Invasione dei Droni


I Velivoli Robot

Le fotografie di droni ripresi nei cieli californiani sono al centro dell’attenzione degli ufologi. Abili falsi, veri UFO, o tecnologia ET replicata? Una risposta, anonima, giunge da un ingegnere del progetto CARET

Abbiamo già accennato (nelle News e nella rubrica “Segni dal Cielo”) alle libellule artificiali, o droni, avvistati e fotografati dall’inizio della scorsa primavera in diverse zone della California.
Alla fine di Giugno, un personaggio anonimo – “Isaac” (pseudonimo) – ha inviato al portale internet del programma radiofonico “Coast to Coast Am” informazioni relative a tali avvistamenti, o meglio al tipo di tecnologia che sottinderebbe al loro manifestarsi. Senza voler giudicare quanto dichiara Isaac, interessante notare come costui inviti a divulgare liberamente il suo scritto (si veda http://isaacaret.fortunecity.com ), una sorta di breve memoriale, a patto che se ne conservino il testo originale e la traduzione integrale e senza omissioni, come è stato fatto anche in siti importanti quali earthfiles.com di Linda Moulton Howe.

“Isaac” dichiara di aver lavorato negli anni ’80 nei laboratori segreti di Palo Alto in California, nel contesto del progetto CARET (Applicazioni Commerciali – Ricerche per la Tecnologia Extraterrestre) creato allo scopo di imbrigliare le capacità del settore privato dei Black Project della Silicon Valley e di applicarle al fine di comprendere la tecnologia extraterrestre. Tale tecnologia sarebbe quella utilizzata negli avvistamenti di aeromobili definiti DRONE C2C (sigla di Coast to Cosat). Su questi droni, ci si
domanda se si tratti di UCAV (Unmanned Combat Air Vehicle, aerei robot da ricognizione) o cos’altro? In particolare, dalle immagini si evidenziano delle scritte, un “linguaggio” con diagrammi visibili sulla parte inferiore di ogni veicolo. Ad oggi non è stata proposta alcuna valida traduzione e/o interpretazione di questi ideogrammi, o simboli ideografici, simili al giapponese. Una svolta, invece, si sarebbe avuta con l’entrata in scena di “Isaac”, e la sua dettagliata spiegazione di ciò che questi avvistamenti starebbero a significare.

Il documento redatto da “Isaac” intende spiegare i risultati preliminari della fase di ricerca Q4 1986 presso il Laboratorio CARET di Palo Alto (PACL), un programma finalizzato a migliorare la nostra conoscenza della tecnologia extraterrestre nell’ambito di applicazioni commerciali ad uso civile, come il trasporto, la medicina, l’edilizia, l’energia, l’informatica e la comunicazione.

L’obiettivo finale di tutto questo è identificare una serie di tecnologie avanzate di origine extraterrestre, per poi richiedere i diritti di brevetto. Se questo si confermasse vero, avevo intuito giustamente rispetto alla provenienza tecnologica di queste macchine volanti, (“Isaac” le definisce “navi spaziali”) che sembrano un prodotto di retro-ingegneria da tecnologia extraterrestre. Per la sua lunghezza e complessità, il Caret File è stato da noi diviso in due
parti.

Spiegazione dei recenti avvistamenti degli “strani veicoli”

Ecco una breve introduzione. Utilizzo lo pseudonimo Isaac. Negli anni Ottanta ho lavorato con il cosiddetto programma CARET. In quel periodo ho lavorato a lungo con la tecnologia utilizzata negli avvistamenti di aeromobili/strani veicoli spaziali, in particolare con il “linguaggio” e i diagrammi visibili sulla parte inferiore di
ogni veicolo. Ciò che segue è una lunga lettera su chi sono, ciò che so e in cosa consistono (forse) questi avvistamenti. La comparsa di queste fotografie mi ha convinto a diffondere alcune delle numerose foto e delle fotocopie dei documenti, che, a distanza di venti anni, ancora possiedo e che possono aiutare a comprendere in gran parte questi avvistamenti.

Qui potrete trovarne alcune. Sono scansioni ad alta risoluzione che diffondo gratuitamente, a condizione che non vengano assolutamente modificate e che siano utilizzate insieme al materiale scritto. Sto cercando, inoltre, di mettermi in contatto con i testimoni, come ad esempio Chad, Rajman, Jenna, Ty e i testimoni del Lago Tahoe (in particolare Chad). Ho per loro alcuni consigli, utili in qualche modo per confrontarsi con ciò che hanno visto e vorrei dire loro cosa farei se mi trovassi nella loro situazione. Se sei uno dei testimoni o pensi di potermi collegare con loro, contatta “Coast to Coast AM”.

La mia esperienza con il programma CARET e la tecnologia ET
Isaac, Giugno 2007

Questa lettera fa parte di un pacchetto che ho messo insieme per il programma radiofonico Coast to Coast AM, affinché fosse distribuito ai suoi ascoltatori. È accompagnata da diversi documenti e scansioni di fotografie dai quali non deve essere separata.
Potete chiamarmi Isaac, uno pseudonimo che ho scelto come semplice misura precauzionale considerato che diffondo informazioni definibili “straordinariamente sensibili” anche per gli standard di oggi.

“Sensibile”, tuttavia, non è necessariamente sinonimo di “pericoloso”, ecco perché divulgo questo materiale al pubblico con la coscienza pulita. Il mio governo ha le sue ragioni nel mantenere la segretezza e simpatizzo con la maggior parte dei suoi membri, ma sto invecchiando e non vorrei, un giorno, incontrare il mio Creatore con
un bagaglio più pesante del necessario! Inoltre, ho più fiducia nell’umanità di quanta ne avessero i miei ex capi, e credo che la diffusione di alcune di queste informazioni potrebbe aiutare molto, piuttosto che nuocere, soprattutto nel mondo di oggi.

Prima di iniziare, vorrei chiarire che non voglio rendermi vulnerabile alle conseguenze di aver tradito la fiducia dei miei superiori e non divulgherò alcuna informazione personale che potrebbe svelare la mia identità. Il mio intento, però, non è quello di ingannare, ragion per cui le informazioni che riterrò rischiose da condividere saranno omesse piuttosto che essere offuscate (fatta eccezione del mio pseudonimo che, come liberamente ammetto, non è il
mio vero nome). A mio avviso, in base alle informazioni contenute in questa lettera, potrei essere riconoscibile al massimo fra una e 30/50 persone, perciò mi sento relativamente al sicuro.

Alcune spiegazioni dei recenti avvistamenti

Per molti anni, di tanto in tanto, ho considerato l’idea di diffondere parte del materiale di cui sono in possesso, ma la recente ondata di foto e avvistamenti mi ha spinto a sciogliere il dubbio e a farlo. In primo luogo, sia chiaro che non ho alcuna familiarità diretta con nessuno dei veicoli spaziali mostrati nelle foto nella loro totalità. Non li ho mai visti in un hangar, non ci ho mai lavorato su, né ho mai visto alieni utilizzarli per i loro spostamenti. Tuttavia, ho visto e lavorato con molti componenti visibili in tali veicoli spaziali, alcuni dei quali possono essere visti nella scansione del Resoconto d’Inventario Q3-85 visibile in alto su questa pagina (che pubblicheremo sul prossimo numero,
N.d.R.). Più importante è sottolineare che ho molta familiarità con il “linguaggio” presente sulla loro parte inferiore, chiaramente visibile nelle foto di Chad e Rajman e, in altra forma, nelle foto del Big Basin.

Di sicuro, la domanda alla quale possono rispondere è perché improvvisamente siano qui. Questi veicoli spaziali, probabilmente, sono esistiti per decenni nella loro attuale forma e posso affermare con certezza che la tecnologia che ne sta alla base è esistita per decenni. Il “linguaggio”, infatti, (in seguito spiegherò brevemente perché utilizzo le virgolette) è stato oggetto dei miei studi in passato. Più avanti, spiegherò anche questo aspetto. La ragione per
cui improvvisamente sono visibili, comunque, è tutt’altra questione.
Presupponendo che questi veicoli spaziali siano in qualche modo simili alle apparecchiature con le quali ho lavorato negli anni Ottanta (ammesso che siano migliori, in effetti), sono dotati di tecnologie che ne permettono l’invisibilità. Tale capacità è controllabile dall’interno del veicolo e a distanza. Tuttavia, l’elemento importante è che tale invisibilità può essere disturbata da altre tecnologie. Immaginatela come interferenza radar.

Scommetterei i risparmi di tutta una vita (perché so che è successo già) sul fatto che questi veicoli diventano visibili e poi ritornano allo stato di invisibilità arbitrariamente, probabilmente in maniera non intenzionale, e di sicuro soltanto per brevi periodi, a causa dell’attività di un tipo di tecnologia interferente che si trova da qualche altra parte, ma non lontano. In particolare, sono certo che un fenomeno simile si sia verificato nel caso degli avvistamenti
nella zona del Big Basin, poiché i testimoni stessi hanno dichiarato di aver visto il veicolo apparire e scomparire. Ciò viene avvalorato dalla descrizione di uno degli avvistamenti fatta dai testimoni, in cui essi parlano di un guizzo momentaneo, coerente con l’attivazione intermittente e non intenzionale di un simile dispositivo.

A cura di Massimo Fratini – Traduzione di Velia Senatore – Prima parte
La prima parte continua su AREA 51 n°23

fonti: dnamagazine.it, segnidalcielo.it