La notte delle stelle cadenti

Il Giornale OnlineLa pioggia meteorica delle Perseidi o “lacrime di San Lorenzo” è l’evento naturale più atteso e amato dell’anno. Qualche consiglio per apprezzarlo al meglio, tra leggenda e astronomia.

Il fenomeno ha inizio alla fine di luglio e termina intorno al 22 agosto. Ma il picco massimo è previsto per la notte tra il 12 e il 13 agosto. Stiamo parlando dell’attesissimo spettacolo delle “stelle cadenti”, delle “lacrime di San Lorenzo” o, come lo chiama l’astronomia, dello “sciame meteoritico delle perseidi”.

Il radiante, ossia il punto dal quale le stelle cadenti sembrano provenire, si trova nella costellazione di Perseo, vicina alla caratteristica W della costellazione di Cassiopea. Dalla costellazione di provenienza, le meteore visibili in queste notti estive sono dette, appunto, perseidi.

Gli sciami meteoritici più noti sono quello delle Leonidi (17- 18 novembre) e quello delle Orionidi (intorno al 21 ottobre). Ma lo sciame delle Perseidi è certamente il più famoso di tutti. Fu, infatti, registrato dai cinesi diverse volte, a partire dal 36 d.C., e successivamente da giapponesi, coreani e europei.

Tuttavia, a causa del movimento di rotazione della Terra, le date di passaggio dello sciame variano di qualche giorno di anno in anno.

Nell’antica Roma, l’appuntamento era per fine luglio; il 10 agosto, invece, per i romantici osservatori intorno al 1867, quando l’italiano Schiapparelli, studiando le Perseidi, diede avvio alla astronomia delle meteore, mentre Pascoli legava l’assassinio del padre al “gran pianto che nel concavo cielo sfavilla”, assimilando le meteore alle “lacrime di san Lorenzo”, come voleva la tradizione. I proverbi, infatti, attribuiscono il fenomeno di questa notte alla leggenda di San Lorenzo, bruciato sui carboni ardenti. Le stelle cadenti sarebbero le sue lacrime.

Il santo fu martirizzato il 10 agosto del 258, dopo essersi rifiutato di consegnare al Prefetto di Roma i tesori della Chiesa a lui affidati in qualità di primo diacono. I tesori, infatti, non ce li aveva più: li aveva venduti e col ricavato aveva aiutato i poveri. Questo perché non voleva che cadessero nelle mani dell’imperatore. Quando quei beni gli furono richiesti, portò tutti i poveri e gli ammalati della città dal Prefetto e disse: “Ecco i tesori eterni che non diminuiscono mai e fruttano sempre, sparsi in tutti e dappertutto”. Naturalmente il Prefetto non apprezzo il gesto, e condanno Lorenzo al martirio. Il santo, infatti, è celebrato nel calendario proprio il 10 agosto.

Ma, leggende a parte, qual è l’origine delle Perseidi?

Lo sciame delle Perseidi ha origine dalla cometa Swift-Tuttle, dal nome di due astronomi che la scoprirono verso la fine del 1800. L’ultimo avvistamento risale al 1992 e il prossimo è previsto nel 2126.

Come tutte le stelle cadenti, le “lacrime di San Lorenzo” sono scie luminose prodotte dall’evaporazione nell’atmosfera di piccole particelle di roccia, ghiaccio o polvere, rilasciate dalla cometa nel suo passaggio attorno al Sole, che la consuma con il proprio calore. Le particelle cadono sulla Terra a velocità vertiginose (fino a 72 km al secondo, ben 260mila Km all’ora). L’attrito con la nostra atmosfera le riscalda a temperature elevatissime.

I frammenti più piccoli vaporizzano, producendo reazioni fisico-chimiche che creano scie luminose di 5-20 Km di lunghezza. I detriti più piccoli generano meteore appena percettibili, quelli di medie dimensioni tracce ben visibili, i sassolini più grandi danno vita a dei veri e propri bolidi. Raramente qualche frammento solido arriva al suolo sotto forma di un meteorite, com’è accaduto anni fa nelle Marche e in Romagna.

Tutte le tracce delle meteore se prolungate dal lato della provenienza, convergono verso un punto di origine che gli astronomi chiamano ‘radiante’ e che rappresenta la proiezione sulla volta celeste della zona di ingresso delle particelle nell’atmosfera. Per le meteore d’agosto il radiante coincide con la costellazione di Perseo, visibile durante la notte, verso Nord-Est, sotto Cassiopea, la costellazione dalla caratteristica forma che ricorda una W. Da questo punto di origine “geometrico” le meteore si irradiano in tutte le direzioni.

Le ore migliori per l’osservazione sono quelle fra le due di notte e l’alba. Naturalmente è meglio recarsi in un luogo buio, lontano dalle luci della città (tenendo presente che al nostro occhio occorrono una ventina di minuti per adattarsi bene al buio e distinguere luci anche deboli). Dopo aver individuato il radiante, gli esperti consigliano di spostare lo sguardo a circa 40° da quel punto, in qualunque direzione.

Non è necessario, infatti, scrutare direttamente la costellazione di Perseo per scorgerne di più. Meglio, invece, guardare verso lo zenit (il punto più alto nel cielo) per coprire con lo sguardo il maggior campo visibile. In questo modo è anche possibile sfruttare meglio la sensibilità alla luce della parte esterna della retina.

Ai fortunati, che riusciranno a trovare un cielo terso e sgombro da nuvole, su una spaiaggia o un parato lontano da fonti di inquinamento luminoso (!), non resterà che godersi lo spettacolo e cogliere il guizzo di centinai di scie luminose per esprimere i proprio desideri inconfessati.

Buona notte di San Lorenzo!

Fonte: http://guide.supereva.it/ecologia/interventi/2004/08/171679.shtml