Il progetto della Cina per conquistare lo Spazio

Il Giornale Online
Il governo di Pechino vuole ottenere la leadership anche in questo settore e ha reso pubblico il suo piano quinquennale. Obiettivi la Luna, una stazione orbitante, una rete satellitare alternativa al Gps.

di Caterina Visco

La sfida è stata lanciata. Il 29 dicembre il governo cinese ha rilasciato il Libro Bianco sulla Navigazione Spaziale 2011 con il piano delle attività dei prossimi cinque anni. Obiettivi principali la Luna – dal lancio di sonde esplorative che seguono quella del 2007 a quello di astronauti che calpestino il suolo lunare riportando a casa campioni da analizzare –, la costruzione di un laboratorio spaziale e il completamento del sistema di satelliti di posizionamento e navigazione Beidou. Potrebbero sembrare obiettivi non troppo ambiziosi o fuori portata, ma nonostante sia in prima linea nel business del lancio di satelliti, per quanto riguarda l’esplorazione dello Spazio, la Cina si trova più o meno dove si trovavano Usa e Russia a metà degli anni ’60.

Tuttavia il governo di Pechino è consapevole che questo è proprio il momento migliore per spingere l’acceleratore nella corsa allo Spazio. Gli Usa, infatti, hanno tagliato i finanziamenti destinati a questo campo di esplorazione: il presidente Barak Obama ha definitivamente annullato il programma iniziato da George Bush per ritornare sulla Luna, a quasi 40 anni dalla missione Apollo 17 (l’ultima in cui un astronauta statunitense ha toccato il nostro satellite). Inoltre, lo scorso luglio Atlantis ha completato l’ultimo volo del programma Space Shuttle, mandato in pensione senza troppi rimorsi. La Russia dal canto suo è entrata in un loop di lanci falliti di satelliti dal quale non sembra riuscire a uscire.

Questa tregua, dunque, potrebbe favorire la riuscita del piano quinquennale cinese (il terzo nel suo genere dopo quello del 2000 e quello del 2006). Piano, bisogna ammetterlo, chiaro e dettagliato: ogni obiettivo è ben specificato, ne sono delineate fasi e obiettivi specifici. L’unica cosa lasciata sul vago sono i tempi, anche se la prossima passeggiata spaziale per astronauti cinesi sembra essere prevista già per il 2012: nove anni dopo il volo di Yang Liwei, grazie al quale la Cina è diventata la terza nazione a portare un uomo nello Spazio.

Quello che è certo è che per ottenere risultati nell’esplorazione spaziale servono adeguati siti di lancio e razzi in grado di trasportare materiale, navicelle e persone. E proprio per questo gli ingegneri sono al lavoro su una nuova generazione di razzi Long March: V, VI e VII. Il V è già in via di costruzione e il suo primo lancio è previsto per il 2014. Avrà una capacità di 25 tonnellate di materiale per i voli in bassa orbita terrestre (LEO) – più del doppio dei long march attualmente disponibili e comparabile al Delta IV Heavy della Nasa – e di 14 per l’alta orbita terrestre (GTO). Più piccolo dei Saturn che hanno servito le missioni Apollo, ma sufficiente dunque a portare nell’orbita terrestre materiale da assemblare per costruire il cuore di una nuova stazione spaziale.

Secondo gli esperti tuttavia, come spiega il New York Times http://www.nytimes.com/2011/12/30/world/asia/china-unveils-ambitious-plan-to-explore-space.html?_r=2 , è anche di maggiore interesse e di quasi sicuro successo il completamento della rete satellitare Beidou, che dallo scorso 27 dicembre è in grado di fornire dati di navigazione e posizionamento su tutta la Cina e alcune aree circostanti.
Al momento il sistema è formato da 10 satelliti ma secondo il piano ce ne saranno 35 in tutto entro il 2020, sei dei quali saranno lanciati già il prossimo anno. Se il progetto dovesse realizzarsi il sistema sarebbe in grado di surclassare quello russo -anche se non di competere direttamente con quello Usa – e soprattutto di fornire all’esercito cinese posizioni precise al millimetro di eventuali obiettivi.

Infatti, diversamente da quanto accade negli stati uniti, dove esistono due divisi programmi spaziali, uno militare e uno civile, in Cina è tutto sotto il controllo dell’esercito, anche se sono coinvolte tutte le principali università e i centri di ricerca. Nonostante questo controllo militare, o forse proprio a causa di esso, nel libro bianco sono specificati gli intenti pacifici del Paese: “La Cina ha sempre condiviso i propositi di uso pacifico dello spazio e si oppone a una corsa alle armi o a una militarizzazione di esso”. Nel piano, infine, sono anche descritti obiettivi scientifici e di sviluppo in favore della popolazione cinese e mondiale, dalla messa a punto di nuove tecnologie allo studio della materia oscura. E sebbene sia specificata l’indipendenza del programma cinese, non manca anche una lunga lista di collaborazioni internazionali tra cui Francia, Gran Bretagna, Brasile e Russia. Come a voler dimostrare la buona fede cinese.

Fonte: http://daily.wired.it/news/scienza/2011/12/30/cina-spazio-luna-16548.html#content