Il Re del mondo

Il Giornale Onlinedi Manuel Zanarini – 18/08/2008

Nel 1924, Ferdinand Ossendowski da alle stampe un libro chiamato “Bestie, uomini e dei”, in cui l'autore racconta un suo viaggio nell'Asia Centrale e la sua scoperta di un “centro iniziatico misterioso”, alla cui testa risiede il “Re del Mondo”.

Tre anni dopo, Renè Guenon, prendendo spunto da quel testo pubblica “Il Re del Mondo”, in cui partendo dal racconto di Ossendowski compie un viaggio all'interno delle varie tradizioni religiose e spirituali, per evidenziare che l'idea di un “centro iniziatico” con a capo un “Re del Mondo” è comune a tutte le culture tradizionali dell'umanità.

Intanto va notato che in tutte le culture tradizionali esiste la figura di un legislatore primordiale e universale (spesso chiamato Manu), che rappresenta non tanto un individuo, quanto un “principio”, un'intelligenza cosmica che riflette la luce spirituale pura e scrive la “legge sacra” (il Dhamma in Pali). Esempi possono essere: Mina in Egitto, Menw per i Celti, Minosse per i Greci, Manu per gli Indù, ecc.

Il Manu è a capo di un'organizzazione che ha come scopo quello di conservare la tradizione e diffondere la sapienza. Questa, tradizionalmente, prende il nome di “Agarttha”. In quanto suo Capo, esercita due poteri: quello sacerdotale e quello regale.

Un esempio tipico è rappresentato dalla figura del Pontefice. Il significato del termine, “costruttore di ponti”, è rivelatore della sua originale funzione: rappresentare il tramite tra il mondo degli uomini e quello degli Dei. Altra prova di questa funzione è svolta dal suo simbolo: l'arcobaleno; infatti in varie tradizione esso rappresenta l'unione tra “cielo e terra”, dagli Ebrei ai Cinesi, dai Greci ai Romani.

Per esprimere la presenza della doppia via, sacerdotale e regale appunto, due sono le tradizioni più chiare: quella di Giano Bifronte, e l'individuazione dei Brahmini (i sacerdoti) e degli Kshatriya ( i guerrieri) nella tradizione Indù. La cosa da tenere presente è però che per arrivare al “vertice”, bisogna riunire entrambe le vie. Tipica a proposito è la figura del Buddha, che nasce come Principe guerriero e nel corso della sua esistenza aggiunge anche la via “sacerdotale” del Risvegliato.

Nella tradizione europea, troviamo molti esempi di organizzazioni che nascono con questo scopo, basti pensare agli “Ordini Cavallereschi” medioevali, come i Templari ad esempio.

Come abbiamo detto, il Re del Mondo rappresentare il “principio primo”, come tale si può identificare come il centro attorno al quale ruotano tutte le cose, il “motore immobile” di Aristotele, il “polo” presente in tutte le tradizioni, e rappresentato nelle tradizioni Orientali dal simbolo della “swastika”. In quanto legislatore primordiale, è anche la forza ordinatrice e regolatrice di tutte le cose, tanto che sovraintende alla Giustizia e alla Pace.

Sempre parlando delle qualità del “Re”, è interessante notare come la tradizione Indù gli riconosca la sovranità sui tre aspetti fondamentali della materia: la parte corporea (la Terra, Bhù), quella sottile o psichica (l'Atmosfera, Bhuvas), e quella non manifestata (il Cielo, Swar). Infatti, così facendo viene designato come Signore di tutte le cose, l'origine e la fine di tutte le cose, riprendendo e giustificando la concezione ciclica del tempo.

Nella concezione tradizionale del tempo, esistono 4 ere che si susseguono ciclicamente, partendo da quella più vicino alla sfera divina fino a quella più lontana e oscura, chiamata “Kali-yuga”. Oggi, ci troviamo nell'ultima. In questi periodi, l'Agarttha si nasconde, per poter essere salvato e tramandato solo ai meritevoli. In tutte le culture tradizionali troviamo racconti di “oggetti magici” andati perduti nel corso del tempo, proprio a simboleggiare l' “oscuramento” della “vera sapienza”: il Soma per gli Indù, la Haoma (la bevanda dell'immortalità) per i Persiani, e quello forse più famoso, il Santo Graal per la tradizione Occidentale in generale e Cattolica in particolare.

Non penso sia utile dilungarsi troppo sul “mito” del Graal, ma due sono gli aspetti interessanti. Il primo riguarda il materiale di cui sarebbe composta la “coppa”: un pezzo di smeraldo staccatosi dalla fronte di Lucifero durante la sua caduta, dato ad Adamo che lo ha perso durante la cacciata dall'Eden. La cosa interessante è che lo si può identificare come simbolo di un “centro secondario”, che rimanda al centro primario dove risiede il Re, oltre cha un semplice oggetto. Inoltre, è presente il simbolo della “pietra”, altro elemento in comune di molte tradizioni, basti pensare alla “pietra nera” sacra dell'Islam.

Il secondo aspetto interessante, collegato peraltro al primo, è che, secondo il “mito”, chi riesce a rientrarne in possesso otterrà straordinari poteri, tra cui l'immortalità. E' palese come sia una metafora del tema del libro: quando l'Uomo riuscirà a rientrare in contatto con il “centro originario”, riscoprirà l'originale sapienza, e il Kali-yuga sarà terminato. Quindi, si evidenzia l'importanza per l'Uomo di cercare la vera sapienza, attualmente celata.

Anche nella tradizione ebraica si ritrova la figura del Re e di un centro iniziatico. Si fa riferimento a Melchisedec (o Melki-tsedeq nella sua forma originale) e la collina di Sion. Melchisedec è nominato nella Bibbia come “Re di Giustizia” e “ Re di Pace”, che come abbiamo visto sono le caratteristiche del “Re del Mondo”. Molto importante è la “Terra di Sion”, per gli Ebrei essa rappresenta il “Cuore del Mondo”. Più precisamente il Tempio di Salomone è il Centro di Sion, identificabile con Gerusalemme, Sion è il Centro della Terra di Israele, e Israele è il Centro del Mondo. Come tutti sappiamo, da questa tradizione è generato il movimento sionista e con esso tutti i problemi legati al Medio Oriente.

Come abbiamo detto, anche durante il Kali-yuga, il “Centro del Mondo” non viene perso, ma solo nascosto. In altre epoche, esso era “alla luce del sole”. Alcuni “centri” sono noti: Lhasa, Roma, Gerusalemme, Menfi, Tebe,e una delle più importanti “la Terra di Thule”. Tutti questi centri avevano delle caratteristiche peculiari: erano sedi di oracoli o templi molto importanti, oppure erano situati in posizioni geografiche particolari (isole o poli), ecc. D'altronde la professione dell'artigiano, colui che sa costruire, era considerata molte importante. Basti pensare che a Roma, il Dio tutelare era Giano, figura che già abbiamo incontrato, e che i Massoni hanno nel loro simbolo gli strumenti edili.

L'opera di Guenon è a mio avviso estremamente importante per diversi motivi. Intanto perché mette in risalto un dato saliente: quasi tutte le dottrine tradizionali hanno dei punti in comune. Uno dei più importanti è quello di identificare un “Centro del Mondo”, guidato da un Re, depositario della “sapienza originaria”. Compito degli Uomini, quelli che Nietzsche chiama i “super-uomini”, è quello di cercare la via che porta a questo Centro, senza farsi deviare o deprimere da forze avverse, che in periodi come questo, ricordiamo che siamo in pieno Kali-yuga, sembrano essere troppo potenti.

Anche perché, altro aspetto importante sottolineato dal libro, la “vera sapienza” non è andata perduta, non fa parte di un mondo e di riti perduti per sempre, ma è solo celata, affinché non venga corrotta, quindi, visto che il tempo è ciclico, tornerà il momento in cui l'Uomo vivrà nuovamente a contatto con essa, basta continuare a cercare la “vera strada”.

Fonte: http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=20793