L’incontro tra acqua salata e acqua dolce produrrà energia rinnovabile. Lo svela uno studio italiano

Il Giornale Online
L’incontro tra acqua salata e acqua dolce se viene opportunamente trattato potrebbe produrre energia. A spiegarci come è il fisico e ricercatore del dipartimento di medicina sperimentale dell’università di Milano-Bicocca Doriano Brogioli, 37 anni che, svela, di essersene accorto per caso. «Nel 2008 stavo lavorando sul dna nell’ambito di uno studio sull’Alzheimer, quando ho notato uno “strano” aumento di energia» spiega Brogioli.

Alla base dell’Alzheimer ci sono dei fenomeni elettrostatici che aggregano frammenti di proteine: «Abbiamo notato che la salinità aumenta l’elettrostatica – continua – e per la prima volta abbiamo sperimentato questo anomalo aumento di energia come fenomeno a sé». In realtà si tratta di un principio già noto ma la cui realizzazione di impianti per sfruttarlo risulta alquanto onerosa.

Brogioli ha realizzato un pre-prototipo di supercondensatore ed ha pubblicato il suo lavoro sul “Physycal review letters Nature”. Lo strumento è fatto di due elettrodi immersi in un liquido che contiene ioni: una volta messo in carica, gli ioni si caricano e quelli positivi vanno verso l’elettrodo negativo e viceversa. Questi ioni che si scambiano di posizione grazie al carbone attivo, materiale molto poroso.

A questo punto si immette acqua dolce: questo inserimento sviluppa un potenziale di energia ancora maggiore rispetto a quello iniziale: se tutto questo venisse elaborato e fatto funzionare a ciclo continuo, assicura Broglioli otterremo «quantità interessanti di energia pulita e gratuita».

Basta posizionare gli impianti in un punto di incontro tra acqua dolce e salata. Il ciclo continuo, assicura Brogioli, «produrrebbe l’equivalente del consumo giornaliero di una casa in cui si fa grande uso di corrente elettrica. Se, per ipotesi, l’impianto fosse alimentato dall’intera portata d’acqua di un fiume come il Po, l’energia che si potrebbe ottenere è pari a quella prodotta da un impianto nucleare di ultima generazione».

L’unico problema riscontrato sarebbe l’impatto che si avrebbe sul paesaggio: «La prima applicazione potrebbe essere a livello domestico o lungo la costa nei pressi di foci ed estuari, per soddisfare i bisogni energetici di piccoli centri urbani». Oppure «in zone desertiche dove, canalizzando l’acqua del mare verso una salina, è possibile ottenere acqua con diversi gradi di salinità e impiegare parte dell’energia prodotta anche per dissalare l’acqua e immetterla nelle reti idriche dove c’è carenza di acqua dolce».

Il costo di produzione dell’energia mediante l’impianto a supercondensatore stimato è di circa 10 centesimi di euro per kilowattora mentre il costo di realizzazione di un impianto di dimensioni domestiche si aggira tra i mille e i duemila euro, con costi di gestione intorno ai duecento euro all’anno. Il percorso che porta all’industrializzazione è solo all’inizio assicura il ricercatore; ci sono già alcune aziende interessate al prototipo.

Fonte: http://www.blitzquotidiano.it/ambiente/lincontro-tra-acqua-salata-e-acqua-dolce-produrra-energia-rinnovabile-lo-svela-uno-studio-italiano-97123/