Il giardino planetario

Il Giornale Online

Nell’ambito della preparazione del budget dell’Unione Europea, l’Ufficio del Consiglio di Politica Europea (BEPA) della presidenza della Commissione Europea ha incaricato la Direzione Generale “Recherche” di svolgere uno studio: “Il mondo nel 2025, quale posto per l’Europa?”.

Il sig. Gaudin, ingegnere (Ecole Polytechnique) è conosciuto in Francia principalmente come autore di due libri : “2100, Récit du prochain siècle” et “2100, Odyssée de l'espèce”, che propongono entrambi di lavorare su dodici programmi planetari per il XXI° secolo.

Egli ha presentato una personale sintesi dei lavori all’Istituto francese di Vienna il 24 ottobre 2008:
Il signor Gaudin ha proposto di sostituire l’idea di giardino planetario al tradizionale concetto di sviluppo duraturo che manca di ambizione e nega la nozione di piacere. Basato principalmente sull’economia lo sviluppo duraturo sarebbe il frutto di un compromesso tra due ambizioni opposte, cioè la crescita da una parte e il rispetto delle costrizioni ecologiche ed energetiche dall’altra. Il giardino planetario proporrebbe una sintesi riuscita sotto forma di progetto per una umanità che tuteli la natura, in simbiosi con l’ecosistema.

Questa scivolata semantica dovrebbe essere accompagnata da una ridefinizione del Prodotto Interno Lordo (PIL) mondiale. Infatti si valuta che i servizi resi da alcuni gratuitamente ad altri o a se stessi rappresentano l’equivalente del PIL mondiale; così come il valore economico dei servizi resi dalla natura. Visto attraverso questo prisma il PIL mondiale si avvicinerebbe al triplo di ciò che la contabilità attuale lascia intravedere; mentre l’indicatore PIL continua a giocare un ruolo strutturante nella vita economica.

Le forze pubbliche potrebbero essere portate a considerare la loro missione nell’ambito più ampio della sicurezza globale. Le missioni militari classiche sono sempre più spesso affidate a società private (Halliburton o Blackwater in Iraq) mentre la protezione dei civili, in caso di catastrofi naturali o protezione del pianeta, contro la deforestazione selvaggia ad esempio, non possono fare a meno d una forza pubblica che, logicamente, dovrebbe essere posta sotto comando internazionale.

Infine, il sig. Gaudin ha osservato che se il concetto di diritto internazionale faceva progressi (Tribunale penale internazionale per l’ex Yugoslavia, Sudan …) rimaneva tuttavia accantonato al giudizio dei crimini contro l’umanità. Considerando anche i litigi commerciali che riguardano l’Organizzazione mondiale del Commercio (OMC), si evince che la nozione di diritto internazionale potrebbe essere allargata ai crimini contro la natura, la biodiversità o l’ambiente. In questa prospettiva, l’esperienza europea, dal fatto della presenza sul suolo europeo dei principali tribunali internazionali, ha naturale vocazione ad avere un ruolo dirigente.

La conferenza si è conclusa dimostrando che la teoria darwiniana di “lotta per la vita” non era essenziale. Anche al livello cellulare la competizione è sorpassata dalla cooperazione, tramite lo scambio d’informazioni. Ognuno di noi è costituito da 60.000 miliardi di cellule che cooperano. Una parte dei monocellulari che formava la biosfera 3 miliardi di anni fa ha accettato di cessare la lotta per la vita per entrare in una logica di cooperazione di cui noi siamo il prodotto. Questa evoluzione presenta una stretta parentela con la coscienza….

È promuovendo questo cambiamento di paradigma che potranno essere create le condizioni favorevoli alla prevenzione e l’attenuazione dei pericoli futuri. A questo proposito il Gruppo internazionale di esperti dell’evoluzione del clima (GIEC) rappresenta un segno incoraggiante; gli scienziati che vi partecipano fanno a meno della corsa al premio Nobel per servire l’interesse generale. In questo spirito, l’Uomo dovrà ridefinire in un modo molto più radicale il proprio ruolo nei confronti di un’entità più vasta, la biosfera, sostenere l’evoluzione della coscienza …. Una sfida alla ragione!

La presentazione dell’ing. Gaudin e e registrazioni audio e video della conferenza sono disponibili sul sito dell’ambasciata di Francia in Austria http://www.ambafrance-at.org/spip.php?article3200

Tradotto da deg per altrogiornale .org

Fonte http://www.bulletins-electroniques.com/actualites/56884.htm