Le ombre del Gardasil

Gardasil
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Con un editoriale che accompagna la pubblicazione di due studi, il Journal of the American Medical Association ha riaperto il dibattito sul Gardasil, il vaccino contro il papilloma virus (Hpv), che si trasmette attraverso l’attività sessuale.

Si riapre il dibattito sul vaccino contro il papilloma virus. La casa farmaceutica Merck, che produce il farmaco, ha finanziato tre società mediche per favorire il medicinale.

Il Gardasil, prodotto da Merck, protegge da quattro dei quaranta tipi di Hpv: due che causano circa il 70 per cento dei tumori al collo dell’utero e due che provocano lesioni genitali esterne.

Il vaccino è autorizzato per bambine e donne tra i 9 e i 26 anni, ed è particolarmente consigliato per le ragazze di 11-12 anni. Merck ha tentato, inutilmente, di far autorizzare il Gardasil anche per le donne tra i 27 e i 45 anni e ora sta cercando di farlo approvare anche per la prevenzione delle lesioni genitali maschili.

«La teoria che sta dietro il vaccino è solida: se l’infezione Hpv può essere prevenuta, il cancro non verrà», osserva nell’editoriale la dottoressa Charlotte Haug. «Nella pratica la questione è più complessa.

Il virus non sembra essere molto nocivo, perché quasi tutte le infezioni Hpv vengono eliminate dal sistema immunitario» e il beneficio della vaccinazione appare “incerto”.

Solo in poche donne l’infezione persiste e solo in alcune può causare lesioni cervicali precancerose ed eventualmente, dopo 20-40 anni, l’insorgenza del tumore. Mettendo sulla bilancia rischi e benefici, bisogna considerare che, «anche se infettata in modo persistente dall’Hpv, una donna non svilupperà il cancro, se si farà controllare regolarmente. Quindi, razionalmente, una donna dovrebbe essere disposta ad accettare solo un piccolo rischio di effetti dannosi provocati dal vaccino».

Uno dei due studi pubblicati da Jama rileva che tra il giugno 2006, quando è stato immesso sul mercato, e il dicembre 2008, ci sono state 12.424 segnalazioni di reazioni avverse tra donne che si sono vaccinate con il Gardasil, con tipologie e percentuali di effetti collaterali per la maggior parte simili a quelle riscontrate per altri vaccini.

Nell’altro studio, Jama rivela come, nello stesso periodo, la Merck abbia finanziato con 750mila dollari tre società mediche – l’American college health association, l’American society for colposcopy and cervical pathology e la Society of gynecologic oncologists – le quali, anziché fornire informazioni indipendenti, hanno adottato le stesse strategie di Merck, dando un’immagine distorta del vaccino, confondendo la formazione medica con il marketing.

Se nel calcolo dei costi e benefici del vaccino entrano anche fattori di peso, come i profitti del produttore, oppure i vantaggi finanziari o professionali di alcuni gruppi di medici, il saldo finale risulterà facilmente distorto.

Beniamino Bonardi