Il processo biologico

Il Giornale Online
(ANSA) – BOLOGNA – Agricoltori 'energetici' e amici dell'ambiente. In Emilia-Romagna la lista delle aziende agricole che hanno sposato la produzione di energia da biomasse di origine agricola (olio di girasole, bucce di pomodoro, sorgo da fibra) e finanziate dalla Regione (finora 21) si allunga comprendendo altri cinque impianti. Ad annunciarlo in una conferenza stampa e' stato l'assessore regionale all'Agricoltura Tiberio Rabboni che ha ricordato con orgoglio come l'Emilia-Romagna sia la prima in Italia a vantare 26 impianti di questo tipo in fase di costruzione.

I nuovi impianti potranno contare su uno stanziamento regionale pari a un milione e mezzo di euro che, compreso il finanziamento privato, movimentera' circa 4,2 milioni. I contributi potranno coprire il 35% della spesa massima ammissibile (un tetto diverso a seconda che siano aziende singole o associate). A realizzare i cinque impianti saranno altrettante imprese o consorzi che hanno ottenuto il punteggio piu' alto nella graduatoria formata dopo il bando emesso dalla Regione nell'ottobre scorso.

Si tratta della cooperativa agricola Agribioenergia di Medicina, nel bolognese; il consorzio Riesco di Piacenza; l'azienda Visagli di Monticelli d'Ongina, sempre nel piacentino; la societa' Produttori sementi di Argelato (Bologna) e la coop Voltapagina di Cesena. Peculiarita' dell'iniziativa e' l'intenzione di creare una filiera agro-alimentare regionale attraverso imprese agricole che producono materie prime (sorgo, colza, pioppo, salice) e contemporaneamente la trasformano in energia e la utilizzano (per se' o la vendono purche' il beneficiario sia un'impresa agricola) ma con una capacita' non superiore a un megawatt.

Come ha ricordato l'assessore proprio le limitate dimensioni delle imprese rappresenta una garanzia contro eventuali emissioni di residui dannosi per l'ambiente. Inoltre le tipologie di impianti previste saranno: a gas combustibile ottenuto con l'ossidazione parziale di materia organica; a combustione diretta di legno o pallets; a olio combustibile ottenuto dalla spremitura di coltivazioni come colza o girasole; a biogas prodotto dalla fermentazione batterica di residui vegetali o colture ad hoc. Delle 21 iniziative lanciate lo scorso anno (allora il contributo pubblico ammontava a 4,5 milioni), il primo stabilimento e' stato inaugurato a luglio (a Neviano degli Arduini, nel parmense) seguito a ottobre da altri quattro.

Per la produzione vera e propria di energia da fonti rinnovabili si dovra' invece aspettare la meta' del 2008. ''Si tratta di un'iniziativa a carattere pilota – ha spiegato l'assessore – perche' vogliamo vedere sul campo il funzionamento e l'andamento economico, le rese di questa nuova frontiera della produzione agricola'', aggiungendo che potrebbe rappresentare `'un'importante integrazione economica al reddito agricolo tradizionale''.

fonte:ansa.it