Il mistero della quarta piramide: "La più bella, alta e preziosa"

Il Giornale Online

Rivelazione dagli ultimi scavi ad Abu Rawash, in Egitto: il monumento per il faraone Djedefra era il più maestoso.

La figura del successore di Cheope è enigmatica: eresse la sua tomba lontano da quelle di famiglia, vicino al dio Sole.

E' l'inconfondibile profilo delle piramidi di Cheope, Chefren e Micerino a rendere unica la valle di Giza in Egitto; eppure la più bella di tutte era un'altra, a qualche chilometro di distanza, e le eclissava per dimensioni, maestosità e ricchezza. A far luce sul mistero della quarta piramide di Giza, quella perduta del faraone Djedefra – successore di Cheope durante la quarta dinastia – è ora un gruppo di archeologi internazionali che per anni ha scavato minuziosamente ad Abu Rawash, a una decina di chilometri a nord-ovest di Giza, dove si trovano i resti del monumento funerario, rivelando particolari inediti anche sull'enigmatico faraone cui è dedicato. Le ultime scoperte, come anticipa El Mundo, sono raccontate in un documentario che uscirà nei prossimi mesi per History Channel. [/size=12][youtube=425,355]tXDSveyAQTA

La “piramide perduta”, i cui resti si trovano appunto ad Abu Rawash – oggi sito militare ad accesso ristretto – e non superano i dieci metri d'altezza, ha dato origine negli anni a leggende e supposizioni, a partire dal suo stato considerato finora incompiuto. Gli archeologi, però, non sono d'accordo: non solo la piramide era stata completata, ma era addirittura la più alta di tutto il complesso (Cheope, Chefren e Micerino) e i materiali usati per edificarla erano di qualità più pregiata rispetto a quelli delle “sorelle”. In epoca romana venne poi smantellata e la pietra fu riutilizzata per edificare altre opere al Cairo, spiega Zahi Hawass, segretario generale del consiglio supremo delle antichità egizio.

Gli scavi sono durati dodici anni e danno una nuova interpretazione su molti dei misteri legati all'oscuro Djedefra, fra cui la sua scelta di edificare la piramide non nella piana di Giza, come i suoi predecessori, ma in un luogo più appartato ed elevato. A lungo si era pensato che in qualche modo il faraone fosse caduto in disgrazia, ma oggi Hawass ritiene che quella di distanziarsi dalla famiglia sia stata una scelta personale per sottolineare la propria indipendenza e per porre la propria tomba più in alto, vicino al Sole, che il faraone adorava.

La piramide di Djedefra era imponente e secondo gli ultimi calcoli superava di 7,62 metri la piramide di Cheope, alta 146 metri. Ognuna delle singole facce, alla base, misurava 122 metri e l'angolo di inclinazione era di 64 gradi, nonostante una variazione che impediva all'edificio di cadere. Fu usato granito rosso di Assuan, lo stesso utilizzato per la piramide del padre Cheope, che arrivava da oltre 800 chilometri di distanza attraverso il Nilo. Per edificare la piramide ci vollero otto anni di lavoro e oltre 15mila persone: ogni singola “mattonella” pesava 25 tonnellate e per sollevarla servivano 370 persone.

Solidissima, enorme, destinata ad accogliere con tutti gli onori il faraone nel passaggio all'altra vita. Nelle vicinanze del monumento funerario, che sarà visitabile dal 2009 solo all'esterno, sono stati ritrovati anche moltissimi contenitori per le offerte al faraone. E anche l'esterno manifestava tutta la maestosità del sovrano: la piramide era ricoperta da granito lucidato e da una lega di oro, argento e rame che al sole brillava, in segno di potere. [/size=12]

Fonte: http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/scienza_e_tecnologia/egitto-piramide-perduta/egitto-piramide-perduta/egitto-piramide-perduta.html