La medicina povera salverà il mondo?

Il Giornale Online
Dal parto alle malattie del terzo mondo, l'approccio “semplice” che può aiutare la terra

L’alternativa al tagli cesareo e al forcipe si chiama dispositivo di Odon. Jorge Odon era un meccanico e un giorno con gli amici si mise a pensare come estrarre un tappo di sughero da una bottiglia vuota, riuscendoci poi con l’utilizzo di un semplice sacchetto di plastica. La mattina seguente si alzò convinto che un sistema simile potesse essere applicato ai parti problematici e, nonostante lo scetticismo della moglie, decise di lanciarsi in una vera e propria impresa commerciale.

L’IMPRESA – Brevettato il dispositivo, ha trovato alcuni soci e lo ha messo in produzione, incontrando l’entusiasmo di molti pedici ed operatori del settore, primo tra tutti quello di Margaret Chan, direttrice generale dell’OMS (Orgnizzazione Mondiale della Sanità), che nel dispositivo vede un sistema economico e semplice per abbassare la mortalità durante i parti difficili anche nelle zone meno attrezzate del pianeta.

LO STRUMENTO – L’attrezzo si compone di un semplice sacchetto di plastica mono-uso armato da un sostegno ugualmente in plastica, che viene piazzato attorno alla testa del neonato e quindi serrato. La successiva trazione non comporta la compressione della scatola cranica come avviene con il forcipe e nemmeno gli stress meccanici che possono procurare le pompe con le quali si crea il vuoto per aspirare letteralmente i bambini “difficili all’esterno” e per di più evitando ogni attrito o contatto del capo del bambino con le pareti del canale d’uscita, evitando anche il pericolo di contagio da Hiv o da altre patologie delle quali potrebbe essere portatrice la madre.

I TEST – Economico, ingegnoso e utilizzabile anche da personale inesperto senza timore di far danni, per l’OMS vale sicuramente molto, tanto che la stessa organizzazione lo ha promosso http://www.odondevice.org/ e ora sta finanziando i test in Argentina e Sudafrica, necessari a dare dignità scientifica e statistica alle sue capacità.

TECNICA ED ECONOMIA- La strada imboccata dalla felice intuizione di Odon in realtà è già stata spianata dalle grandi aziende che producono materiali e attrezzature sanitarie, percorrendo insieme alla strada della ricerca hi-tech anche la ricerca di soluzioni low-tech e low cost capaci di conquistare i mercati emergenti e possibilmente anche le quote di mercato oggi riserva di caccia di strumenti più costosi e complessi.

LA NUOVA TENDENZA – Questa “innovazione frugale” com’è stata ribattezzata, confida di più sull’intuizione e la fantasia supportate dall’osservazione che sulla ricerca scientifica classica e mira alla creazione di strumenti più economici, semplici e alla portata di tutti. E non solo perché i prodotti concepiti per essere usati in ambienti puliti e climatizzati di solito si trovano malissimo una volta impiegati in condizioni più rustiche o affidati a sanitari meno esperti. Un approccio diverso da quello seguito fino ad ora, con le compagnie che hanno rifiutato d’inseguire i clienti dei mercati più poveri o di studiare soluzioni economiche per le loro esigenze, la stessa politica adottata dalle case farmaceutiche che si sono concentrate sui prodotti che offrono maggior profitto senza preoccuparsi delle vite che le medicine più economiche possono salvare.

LA FRONTIERA DELLA DIAGNOSI – Un approccio al quale tengono soprattutto le aziende impegnate nello studio di strumenti per la diagnostica, che con lo sviluppo dell’elettronica stanno puntando sempre di più verso l’ideazione e produzione di strumenti per la diagnosi http://www.reuters.com/article/2012/06/20/us-global-innovation-idUSBRE85J0G120120620 che siano di dimensioni ridotte, facilmente trasportabili, facili da usare ed economici. Strumenti grazie ai quali fornire anche agli abitanti dei paesi più poveri un servizio sanitario più vicino a quello dei paesi ricchi e dotati di strumenti in abbondanza.

Fonte: http://www.giornalettismo.com/archives/375130/la-medicina-povera-salvera-il-mondo/