione fredda) oppure Vincenzo e Domenico sono due ricercatori straordinariamente bravi poiché trasmutano il tungsteno trasformandolo in renio, in osmio e addirittura in oro.

di Vincenzo Iorio e Domenico Cirillo

Per approfondire l'argomento: http://www.ioriocirillo.com/

Fonte:scienzaeconoscenza.it/articolo.php?id=15031

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