Kriya Yoga – Parte IV – Estasi cosciente

Kriya Yoga – Parte IV – Estasi cosciente

Kriya Yoga - Parte IV - estasi coscienteIl Kriya Yoga produce estasi cosciente

Quando attraverso il Kriya Yoga il respiro mortale scompare scientificamente dai polmoni, lo yogi prova coscientemente, senza morire, il processo della morte dove l’energia viene spenta dai sensi (causando la scomparsa della coscienza del corpo e la simultanea apparizione della coscienza dell’anima). Diversamente dall’uomo ordinario, lo yogi realizza che la sua vita non è condizionata dall’espirazione e dall’inspirazione, ma che la costante forza vitale nel cervello è continuamente rinforzata attraverso il midollo dall’onnipresente corrente cosmica.

Anche l’uomo mortale durante lo stato di sonno notturno supera psicologicamente la coscienza del respiro; la sua forza vitale diviene allora parzialmente ferma e rivela una scintilla dell’anima come profonda gioia di un sonno profondo. Lo yogi senza respiro, comunque, realizza lo stato conscio della “morte” come uno stato sempre più profondo e beato rispetto a quello dato dal più profondo e beato sonno semi-superconscio. Quando il respiro cessa nel Kriya Yogi, egli è soffuso di incomparabile beatitudine. Egli realizza allora che è la tempesta del respiro umano responsabile della creazione dell’onda di sogno del corpo umano e delle sue sensazioni; è il respiro che causa la coscienza corporea.

San Paolo disse:

“Io affermo, per la nostra gioia che io ho nella coscienza di Cristo, che io muoio ogni giorno” (Corinzi 15:31) (Vivere giornalmente senza respiro)

San Paolo era in grado attraverso il controllo della forza vitale – per mezzo del Kriya o di tecnica similare – di dissolvere la coscienza del suo corpo di sogno nella sempre nuova gioia della Coscienza Cristica.

Quando con la cessazione del respiro e l’acquietamento del cuore la forza vitale viene spenta dai sensi, la mente diviene distaccata ed interiorizzata, capace infine di percepire coscientemente i mondi interni astrali e le superne sfere di divina coscienza.

– Estasi cosciente

Nel primo stadio dell’estasi del Kriya Yoga, lo yogi percepisce la beatitudine dell’anima. Da più alte estasi che provengono dal risultato di completa capacità dello stato di non respiro, egli realizza il corpo fisico fatto di vitatroni contorniati da un’alone di più grossolane cellule elettromagnetiche. Lo yogi percepisce l’illusione del corpo di sogno dematerializzarsi nella realtà di Dio. Provando la realtà del corpo come prana o vitatroni, controllati dal pensiero di Dio, lo yogi diviene uno con Lui. Con quella divina coscienza lo yogi è in grado di creare, preservare o dematerializzare gli atomi di sogno del suo corpo o di qualunque altro oggetto nella creazione.

Conseguendo questo potere, lo yogi ha la possibilità di lasciare disintegrarsi gradualmente il suo corpo fisico di sogno sulla terra in atomi cosmici; oppure può mantenere il suo corpo di sogno sulla terra indefinitamente come Babaji; o, come Elia, può dematerializzare i suoi atomi di sogno in un Fuoco Divino. Eliseo vide il corpo di Elia divenire eterico, ascendendo in un carro di atomi di fuoco e vitatroni mescolati con la luce cosmica di Dio. I suoi luminoso corpi di sogno fisico ed astrale ed il suo corpo causale e l’anima fusa nella Coscienza Cosmica.

“Continuarono a camminare e a parlare. Un carro di fuoco con cavalli di fuoco passò in mezzo a loro. Elia fu rapito in cielo in un turbine di vento.”

2 Re 2:11

Il Kriya Yogi dovrebbe avere l’esatta comprensione della logica della scienza yogica che è raccomandata in questo versetto della Bhagavad Gita. Una spiegazione dello stato di sogno potrà essere d’aiuto. Un uomo si vede in un sogno; la forza della sua mente crea la coscienza di un corpo fisico reale. Similarmente, materializzando i Suoi pensieri, il Signore ha creato uomini di sogno che camminano nel sogno della creazione nel sogno di corpi di carne. Il corpo non è nient’altro che la materializzazione del sogno di Dio.

Il Signore circondò l’anima dell’uomo prima con un’idea di corpo. Poi Egli racchiuse l’idea del corpo con una luce molti fine o sottile (il corpo astrale). Il terzo o finale involucro era l’elettromagnetico corpo di sogno, l’illusione di una forma carnale. La ragione, pertanto, per cui la Gita consiglia ai devoti di praticare la tecnica di controllo vitale pranayama è di metterli in grado di realizzare che il corpo non è fatto di carne, ma di forza vitale condensata nel pensiero di Dio.

Quando attraverso la giusta tecnica di meditazione pranayama il concentrato Kriya Yogi distilla la forza vitale dal respiro e rinforza il prana già presente nelle cellule del corpo e nei centri cerebrospinali, allora anche lo yogi principiante vedrà occasionalmente il suo occhio spirituale di luce. Attraverso una più profonda pratica dello stato di non respiro del Kriya Yoga, egli percepisce il suo corpo astrale. Infine egli è in grado di vedere il suo corpo fisico come una struttura elettromagnetica, un’emanazione grossolana (di una forza vibratoria più densa) di fini raggi del corpo astrale.

Attraverso ulteriori avanzamenti lo yogi realizza che il corpo astrale con il suo tessuto di luce è un'”idea” o pensiero materializzato di Dio. Quando egli comprende pienamente il corpo ideazionale, egli è in grado di condurre la sua coscienza dalle tre prigioni corporee e di unirsi come anima con la beatitudine sempiterna di Dio.

Questa, dunque, è la ragione per cui la pratica del pranayama Kriya Yoga o della tecnica di controllo vitale è imperativa se l’uomo vuole trascendere l’illusione del corpo come un’esasperante massa di carne ed ossa.

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