Il Dr.Mack Risponde ad un Articolo di Psychology Today

Il Giornale Online
Distribuito ad una lista frequentata da ricercatori ufo, Luglio 2003
di John E. Mack, M.D.

Cari Amici,
Non posso commentare direttamente su quello che è stato detto nell'articolo di Psychology Today, come molte persone in questo campo e altri campi relativi, perchè le distorsioni delle posizioni e le errate citazioni sono così dilaganti nella maggioranza di articoli mainstream su questi soggetti che è impossibile “impostare chiaramente le cose”. Può non essere saggio rilasciare interviste, ma c'è sempre la speranza di fare qualcosa di utile, i giornalisti ti assicurano sempre la loro apertura (a volte può accadere; editori e dirigenti sono un'altra questione). Esiste anche il problema del “dannato se lo fai, dannato se non lo fai”: se rilasci una intervista facilmente verrà distorta o incorniciata in un contesto contorto; se non lo fai a volte diventano molto cattivi.

Riguardo alla mia posizione su UFO ed abductions e alle critiche per cui sarei molto confuso, posso dire solo questo.
Credo che gli UFO siano reali? Sì.
Credo che siano fisicamente reali? Sì, a volte.
Le abductions sono reali? Sì.
Sono fisicamente reali? Sì.

Però queste affermazioni devono essere qualificate secondo un'altra domanda:
Sono-solo-fisiche? No.
Cosa significa?

Ecco come mi avvicinerei a questa domanda. Al tempo dei miei 14 mesi di “prova” da parte del Comitato di Harvard, ricevetti molto sostegno dalla comunità UFO e da qualche scienziato e filosofo tradizionale, ai quali sarò eternamente grato. Alcuni di questi individui, specialmente Bruce Maccabbee e Stan Friedman, affrontarono nello specifico e con dettagli convincenti la materia delle evidenze fisiche, perchè il comitato riflettesse in molte occasioni quanto fosse poco informato su questo soggetto. Infatti, ho ricevuto una valanga di materiale solido che documentava la realtà fisica degli UFO e che venne incorporato nella relazione che con i miei avvocati ho preparato in risposta al rapporto del comitato. Inutile dire che questo non convinse i suoi membri, ma, credo, li ha resi più cauti e ha contribuito molto al risultato favorevole. Io ero e sono preparato a difendere quello che è stato detto nella nostra risposta alle asserzioni del poco informato comitato. Riguardo al commento di Stan che ho accettato, del “non si può arrivare qua da la”, questo semplicemente non è vero. Ovviamente non so abbastanza sull'ingegneria per commentare questo. Però gli esseri possono non appoggiarsi alle nostre tecnologie convenzionali. Che arrivino qua, qualsiasi mezzo usino, per me è incontrovertibile.

Negli anni in cui ho indagato il fenomeno degli incontri alieni, sono rimasto impressionato dalle tante ambiguità e dai tanti paradossi che contiene. A volte il contatto sembra fisicamente reale, ma non sempre. A volte ci sono evidenze fisiche, ma non sempre e spesso è piuttosto elusivo. Questo mi ha forzato – non sono solo in questo – a divenire più sofisticato in ciò che comprendiamo o pensiamo della realtà.
Per molti studiosi, inclusi psichiatri, filosofi e teologi, la realtà non cade nettamente in due categorie, fisica o mentale, esterna o interna. Ci sono altre dimensioni di realtà e fenomeni che cadono in tutte queste categorie. Molti scrivono di un terzo dominio, “che attinge sullo psicologico e il fisico, ma che non è riducibile ad uno dei due” (Professore di Filosofia, Michael Zimmerman).

Riguardo agli UFO, il famoso psichiatra transpresonale, Stanislav Grof, ha scritto al Comitato di Harvard:

“Gli approcci convenzionali in quest'area sono caratterizzati dal pensare in termini di dicotomia semplicistica: eventi reali e materiali che riguardano astronavi extraterrestri e visitatori alieni da un'altra parte dell'universo fisico contro allucinazioni di persone psicotiche”.

Grof quindi suggerisce che le scoperte della fisica contemporanea hanno

“cambiato drammaticamente la comprensione dell'universo fisico e la relazione tra la coscienza e la materia, ma ancora un modello sorpassato di realtà continua a dominare il pensiero in altre discipline, inclusa la psichiatria e la psicologia.”

La ricerca fatta per stabilire la realtà fisica degli UFO e delle abductions è di grande importanza, comunque, per mia opinione, non è sufficente per comprendere questi fenomeni. Richiedono – in aggiunta alla percezione diretta – una conoscenza più intuitiva, olistica o “del cuore”. Per i medici questo è sempre stato essenziale per apprendere le esperienze delle altre persone.
L'idea, un residuato del XIX° secolo, che possiamo apprendere cosa importi alle persone – gli incontri alieni sicuramente cadrebbero in questa categoria – semplicemente oggettivandole è sbagliata. Dobbiamo fare una connessione entrando nei loro mondi e apprendendo assieme. Questo processo di apprendimento co-creativo può dirci qualcosa degli eventi fisici della vita di una persona. Ma il come dare credito a rapporti di esperienze d'abduction è una domanda complicata e scientificamente importante. E' necessario stabilire criteri chiari per valutare l'accuratezza, la precisione, l'affidabilità e lo stato ontologico di tali rapporti. Persino senza tale certezza comunque, questi racconti ci dicono altro di importante – per esempio, sul significato degli eventi, lo stato o gli stati di coscienza in cui l'esperienza è avvenuta e la necessità di cercare d'afferrare il significato della visione espansa della realtà che queste esperienze rivelano. Queste sono domande enormi che necessitano di molta più attenzione.

Cordiali saluti,
John

John E. Mack, M.D.
Cambridge, MA
June 24, 2003

Nota dall'editore del sito web del Dr. Mack: Il Dr.Mack non ha letto l'articolo di Psychology Today, in quanto preferisce non leggere recensioni negative. Piuttosto, questa dichiarazione è stata una risposta ad una discussione sull'articolo di Psychology Today.

Fonte: http://www.passporttothecosmos.com/psychtoday03.html
Tradotto da Richard per Altrogiornale.org – 2010
Si ringrazia il John E. Mack Institute per la gentile concessione