GRAFOLOGIA E MEDICINA

Il Giornale Online

di Giuseppe Cosco

Uno degli aspetti più interessanti della grafologia è la possibilità, visto che lo scrivere comporta una vera e propria proiezione psicosomatica sul foglio, di ottenere informazioni inerenti la totalità dell'individuo. La proiezione dell'immagine corporea dello scrivente permette, tra l'altro, di scoprire varie patologie e le sedi delle loro localizzazioni. In certi asole inferiori storte e/o spezzate si è potuto individuare l'individuo mutilato di una gamba o lo zoppo, nonché certe malattie dell'apparato addominale.

La fisicità si esprime nel processo scrittorio con particolare precisione. Il Moretti era in grado di fornire, con l'esame di uno scritto, le fattezze fisiche del suo autore. Nella descrizione della “scrittura grossa”, ad esempio, lo studioso osservava come fosse prodotta da individui dal fisico robusto e pesante.

Delle “aste curvate in avanti”, padre Girolamo Moretti, affermava che sono significative di persone che si presentano dimesse ed hanno lo sguardo buono. La scrittura che pende in avanti, invece, appartiene a individui con mani grosse, carni molle e zigomi sporgenti.

Nell'ambito patologico si è potuto osservare che alcuni disturbi del sistema nervoso presentano specifici segni grafici. Per quanto concerne la grafologia applicata alla medicina, Crèpieux-Jamin aveva osservato che i malati di fegato hanno, undici volte su dieci, una scrittura discendente e con i caratteri tipici del temperamento bilioso cioè decisa, angolosa e costante.

Le righe discendenti furono riscontrati, dal grafologo francese, nelle scritture dei malati di tubercolosi. Egli osservò che su quarantotto scritti di questi sofferenti ben quarantuno presentavano righe discendenti.

Analogamente nei cardiopatici, su diciassette soggetti esaminati, quattordici presentavano il segno grafico discendente. E’ stato osservato che in questi malati, dodici volte su diciassette, la scrittura presenta un segno a cui l'Hermite dà il significato di dolore. E' una rottura, una leggera interruzione nelle aste e nelle pance delle lettere.

I cardiopatici, come pure gli asmatici, tracciano punti piuttosto in basso e, con una certa frequenza, tra parole che non li richiedono. Il dottor Helot, medico e grafologo francese, dava questa spiegazione dell'eccessiva punteggiatura:

“Guardate un uomo asmatico salir le scale; egli fa un gradino, poi si ferma e, cerca un punto di appoggio. Così, nella scrittura, il paziente si riposa appoggiando la penna sulla carta”.

Nell'individuo predisposto all'infarto le lettere si presentano piuttosto piccole e le aste ritorte. La scrittura nel suo insieme appare tremolante con eccessivi ritocchi. Più recentemente uno studioso americano, Alfred Kanfer, divulgò i risultati ai quali era giunto dopo approfondite ricerche sulla scrittura dei malati di cancro.

Studiando una grande mole di scritti di persone malate di tumore e raffrontandoli con quelli vergati prima dell'insorgere della malattia, osservò che si evidenziavano significative modifiche della scrittura coincidenti con l'esordio della patologia cancerosa.

I bambini affetti da malattie del sistema nervoso come la corea, la balbuzie, ecc. frequentemente mostrano una scrittura rovesciata. Gli schizofrenici tracciano le lettere con grande pendenza, il che è significativo di perturbazione nella sfera dell'affettività.

Le lettere sono tracciate filiformi e la spaziatura tra le parole è esagerata. La tendenza al suicidio si rileva da una scrittura tesa, pendente, cioè con la direzione assiale delle lettere a destra, e movimentata. Gli individui fobici tracciano le aste, cioè gli allunghi superiori o inferiori delle lettere, con gli apici ritorti e la loro scrittura nell'insieme è rovesciata.

Oscar del Torre, nel suo libro Perizia grafica (Ediz. Mediterranee, Roma 1962), scrive che: “L’interruzione anormale del tracciato delle lettere è causata da un improvviso soprassalto della mano dovuto ad un funzionamento irregolare del muscolo cardiaco. Può essere quindi concomitante di disturbi della circolazione talvolta legati ad affezioni respiratorie”.

Il medico francese Léon Vannier, rinnovatore della omeopatia, ha osservato la presenza concomitante, nelle lettere, di ovali vuoti e di altri ripieni d’inchiostro in scritture di cancerosi. Frequentemente nei drogati si osserva una grafia tremolante che è, tuttavia, anche un sintomo di altre affezioni.

Del Torre ha anche osservato che “le lettere e le parole… inutilmente ripetute” possono “essere un segno precursore della paralisi progressiva, se il disturbo è continuo ed è accompagnato da altri disordini…” (op. cit.).

Egli ha verificato, inoltre, che L’ipertensione arteriosa, qualunque sia la sua origine, può coincidere più o meno con le seguenti caratteristiche generali: grafia dinamogena (eccitata), spasmodica, assai angolosa, ineguale, sinuosa, agitata e talvolta con i seguenti tratti particolari: le “<< d >>” occhiellate, le “<< s >>”chiuse, i tagli sulle “<< t >>” assai lunghi od assenti, finali esagerate.

Le caratteristiche della grafia degli ipertiroidei sono invece spesso le seguenti: velocità accelerata, pressione irregolare, forma arrotondata e slogata (lettere disarticolate, irregolarmente squartate in gesti capricciosi e fantasiosi), dimensione ineguale, continuità interrotta, “<< a scosse >>”, esitante.

Nel morbo di Parkinson la grafia è piccola, lenta, tutta pervasa da un leggero tremore quasi impercettibile. Nella Sclerosi a placche lo studioso ha osservato una “grafia assai premuta con linee ondulate, tremore orizzontale, costante e continuo”.

La paralisi progressiva presenta, nelle scritture di questi malati, “linee in tutti i sensi, con macchie e sbavature. Tremori con grandi stacchi – precisa Oscar del Torre, nel libro citato, – analoghi a quelli della sclerosi a placche. Lettere ineguali con tendenza a forme infantili. All’inizio, una grafia ipercinetica con eccesso di legature, paraffi immensi, occhielli larghi, maiuscole fortemente premute. Più tardi – ed è il primo segno essenziale – il malato sopprime o aggiunge delle lettere quasi ad ogni parola… Nel periodo terminale, lo scritto diventa informe con lettere sempre ripetute, con parole difficilmente riconoscibili”.

Da quanto detto si può comprendere che, quando si disegna o si scrive, si proietta sul foglio la propria totalità. Il gesto dello scrivere è una vera e propria manifestazione dell'unità psicologica e fisiologica dello scrivente. E' questo un concetto che la medicina moderna sembra non comprendere, quello dell'unità psicosomatica dell'individuo.

Il medico, Oreste Speciani, scriveva: “La medicina è tutta psicosomatica oppure non è medicina”. La grafologia medica deve tener conto di questa visione olistica dell'individuo già messa in luce da Alexander Lurija che vedeva significative relazioni tra psiche e soma nella scrittura. Sull’unità psicosomatica, Padre Girolamo Moretti, dando la “ragione scientifica” del segno Intozzata II modo, così si esprimeva:

“C’è una congiunzione tale tra anima e corpo che questo in tutto dipende dall’anima e quella non può fare da sé, o meglio non può non farsi accompagnare dal corpo nelle sue azioni”. Ed ancora: “…qualunque linguaggio esterno scaturisce dall’interno, come l’acqua dalla fonte… il linguaggio interno è l’espressione dell’idea e contiene in sé l’idea”.

“Scientificamente considerata, la scrittura contiene il linguaggio interno e perciò contiene tutte le modalità dell’idea. La grafologia psichica, starei per dire, è un controsenso se non si ammettesse la somatica, perché verrebbe a fare del composto umano due parti… ciascuno vede chiaro che ciò è un assurdo”. ( Trattato, Messaggero, IX ed.).

Fonte : http://cosco-giuseppe.tripod.com/grafologia/grafologia_e_medicina.htm