Il fuoco che viene dal cielo


Mercoledì 24 giugno 1998, alle ore 17,16, l'Osservatorio solare ed Elisferico, frutto della collaborazione fre l'agenzia spaziale americana NASA e l'europea ESA, perdeva il contatto con il centro di controllo.

L' incidente si consumava qualche settimana dopo una serie di osservazioni che avevano profondamente scioccato il mondo dell'astronomia.Data la natura e la portata dei rilevamenti, il silenzio della SOHO, durato circa un mese, ha insospettito i ricercatori Richard Hoagland e Michael Bara del TEM, The Mission Enterprise [Mission Enterprise è un organismo privato di ricerca finalizzato allo studio e alla divulgazione di studi e scoperte scientifiche effettuate dalla Nasa durante le missioni spaziali, ma occultate all'opinione pubblica.], che riuscivano a stabilire che sulla SOHO non soltanto si era verificato un malfunzionamento, ma qualcuno del Centro di Controllo voli Spaziali di Goddard-Greenbelt, nel Maryland, avrebbe potuto deviare la sonda dalla sua posizione, per poi riattivarla.

Tale ipotesi è stata suffragata alcuni mesi dopo, quando una commissione d'inchiesta congiunta della NASA e dell' ESA ha annunciato che alla SOHO era stata, letteralmente, somministrata una pillola avvelenata. Vale a dire che comandi erronei e programmazioni improprie avevano impedito che la navicella continuasse a fornire immagini e dati, nonostante la sua diversificata ed avanzata strumentazione.

In qualsiasi altra circostanza, una tale perdita avrebbe costituito un'altra sconfitta per la NASA e gli enti privati collegati. Ma va considerato il lavoro che SOHO aveva effettuato si no al suo black-out. La sonda, lanciata nel Dicembre '95, per studiare la cromosfera ed il funzionamento interno del sole, aveva rilevato e fotografato, al di là dello spettro solare, la presenza di comete, alcune in rotta d'avvicinamento alla Terra.

Aveva funzionato senza problemi

Situata in un'orbita ellittica Lagrange [Per orbita di Lagrange si intende quando due corpi – generalmente satelliti naturali o artificiali – formano con il pianeta o l'astro con cui orbitano un angolo di 45°, in cui detto satellite non può né cadere né tantomeno allontanarsi, bensì descrivere un'orbita attorno al pianeta stesso. ], a circa un milione e mezzo di miglia dalla Terra, SOHO aveva funzionato senza troppi problemi per oltre due anni, inviando una massa di dati ed immagini in una vasta gamma di spettri di luce. A metà maggio, avvistava, fuori dalla costellazione di Orione, una spettacolare cometa in avvicinamento, classificata come J1 1998 SOHO, la prima osservabile ad occhio nudo (almeno nell'emisfero meridionale) dopo il recente passaggio della Hale-Bopp. Analogamente alla cometa del secolo, J1 si è trovata in un'orbita troppo perfetta, quasi studiata.

Data la sua peculiare traiettoria, la SOHO ha raggiunto il suo CAE (Closest Approach to Earth), punto massimo di avvicinamento alla Terra, il 20 Maggio, approssimativamente alle 6:00 ora universale. Se in quel momento vi foste trovati vicino alla Grande Piramide di Giza, in Egitto, avreste osservato Sirio [Sirio, nella mitologia egizia incarnata da Iside, dea del Nilo, madre di Horus e moglie di Osiride-Orione.]- la dea Iside, secondo la mitologia egiziana – sorgere precisamente a 19,5 gradi. Come afferma Hoagland, questa latitudine tetraedrica – costante geometrica riscontrata nella regione marziana di Cydonia e simbolo del potere magico delle stesse divinità egizie – appare più volte nella storia dei programmi spaziali statunitensi, quasi come un rituale sacro. Il possibile significato di tutto questo sarebbe passato inosservato se non fosse stato per un'altra spettacolare coincidenza. Almeno, così l'ha chiamata la NASA.

Il Giornale Online
Chi ha paura dell'asteroide?

Sotto l'occhio di SOHO, l'uno e il due Giugno '98, due comete gemelle piombavano nel Sole, seguite da un'incredibile espulsione di massa coronale [La Massa Coronale è il materiale che costituisce la regione più esterna (Corona solare) dell'atmosfera solare situata al di sopra della cromosfera.]. La NASA rapidamente sottolineava che il fenomeno non era imputabile all'impatto di comete.

Hoagland ribadiva prontamente che nel modello teorico della fisica iperdimensionale [Il ricercatore si riferisce a leggi fisiche non ancora note ed elaborate da alcuni scienziati dallo studio geometrico dei monumenti marziani.], l'energia emessa dal sole è direttamente proporzionale al momento d'inerzia angolare della massa di altri corpi del sistema solare.

Pertanto, se un paio di oggetti celesti avesse generato un simile bagliore solare, quali sarebbero state le conseguenze di un intero sciame meteorico? Insomma, è possibile che la NASA abbia attuato un cover-up [Con cover-up (=copertura) si definisce la politica di insabbiamento o di occultamento tesa a far sì che determinate informazioni e documentazioni rimangano segrete. ] per salvaguardare la Terra dagli effetti letali di semplici comete che, impattando col Sole avrebbero generato forti scariche elettromagnetiche? Oppure, che la decisione di oscurare temporaneamente la sonda possa essere stata influenzata da una idea fissa per gli asteroidi, tipica di certi ambienti NASA.

Prova ne sia che recenti successi cine-televisivi, inclusi i kolossal “Deep Impact” ed “Armageddon” – hanno usato cataclismi, asteroidi e comete capaci di annientare la vita sulla Terra. Anche la pubblicità se ne è accorta, riproponendo gli stessi temi negli spot pubblicitari americani. Ad esempio, quello relativo ad una polizza assicurativa anti-calamità (Project Impact) con protagonista niente di meno che James Lee Witt, il capo stesso della FEMA, la Federal Emergency Management Agency – organismo federale statunitense preposto alla gestione delle emergenze in caso di disastri.

Il numero degli spot, trasmessi con il tacito assenso della FEMA via etere e via cavo, e dei documentari americani ed europei sullo stesso soggetto, è elevato. La NASA e il Dipartimento della Difesa, guarda caso, hanno fornito il loro supporto ufficiale e consulenza tecnica.

Il Toro e i testi mitologici egizi

Per riallacciarsi all'imprevisto “black-out” occorso alla SOHO, la prova definitiva del suo deliberato accecamento è arrivata, per Hoagland, con il ritrovamento e la successiva rianimazione della navetta.

Il ritrovamento è stato reso possibile grazie ad un segnale lanciato nello spazio dall'antenna del radiotelescopio di Arecibo, a Porto Rico. Il segnale, una volta riflesso dalla sonda, sarebbe stato captato da una delle antenne del sistema Deep Space Network in California, utilizzato per le comunicazioni con le sonde interplanetarie. Per Hogland non ci sono dubbi. La NASA o alcuni membri al suo interno hanno deliberatamente disabilitato la SOHO.

A questo punto balza agli occhi una realtà sconcertante, per la quale Hoagland postula due risposte, una pratica, l'altra simbolica e in qualche modo oscura, ma che giungono alla stessa conclusione. Una cometa o comunque un asteroide si sta avvicinando alla Terra! Inoltre, la chiave per calcolare la morte e la rianimazione della SOHO si trova nella costellazione del Toro, apparsa, grazie ad un controllo effettuato sulla piana di Giza, nel momento dell'oscuramento della sonda. In quell'istante Marte, era situato nella costellazione del Toro, esattamente a 19,5° sull'orizzonte.

Nei testi mitologici egizi il toro rappresenta Seth – Dio delle tempeste e del caos, violenza e oscurità, fuoco e zolfo – il fratello cattivo di Osiride, che uccise quest'ultimo usurpandone il trono, per poi essere conquistato da Horus – figlio di Osiride – associato al Sole nascente e alla costellazione del Leone.

Durante la battaglia tra gli Dei, Horus viene temporaneamente accecato da Seth, ma riacquisterà la vista solo alla fine del conflitto, con Seth ormai pronto a possedere le anime degli uomini. La storia narra poi che Horus trionferà nella sua guerra e quando Seth verrà distrutto nello spirito da Osiride, ritornerà sulla Terra per governare su una nuova Età dell'Oro. Dato che Marte rappresenta Horus e la guerra, il legame simbolico con la SOHO risiede nel fatto che l'oscuramento della navicella raffigura il primo colpo contro Horus – in questo caso il suo “occhio” SOHO – nella battaglia finale tra Seth – il Toro – e Horus che si vendica poi della morte di Osiride – Orione.

La mitologia narra che Seth diede libero sfogo al fuoco dal cielo, causando grandi inondazioni e portando le tenebre sulla Terra. Tutto ciò, per Hoagland è paurosamente indicativo dei postumi di un impatto con una cometa. L'associazione di Seth con il Toro porta alla stessa conclusione. Per gli egizi tale caos e terrore provenivano da quella costellazione. Tale relazione è stata approfondita dal noto ricercatore e giornalista inglese Graham Hancock nel suo libro The Mars Mystery [Il testo è basato sulle associazioni Marte/Terra, originalmente proposte come la “Connessione terrestre”, nel libro di Richard Hoagland The Monuments of Mars.], di prossima uscita in Italia.

Le Tauridi e la cometa Encke

In questo lavoro Hancock evidenzia numerosi legami addizionali tra la mitologia egizia, la Terra, Marte e certe strutture riscontrabili su entrambi i pianeti. L'opera dedica anche molto spazio a Seth e al Toro, assieme ad altre incredibili
scoperte, come testimoniano le recenti dichiarazioni di grandi scienziati, primo fra tutti il dottor Duncan Steel, direttore dello Spaceguard in Australia, il quale ha ipotizzato che Stonehenge – situata a 33° di longitudine ad ovest di Giza – sia stata edificata principalmente per assolvere alla funzione di sistema d'allerta per eventuali comete in avvicinamento dalla costellazione del Toro.

Inoltre, per Steel, un numero considerevole di dati suggerisce che impatti meteorici siano realmente accaduti durante la costruzione del sito megalitico. Hoagland, dal canto suo, non solo ritiene che ad unire le tessere del mosaico è lo sciame meteorico delle Tauridi, ma che la NASA stia operando in proposito un conseguente cover-up, o insabbiamento. Tuttavia, il carattere inquietante delle Tauridi non è solo cosa di oggi: già mezzo secolo fa numerosi astronomi dedicavano alle Tauridi la loro attenzione. L'opinione pubblica, allora come oggi, continua a restarne all'oscuro, eppure questo sciame meteorico sembra sollevare numerosi interrogativi sul nostro possibile futuro.

Molte delle tempeste meteoriche con cui abbiamo familiarizzato negli ultimi mesi, come le Perseidi, le Andromedi e le Leonidi, non si sono rivelate pericolose per la Terra, poiché non presentavano grandi corpi nelle loro formazioni.

È stato stimato, inoltre, che per disperdere i corpi di grandi dimensioni – da oltre 1 Km o più – presenti negli sciami meteorici, occorrano circa 100.000 anni.

Astronomi di fama mondiale, come Fred Whipple, Victor Clube e William Napier hanno ipotizzato che lo sciame delle Tauridi possa essere ciò che resta di un'enorme cometa – di centinaia di chilometri di diametro – che si è frantumata soltanto 20.000 anni fa. Si pensa, inoltre, che lo sciame stia seguendo la cometa Encke, caratterizzata dal più breve periodo orbitale conosciuto, 3,3 anni.

Impatti cometari e Stonehenge

Ora, teniamo conto che la corrente di detriti viaggia in un percorso ellittico di attraversamento della Terra, la cui estensione è di circa 30 milioni di chilometri. Il nostro pianeta subisce tale tempesta due volte l'anno: dal 24 Giugno al 6 Luglio e dal 3 al 15 Novembre. Come si nota, trascorriamo annualmente 24 giorni nella morsa delle Tauridi. Visto che la maggior parte delle comete transita solo per qualche ora nell'orbita terrestre, fatte le debite proporzioni, la sorgente delle Tauridi potrebbe essere circa un milione di volte più grande di un normale sciame. Evidenziando i vari periodi di impatti multipli di meteore nel passato – uno coincidente con la costruzione di Stonehenge – dovuti alle frammentazioni di comete, Clube e Napier precisano che dovrebbero esistere diversi corpi di notevoli dimensioni nascosti negli sciami.

Corpi invisibili ai nostri telescopi perché sepolti nella polvere e nei detriti. Whipple ha evidenziato che Encke, in un raggio di circa 5 chilometri, potrebbe nascondere diversi compagni, perfino più grandi. Inoltre, fino ad ora, sarebbero state identificate altre due comete all'interno delle Tauridi e 13 asteroidi intersecanti l'orbita terrestre. Ma non è tutto. I due scienziati, usando metodi ampiamente riconosciuti dall'astronomia, sono giunti alla conclusione che ci siano tra cento e duecento asteroidi di un chilometro di diametro ancora da scoprire all'interno dello sciame.

Un deliberato oscuramento

Osservazioni di oggetti più piccoli, raggruppati in vari punti lungo l'orbita, attestano effettivamente l'esistenza di centinaia di migliaia di corpi celati nella formazione, ognuno capace di un'esplosione di diversi megatoni. E questa non è nemmeno la parte più inquietante. Recenti prove supportano l'ipotesi che sia presente anche un enorme compagno nascosto di circa 30 chilometri di diametro nel cuore dello sciame di Encke, capace periodicamente di occultarsi. Il matematico italiano Emilio Spedicato, dell'Università di Bergamo, ha calcolato che la Terra attraverserà una parte della corrente che contiene questo compagno fra 32 anni, intorno al 2030, e l'insieme dei corpi presenti nella formazione intersecherà la Terra ad una velocità di circa 46.000 miglia orarie. Secondo Hoagland è fin troppo evidente come la data di inizio dell'attraversamento estivo delle Tauridi e la “perdita” della SOHO coincidano perfettamente.

Dov'era puntata la sonda quando improvvisamente si è spenta? Cosa non doveva vedere? La risposta va cercata nel nel sole. E, più precisamente, al di là di esso. Infatti, le comete che provengono da quella direzione sono più difficili da individuare e le osservazioni sono impossibili senza l'ausilio di speciali strumentazioni o di sistemi ad infrarossi. Proprio il tipo di apparecchiature di cui la sonda dispone. Dato che lo sciame presenta tale caratteristica, la SOHO costituiva l'unico mezzo per poter osservare una nuova cometa attiva proveniente dalle Tauridi. “Come possiamo sapere che si trattava di una cometa attiva?” si chiede Hoagland. Semplicemente perché, se non lo fosse stata, la sonda non l'avrebbe vista.

Pericolo incombente?

Pertanto la SOHO può essere stata disattivata per nascondere il passaggio di una cometa in avvicinamento, che potrebbe colpire la Terra molto prima del suo periodo orbitale di 32 anni. Probabilmente durante il prossimo passaggio delle Tauridi, previsto per il Giugno 1999. Il punto cruciale, come ha concluso Hancock, è che potremmo davvero trovarci di fronte ad un imminente pericolo. Semplici illazioni? Forse, ma per Hoagland, in base agli elementi fin qui acquisiti, non sussistono dubbi o incertezze. Numerosi scienziati, Clube incluso, non sono d'accordo con la data del 2030, dichiarandocomunque di non sapere quando potrebbe verificarsi il possibile impatto.

Scavando a ritroso nella nostra storia ci accorgeremo ben presto di non poter evitare il fuoco che viene dal cielo per molto tempo ancora. Studi recenti hanno mostrato che circa 300 milioni di anni fa una serie di impatti multipli si verificò lungo le valli del Missouri e del Kansas. Oggi, il ripetersi delle stesse condizioni raderebbe certamente al suolo le metropoli di Kansas City e San Louis, riducendo in cenere milioni di acri di coltivazioni, essenziali per le riserve mondiali di cibo. Secondo una stima riduttiva, la carestia colpirebbe almeno un miliardo di persone in tutto il mondo nell'inverno seguente.

La NASA finge di non sapere

C'è chi sostiene che ipotesi del genere sono apocalittiche ed inverosimili. Ma si pensi che durante il precedente passaggio delle Tauridi, avvenuto l'estate scorsa, due meteoriti sono precipitati, il primo a Nashville, Tennessee (USA), l'altro nell'ex repubblica russa del Turkemenistan. Quello che lega i due Stati agli eventi di 300 milioni di anni fa è il fatto che si trovano, grado più grado meno, a cavallo del 40° di latitudine nord. Cosa atttrae dunque questi corpi celesti verso tale latitudine?
Quanto appena descritto, quindi, è dannatamente più vicino alla realtà di quanto non si immagini. “Nonostante uno scenario così drammatico e quanto mai attuale, alla NASA – afferma Hoagland – si accontentano di impegnarsi in inutili bravate agli occhi dell'opinione pubblica, ignorando la minaccia”. Questo, solo in apparenza!

Nel solo 1997 l'ente spaziale americano ha speso 1 milione di dollari per scovare possibili comete in avvicinamento alla Terra. Questo corrisponde ad 1/500 dei costi per mandare in orbita John Glenn, 1/1000 dei costi per collocare nello spazio il telescopio Hubble, un sofisticatissimo cerca-comete, capace di guardare a galassie lontane circa 15 miliardi di anni luce. Persino Hancock e il suo co-autore Robert Bauval – temerari ma non troppo – sottolineano la mancanza di risposte da parte della NASA. E Hoagland? Non a tutti è chiaro il reale ruolo di questa agenzia scientifica civile.

Per Hoagland lo è: la NASA non si occupa del progresso del genere umano, le sue esplorazioni non sono volte alle frontiere del sapere. Anzi, adottando la politica del cover-up, perfino un ingenuo si renderebbe conto della sua strategia di inganni volta a “tranquillizzare” l'opinione pubblica per salvaguardarla dal caos e da un tragico destino.

Cabal, la parte oscura del potere

Hoagland sostiene inoltre che esiste un'oscura macchinazione, ordita da gruppi occulti – il cui insieme viene definito Cabal – i cui fini sono imperscrutabili, ma si allineano ad una sorta di New World Order (Nuovo Ordine Mondiale), che considera la razza umana alla stregua di “inutili bocche da sfamare”, terribile frase pronunciata dall'ex segretario di Stato americano, Henry Kissinger. A questo punto, tenere l'opinione pubblica tranquilla su un evento K-T (vedi box) rientrerebbe esattamente nella loro linea politica, in quanto il rilascio di un'informazione così delicata, quale l'effettiva minaccia di un possibile impatto sulla Terra di una grossa cometa che viaggia in rotta di collisione, provocherebbe immediatamente il caos generale.

Di conseguenza, per la NASA risulterebbe virtualmente impossibile continuare a occultare tali scoperte. In effetti, di fronte a situazioni delicate, l'ente spaziale americano da tempo opta per la massima cautela, trattenendosi dal rilascio di qualsivoglia dichiarazione o annuncio per almeno 72 ore. Un principio difficile da biasimare, soprattutto quando si tratta di affari a livello di sicurezza nazionale.

Scenario possibile o inevitabile?

Alcuni scienziati suggeriscono anzi che questo tipo di informazione andrebbe completamente occultata, soprattutto nel caso di una scoperta che celi un'eventuale minaccia che si concretizzasse in meno di un anno, rendendo la NASA incapace di fronteggiarla. Nell'ultimo capitolo del suo libro, Hancock, malgrado desideri credere che la NASA stia commettendo un errore in buona fede, non può scrollarsi di dosso il sospetto che, in realtà, ci sia qualcosa sotto.

La Bibbia e i testi gnostici dell'inizio del primo millennio d.C. concordano sulla eventualità di una grande inondazione – causata molto probabilmente dalla caduta di una cometa – ma differiscono sulla ragione “spirituale” della catastrofe. Mentre la Bibbia afferma che l'uomo verrà punito per aver voluto imitare Dio, la versione gnostica asserisce che l'essere umano, proprio avendo raggiunto tale livello di civiltà ed ingegno, potrebbe divenire nemico delle forze oscure.

Non è un destino inesorabile

L'argomento dibattuto in queste colonne potrebbe aver suscitato in alcuni lettori delle perplesssità e qualche, pur fondato, timore. Non era però minimamente nelle nostre intenzioni alimentare o canalizzare eventuali forme di pensiero negative, che possono solo dare luogo a stati d'animo da isterismo collettivo. Questo non vuol dire che occorra rassegnarsi di fronte ad un possibile simile evento. Ma è lo stesso Richard Hoagland, uno degli studiosi aerospaziali più coraggiosi ed equilibrati, a fornirci una chiave di lettura adeguata. “Se in un teatro buio avvertissimo all'improvviso l'acre odore del fumo – dice Hoagland – ed entrassimo subito in agitazione, convinti che è in atto un principio d'incendio, mentre potrebbe trattarsi solo di un innocuo mozzicone di sigaretta, favoriremmo il panico generale.

Con il risultato di un'inevitabile perdita di vite umane. Ma se d'altro canto non reagissimo con prontezza, le fiamme potrebbero aver già ucciso molte persone”. Risulta quindi evidente che tale destino non è affatto scontato ed inesorabile. La probabilità che tale scenario si possa realmente configurare non è dunque da scartare e induce a prepararsi coscienziosamente, sin quando si è in tempo.

di Cristoforo Barbato e Caterina Quaglia

fonte:www.isolachenonce-online.it