Introduzione alla Massoneria per profani

Il Giornale Online
I costruttori medioevali, che possedevano conoscenze particolari, costruirono sin dalla più remota antichità (età in cui usavano raggrupparsi in«Collegi sacerdotali»), una sorta di aristocrazia tra altri corpi del mestiere. Nel Medio Evo, quei particolari costruttori di cattedrali e palazzi beneficiarono, da parte delle autorità ecclesiastiche e secolari, di numerosi privilegi (franchigie ed esenzioni diverse, tribunali speciali, ecc.), donde il nome di «franchi muratori» (letteralmente «muratori affrancati»), con il quale erano designati.

L'architettura era allora definita «Arte Reale», i cui segreti erano comunicati esclusivamente a coloro che se ne mostravano degni, donde l'idea di una specie di «Opera Suprema»: la costruzione, con un lavoro incessante, di un Tempio Ideale, sempre più perfetto, immenso, universale ed infinito.

Il passaggio dalla Massoneria «operativa», composta da gente del mestiere, ovvero da costruttori, da tagliatori di pietre e da forgiatori di metalli, alla Massoneria moderna, detta «speculativa», si operò in Inghilterra, grazie alla parte sempre più importante assunta dai «Massoni accettati».

Il XVI secolo, un periodo inquieto (1) che vide una diminuzione molto sensibile delle grande costruzioni, fu caratterizzato dal profondo mutamento delle consuetudini dei costruttori, così come di tutte le corporazioni di mestiere che, sentendosi in pericolo di estinzione, ammisero nelle loro fila persone che non erano affatto uomini di mestiere, poi denominati appunto «massoni accettati». Si trattava di personaggi influenti, destinati a risollevare il prestigio della Corporazione; fra questi, anche dei Rosa+Croce, che vi ebbero parte decisiva (2 ).

A poco a poco infatti i Rosa+Croce introdussero i loro simboli e modificarono radicalmente il rituale iniziatico. I tagliatori di pietra non avevano che un grado, quello di Compagno (gli Apprendisti non facevano parte della Corporazione) ed il Maestro era in realtà il Compagno incaricato della direzione di un cantiere.

In quella che doveva in seguito diventare la Masonry speculativa, al contrario, era istituita un'iniziazione per l'Apprendista, ed anche un'altra per il Maestro, il cui rituale, riferito al mito di Hiram di origine della Consorteria, i Rosa+Croce svilupparono con profondo simbolismo.

Ai grandi corporativi ed alla leggenda della costruzione del Tempio di Salomone, essi aggiunsero anche nuovi gradi ispirati agli antichi Ordini Cavallereschi, dei quali la Scozia era terra di elezione; da quella regione arrivò infatti il nome di Massoneria Scozzese dato al sistema degli Alti Gradi, il cui rituale ermetico-cristiano si riferiva alle iniziazioni Rosa+Croce.

Il 24 giugno 1717 (giorno di San Giovanni Battista, o d'Estate) quattro Logge della capitale inglese, riunitesi a mezzanotte nei pressi della cattedrale di San Paolo, in una taverna popolare che per la sua insegna (un cigno ed una lira) era denominata «All'oca ed alla graticola», fondarono la prima Gran Loggia, con lo scopo precipuo di unificare i regolamenti della Massoneria. I Regolamenti o Costituzioni, redatti dall'abate Anderson ma sotto la guida spirituale di Desaguliers (3) furono pubblicati nel 1723. Ora la Massoneria non era più una corporazione di mestiere, di maestri d'opera, ma un corpo puramente «speculativo», pur conservando simboli, rituali, linguaggio, abiti ed abitudini di origine corporativa. Un corpo speculativo nel quale i Massoni si assumevano l'impegno di coltivare «l'amore fraterno, che è il fondamento e la pietra maestra, così come il cemento è la gloria di quest'antica Fratellanza».

L'INIZIAZIONE

I riti iniziatici derivano da più fonti: iniziazioni operative e di consorteria, «misteri dell'antichità», rituali gnostici, ermetici, alchemici, ecc.. Per quanto concerne gli Alti Gradi massonici, i rituali sono prevalentemente di origine Templare o Rosa+Croce, ossia parte dell'ermetismo cristiano.

Il «Gabinetto di riflessione» e la «Alchimia spirituale»

L'aspirante opera una «riflessione» nel senso etimologico della parola, un vero ripiegamento su se stesso.

Il profano rappresenta la«materia prima» della Grande Opera alchemica: il gabinetto di riflessione corrisponde all'alambicco dell'alchimista, al suo Uovo filosofale (di origine orfico-pitagorica) ermeticamente sigillato; si trova nel sepolcro tenebroso nel quale volontariamente muore la sua esistenza passata per rinascere quindi rinnovato: il gabinetto di riflessione realizza qualche cosa di simile ad una sintesi della Creazione, della Genesi, essendo condizione primordiale per qualsiasi generazione, l'essenza totale di Luce.

La parola V.I.T.R.I.O.L. che vi si legge è l'anagramma della formula ermetico-alchemica «Visita interiora terrae, rectificando invenies occultum lapidem», ovvero «visita le viscere della terra, correggendo troverai la pietra nascosta»; essa rappresenta l'invito alla ricerca, nel silenzio della meditazione, dell'Ego, ovvero dell'Io profondo celato nel subconscio, che non é altro che la reale natura od il livello evolutivo dello spirito umano.

Il profano, spogliato dei suoi metalli, é l'essere umano ricondotto simbolicamente allo stato naturale (il metallo toltogli rappresenta la civiltà, il mondo profano, le passioni che lo animano ed i vizi che lo caratterizzano deturpandolo, insomma tutto ciò che è artificiale) e, nello stesso tempo, vestito in modo da non intralciare i magici influssi al centro dei quali sarà posto (i metalli ostacolano la fluida circolazione delle correnti magiche); denudata una parte del petto (segno di franchezza e di sincerità, evidenziante il suo sesso maschile) ed una gamba (segno di umiltà), con al collo un cappio che rappresenta quanto lo può trattenere ancora nel mondo da cui proviene, in cui è finora vissuto.

Significato dell'Iniziazione

L'iniziazione é un processo destinato a realizzare psicologicamente nell'individuo il passaggio da uno stato inferiore dell'essere ad uno stato superiore: è la trasformazione del profano in iniziato. Attraverso atti simbolici ed in un'allegoria particolare, con prove morali e fisiche, il profano acquisisce la sensazione di «morire» per poi «rinascere» a nuova vita: ovvero avanzare in un mondo superiore, spiritualmente più evoluto, in uno stato psichico più prossimo alla perfezione di quello precedente. Al limite estremo, l'iniziazione diventerebbe una vera «deificazione», proponendo all'iniziando la possibilità di collocarsi oltre qualsiasi stato condizionato: l'acquisizione della Libertà.

L'iniziazione é intesa cioè come realizzazione puramente interiore dell'essere umano, realizzazione di una possibilità che l'uomo aveva già in sé allo stato virtuale. L'iniziato é colui che é messo sul cammino; sta poi solo a lui inoltrarsi sulla nuova strada, seguendo coerentemente le regole etiche che gli sono state inculcate. In questo l'iniziato si distingue dal «mistico» che é un «irregolare», un «isolato», mentre l'iniziazione può essere tale soltanto per effetto di un Ordine iniziatico. Di qui il carattere «sociale» dell'iniziazione. Quanto può essergli fornito dall'esterno (cioè dagli altri membri dell'organizzazione) per l'iniziato non é che un aiuto, un appoggio, una sorta di «Catena» di corrente magica. L'opera principale non può che essere svolta dal singolo su sé stesso. In questo senso il segreto iniziatico é veramente incomunicabile, perché ognuno «personalizza» a suo modo il simbolismo rituale; i riti agiscono quasi impregnando il subcosciente, cui danno una forza ed un'efficacia reali.

L'iniziazione é quindi autenticizzazione dell'esistenza. La sua concessione ad un profano é subordinata alla accertata idoneità del candidato proposto, su cui non debbono esserci dubbi. Il giudizio relativo deve comunque prescindere dalla posizione sociale del soggetto in esame. Prerogative necessarie del candidato sono la sua accertata attività interiore e la sua aspirazione alla ricerca ed alla speculazione introspettiva. Egli deve essere persona che non si acquieta nel proprio stato, disposta a migliorare sé stessa, a costruire il proprio Tempio interiore, ed essere idonea alla ricerca esoterica. Inoltre deve:

saper tradurre la propria capacità creativa interiore in realizzazioni esteriori;

avere la consapevolezza dei propri limiti e l'umiltà che gli consenta di comprendere il messaggio massonico;

saper ricercare e riconoscere i propri difetti, e lavorare al proprio perfezionamento attraverso il dialogo e la maturazione interiore;

saper confrontare le proprie idee con quelle altrui;

essere leale, franco, sincero e generoso: poiché l'ipocrisia e l'egoismo sono inconciliabili con lo spirito massonico;

sentire amore per l'Umanità, ed essere disposto ad acquisire e sviluppare lo spirito della tolleranza;

essere sensibile ai problemi dell'uomo, essere consapevole della sua perfettibilità, ed essere disposto a lavorare per il bene e per l'evoluzione della società umana;

essere comunque laico, ovvero deve sentire ferma avversione per ogni forma di idolatria, in qualsiasi campo: religioso, politico e culturale;

essere Uomo Libero (4), e coerentemente deve inserirsi nel contesto sociale per trasfondervi i principi di Libertà;

essere di buoni costumi, non soggetto ai vizi che troppo spesso contaminano ed offendono la natura superiore dell'essere umano;

essere in grado di sostenere gli oneri richiesti dall'appartenenza all'Ordine;

vivere ed operare nel rispetto delle leggi dello stato in cui risiede,

credere nell'esistenza dell'Essere Supremo, anche se non pratica specifiche forme di culto.

I requisiti richiesti per l'iniziazione sono necessari anche per la permanenza nella Massoneria. Il comportamento del Libero Muratore nei confronti dei Fratelli e della società deve essere coerente con le norme enunciate dagli «Antichi Doveri» (Old Charges).

La Tradizione muratoria esclude in assoluto l'ammissione di elementi femminili: la Libera Muratoria riconosce tuttavia che la via iniziatica non sia prerogativa esclusivamente maschile.

LE SUE FINALITÀ

La Massoneria, o Libera Muratoria, a differenza di ogni altra forma associativa umana, non si interessa più di tanto delle cose materiali di questo nostro mondo. Non si ripropone certo il disprezzo dei più comuni interessi, quali il denaro, il sesso o la buona tavola: impone però la moderazione, sempre ed ovunque. Per cui il vero massone non disprezza certo alcuna di queste cose, potendole «anche» amare; eviterà però scrupolosamente di dedicarvisi eccessivamente, mai esclusivamente, onde non cadere nel vizio, difetto umano che ogni Libero Muratore si impegna ad evitare combattendolo, avendo prescelto per sé il percorso lungo la strada della virtù.

La Massoneria é una moderna società iniziatica, ovvero una scuola di formazione interiore, che si prefigge la ricerca della Verità essenziale. Per cui non può che essere adogmatica, e quindi laica e liberale (5). Essa favorisce l'evoluzione dell'Umanità attraverso il potenziamento delle capacità spirituali dell'Individuo: questo soltanto è il metodo con cui realizza la propria aspirazione al benessere morale e materiale dell'intera società umana.

Nella Massoneria, articolata in Logge, ciascuna delle quali autonoma e sovrana, si accede unicamente per motivazioni interiori. Il proselitismo avviene soltanto per effettiva idoneità o per effettiva affinità elettiva. Ciascun Massone ha il dovere naturale e spontaneo di servire gli altri membri dell'Istituzione. Tale dovere, che mai deve realizzarsi attraverso la prevaricazione dei diritti altrui, non costituisce peraltro lo scopo primario della Massoneria. Conseguentemente chi entra in questa particolare associazione per servirsi a scopo profano della solidarietà che da essa promana, si ritrova completamente escluso dallo spirito della Libera Muratoria.

I componenti di questa Istituzione sono detti Massoni o Liberi Muratori, e tra loro si chiamano Fratelli. I Massoni, di norma, si riconoscono come tali indipendentemente dall'organizzazione massonica cui appartengono, mantenendo peraltro grande riservatezza e cautela nei confronti delle pseudo fratellanze riconosciute come irregolari (6), specie se operanti al di fuori delle regole definite «Antichi Doveri», ovvero dall'insieme delle norme rappresentate dalla Costituzione di Anderson redatta, come abbiamo visto, nel 1723. I Liberi Muratori propugnano la Fratellanza universale ed ecumenica di tutti gli esseri umani.

Riassumendo e semplificando, la Massoneria ha quindi interessi prevalentemente spirituali, visto che i suoi principi, definiti «Doveri», si ripropongono di formare l'Uomo, degno della sua superiore condizione evolutiva, attraverso l'abbandono dei residui componenti caratteriali animali che sono in lui, e con l'esaltazione della sua natura interiore. La Massoneria infatti si propone di costruire il «Tempio ideale» dell'Umanità, previa trasformazione dell'essere umano, guidato a costruire in sé il proprio Tempio interiore. Il Massone impara a simbolicamente rappresentare il profano. Il profano, la pietra «grezza», riceve la «Luce», diventa Apprendista Libero Muratore ed apprende le principali modalità per «sgrossare» tale pietra. In seguito, allorché giudicato idoneo, attraverso un «aumento di salario», diventa Compagno d'Arte; la «Pietra grezza» diventa allora «Pietra Cubica», prossima alla squadratura perfetta, la sola condizione possibile per consentirgli il suo inserimento nel Tempio ideale con le altre pietre cubiche, mediante l'impiego della malta, rappresentata proprio dalla Libera Muratoria.

La trasmutazione (7), ovvero il processo di perfezionamento «virtuale» del Massone, si completa allorché l'iniziato diventa Maestro Libero Muratore: virtuale, ovvero potenziale, teorico, poiché molti sono i massoni, prudenti se non saggi, che francamente ammettono che taluni iniziati non raggiungano mai, malgrado i successivi aumenti di paga e di luce, la condizione di vera «Pietra Cubica». In costoro é purtroppo mancata, ed ancora manca, la forza, la volontà, la determinazione, di pensare ed agire, ovvero di collocarsi e restare perfettamente coerenti ai principi etici ed alle regole apprese attraverso la frequenza assidua ai Lavori di Loggia. Al contrario molti sono i casi registrati da Massoni che, raggiunti i vertici, cioè i massimi gradi, della gerarchia muratoria (p. es. il 33° grado del Rito Scozzese), ritengono, e magari addirittura sostengono, di aver così conseguito la cosiddetta perfezione. Tutti questi comporranno la purtroppo folta schiera dei poveri delusi-illusi, che non hanno saputo approfittare della splendida occasione loro offerta per diventare veramente Uomini liberi ed evoluti.

Una morale da tenere sempre presente, da mai dimenticare, semplice ma davvero reale: «La Massoneria non potrà mai essere altro che quanto ciascun Massone vuole che essa sia».

IL TEMPIO E LA LOGGIA

La disposizione della Loggia, o Tempio Massonico, varia secondo i riti ed i gradi praticati, anche se vi sono sempre determinate simbologie obbligate da osservare. La forma rettangolare del Tempio rappresenta il cammino che conduce dall'Occidente all'Oriente, ovvero «verso la Luce». L'entrata è situata all'Occidente, il seggio del Maestro Venerabile all'Oriente, il lato destro a Mezzogiorno ed il sinistro a Settentrione. Il soffitto, in forma di volta, rappresenta il cielo stellato. Il Tempio simboleggia il Cosmo: per questa ragione il Massone non può specificarne le dimensioni: potrà soltanto asserire che la sua lunghezza va dall'Occidente all'Oriente, la sua larghezza dal Settentrione al Mezzogiorno, la sua altezza dal Nadir allo Zenit.

Il nome stesso di Loggia deriva etimologicamente dalla radice indo-ariana, «lonke», «lodke», luogo del Cosmo; non luogo preciso, nel senso di spazio definito, delimitato, specificato od indicato, ma «punto», un punto non definito né definibile collocato nell'Universo. Per quanto accerne invece ai diversi simboli che adornano i nostri Templi, si rimanda ogni considerazione al capitolo che segue.

La Loggia è l'aggregato fondamentale della Massoneria. Essa è dotata di assoluta autonomia e sovranità, indispensabili e sufficienti per la realizzazione della formazione muratoria. È un ente superiore ed immateriale, che trae linfa energetica unicamente dalla compartecipazione rituale dei Fratelli.

Per il Massone ogni parola, ogni gesto, ogni movimento rituale è guida e riferimento per liberare la propria interiorità dal condizionamento esterno. La pratica rituale ha un'efficacia diretta sull'evoluzione iniziatica, poiché gli atti, le parole, la partecipazione e la disposizione consentono ad ognuno una maggiore riflessione, una più intensa ricerca interiore ed un progressivo avvicinamento alla Luce.

La pratica collettiva rituale è la rappresentazione della Fratellanza poiché, insieme con l'Esoterismo, costituisce il denominatore comune ed il cemento tra tutti i Liberi Muratori sparsi nel mondo. Il ritualismo è sostanzialmente diverso dal cerimonialismo: la cerimonia agisce prevalentemente a livello psichico, mentre il rito agisce quasi esclusivamente a livello spirituale.

Per il Massone la ritualità non è ripetizione passiva di atti, ma è attiva proiezione del Simbolo, mezzo di elevazione dello spirito, strumento idoneo e necessario per creare la Catena di unione interiore, e per la costruzione del proprio Tempio..

Ogni Loggia deve occuparsi prevalentemente di questioni di ordine sacro; deve cioè tendere all'elevazione morale e spirituale dell'Uomo e dell'intera umana famiglia. Essa provvede inoltre alle iniziazioni ed agli aumenti di Grado, seguendo uno specifico rituale differenziato in tre diversi livelli di Lavoro: Apprendista, Compagno d'Arte e Maestro Massone. Le riunioni della Loggia avvengono nel Tempio, ovvero, come abbiamo visto, in uno spazio definito unicamente dalla dislocazione dei Fratelli partecipanti.

La Loggia massonica è retta da un Maestro Venerabile, eletto annualmente a maggioranza assoluta dai soli Fratelli Maestri. Egli è coadiuvato, secondo le Antiche Tradizioni, da due Sorveglianti, nonché da altri Dignitari, quali il Tesoriere e l'Oratore, anch'essi eletti come il M.V., mentre il Segretario e gli Ufficiali di Loggia sono nominati direttamente dal M.V. stesso.

Il Maestro Venerabile in carica focalizza, assume ed esercita il potere iniziatico della Loggia; in sua assenza l'esercizio dei poteri iniziatici compete all'ex M.V. o, in subordine, ad uno dei precedenti Maestri Venerabili. Il Maestro Venerabile in carica inoltre, attraverso l'esercizio di un diritto di veto esercitato mediante l'uso di un maglietto, e comunque mai con un potere impositivo attivo, esplica altresì la funzione di coordinatore dei Lavori di Loggia. Tale funzione di coordinamento compete, in sua assenza, al primo Sorvegliante.

Il passaggio di grado dei Fratelli deve avvenire esclusivamente a seguito dell'evoluzione iniziatica da loro raggiunta, e non può essere ispirato da opportunismi di ordine temporale né da considerazioni di natura profana.

Dagli argomentati trattati in Loggia debbono essere assolutamente esclusi quelli riguardanti la politica e la religione, in quanto tali tematiche tendono notoriamente a dividere gli esseri umani.

IL SIMBOLISMO

La Massoneria attribuisce al simbolismo (o simbologia) il ruolo di metodo primario del proprio Lavoro. Il simbolo è un mezzo evocativo ed uno stimolo verso la ricerca della Verità, e per il perfezionamento di idee e concetti posti a livello di pura intuizione e non diversamente esprimibili. Esso pone l'Iniziato in rapporto diretto con l'essenza del reale, e lo conduce ad un sapere di contenuto universale; infatti svolge la funzione di risvegliare l'intuizione attraverso cui l'Esoterismo (8) attinge l'essenza delle cose e dei fenomeni. È un mezzo di insegnamento e di addestramento all'introspezione, ed un supporto per l'intuizione della Verità, di cui il simbolo è immagine significativa.

I Liberi Muratori, quando sono riuniti in Loggia, lavorano (come abbiamo visto) per la costruzione del Tempio interiore, ed adottano, in funzione emblematica, gli strumenti che la Muratoria Operativa utilizzava per la costruzione del tempio esteriore. Questo evidenzia la continuità, anche in senso storico, tra il lavoro operativo ed il Lavoro speculativo.

Riconoscendo ad ogni Libero Muratore la facoltà di interpretare personalmente il significato di ciascun strumento, la Libera Muratoria attribuisce un valore tradizionale ai seguenti mezzi di lavoro:

le due Colonne all'ingresso del Tempio,

il Pavimento a scacchi,

la Volta stellata,

il Delta luminoso,

il Sole e la Luna,

il Pentalfa, o Stella fiammeggiante

il Quadro di Loggia,

i tre Fuochi (o Luci),

il Libro Sacro, o della Legge,

la Squadra ed il Compasso,

le Colonnine dei Dignitari di Loggia,

il Filo a piombo,

la Livella,

il Regolo o Misura,

la Pietra grezza e la Pietra cubica,

il Maglietto o Mazzuolo,

lo Scalpello,

il Cordone con i sette nodi d'Amore,

le 12 Colonne con i segni dello Zodiaco,

il Trinomio (Libertà, Uguaglianza, Fratellanza),

il Gioiello di Loggia,

i Guanti bianchi,

il Grembiule.

A puro titolo esemplificativo, vediamone alcuni.

Il Pavimento:

Il pavimento a scacchi bianchi e neri é simbolo del dualismo ermetico, ossia dei contrapposti che dominano e caratterizzano la vita: maschile e femminile, luce e tenebre, bene e male, alto e basso, involuto ed evoluto, ecc. Esso ricorda la duplice natura di ogni cosa, la distinzione tra immagine e realtà, ovvero la seconda faccia di ogni medaglia, la relatività del tutto.

In senso più esoterico il pavimento revoca il famoso e leggendario palazzo di Minosse, a Creta, chiamato labirinto, che, come nei templi dell'antico Egitto, costituiva il tragitto che l'iniziando doveva percorrere durante i rituali dell'iniziazione.

Le lettere «B» e «J» impresse sulle Colonne all'entrata del Tempio:

Sono le iniziali ricordate dalla Bibbia (9) dei nomi delle due Colonne poste all'entrata del Tempio di Salomone, che rievocano le divinità siriache del fuoco e dei venti. Sul capitello ionico della Colonna “B” è posto un planisfero, simbolo del campo d'azione muratorio, mentre sul capitello dorico della Colonna “J” vi sono quattro melograni, simbolo della proliferazione.

In senso esoterico più compiuto, le due Colonne rappresentano i due alberi, uno del bene e del male, l'altro della vita e della morte, che si trovavano nell'Eden, o Paradiso terrestre, posti uno vicino all'altro.

Le due Colonne potrebbero anche rappresentare la continua lotta condotta dalle forze costruttrici contro quelle distruttrici dell'Universo.

Le tre Colonnine dei Dignitari:

Stanno a simboleggiare il potere iniziatico dei Dignitari di Loggia. La colonnina del 2° Sorvegliante dovrebbe essere a capitello ionico, quella del 1° Sorvegliante con capitello dorico, e quella del Maestro Venerabile con capitello corinzio.

Il Sorvegliante che tiene la propria Colonnina alzata detiene il controllo dell'armonia tra i Fratelli della Loggia. Pertanto a Lavori chiusi questo è affidato al 2° Sorvegliante, una specie di ministro degli esteri, responsabile della condotta dei Fratelli al di fuori del Tempio. A Lavori aperti tale controllo viene affidato al 1° Sorvegliante, che svolge pertanto le funzioni di ministro degli interni. Al Maestro Venerabile infine è affidata la direzione dei Lavori rituali, od iniziatici che dir si voglia. Da notare che di norma la sua Colonnina è spezzata, in quanto, almeno secondo taluni studiosi della materia, il relativo capitello corinzio risiede nell'Altare.

Tralasciamo il chiarimento degli altri simboli citati, in quanto sufficientemente noti ai più, per passare invece alla trattazione di un simbolo dominante il centro dell'Oriente del Tempio, il simbolo della divinità, di norma sovrastato dalle sigle della divinità cui sono dedicati i Lavori: il Triangolo luminoso.

Il delta Luminoso

È il «Delta» posto all'Oriente, di norma alle spalle del Maestro Venerabile, un triangolo equilatero illuminato che é simbolo della Divinità. Al centro del triangolo é situato «l'occhio divino», oppure il tetragramma ebraico designante il Nome impronunziabile (Jod). Simboleggia la divina Trinità, tale in tutte le religioni, ed in tutte le sue forme: Passato, Presente e Futuro; Saggezza, Forza e Bellezza; Sale, Zolfo e Mercurio (principi alchemici); i tre regni della Natura; La Nascita, la Vita e la Morte; la Luce (principio attivo), le Tenebre (principio passivo) ed il Tempio (catalizzatore per l'equilibro degli opposti).

L'occhio simboleggia contemporaneamente il Sole, manifestazione della divinità da cui emanano Luce e Vita, il Verbo ed il Logos, l'Essenza, il principio creatore nella sua unitaria ed indifferenziata espressione, che comprende le manifestazioni della cognizione e della volizione, ovvero del Grande Architetto dell'Universo (G.A.D.U), di cui conosciamo l'esistenza solo attraverso la sua manifestazione sensibile, che é appunto l'Universo.

Il Cosmo ed i suoi ritmi sono, a livello percettivo, estrinsecazioni del G.A.D.U. È tuttavia impossibile definire in concreto il concetto di G.A.D.U., concetto cui l'Uomo, a causa della limitatezza della propria mente, può avvicinarsi, per tentativi, soltanto attraverso l'intuizione. Essendo il Massone un iniziato, ovvero un ricercatore di Verità (attraverso cui realizzare l'emancipazione dell'uomo) e non un portatore di Verità, nessuna particolare immagine del G.A.D.U. dev'essergli imposta, ad evitare dogmatismi ed idolatrie. Il G.A.D.U. può però essere rappresentato con simboli diversi, come il Triangolo luminoso, tutti comunque egualmente validi, poiché la Libera Muratoria, che s'è visto essere laica e liberale (5), riconosce il diritto a differenti scelte degli strumenti stimolatori della percezione, ed afferma l'esistenza di infiniti livelli di conoscenza intuitiva.

L'impossibilità di definire concretamente il concetto di G.A.D.U. definisce il diritto di ogni Massone ad indirizzare il proprio pensiero verso ciò in cui crede, e nel modo in cui ritiene opportuno farlo. La Massoneria ritiene essenziale che ognuno viva la Fede che professa in modo coerente, e ritiene fondamentale che ciascuno viva con «Amore», pensi secondo «Ragione» ed agisca secondo «Giustizia». Di conseguenza essa afferma che la credenza nel G.A.D.U. non debba ridursi a sintomo di mancanza della Libertà interiore, o di inconscia debolezza della personalità umana.

L'Iniziato, liberatosi dai pregiudizi, dalle convenzioni e dalle illusioni, crede nel G.A.D.U. in quanto realtà oggettiva, una realtà che tende a penetrare e comprendere, pur sapendo di riuscire soltanto a percepire ed intuire.

I LANDMARKS

I Landmarks sono antichissimi principi, in armonia con la legge naturale esistente nella coscienza di tutti gli esseri umani, coevi alla tradizione iniziatica. Si tratta di leggi immutabili, riconosciute dalle più antiche Società Iniziatiche, perpetuate per Tradizione attraverso i secoli. Costituiscono la base principale dell'Ordine massonico.

I concetti espressi nei Landmarks sono chiari nello spirito, ma vaghi nei dettagli, percepibili a livello di pura intuizione e difficilmente esprimibili con terminologia corrente. Significando etimologicamente «pietre di confine», rappresentano i limiti al di fuori dei quali non si è più nell'ambito della Libera Muratoria.

Debbono essere considerati Landmarks solo quei principi esistenti da tempo immemorabile, che nella loro essenza non sono modificabili, abrogabili o sostituibili. Essi non sono mai stati formalmente codificati ma, in diversi tempi, sono stato trascritti, e per questo alcuni sono stati molto probabilmente modificati. La Libera Muratoria comunque ritiene che i seguenti siano sicuramente dei Landmarks:

il riconoscimento dei Liberi Muratori, tra loro, mediante metodi particolari,

la divisione della Muratoria simbolica in tre Gradi,

la necessità che i Liberi Muratori si riuniscano in Logge,

il governo dell'Arte, durante le riunioni di Loggia, esercitato mediante un Maestro Venerabile e due Sorveglianti,

la necessità che ogni Loggia sia debitamente coperta,

il diritto di ogni Libero Muratore di visitare qualsiasi Loggia,

nessun visitatore, non riconosciuto come Libero Muratore dai Fratelli presenti, può entrare in una Loggia senza preventivamente superare un esame per essere riconosciuto,

nessuna Loggia può interferire nei lavori di un'altra Loggia,

la necessità di certi requisiti per l'iniziazione,

la credenza nell'esistenza dell'Essere Supremo,

la credenza nell'eternità della vita (immortalità dell'anima),

il Libro della Legge è parte indispensabile dell'arredamento di Loggia,

l'assoluta eguaglianza di tutti i Liberi Muratori,

la necessità del segreto iniziatico,

il fondamento di una scienza speculativa su un'Arte operativa,

i Landmarks non possono essere cambiati.

Secondo la Tradizione Muratoria, l'Istituzione è resa grande proprio dai limiti che essa impone ai suoi adepti. Se al profano tutto, o quasi, può essere concesso, l'Iniziato vede condizionato da limitazioni l'esercizio del proprio libero arbitrio. Quindi non può che essergli riservato un cammino aspro e tortuoso, costellato di ostacoli.

Nel superarli agendo in piena coerenza con le regole etiche massoniche, egli palesa la propria evoluzione, dimostrando che la ragione prevale sulle brutalità che caratterizzano gran parte delle azioni nel mondo profano.

NOTA CONCLUSIVA

Quanto sopra esposto e manifestato non rappresenta altro che il tentativo, escludente in assoluto ogni presunzione di certezza, di enunciare origini, organizzazione, principi e finalità essenziali della Libera Muratoria Universale.

La loro lettura, od audizione, andrebbe ovviamente riservata ai soli Fratelli Liberi Muratori ma, considerata la sempre più diffusa disponibilità per i profani di ben più dotti ed approfonditi volumi, potrebbe essere anche estesa ai profani individuati dai Fratelli come possibili interessati ad approfondire la conoscenza della nostra Istituzione, onde consentire loro l'individuazione di campi o branche di interesse sufficientemente attraenti se non addirittura affascinanti da indurli a richiedervi l'adesione.

Qualora anche un solo profano fosse indotto a bussare alle porte del Tempio, quale conseguenza della lettura del presente modesto fascicolo introduttivo alla Massoneria, l'autore ne sarebbe estremamente lusingato, avendo così anche confermata la protezione particolare concessagli dal Fato, in particolare sulle sue fortune muratorie.

di Chissotti, Riccardo

fonte:www.esonet.org