Genetica: NY, primo negozio vende mappa personalizzata rischi malattie

Il Giornale Online
Roma, 14 apr. (Adnkronos Salute) – Nel cuore di Manhattan, fra boutique e gallerie d'arte, spunta un negozio particolare. Vende test genetici per scoprire, alla modica cifra di 2.500 dollari, il proprio rischio di sviluppare una delle 18 malattie più diffuse, per esempio tumore del seno, infarto o Alzheimer. Il negozio della Navigenics, azienda californiana – si legge sul New York Times – ha aperto da poco a Soho, e non è certo passato inosservato. Dopo aver pagato i 2.500 dollari (1.777 euro), il cliente riceve un kit, che comprende un contenitore da riempire con la saliva e inviare immediatamente a un laboratorio.

E' dall'analisi del Dna estratto dalla saliva che si misura il rischio di ognuno di essere colpiti da una particolare patologia. I risultati arrivano nel giro di poche settimane: basta loggarsi sul sito della Navigenics per leggere un dettagliato rapporto sulle probabilità di contrarre una delle 18 malattie che si potrebbero prevenire con un sano stile di vita. L'azienda è stata autorizzata a vendere il proprio prodotto ai cittadini di qualsiasi Stato Usa, tranne proprio quello di New York, spiega Amy DuRoss, una dei manager di Navigenics. I newyorkesi, dunque, dovranno mettersi in lista d'attesa finché non arriverà il via libera delle autorità sanitarie locali.

L'industria californiana è l'ultima arrivata nel business dei test genetici alla portata, più o meno, di tutti. Oltre alla cifra da pagare subito per avere la propria mappa del rischio, i clienti possono ottenere, per 250 dollari l'anno, informazioni aggiornate sulle ultime scoperte della scienza sulle principali malattie, compresa ovviamente quella a cui si è risultati più vulnerabili. I rischi di questo mercato dei test genetici sono tanti, sottolineano gli esperti. Non ultimo quello paventato da un giovane di Seattle, che guarda meravigliato la vetrina del negozio di Soho, e – racconta il New York Times – osserva: ''Così non ci trasformeremo sempre più in un popolo di ipocondriaci?''.

Fonte: http://www.adnkronos.com/IGN/Salute/?id=1.0.2071742106