Inattese teleconnessioni tra i poli della Terra e le nubi nottilucenti

Il Giornale Online
di Renato Sansone

I poli della Terra sono separati da quattro oceani, sei continenti e più di 12.000 miglia nautiche. Nuovi dati ottenuti con la navicella spaziale AIM della NASA, hanno rilevato “teleconnessioni” nell’atmosfera terrestre che si estendono lungo tutta la strada che collega le estremità del globo. Le due aree, pertanto, sarebbero più vicine di quanto non suggerisca la geografia. “Abbiamo trovato – spiega Cora Randall, membro del team scientifico e presidente del Dipartimento di Scienze dell’Atmosfera e oceaniche presso l’Università del Colorado – che la temperatura dell’aria in inverno a Indianapolis, Indiana, è ben correlata con la frequenza delle nubi nottilucenti sopra l’Antartide“. Le nubi nottilucenti sono le più alte nubi della Terra. Esse si formano ai margini dello spazio, a 83 chilometri sopra le regioni polari, in quella che viene definita “mesosfera”. Sono composte da minuscoli cristalli di ghiaccio che brillano di un blu elettrico quando attraversate dalla luce solare.

AIM è stata inviata nello spazio proprio per indagare su queste nubi così particolari, per scoprire la loro formazione e conoscere la loro chimica interna. E come spesso accade quando si esplora qualcosa di ignoto, le teleconnessioni sono state scoperte per caso. “E’ stata una sorpresa“, dice il professore di scienza atmosferica e planetaria James Russel, della Hampton University. Una di queste teleconnessioni collega la stratosfera artica con la mesosfera Antartica. “Quando i venti stratosferici settentrionali rallentano, un effetto a catena in tutto il mondo fa sì che la mesosfera meridionale diventi più calda e secca, generando un minor numero di nubi nottilucenti. Al contrario, quando essi accelerano, la mesosfera diviene più fredda e umida, e le NLCS ritornano“, spiega lo scienziato.

Nel mese di Gennaio le nubi nottilucenti sono generalmente abbondanti, ma agli inizi del 2014 la navicella AIM ha osservato un declino improvviso e inaspettato del fenomeno. E’ interessante notare che, circa due settimane prima, i venti nella Stratosfera Artica erano fortemente perturbati, portando ad un vortice polare distorto. “Questo ha innescato una reazione a catena che ha portato un calo delle nubi nottilucenti in tutto il mondo“, dice Laura Holt, della University of Colorado’s Laboratory for Atmospheric and Space Physics. Questo è lo stesso vortice polare di cui i media hanno parlato intensamente nella stagione invernale; quello che ha paralizzato parte degli Stati Uniti a causa del gelo e delle nevicate abbondanti. Holt ha uno sguardo attento ai dati meteorologici e ha scoperto che, in effetti, c’era un legame statistico tra l’inverno degli Stati uniti e il declino delle nubi nottilucenti sopra l’Antartide.

“Abbiamo scelto l’esempio di Indianapoli perchè ho la mia famiglia che vive li“, spiega Randall, “ma lo stesso discorso è vero per molte città del nord“, aggiunge. In effetti, le temperature di superficie risultano ben correlate con le frequenze di nubi nottilucenti sopra l’Antartide. Questa correlazione avviene però con due settimane di ritardo, che è il tempo necessario affinchè il segnale si propaghi attraverso tre strati atmosferici (troposfera, stratosfera e mesosfera), e da un polo all’altro. Si tratta di un argomento complicato, ma una cosa è molto chiara: “Le nubi nottilucenti rappresentano una risorsa preziosa per lo studio di connessioni a lunga distanza in atmosfera, e noi abbiamo appena cominciato“, conclude Russel.

Immagine: crediti – Marek Nikodem
Fonte: http://www.meteoweb.eu/2014/04/inattese-teleconnessioni-tra-i-poli-della-terra-e-le-nubi-nottilucenti/277046/