Kitegen, una Centrale ad aquiloni

Il Giornale Online

E se il vento spazzasse via il nucleare?

L'Italia svolta verso il nucleare, nonostante un referendum ne aveva “sconsigliato” l'utilizzo. Sembra che rifiutarlo significhi restare in dietro con i tempi. Che il progresso debba obbligatoriamente passare per i drammi del passato.

Così a chi viene in mente Hiroshima, Chernobyl o quantaltro, non resterebbe che rassegnarsi, invece tutto può ancora cambiare, grazie ad un' evoluzione di un gioco per bambini: l'aquilone.

Una società italiana, la Sequoia, da giugno 2006 porta avanti un progetto per la realizzazione di energia alternativa, ispirato dal kitesurf, versione adulta e da mare della pratica di far volare in cielo una struttura ricoperta da teli colorati. Utopia e poesia? No, un giorno il signor Massimo Ippolito, notando dei kitesurfer quasi spiccare il volo ha pensato a quanta energia i loro kite erano in grado di raccogliere. La risposta del suo gruppo di ricercatori è stata strepitosa: sei profili alari di potenza, controllati automaticamente, sono in grado di tenere in rotazione una turbina di 1.600 metri di diametro alla velocità di 15 giri all’ora.

Questa tecnologia è capace di generare la potenza di 1 gigawatt, l'equivalente di una centrale nucleare di media potenza, con dei vantaggi non trascurabili: Il rispetto dell'ambiente, la tutela della salute dei cittadini ed un costo 40 volte inferiore. 80 milioni di euro contro i 2,5 miliardi per la costruzione, e mezzo miliardo per lo smantellamento, di una centrale nucleare, tralasciando i discorsi relativi ai costi e alle problematiche di stoccaggio e smaltimento delle scorie radioattive.

Tanti aquiloni pilotati che intrappolano il vento e fanno ruotare una giostra a terra: sono i profili alari di potenza, i cui movimenti sono controllati automaticamente da un computer. La giostra sarebbe la turbina dell'impianto eolico d'alta quota, che, legata con dei cavi a questi oggetti volanti, si metterebbe in rotazione ad asse verticale generando energia elettrica. E se in Italia, a bassa quota, di vento potrebbe non essercene abbastanza, nessun problema, basta salire sopra i 600 metri. Il vento d'alta quota nella regione europea è presente per l'80% dell'anno e già intorno agli 800 metri ha velocità medie di 7 m/s con una potenza specifica di 200 W/m2. In questo modo con una sezione di vento larga mille metri si otterrebbero gli stessi risultati conseguibili da una delle centrali che Berlusconi, il 22 maggio scorso, ha promesso di far iniziare a costruire entro il 2013.

Il progetto “Energia ad aquiloni” ha ottenuto nel 2006 un finanziamento di 15 milioni di euro, i primi quattro sono stati spesi per la sperimentazione di un Kitegen di bassa quota, i restanti saranno investiti per la progettazione di un Kitegen di potenza. Finora è stato sperimentato solo un prototipo che ha rispettato i dati delle simulazioni al computer, pur generando solo piccole porzioni di energia. Se inizialmente si erano presentate delle difficoltà sull'individuazione di aree dove portare avanti il lavoro sulla tecnologia di alta quota (occorre che le autorità competenti diano le necessarie restrizioni sullo spazio aereo soprastante in modo che gli aerei e qualsiasi altro tipo di velivolo non possano entrare), ora sembra essere stato superato l'ostacolo: Il kite wind generator da 20 MW dovrebbe esser costruito sulle ceneri dei reattori di Trino (VC), un'area ideale perché già protetta da una no fly zone.

Il futuro? Può essere di pace ed ecosostenibile, occorre guardare oltre. Investire sulle energie alternative è ancora possibile.

Maurizio Mequio

Fonte: http://www.indicius.it/torpore/kitegen.htm