Il battito del cuore del mondo

Il Giornale Online
Inviata da skorpion75

L’immagine di fondo che viene trasmessa dalla storiografia moderna è quella di una umanità che faticosamente percorre un lungo cammino dalla barbarie alla civiltà, incontrando ostacoli, regressi temporanei, deviazioni, ma sostanzialmente seguendo una ben precisa direzione.

E’ l’idea di un essere umano che si fa sempre più civile, che passa dalla clava e dalle caverne all’I-pod ed ai grattacieli. Così come la società nella sua interezza, che si è lasciata alle spalle i cupi periodi dell’oppressione e della tirannia per approdare alla libertà ed alla democrazia: le magnifiche sorti e progressive, questi sono i miti su cui si fonda l’immaginario collettivo della nostra civiltà.

Il tutto coronato dal costante perfezionamento delle conoscenze scientifiche e tecnologiche, che permettono, o dovrebbero permettere, all’umanità di sconfiggere le fatiche e le sofferenze conosciute nei secoli passati. Emerge quindi una percezione lineare del tempo, concezione predominante nella nostra epoca, una visione nella quale gli eventi si susseguono in una linea retta, da un lontano passato non del tutto ancora noto fino ad un futuro che porterà in sé il ricordo e gli insegnamenti di tutti gli eventi che nel frattempo si saranno verificati.

Giorno dopo giorno, anno dopo anno, il futuro è un qualcosa che si costruisce sulle fondamenta del passato, come un palazzo destinato a crescere e ad essere perfezionato, mattone dopo mattone. Ma se oggi la concezione del tempo lineare è predominante, così non sempre è stato nei secoli passati. Gli uomini osservando il mondo intorno a loro vedevano che tutti gli eventi che regolavano il corso della vita si riproponevano in maniera ciclica. Il sole sorgeva, saliva alto in cielo e poi tramontava, e ripeteva il suo percorso il giorno seguente, e quello dopo ancora.

Così la luna, che mentre percorreva la sua rotta circolare intorno alla terra sapeva anche da spenta divenire piena e lucente, per poi ancora pian piano spegnersi, e di nuovo crescere. La natura stessa seguiva dei ritmi circolari, i campi fiorivano, gli alberi diventavano verdi, e poi tutti i colori svanivano, per ricomparire puntualmente l’anno seguente. E gli astri nel cielo nel loro vagare tracciavano dei cerchi perfetti, nel breve e nel lungo periodo.

Gli uomini osservavano ciò che li circondava e capivano che ogni cosa nel creato segue un ritmo circolare, dal tragitto del sole alle stagioni. Il tempo venne di conseguenza rappresentato come una ruota, e la vita era scandita da eventi che si riproponevano regolarmente di anno in anno. Piccoli e grandi cicli, accomunati dal un battito costante, un respiro che ne cadenzava il ritmo.

Piccoli giorni e grandi giorni. Così passavano le stagioni e si riproponevano, passavano le vite degli uomini e venivano sostituite da altre vite, passavano i regni, gli imperi, e nuovi regni e nuovi imperi sorgevano, sempre simili e mai uguali ai loro predecessori.

L’età moderna ha reso invece predominante una nuova concezione, definendo il concetto di progresso. L’essere umano, e la società da esso creata, viene vista ora come un cammino verso un costante perfezionamento, verso organizzazioni sociali sempre più eque, verso conoscenze sempre maggiori atte a garantire il bene di tutti. Hegel fu uno dei maggiori profeti di questo nuovo sentire, e descrisse la storia stessa come un lungo percorso verso lo Spirito, il compimento ultimo.

La forma stato verrà poi vista come l’ultima e definitiva conquista dell’organizzazione sociale, e di seguito la democrazia apparirà come la migliore forma di governo di cui gli esseri umani possano dotarsi. La concezione lineare della storia non può fare a meno dell’idea del progresso, del perenne miglioramento.

Accade così che un rallentamento, se non addirittura una inversione di marcia, mina alla radice questa convinzione, e crea nello spirito del tempo una sensazione di profondo smarrimento, ed una generale incertezza si diffonde. L’idea che il progredire sia giunto ad un punto morto, e la possibilità che il futuro possa riservare scenari non previsti, inizia ad insinuarsi nell’inconscio collettivo, ma è un pensiero che si tenta di esorcizzare.

Parallelamente, il diffondersi di queste sensazioni porta molte persone a teorizzare una fine dei tempi prossima; vengono studiate ed analizzate antiche profezie, si cercano i segni rivelatori, si riscoprono conoscenze che parevano dimenticate.

E’ un reciproco contagiarsi, ma alla base del tutto c’è la diffusa sensazione di un tempo che non potrà a lungo seguire un perenne progresso. E se questo appare sempre più evidente, le risposte che si tentano di dare rientrano ancora all’interno del paradigma moderno: il tempo è ancora visto come una linea retta, e se non può più proseguire, si spezza.

Occorrerebbe forse recuperare, per un istante, gli occhi dei tempi passati, e solo allora si potrebbe vedere la testa del serpente, nel punto in cui si morde la coda, proprio sotto di noi.

Fonte: http://santaruina.splinder.com/post/20166495/Il+battito+del+cuore+del+mondo