Giza: ancora menzogne sui pozzi stellari

Il Giornale Online
Inviata da CNJ – http://codenamejumper.wordpress.com/2010/08/04/giza-ancora-menzogne-sui-pozzi-stellari/

di Adriano Forgione
Estratto dall’articolo “Cospirazione a Giza: quale verità” di Andrew Collins (Fenix n.21)

Il 16 giugno 2010 Zahi Hawass ha ancora una volta confermato che il progetto di esplorazione dei lunghi “canali di aerazione”, che partono dalla camera della Regina nella Grande Piramide di Giza, è in corso. Hawass ha dichiarato che il gruppo di esperti incaricati del progetto, da lui selezionato, si chiama “Djedi team” ed è sponsorizzato dalla Leeds University e supportato dalla francese Dassaults Systemes, che ha finanziato la realizzazione del nuovo robottino che dovrà salire sino alle due piccole porte trovate negli ultimi 18 anni. “Con l’aiuto dello Djedi team speriamo di scoprire il significatodi questi pozzi perforando le porte che li occludono. Sono stati già fatti test preliminari nel dicembre 2009” ha affermato Hawass che ha continuato dicendo “Vorrei suggerire che credo fortemente che queste porte nascondano il vero sepolcro di Cheope e che le variazioni di traiettoria del pozzo nord furono realizzate per evitare la grande galleria. Questo significa che i due pozzi furono realizzati dopo la costruzione della piramide”. Che le tre stanze del monumento non siano il luogo di sepoltura di Cheope gli studiosi di frontiera lo affermano da decadi (lo stesso Erodoto parla di sepoltura sotto la piramide e non dentro) così come mi sento di affermare con buona dose di sicurezza che Cheope non è sepolto nella piramide a lui attribuita.

Dunque Hawass, al 90% non troverà nulla perforando quelli che dovrebbero essere semplici blocchi di chiusura dei pozzi, che forse inun lontano passato erano aperti, puntando a determinate stelle (Sirio e Kochab) come avviene per quelli presenti nella Camera del Re. Sono inoltre stupito da Hawass quando dice che “i due pozzi furono realizzati dopo la costruzione della piramide”. Questo è praticamente impossibile, chiedete ad un ingegnere. Due spazi lunghi dai 24 ai 65 metri, larghi poco più di 20 centimetri e perfettamente sagomati e allineati astronomicamente, possono essere spiegati solo se la loro realizzazione è coeva alla costruzione del monumento. In breve, furono realizzati gradualmente, mentre procedeva la costruzione della piramide. A questo punto ci chiediamo: Hawass ci è o ci fa? Conoscendolo, “ci fa”. In tal modo può eludere l’astronomia e le teorie alternative e richiamare i finanziatori, attratti dalla prospettiva di trovare una tomba, che solo Hawass crede possa trovarsi lì. Quando le telecamere mostreranno il nulla si potrà sempre dire che la scienza prosegue per tentativi.

Adriano Forgione

Fonte: FENIX n.21 (Luglio 2010, pag.77) – http://ilblogdiadrianoforgione.myblog.it/