L'affidavit di Walter Haut

La straordinaria dichiarazione giurata, resa prima di morire dall'ufficiale che nel 1947 era addetto alle pubbliche relazioni della base aerea militare di Roswell, ripropone l'ipotesi che siamo stati veramente visitati dagli alieni.

Di Nick Pope

30 Giugno 2007

Esattamente 60 anni fa, un aereo da turismo stava sorvolando le Cascade Mountains, nello Stato di Washington, a una quota di circa 3000 metri. All'improvviso l'aereo venne illuminato da brillante fascio di luce. La visibilità era buona e quando il pilota Kenneth Arnold osservò il cielo per individuare la fonte di quella luce, vide un gruppo di nove oggetti metallici che volavano in formazione. Egli stimò che la loro velocità fosse di circa 1600 miglia orarie, cioè tre volte la velocità di un qualunque jet dell'epoca. Egli descrisse la forma degli oggetti simile ad un arco e aggiunse che si muovevano sobbalzando “come un disco lanciato sull'acqua”. Un giornalista fece tesoro di quella frase e definì quegli oggetti “Dischi Volanti”.

Era iniziata l'era degli Oggetti Volanti Non Identificati (UFO). Non era soltanto il primo avvistamento di UFO, era la nascita di un fenomeno che esercita tuttora un fascino straordinario.

L'incidente di Roswell

Poi, due settimane dopo l'avvistamento di Arnold, accadde qualcosa che doveva condurre alla maggiore teoria cospirazionista sugli UFO di tutti i tempi. Il 2 Luglio del 1947, giorno più o giorno meno, qualcosa precipitò nel deserto del New Mexico, vicino alla Base militare di Roswell.

Le autorità militari della base emisero un comunicato stampa che iniziava così: “Le molte voci che da tempo circolavano sui dischi volanti sono diventate una realtà ieri, quando gli ufficiali dei servizi di intelligence del 509mo stormo Bombardieri dell'Ottava Forza Aerea di stanza al campo di atterraggio di Roswell sono stati tanto fortunati da entrare in possesso di un disco”.

I giornali uscirono con titoli di prima pagina così: “Disco Volante catturato dall'Aviazione”.

Poi, appena 24 ore più tardi, i militari cambiarono la propria versione e affermarono che l'oggetto recuperato, erroneamente creduto un disco volante era, in realtà, un pallone sonda caduto in un pascolo nelle vicinanze. Stranamente, sia i mezzi di comunicazione sia l'opinione pubblica accettarono tale spiegazione senza problemi, con un'acquiescenza che oggi sarebbe impensabile. Roswell scomparve dalle cronache fino alla fine degli anni '70, quando alcuni dei militari coinvolti iniziarono a parlare. Il testimone chiave fu il Maggiore Jesse Marcel, l'ufficiale di intelligence che si era recato al ranch per recuperare i rottami. Egli descrisse il metallo di quei rottami come sottile come una sfoglia, ma incredibilmente resistente. Era leggero come legno di balsa, ma era impossibile sia tagliarlo che bruciarlo. Alcuni dei testimoni descrissero anche degli strani simboli incisi sui rottami.

Questi ed altri resoconti sull'incidente sono stati in gran parte ignorati, tranne che dai ricercatori più convinti.

Ma la scorsa settimana è giunta una nuova svolta per il mistero di Roswell e una nuova luce ha illuminato il caso, sollevando la possibilità che, in definitiva, quel giorno noi fummo veramente visitati da esseri alieni. Il Tenente Walter Haut era l'addetto alle pubbliche relazioni della Base di Roswell nel 1947 e fu colui che indisse la successiva conferenza stampa dopo l'incidente, per ordine del Colonnello William Blanchard, comandante della base.

Haut è morto l'anno scorso, ma ha lasciato una dichiarazione giurata (affidavit) da divulgare soltanto dopo la sua morte.
Recentemente, il documento è stato pubblicato e vi si sostiene che la storia del pallone sonda era una copertura e che il vero oggetto caduto era stato requisito dai militari e custodito in un hangar. Nel documento, Haut sostiene anche di aver visto non solo la navicella, ma anche dei corpi alieni. Egli non è il primo dei testimoni a parlare di corpi alieni: lo aveva già fatto il locale impresario di pompe funebri Glenn Dennis che da sempre sostiene che poco dopo l'incidente fu contattato dalle autorità della base di Roswell affinchè procurasse un certo numero di bare della misura adatta a dei bambini. Dennis, una volta giunto alla base incontrò una sua amica infermiera (in seguito misteriosamente scomparsa) che gli raccontò che un UFO era caduto e che erano stati recuperati corpi di piccoli umanoidi extraterrestri.

Il piano di disinformazione

Walter Haut, però, è l'unico dei partecipanti della prima ora ad affermare di aver visto corpi alieni. Nel suo affidavit, Haut parla di un meeting ad alto livello a cui partecipò insieme al comandante della base Colonnello William Blanchard e al Comadante dell'Ottava Forza Aerea, Generale Roger Ramey. Haut riferisce che in tale riunione vennero mostrati pezzi di rottami e che tutti li maneggiarono senza riuscire a identificare di quale materiale fossero fatti. Secondo Haut, la conferenza stampa si rese necessaria perchè la popolazione locale, a causa delle notizie filtrate, era ormai in grado di riconoscere il luogo dell'impatto ma, in realtà, esisteva un secondo luogo di impatto dove erano presenti molti più rottami. Il piano era quello di ammettere l'esistenza del primo sito di impatto, scoperto da un allevatore, e distogliere così l'attenzione dal secondo e ben più importante sito.

Haut parla anche di un'accurata “operazione di pulizia” durata mesi, durante la quale personale militare passò al setaccio entrambi i siti, alla ricerca di tutti i possibili rottami rimasti, rimuovendoli e cancellando tutte le possibili tracce dell'accaduto. Ciò concorda perfettamente con i racconti della gente del posto che afferma di essersi vista sequestrare dai militari i pezzi di rottami conservati come ricordo.

Haut racconta anche che il Colonnello Blanchard lo portò all'Edificio 84, uno degli hangar della base di Roswell e gli mostrò la navicella. La descrive come un oggetto metallico a forma di uovo lungo 12-15 piedi (circa tre o quattro metri e mezzo) e largo meno di due metri, senza finestrini né ali né coda e senza alcun meccanismo di atterraggio o motore visibile.

Sul pavimento egli vide due corpi parzialmente coperti con tela incatramata, descritti come alti circa quattro piedi (circa un metro e venti) e con teste sproporzionatamente grandi. Verso la fine del suo affidavit Haut conclude: “Sono convinto che quello che ho visto era un qualche tipo di astronave di un altro mondo con il suo equipaggio”.

Ciò che rende interessante la storia di Haut è il fatto che nelle tante interviste concesse prima di morire egli aveva sempre raccontato di aver avuto un ruolo marginale nella storia e non aveva mai fatto affermazioni così concrete. Se avesse cercato pubblicità avrebbe sicuramente parlato prima dell'astronave e dei corpi. Aveva forse paura del ridicolo, oppure il suo affidavit è una sorta di confessione in punto di morte da parte di qualcuno che aveva fatto parte del cover-up e che era rimasto fedele al giuramento dato fino alla fine?

La testimonianza di Philip Corso

Un altro testimone militare che ha detto di sapere che a Roswell era caduta una nave spaziale aliena è stato il Colonnello Philip J. Corso, ex ufficiale del Pentagono, il cui lavoro consisteva nel passare ad aziende americane tecnologie dedotte dall'astronave recuperata a Roswell. Corso ha affermato che scoperte come il kevlar dei giubbetti anti-proiettile, la tecnologia stealth, i visori notturni, il laser e i chip dei circuiti integrati, hanno tutti avuto origine dalla tecnologia aliena scoperta grazie all'incidente di Roswell. Corso morì a causa di un attacco di cuore poco tempo dopo aver detto queste cose e ciò suscitò una nuova ondata di ipotesi cospirazioniste. Per quanto bizzarra possa apparire la storia di Corso, essa è stata supportata da molti personaggi importanti, incluso l'ex Ministro della Difesa del Canada Paul Hellyer che, in tempi recenti, ha rivelato di aver verificato le parole di Corso con una fonte attendibile dell'apparato militare statunitense e quest'ultima gli ha confermato essere tutto vero.

Lanci ad alta quota

Negli anni '90 il Governo degli Stati Uniti venne messo sotto forte pressione da parte dell'opinione pubblica riguardo al caso Roswell. Nel 1994, in risposta a una richiesta da parte dell'Ufficio Generale Contabilità, l'ufficio della Segreteria dell'Aeronautica (USAF) pubblicò una relazione intitolata: “Rapporto su Roswell: Fatti e non Fantasie nel deserto del Nuovo Messico”. Tale rapporto concludeva che l'incidente di Roswell era riconducibile al cosiddetto Progetto Mogul, segretissimo all'epoca dei fatti, che consisteva nell'uso di palloni in grado di volare ad altissima quota; i palloni erano equipaggiati con sensori capaci di percepire eventuali esplosioni nucleari sovietiche. Quindi il rapporto ammetteva che la storia del pallone sonda era stata una copertura della verità, ma tale verità avrebbe riguardato soltanto un nuovo tipo di spionaggio da parte degli Stati Uniti e non la presenza di extraterrestri.”

Nel 1997 venne pubblicato un secondo rapporto dell'USAF intitolato “Roswell, caso chiuso”. Tale rapporto era focalizzato sulle testimonianze che parlavano del ritrovamento di piccoli corpi e concludeva che, a parte la massa di affermazioni del tutto inventate o fraudolente, una piccola parte dei resoconti di cittadini onesti poteva essere stata causata dall'aver visto i manichini lanciati da palloni nell'ambito di un progetto dell'Aviazione chiamato “Lanci da alta quota”. Lo scopo di tale progetto era lo sviluppo di equipaggiamenti protettivi per piloti o astronauti costretti a lanciarsi da altitudini estreme.

Tali esperimenti si erano effettivamente svolti in New Mexico, ma soltanto a partire dal 1954 fino al 1959. Comunque, ciò non impediva al Governo USA di suggerire che proprio la vista di tali manichini sarebbe stata all'origine delle storie su alieni umanoidi e che, in seguito, la gente avrebbe confuso le date, collegando erroneamente questi fatti con la storia di un UFO precipitato nel 1947. Naturalmente gli scettici ignoreranno anche la testimonianza lasciata da Walter Haut, che dopo tutto, per quanto affascinante, è sempre e soltanto un'altra storia senza prove. Comunque, se non altro, queste ultime rivelazioni dimostrano che ancora oggi, a sessant'anni di distanza dai fatti, il mistero permane. Gli appassionati di UFO progettano di commemorare il sessantesimo anniversario dell'incidente di Roswell con una serie di eventi (le celebrazioni si aprono oggi, N.d.R.). Nella stessa Roswell è prevista una conferenza sponsorizzata anche dalle autorità cittadine e si prevede che saranno presenti migliaia di persone. Il caso Roswell non è più soltanto una grande notizia, è anche un grosso affare.

Rendlesham

Dai tempi dell'avvistamento di Kenneth Arnold e del caso Roswell gli UFO hanno continuato ad essere avvistati in tutto il mondo. Nel 1950, in Gran Bretagna, il Capo della Commissione Scientifica del Ministero della Difesa, Sir. Henry Tizard, affermò che gli avvistamenti di UFO non dovevano essere rigettati finchè non fossero stati compiuti seri studi scientifici sul fenomeno e il Ministero della Difesa britannico mise in piedi il comitato col nome forse più incredibile della storia: il Gruppo di Lavoro sui Dischi Volanti, ma le sue conclusioni furono scettiche.

In esse si affermava che gli avvistamenti di UFO erano da attribuire ad errate interpretazioni di fenomeni celesti, a truffe o a illusioni ottiche ed il Rapporto Finale del Gruppo di Lavoro, datato 1951, stabilì che non valeva la pena di dedicare altri fondi a quel tipo di ricerca. Nel 1952 si verificò una serie di avvistamenti notevoli in cui gli oggetti vennero individuati anche dai radar e dai piloti della Royal Air Force. A quel punto il Ministero della Difesa fu costretto a riesaminare la questione e da allora non ha mai smesso di investigare. Fino a oggi il Ministero della Difesa ha ricevuto più di 100.000 rapporti.

Il più famoso incidente UFO avvenuto in Gran Bretagna avvenne nel Dicembre 1980 nella Foresta di Rendlesham, nel Suffolk. Nelle prime ore del mattino del 26 Dicembre il personale della RAF di stanza a Bentwaters (una base aerea inglese affittata all'Aeronautica degli Stati Uniti) riferì la presenza di strane luci nella foresta. Temendo che fosse precipitato un aereo, i militari andarono subito ad investigare. Ciò che trovarono, secondo i testimoni, fu un UFO. Gli uomini scattarono delle fotografie (in seguito, si disse dal loro sviluppo non era uscita alcuna immagine) dello scafo intensamente luminoso e uno di loro si avvicinò talmente all'oggetto da riuscire a toccarlo, immediatamente dopo l'oggetto si sollevò e volò via. Gli stupefatti militari fecero subito rapporto ai propri superiori, incluso l'incaricato del comando della base, il Tenente Colonnello Charles Halt.

Halt diede ordine ai suoi uomini di rendere accurate testimonianze ufficiali e di fare degli schizzi della navicella avvistata. La sera successiva Halt si trovava ad un ricevimento quando un aviere irruppe sconvolto nella sala, fece il saluto d'ordinanza e disse: “Signore, è tornato. Halt lo guardò interdetto e chiese: “Che cosa è tornato?”. “L'UFO, signore. L'UFO è tornato” rispose l'aviere.

Halt e una piccola squadra di uomini andarono a vedere con l'intenzione, avrebbe detto in seguito Halt, di “ridimensionare quella sciocchezza”. Non appena entrarono nella foresta le loro radio smisero di funzionare e i fari da ricerca si spensero. Improvvisamente, Halt e i suoi uomini videro l'UFO e cercarono di avvicinarsi ad esso. A un certo momento esso venne a trovarsi direttamente sopra di loro e li illuminò con un potente fascio di luce. Dopo questi avvenimenti Halt diede l'ordine di esaminare attentamente la zona dove l'UFO era stato avvistato la notte precedente. Nel terreno dove l'oggetto era atterrato vennero ritrovati tre buchi in corrispondenza dei quali il contatore Geiger diede segnali molto forti. Halt fece rapporto al Ministero della Difesa e venne avviata un'indagine. I risultati furono inconcludenti, ma lo Staff di Intelligence della Difesa dichiarò che le letture delle radiazioni prese sul luogo dell'atterraggio avevano registrato “livelli significativamente più alti di quelli attribuibili alla semplice radioattività di fondo”. Il dossier del Ministero della Difesa sull'incidente è stato divulgato solo di recente grazie alla Legge sulla Libertà di Informazione.

Le ammissioni della Gran Bretagna

Un altro spettacolare incidente UFO avvenne nel marzo del 1993. Per più di sei ore circa sessanta persone, in zone differenti del Regno Unito, riportarono avvistamenti di UFO spettacolari. Molti di questi testimoni erano ufficiali di polizia e un UFO sorvolò anche la Base Aerea Militare di Cosford e la Base Aerea Militare di Shawbury, entrambe situate nelle Midlands (contee dell'Inghilterra centrale). L'Ufficiale Meteorologico della Base Aerea di Shawbury descrisse l'UFO come “un grande velivolo triangolare che volava passando in pochi secondi dall'immobilità più assoluta a una velocità di gran lunga superiore a quella di un qualunque jet della RAF”. Egli stimò che le dimensioni dell'oggetto fossero una via di mezzo tra quelle di un aereo da trasporto Hercules e quelle di un Boeing 747 e disse che a un certo punto l'oggetto si era abbassato a una quota di non più di 400 piedi (circa 120 metri). L'ufficiale disse anche che il velivolo aveva colpito il suolo con un sottile raggio luminoso e che emetteva uno sgradevole sibilo a bassa frequenza.

L'indagine del Ministero della Difesa durò diverse settimane e il rapporto sul caso – pubblicato solo di recente – consta di più di cento pagine. La relazione finale sottoposta all'Assistente Capo dello Staff Aereo riportava: “In conclusione sembra che sussistano prove sufficienti per affermare che uno o più velivoli non identificati e di origine ignota abbiano sorvolato il Regno Unito”. Ciò costituisce una delle più franche ammissioni dell'esistenza degli UFO mai fatte da un Ministero della Difesa.

Sessanta anni dopo l'avvistamento dei 'dischi volanti' di Kenneth Arnold, i piloti continuano ad avvistare gli UFO. Nell'Aprile di quest'anno il Capitano Ray Bowyer, un pilota residente a Alderney, ha avvistato due UFO di color giallo brillante vicino alle Channel Islands. Alcuni dei passeggeri del suo aereo hanno avvistato la stessa cosa, il pilota di un altro volo ha redatto un rapporto simile e i radar del Controllo del Traffico Aereo hanno registrato segnali anomali. Il Ministero della Difesa e l'Autorità per l'Aviazione Civile hanno avviato un'inchiesta sull'incidente ma il caso, finora, non ha trovato spiegazioni plausibili.

Malgrado qualunque tentativo di truffa, negli anni l'interesse per gli UFO è rimasto molto forte, insieme alla convinzione che essi siano reali. Il Ministero della Difesa riceve più richieste di divulgazione (in virtù della Legge per la Libertà di Informazione) per gli UFO che per qualunque altro argomento.

Dunque, come mai gli UFO continuano ad eccitare tanto la nostra immaginazione? Per alcune persone la questione è diventata quasi una specie di religione e forse questo è il centro del problema. Coloro che studiano il problema sono alla ricerca non tanto della verità quanto del significato di tutto ciò. La loro è una ricerca che intende dare una risposta ad una delle più importanti domande dell'uomo: “Siamo soli?.

Questo mio articolo è apparso sul britannico Daily Mail del 30 Giugno scorso ed è consultabile qui: http://www.dailymail.co.uk/pages/live/articles/news/news.html?in_article_id=465276&in_page_id=1770

Pur essendo reperibile su Internet, il quotidiano vende oltre due milioni di copie e si pone ai primi posti tra le vendite dei quotidiani nazionali inglesi. Ciò dimostra come sia possibile ottenere, sull'argomento, una attenzione positiva anche da parte dei principali organi di stampa.

(Nick Pope)

fonte:Dnamagazine.it
Traduzione di Barbara Barbatelli