Il disco di Rosetta

Il Giornale Online
Scritto da: Federico Cella

È più resistente della carta o del cd di plastica, perché deve conservare una biblioteca di 2500 idiomi per almeno 10mila anni. L'obiettivo è di salvare quelle destinate a scomparire nei prossimi decenni, sostituite soprattutto dall'inglese. Il supporto in questione è chiamato disco di Rosetta, un ritrovato tecnologico, frutto dell'esperienza congiunta di esperti della Long Now Foundation di San Francisco.

Il prototipo, che verrà replicato e distribuito a livello internazionale, è un disco di nichel del diametro di 6 cm con microincise 15mila pagine, che contengono una documentazione relativa a 2500 diversi lingue diverse. Ogni pagina è larga mezzo millimetro, tanto quanto cinque capelli messi insieme, e, per leggerla, necessita di un microscopio che ingrandisca 500 volte il documento.

Il disco è contenuto in una sfera di cristallo che raffigura, nella parte centrale, l'immagine della terra e riporta, attorno alla circonferenza, un messaggio scritto nelle otto lingue principali con la dicitura «Lingue del mondo» disposta a spirale. L'oggetto, molto curato anche nel design, è un vero e proprio archivio linguistico comparativo che consentirà alle generazioni future di approvvigionarsi culturalmente, per i prossimi 10mila anni. Lo scopo del progetto di Rosetta è quello di conservare un totale di 2500 lingue, alcune delle quali sono parlate da meno di un centinaio di persone. Si stima, infatti, che fino al 90% delle lingue parlate nel mondo, quelle minori, schiacciate dalla potenza delle grandi lingue come l'inglese, lo spagnolo e in prospettiva sempre di più il cinese, scomparirà entro un secolo e per queste non esisterà una documentazione significativa.

Il corpo del moderno archivio cresce con una struttura di testi paralleli, proprio come l'antica stele di Rosetta, una lastra in granito scuro di 114 x 72 cm, che riporta un'iscrizione con tre differenti grafie: geroglifico, demotico e greco (dall'alto in basso). Demotico e geroglifico non sono due lingue diverse, ma semplicemente due grafie dell'egizio: il geroglifico era usato per testi sacri o di particolare importanza, il demotico per documenti di importanza minore. Poiché il greco era conosciuto, la stele offrì una chiave decisiva per poter procedere alla comprensione dei geroglifici nel 1822, ad opera di Jean-Francois Champollion.

Il disco di Rosetta, emule dell'antica stele, presenta 1500 versioni linguistiche dello stesso libro della Genesi, così se una lingua estinta suonerà incomprensibile ai posteri, la si potrà sempre decifrare, traslitterandola con un'altra più longeva. L'operazione culturale ha richiesto un certo impegno, ci sono voluti, infatti, otto anni solo per mettere insieme le 1500 diverse traduzioni del primo libro della Bibbia.

Fonte: http://vitadigitale.corriere.it/2008/08/e_piu_resistente_della_carta.html