I rospi prevedono i terremoti

Pubblichiamo un importante articolo tradotto in modo adamantino dalla gentilissima Giulia. Il testo verte sulla correlazione tra i prodromi di un sisma ed i comportamenti degli anfibi: una scienziata britannica, la Dottoressa Grant, ha scoperto che i rospi sono molto sensibili alle aberrazioni che si manifestano nella ionosfera, preludio sovente di una scossa. Se la Dottoressa Grant non è stata in grado di stabilire le cause delle alterazioni nella ionosfera [1], cambiamenti legati anche al rilascio di gas radon (si ricordino gli studi di Giuliani), non saremo poi così lontani dalla verità se vedremo nelle variazioni ionosferiche la conseguenza diretta di interventi militari attuati con i sistemi H.A.A.R.P. E' del 5 aprile 2010, il fenomeno tellurico che ha colpito un'area al confine tra il Messico e gli Stati Uniti: il terremoto che ha toccato 7,2 della scala Richter, è un evento distruttivo di una lunga serie: la profondità dell'ipocentro (10 km circa) simile a quella di altri sommovimenti della litosfera, ci induce a ritenere che sia stato un altro sisma indotto, senza dimenticare che la pesante manipolazione della ionosfera sembra stia provocando un pericoloso effetto domino.

I rospi comuni sembrano avere la facoltà di percepire un imminente terremoto e abbandonano la loro colonia con giorni di anticipo rispetto al verificarsi dell'attività sismica

La prova viene da una popolazione di rospi che ha abbandonato la propria colonia riproduttiva tre giorni prima del terremoto che ha colpito L'Aquila in Italia nel 2009.

Non è chiaro in che modo i rospi abbiano percepito l'imminente terremoto, ma di fatto la maggior parte delle coppie in riproduzione e dei maschi è fuggita.

Secondo quanto dichiarato dai biologi nel “Journal of Zoology”, questa reazione è occorsa, nonostante la colonia si trovasse a 74 chilometri di distanza dall'epicentro del sisma.

Studiare le reazioni degli animali all'attività sismica in maniera oggettiva e quantificabile è reso difficoltoso in parte dalla stessa rarità ed imprevedibilità dei terremoti. Alcuni studi sono stati condotti sulle reazioni degli animali domestici, ma la misurazione del responso negli animali selvatici presenta ulteriori difficoltà. Anche quelli di cui è stata dimostrata la reattività, come i pesci, i roditori ed i serpenti, tendono a mostrarla nell'imminenza di un evento sismico piuttosto che con giorni di anticipo. Tuttavia, all'epoca in cui un devastante terremoto ha colpito l'Italia, la biologa Dott.ssa Rachel Grant della Open University di Milton Keynes (UK) vi era impegnata in un monitoraggio sul campo di varie colonie di rospi comuni, con rilievi a cadenza quotidiana.

I dati inclusi nei suoi studi sono stati raccolti in un periodo di 29 giorni prima, durante e dopo il sisma che ha scosso l'Italia il 6 aprile del 2009. Il terremoto (artificiale n.d.t.), di magnitudo Richter 6.3, ha avuto il suo epicentro vicino a L'Aquila, a circa 95 km (60 miglia) a nord-est di Roma. La Dott.ssa Grant stava studiando i rospi del Lago di San Ruffino nell'Italia Centrale, a circa 74 km di distanza, quando si accorse che questi mostravano un comportamento anomalo. Cinque giorni prima del terremoto, il numero di maschi all'interno della colonia riproduttiva calò del 96%. Questo è del tutto inconsueto per i rospi maschi: una volta compiuto l'atto riproduttivo, normalmente essi rimangono attivi in gran numero presso i siti riproduttivi, fin quando non è conclusa la deposizione delle uova. Inoltre, non si sono verificati fenomeni meteorologici tali da poter giustificare la scomparsa dei maschi.

Tre giorni prima del fenomeno tellurico, anche il numero delle coppie in riproduzione era improvvisamente calato a zero. Mentre fino a sei giorni prima del terremoto e poi di nuovo nei sei giorni successivi, nel sito furono rinvenute ovature, l'attività di ovodeposizione cessò completamente per tutta la durata del terremoto stesso – cioè tra la prima scossa principale e l'ultima scossa di assestamento.

“Il nostro studio è uno dei primi a documentare il comportamento animale prima, durante e dopo un sisma”, dice la Dott.ssa Grant.

A suo parere i rospi sono fuggiti a quote più alte, probabilmente per sfuggire al rischio di caduta di massi, frane e inondazioni.

La percezione del pericolo

Il meccanismo per cui i rospi sarebbero in grado di percepire l'imminente attività sismica non è stato del tutto chiarito.

Il cambiamento nel comportamento dei rospi è avvenuto in coincidenza con alcune perturbazioni nella ionosfera, lo strato elettromagnetico più esterno dell'atmosfera terrestre, aberrazioni individuate dai ricercatori nei giorni del terremoto de L'Aquila con l'ausilio di una tecnica nota come radiosondaggio delle onde a frequenza molto bassa (Very Low Frequency = V.L.F.). Tali cambiamenti dell'atmosfera, a loro volta, sono stati associati da alcuni scienziati al rilascio di gas radon o alle onde di gravità che precedono un sisma. Nel caso del terremoto de L'Aquila, la Dott.ssa Grant non è stata in grado di determinare che cosa abbia causato le alterazioni nella ionosfera. Tuttavia, le sue scoperte suggeriscono che i rospi sono effettivamente capaci di sentire qualcosa.

“Le nostre scoperte lasciano supporre che i rospi siano in grado di percepire gli indizi pre-sismici come la fuoruscita di gas e particelle elettricamente cariche e di usarli come un sistema di pre-allarme sismico”, dice la Grant.

Le formiche ignorano i terremoti

Un diverso studio ha quantificato il responso di un altro animale ad un terremoto di vaste proporzioni.

Alcuni ricercatori hanno avuto la fortuita opportunità di studiare il comportamento delle formiche mietitrici del deserto (Messor pergandei) nel Deserto del Mojave in California, quando la terra cominciò a tremare il 28 giugno del 1992.

Il più forte terremoto degli ultimi quattro decenni negli Stati Uniti colpì mentre era in corso uno studio volto a misurare la quantità di formiche che frequentavano i percorsi in entrata ed in uscita dalla colonia, la distribuzione delle formiche operaie e addirittura la quantità di biossido di carbonio prodotta dal formicaio.

Ebbene, in risposta a quel terremoto di magnitudo 7.4, non venne notato il benché minimo cambiamento nel comportamento delle formiche.

[1] N.A.S.A.: i terremoti sono prevedibili

WASHINGTON, U.S.A. — La N.A.S.A. scende in campo con un annuncio rivoluzionario sulle previsioni sismiche. Secondo Stuart Eves, che lavora presso l'agenzia americana, vi sarebbe sempre una stretta correlazione tra i terremoti che superano il quinto grado della Scala Richter e particolari perturbazioni che avvengono nell’atmosfera più alta, la ionosfera.

Fonte: NEWSBBC.CO.UK

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