In epoca fascista i primi "contatti" avvolti dal mistero

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Il primo avvistamento ufficiale che ha dato la patente alla storia Ufo dell'era moderna è quello di Kenneth Arnold. Ma in realtà gli Ufo erano stati visti molto prima, è il regime fascista a riconoscerli, studiarli e forse esaminarli direttamente. Il dato, clamoroso, è stato svelato lo scorso anno dal Centro Ufologico Nazionale autore di un'indagine storico-scientifica durata due anni, partita dalla raccolta di documenti e che ha avuto un fortissimo impulso dalle rivelazioni (e dalle carte) fornite da un misterioso personaggio probabilmente membro del regime fascista, documenti, peraltro, riconosciuti effettivamente degli anni '30 da perizie del Tribunale di Como.

Secondo quanto ha ricostruito il Cun, nel giugno del 1933 un oggetto non identificato solca i cieli di Milano e si schianta: forse fra Varese, Sesto Calende e Vergiate. Il “velivolo non convenzionale”, che i fascisti considereranno sempre un'arma di qualche potenza straniera, o quello che ne resta, viene forse nascosto nello stabilimento Siai Marchetti di Vergiate. Scatta fulmineo un blitz per segretare tutto. Il Duce ordina all'agenzia di stampa ufficiale Stefani e a ogni organo d'informazione di bloccare immediatamente le notizie: anche la fuga di un sussurro sarà deferita al tribunale per la sicurezza dello Stato.

Imbavagliato perfino l'osservatorio meteo di Brera. Nasce il Gabinetto Rs33 costituito da scienziati, esponenti del regime, presieduto (nominalmente) da Guglielmo Marconi, controllato dall'Ovra, la polizia politica fascista. E' l'organismo che, fino alla fine della guerra, si occupa degli avvistamenti, frequenti anche fra i piloti della Regia Aeronautica. Documenti, carte, mezze ammissioni. Un lavoro durissimo quello del Cun, fra persone scomparse, testimoni che non si trovano o non parlano, istituzioni che smentiscono. Fatto sta che, secondo la leggenda, alla fine degli anni '30 proprio Marconi costruisce una specie di “raggio” in grado di paralizzare i sistemi elettrici dei motori. Che nella germanica Essen un bel giorno del '39 tutti i veicoli a motore si bloccano.

Che nel 1941 i tedeschi cominciano a costruire i V7, velivoli discoidali che a fine conflitto vanno in parte distrutti e in parte recuperati dai russi. C'è un giallo anche attorno alle casse che Mussolini cerca di mettere al sicuro prima della disfatta, diverse da quelle dell'oro di Dongo, contenenti – pare – documenti segretissimi. Non si è potuto ispezionare nemmeno il capannone Marchetti di Vergiate: distrutto da un incendio doloso il 17 marzo 1943. Per cercare di avere qualche conferma ufficiale dalla storia bisogna insomma aspettare, sperando in un allentamento dei cordoni del mistero, mantenuti stretti tutt'ora.

Mussolini andava a caccia di ufo

Benito Mussolini era un accanito cacciatore di Ufo, lo rivela in un servizio che mette in luce un aspetto molto curioso della personalità del Duce, la rivista “Ufo” realizzata dal Centro ufologico italiano. Mussolini, allarmato dalla notizia di un atterraggio di un misteriosissimo oggetto volante, cre˜ addirittura uno speciale comitato di controllo sugli oggetti volanti non identificati al quale diede il nome di “Gabinetto RS/33”.

A dirigere questo organismo fu scelto, secondo quanto rivela la rivista, nientemeno che Guglielmo Marconi. La caccia agli Ufo durante il regime fascista portò all'avvistamento di alcuni oggetti volanti in diverse parti d'Italia. Nel 1941 il Duce parlò dell'invasione degli Stati Uniti da parte dei marziani.

ROMA.: Una rivista ha trovato documenti ufficiali sulla passione del Duce Mussolini cacciatore di Ufo.
Dal 1933 stava alla finestra alla ricerca di alieni

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Roma. La copertina mostra un Duce in posa imperiale con una scritta significativa: “Non è made in Usa”. Si tratta dello scoop fatto dalla storica rivista Ufo, realizzata dal Centro ufologico italiano. Un curioso servizio che rivela che nel 1933 Benito Mussolini fu contagiato dalla “febbre aliena” e decise di andare a caccia di Ufo. Il Duce fece le cose in grande e istitu“ uno speciale comitato di controllo sugli oggetti volanti non identificati. “Gabinetto RS/33”, così si chiamava l'organismo ad hoc. Fu creato, secondo quanto rivela il presidente del centro ufologico nazionale Roberto Pinotti, in seguito all'atterraggio di un misteriosissimo oggetto volante.

Pinotti, durante la trasmissione del Tg3 Finestre, andata in onda il 12 Aprile 2000 alle 23.30, ha spiegato che ci sono tracce dell'attività di cacciatore di extraterrestri da parte di Mussolini anche in alcune carte che documentano una segreta attivitˆ di sorveglianza su “aeromobili sconosciuti”. Il governo fascista aveva, tra le altre cose, un occhio rivolto verso gli astri, dunque. Secondo Pinotti (riconosciuto come uno dei massimi esperti di Ufo in Italia) il primo velivolo alieno sarebbe atterrato sul suolo patrio, in Lombardia, il 13 giugno 1933.

La scena seguente è degna dei migliori libri di spionaggio: operazione di copertura da parte della Cia, depistaggio dei giornalisti curiosi e spostamento dei prefetti interessati. Tre anni dopo, secondo i documenti raccolti dagli esperti del Centro ufologico nazionale, una “aeronave misteriosa, un disco metallico netto, lucente avrebbe sorvolato i cieli di Mestre, seguita un'ora dopo da una sorta di lungo tubo metallico grigio o ardesia”.

Chi era il capo del “Gabinetto RS/33”?

Secondo la ricostruzione di Pinotti era nientemeno che Guglielmo Marconi e fu scelto da Mussolini in persona. La caccia all'Ufo durante il governo fascista per ora non si arricchisce di altri particolari, solo una frase curiosa pronunciata dal Duce nel 1941 sull'invasione degli Usa da parte degli abitanti del pianeta Marte. Ma, che si creda o meno all'esistenza degli Ufo, una cosa è sicura. Il primato americano dell'ufologia e' seriamente a rischio: prima di varcare l'oceano, i dischi volanti hanno fatto un salto in Italia.

E Mussolini nascose l'Ufo di Milano

Giugno 1933: un “aeromobile sconosciuto” precipita sulla metropoli lombarda. Il duce ordina: “Silenzio assoluto”.

MILANO, 11 APRILE – Il duce guardò il cielo. Trasecolò. Non disse “Quel maledetto Ufo” perchè ancora non si parlava di oggetti volanti non identificati. Forse disse in romagnolo “Sorbole, un'aeronave sconosciuta” e smoccolò a lungo. Fantapolitica ma non tanto. Perchè se i documenti in possesso del Cun, il Centro Ufologico nazionale sono veri e autentici come afferma anche il consulente tecnico incaricato di datarli, un oggetto non identificato piombò un giorno del 1933 dai cieli di Milano.

Mentre ciò che restava della navicella aliena veniva ricoverato e infrattato chissà dove, la macchina della censura si metteva in potente movimento. Nessuna notizia. Bavaglio all'Agenzia Stefani (l'Ansa di allora), minacce per i giornalisti di trascinarli fino al tribunale speciale.

Ecco la storia di questo Ufo-crash ante litteram come può essere ricostruita dai documenti in possesso del presidente del Cun Roberto Pinotti e del segretario Alfredo Lissoni.

La data è il 13 giugno 1933. Il telegramma porta l'intestazione “Ufficio telegrafico di Milano” e la dicitura “Riservatissimo – lampo – priorità su tutte le priorità”. Come mittente reca la voce prestampata “Agenzia Stefani”. Il testo: “D'ordine personale del Duce disponesi assoluto silenzio su presunto atterraggio su suolo nazionale at opera aeromobile sconosciuto Stop Confermasi versione pubblicanda diffusa dispaccio Stefani odierno stop Idem versione anche at personale e giornalisti Stop Previste max pene per trasgressori fino at deferimento tribunale sicurezza dello Stato stop Per immediata conferma ricevimento stop Direzione affari speciali”. Sono le 16.

Ma del misterioso atterraggio si parla già dalla prima mattinata. La macchina della censura si è messa in moto con tempestiva solerzia. Lo conferma un secondo telegramma della Direzione affari speciali. L'orario e' quello delle 17.07. “D'ordine personale del Duce disponesi immediato dicesi immediato arresto diffusione notizia relativa at aeromobile natura et provenienza sconosciuta di cui at dispaccio Stefani data odierna hore 7 et 30 Stop Disponesi istantanea rifusione eventuali piombi giornalistici recanti detta notizia Stop Previste max pene per trasgressori fino at deferimento tribunale sicurezza dello Stato Stop dare immediata conferma del ricevimento Stop”.

E se qualcosa fosse trapelato, se un giornalista malaccorto avesse avuto la temerarietà di pubblicare anche solo un brandello di notizia? Mentre l'incauto avrebbe preso la via di Ventotene, sarebbe stata servita dall'Osservatorio di Brera una versione di comodo: l'oggetto misterioso era solo un enorme meteorite. Insomma è giornata di mobilitazione generale di tutti i gangli vitali dell'aviazione, dello Stato, del regime a cominciare dall'Ovra, la polizia segreta.

I telegrammi portano tutti un'unica sigla, quella che parrebbe una “f”.. La stessa “f” che campeggia su una busta intestata “Senato del Regno” e fatta arrivare agli ufologi del Cun Pinotti e Lissoni dove è scritto a stampatello: “Riservatissimo (sottolineato) A mani di S.E. Galeazzo Ciano”. Quindi anche il potente ministro degli Esteri, genero di Mussolini, viene coinvolto nel misterioso crash in territorio milanese. Ancora una “f” sigla una lettera con l'intestazione Agenzia Stefani indirizzata a un certo Alfredo.

Si accenna a un caso Moretti del quale “non si pu˜ parlare che a quattr'occhi data la delicatezza e la particolaritˆ della vicenda”. “Se mi chiedi un consiglio, eccolo: non dire a nessuno – ripeto nessuno e ci˜ comprende i parenti più stretti – quanto hai visto”. Ottimo consiglio perchè da un'altra lettera del misterioso “f” si appprende che il povero Moretti (un testimone scomodo dell'atterraggio?) era stato rinchiuso in un manicomio.

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Foto: un “disco volante” disegnato negli anni della II Guerra Mondiale

Alieni o nemici: per studiarli un pool guidato da Marconi

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Foto: Guglielmo Marconi

MILANO, 11 APRILE – L'Ufo “milanese” preoccupò Mussolini. Con ragione. L'Aeronautica italiana, con ben impresse sulle ali dei suoi apparecchi le aquile littorie, era la prima nel mondo. Che un oggetto volante di provenienza sconosciuta planasse sul suolo italico e per giunta a un passo dalla cittˆ che aveva dato i natali al fascismo, suonava come un attentato a quella supremazia. Francese o inglese, si chiese il capo del fascismo? Per sciogliere il suo dubbio spaziale Mussolini costitu“ una struttura segretissima, il Gabinetto RS/33 (RS stava per Ricerche Speciali).

Presidente venne designato Guglielmo Marconi, ma il grande scienziato disert˜ tutte le sedute. Componevano il Gabinetto l'astronomo Gino Cecchini professori Vallauri, Pirotta, Crocco, Debbasi, Severi, Bottazzi e Giordani, nonchè il conte Luigi Cozza, come referente organizzativo ed elemento di collegamento logistico con i vertici del regime. RS/33 si riunì alcune volte e produsse un dossier di una trentina di pagine che esaminava tutti gli avvistamenti di oggetti volanti sconosciuti dal 1933 al 1940.

Il duce non poteva saperlo ma spinto da una preoccupazione più bellica che scientifica aveva dato all'Italia il primato nella nascita dell'ufologia. Era il 1933. Solo quattordici anni dopo gli Stati Uniti battezzarono la nuova “scienza” che studiava gli oggetti volanti non identificati.

Fonte: http://www.goken.it/mussolini.htm