Il valore del silenzio

Il Giornale Online
di Antonella Lucato

Il silenzio, la lingua comune ed eterna dell'universo e' la piu' adatta a comunicare i sentimenti piu' profondi che si esprimono attraverso il silenzio. Posso affermare che l'incontro con il silenzio mi ha cambiato la vita e trasformato profondamente il mio modo di comunicare. E' nel silenzio che ho imparato ad ascoltare, a comprendere, a leggere oltre le parole.

Dopo gli anni della comunicazione verbale e quelli della comunicazione non- verbale, oggi di silenzio ne ho bisogno, e' mio compagno, e' il piacere di stare con me stessa, il luogo dove il mio spirito trova ristoro, dove recupero le energie e mi ritempro, e' un amico fidato al quale faccio ricorso ogni volta che una svolta, una scelta, una prova o una nuova sfida attraversano la mia vita sicura che nel raccoglimento e nel silenzio trovero' le risposte, la giusta via, l'armonia, le parole per comunicare cio' che sento e penso.

Il silenzio e' diventato uno strumento fondamentale anche nel mio lavoro. Sto scrivendo in compagnia del silenzio. Nei miei corsi ho visto tante persone trasformarsi, dopo l'esperienza del silenzio hanno cambiato la loro comunicazione, il modo di esprimersi, di relazionarsi e persino di muoversi e hanno trovato, anche grazie al silenzio, maggior ben essere.

L'importanza del silenzio

La nostra e' la societa' del rumore, abbiamo poche possibilita' di stare in silenzio, di ascoltare noi stessi, la nostra voce interiore. Lo stress, il bombardamento di informazioni, la confusione, l'eccesso di comunicazione con l'esterno, non abbiamo l'abitudine al silenzio, come se il rumore rappresentasse la vita e il silenzio la morte allora il silenzio puo' far paura.
Come possiamo ascolatare la voce interiore? Come conoscerci, incontrarci, comunicare con noi stessi e con gli altri?

La pratica quotidiana della meditazione, che e' ascolto profondo senza preconcetti, senza interpretazioni, senza reazioni… liberi da condizionamenti, pregiudizi, luoghi comuni, frasi fatte, paure, semplicemente osservando e ascoltando, e' uno dei modi per entrare dentro noi stessi, nel nostro centro, di entrare in contatto con la nostra essenza. Aiuta a scoprire chi siamo. Quando c'e' osservazione e ascolto c'e' anche consapevolezza e solo quando c'e' consapevolezza siamo attenti. Attenti a cio' che accade dentro di noi, pronti a entrare in contatto con quella conoscenza interiore che magari si oppone al sapere apparente.

Cio' che ci rende felici proviene dal nostro interno. Per sperimentare la vera felicita' dobbiamo concentrare la nostra consapevolezza al nostro interno nel silenzio. Il paradosso e' che invece abbiamo imparato a cercare le risposte all'esterno, non siamo stati educati al silenzio.

Soltanto nel silenzio possiamo trovare il centro della nostra energia.

Molti credono che comunicare sia parlare bene ma Comunicare e' essenzialmente saper ascoltare, e' l'ascolto che permette di Costruire relazioni di qualita'. Senza il Silenzio non puo' esserci vera Comunicazione. Il silenzio e' sempre presente…anche tra le parole.
Le parole sono una maschera dice Hesse perche' raramente esprimono il loro vero significato ma tendono a velarlo. Talvolta si parla per abitudine, per sfuggire la solitudine piu' che per piacere o perche' si ha qualcosa di significativo da dire. Si chiacchera per evitare il senso di vuoto o perche' falsamente convinti che piu' si parla meglio e' ma parlare molto non facilita ne' migliora le relazioni e non significa comunicare.

Si crede che il grande comunicatore non si trovi mai in imbarazzo o “senza parole” cercando di evitare i silenzi, di riempire ogni pausa con un diluvio di parole, celando cio' che davvero ci sarebbe da dire.

Contattare il silenzio, raggiungere la quiete, la calma, significa avvicinarsi alla propria essenza profonda e vera: e' la' che nasce la nostra capacita' di comunicare con noi stessi e con il mondo. E' nel silenzio che possiamo riconoscerci, ritrovarci, sentirci “a casa”.
Il silenzio e' ascolto, e' la condizione per ogni tipo di comunicazione. La disponibilita' all'ascolto degli altri nasce proprio dalla capacita' di ascoltare se stessi, i propri bisogni e ci da' l'opportunita' di crescere.

Saper ascoltare significa comprendere le esigenze di chi ci sta di fronte, rispettando i sentimenti e le opinioni altrui e considerando la realta' individuale di ciascuno.
Quando non ascolto ma fingo soltanto, preparandomi in realta' a cio' che diro' quando l'altro avra' smesso di parlare la comunicazione e' virtuosismo verbale reciproco. Impariamo ad ascoltare cercando punti di silenzio nelle parole dell'altro perche' solo quando la mente e' in silenzio possiamo recepire senza distorsione cio' che ci viene detto.

Alleniamoci a rispondere solo dopo aver ricreato in noi il silenzio, in modo che le parole che usciranno dalla nostra bocca non siano dette tanto per dire ma autentiche, vibranti, in sintonia con la realta' del momento che stiamo vivendo, cosi' diamo qualita' alla nostra comunicazione.

Possiamo imparare ad usare il silenzio come strumento di ben essere. Tuffarsi nel silenzio significa imparare a rilassarsi verbalmente, nel silenzio ci carichiamo di nuova vitalita', ringiovaniamo e la nostra comunicazione con noi, il silenzio ci porta direttamente e immediatamente in comunione con la vita cosi' com'e'. E' solo nell'assenza di tensione, nella quiete vigile e attenta che comunicare e' un movimento semplice come il respiro che si articola in una fase di espansione, la parola, e in una di assorbimento, l'ascolto.

Nell'essenzialita' la comunicazione ritrova la propria magia ed esprime il nostro Essere e la parola, senza sforzo, viene fuori con le giuste pause, la giusta intonazione, come il fiore della consapevolezza.

Vi propongo questa poesia, magari conoscete qualcuno a cui vorreste donarla.

L'arte di tacere
Tacere e' un'arte
Parla solo quando devi dire qualcosa che vale piu' del silenzio.
Esiste un momento per tacere, cosi' come ne esiste uno per parlare.
Il momento di tacere deve venire sempre prima.
Quando si sara' imparato a mantenere il silenzio, si potra' parlare rettamente.
Tacere quando si e' obbligati a parlare e' segno di debolezza,
ma parlare quando si dovrebbe tacere indica leggerezza e scarsa discrezione.
E' sicuramente meno rischioso tacere che parlare.
L'uomo e' padrone di se' solo quando tace:
quando parla appartiene meno a se stesso che agli altri.
Quando devi dire una cosa importante, stai attent
dilla prima a te stesso, poi ripetila,
per non doverti pentire quando l'avrai detta.
Quando si deve tenere un segreto non si tace mai troppo.
Il silenzio del saggio vale piu' del ragionamento del filosofo.
Il silenzio puo' far le veci della saggezza per il povero di spirito.
Forse chi parla poco e' un mediocre, ma chi parla troppo
e' uno stolto travolto dalla voglia di apparire.
L'uomo coraggioso parla poco e compie grandi imprese:
l'uomo di buon senso parla poco e dice sempre cose ragionevoli.
Siate sempre molto prudenti, desiderare di dire una cosa
e' spesso motivo sufficiente per tacerla.

Fonte: http://www.comuniconline.it/pagina.asp?ct=45