Il mistero dell’aereo scomparso

Un aereo è impegnato nella solita missione chimico-biologica: si addentra in un cumulo, da cui, però, non pare più fuoriuscire [1]. Vicino alla nuvola, in cui il tanker si è come occultato, si vedono alcuni globi luminosi. Che cosa è accaduto?

Il ventaglio delle possibili ipotesi:

  • l’aereo era un ologramma proiettato dalle sfere di origine terrestre oppure non terrestre;
  • l’apparecchio era dotato di un sistema di dissimulazione che lo ha reso invisibile, mediante la deviazione dei fotoni;
  • il velivolo è sparito, poiché si è addentrato in un’altra dimensione spazio-temporale;
  • il tanker è stato disintegrato, in seguito ad un intervento esterno.

La congettura più plausibile pare la prima: infatti è ormai assodato che, il giorno 11 settembre 2001, gli aeroplani che si schiantarono contro le Torri gemelle erano degli ologrammi: la tecnologia olografica è molto sofisticata e consente di creare immagini pressoché indistinguibili dagli oggetti reali. Oltre a non avere finestrini e cabina di pilotaggio, gli aerei diretti contro il World Trade Center rivelano altre anomalie: ad esempio, la parte anteriore di uno dei due velivoli, dopo aver attraversato il grattacielo, rispuntò intatta dal lato opposto dell’edificio. Questa è la dimostrazione che furono generate immagini olografiche, forse con le sfere visibili tutto intorno, mentre, per mezzo dell’esplosione di cariche piazzate precedentemente, le torri crollavano su sé stesse, con il “comportamento” tipico delle demolizioni controllate.

Se l’aeromobile chimico era un ologramma, allora significa che, almeno in alcune occasioni, sono impiegate tecnologie avveniristiche per distogliere l’attenzione da altre attività e per intorbidare le acque. Il tutto potrebbe essere anche considerato una sperimentazione in attesa di attuare il Progetto Blue Beam. D’altronde il chimico Michael Castle, impegnato da anni sul fronte dell’improba ma doverosa battaglia contro le irrorazioni clandestine, riferisce che l’esercito statunitense sta già usando tecnologie per la produzione di immagini virtuali che richiedono di disseminare l’atmosfera con particolati metallici, tra cui bario, alluminio e rame. La dichiarazione del dottor Castle, che ha letto ed esaminato una mole imponente di documenti declassificati, suffraga quella che ormai è molto più di una semplice ipotesi: è possibile, con le attuali tecnologie, creare degli enormi ologrammi.

Anche la seconda supposizione non sembra peregrina: le tecnologie per rendere gli oggetti invisibili non solo ai radar, ma anche agli occhi naturali ed a quelli di una videocamera, esistono.

[1] Se fosse stato un aereo di linea, qualcuno ne avrebbe denunciato la scomparsa, in primis i parenti dei passeggeri. Invece niente. Ciò dimostra che non si tratta di aerei commerciali, solitamente. Tanto meno quando si riprendono, mentre incrociano alla quota dei cumuli (2000 metri circa) in aree lontane da corridoi di avvicinamento ad aeroporti.

tankerenemy.com