Le sciocchezze sul 2012 e il calendario Maya

Le sciocchezze sul 2012 e il calendario Maya

Certamente molti lettori sanno cosa è una “leggenda metropolitana”, una diceria che spesso ha delle origini oscure, ma che passando di bocca in bocca si rinvigorisce sempre più sino a diventare per molti una verità che è tanto più vera quante più persone lo proclamano.

Molte di queste leggende poi si sgonfiano, vuoi perchè appare in qualche modo l’evidenza della propria falsità, o vuoi perchè la gente se ne stanca ed un po’ per volta la passa nell’oblio.

Ve ne sono di innumerevoli, ricordo quella gigantesca dell’anno 2000.

Ora forse la gente neanche ricorda più questo, ma negli anni prima del 2000 un po’ per volta tutti si sono messi a profetizzare chissà quali eventi sarebbere dovuti succedere allo scadere del 31 dicembre del 1999. Invece niente, con grande disappunto di molti, nulla è successo e la leggenda si è sgonfiata in niente. Ma quanto inchiostro è stato consumato per scrivere le innumerevoli scemenze al riguardo? Quanti dibattiti ed inchieste assurdamente inutili basate su chiacchere di sedicenti esperti ? Vi ricordate? E su quali basi?

Forse qualcuno non lo sa. Molto tempo prima, alla nascita dei primi sistemi di calcolo elettronico, le memorie erano molo piccole, oggi abbiamo miliardi di bytes, ma allora si trattava di centinaia o, quando andava bene, di poche migliaia. I programmatori dei primi computers dovevano risparmiare i bits e, quindi, avevano accorciata la data dell’ anno in due cifre, pensando che la durata della propria applicazione fosse breve. Invece vuoi per pigrizia, vuoi per dimenticanza, alle soglie del 2000 c’erano ancora in uso sistemi con la vecchia numerazione, quindi ci sarebbe stata una imprecisione passare da 99 a 00. Poca cosa, un piccolo ritocco avrebbe sistemato tutto. Invece apriti cielo! Profeti di sventure, sempre primi della classe quelli lì, a calcolare immani disastri per quel semplice errore.

Ebbene oggi abbiamo un’altra potente leggenda metropolitana e vi presento come è nata, che valore ha, e che conseguenze comporta. Si tratta del mitico 21 dicembre 2012. E’ una gigantesca leggenda, non ha alcun fondamento, non significa nulla, salvo indicare il solstizio d’inverno del 2012.

Vediamo intanto cosa significa questo 2012 per l’accezione comune:

Si tratterebbe del momento che segna una svolta, per i più moderati, o la fine della nostra esistenza, per i più catastrofici. In quel giorno devono accadere un mucchio di cose, tutte diverse a seconda dell’oratore di turno. Gigantesche sciagure, o immani catastrofi, o che altro. A sentire certa gente sembra che il buon Dio abbia scelto quel giorno per vendicarsi del male che continuiamo alacremente a perseguire noi umani. Ma che palle! Come è possibile credere a delle idiozie simili? Eppure molti bevono tutto come acqua, molti vanno sulle cattedre a spiegare che si ci sarà qualcosa, ma ecc, ecc, come se sapessero. Non sanno niente, non c’è niente da sapere.

Ogni sito che si occupa di informazioni alternative ha la sua bella sezione 2012 dove si trova di tutto un po’, nessuno mai però spiega, come succedeva per l’anno 2000, tutti parlavano e nessuno sapeva quelo che diceva. Io, per esempio, ero uno di quei programmatori, perciò sapevo, ma come si fa ad arginare una piena? Come si fa oggi a far capire la bufala? L’unica è aspettare che si sgonfi da sé, credo che per quei pochi scettici sia bene sapere qualcosa in più.

Come nasce questa leggenda? Premetto: tutto quello che dirò è di dominio pubblico, in internet, basta andare a leggerselo, a cominciare da wikipedia italiano ed inglese. Josè Arguelles, John Major Jenkins, Carl Johan Calleman, Barbara Hand Clow, Daniel Pinchbeck, ecco alcuni autori che molti anni or sono hanno contribuito a creare questo mito.

Stava nascendo il movimento “new age” anche se è improprio parlare di un movimento, erano idee nuove che qua e là nascevano per offrire una visione dello spirito in alternativa alle religioni. I primi scritti risalgono anche agli anni trenta, ma l’apice dell’interesse cominciò nell’epoca del “figli dei fiori”, questo sì era un movimento strutturato ed organico.

Ai primi profetizzatori “new age” occorreva però datare le loro previsoni in qualche periodo storico, per non essere troppo vaghi. Occorreva una data “importante” che non fosse troppo avanti, per non scoraggiare i seguaci, e non troppo vicina per non impaurirli.

La trovarono col calendario Maya

Già dall’inizio del secolo molti appassionati si erano messi a fare ricerche su questo enigmatico calendario, che presentava non pochi dilemmi, sino a quando, attorno agli anni trenta qualcuno fornì delle spiegazione che poi tutti più o meno accettarono. L’interpretazione forniva una buona data, il 21 dicembre 2012, che aveva proprio le doti necessarie e quei pseudo profeti la usarono per attribuire l’occorrenza della fine del mondo per quel giorno.

E perchè? Semplice, perchè quel giorno era la fine del ciclo del calendario Maya, quindi sarebbe stata anche la fine del ciclo del nostro mondo!

Nessuno ha spiegato perchè mai la fine del ciclo di un calendario dell’antichità dovessere divinare la fine anche del nostro ciclo, ammesso che ci sia. Quando il nostro calendario finisce un ciclo, semplicemente cambiamo pagina, come per l’anno 2000. Altri popoli hanno altri calendari e per loro è forse la fine del ciclo? Ma suvvia siamo seri!

La cosa tragica è che un mucchio di gente ha preso per buona questa scemenza e ne continua a discettare dottamente. Vediamo ora le consistenza della data descritta come la fine del ciclo del calendario Maya.

Non c’è nessun riscontro!

Adesso vi informo su come sono giunti a definire questa data. I primi ricercatori hanno argutamente rilevato che il calendario esprime due cicli di numerazione dei giorni secondo due classificazioni diverse. La ragione non l’hanno mai individuata, eppure esiste e ne parleremo più avanti. Interpolando questi cicli si scopre che esiste un momento in cui entrambi sono all’inizio, il ciclo è di 5000 anni circa.

Avviso: riporterò soltanto dati circa, per non annoiare, la letteratura è ricca di dati precisi, per gli interessati.

Quindi, si sono detti, vediamo di collocare questi tempi in rapporto al nostro calendario. E come fare? Non esiste la stele di Rosetta per i calendari, ma non possiamo vivere se non risolviamo questo problema.

E pensa che ripensa quei fenomeni negli anni trenta arrivarono alla conclusione:

Il ciclo deve, e sottolineo deve, coincidere con un fatto importante e ben riconoscibile. Questo fatto deve essere astronomico, perchè deve essere assoluto. Allora c’è nei dintorni qualche fatto importante? Le comete no, ce ne sono troppe, non parliamo delle eclissi, sono comunissime. L’allineamento dei pianeti? Ma anche qui ce ne sono diversi. Ci vuole un fatto millenario, il calendario è antico no? Eureka! Esiste l’allineamento della terra col sole e con il centro della galassia, questo è un fatto che avverrà tra poco: è senz’altro l’avvenimento che segna la fine del ciclo del calendario.

Badate bene: Millenni or sono qualcuno elabora un calendario, e poi vedremo chi, come e quando, e per farlo comincia dal fondo? Cioè definisce una data nel lontano futuro e decide che il ciclo finirà in quella data? Facciamo così anche noi, che pure non brilliamo per intelligenza? Non mi pare, tutti i calendari di oggi e di ieri iniziano dal passato.

Invece il calendario Maya inizia dal futuro? E chi glielo ha detto?

E vediamo questo evento. Si tratterebbe di questa congiunzione. A parte il fatto che nessuno sa con precisione dove è realmente il centro della galassia, perchè scegliere il solstizio d’inverno? Quello d’estate non va bene? Forse per loro quello d’inverno era più consono ad un concetto di fine di ciclo, come fine di stagione.

Allora calcoli su calcoli, a mano, in quei tempi a scoprire in quale anno si sarebbe verificato questo famoso allineamento. E, tutti d’ accordo, lo trovarono nel dicembre del 2012. Allora non avevano computer, chissà che fatica tutti quei calcoli con molti decimali! Di recente qualcun altro ha rifatto gli stessi calcoli ed ha raggiunto un’ altro risultato, cioè nel 1998.

Sempre però prendendo per buone le posizioni astronomiche del tutto arbitrarie ed opinabili. Come si fa a definire il punto del centro della galassia se non si vede? E’ stato interpolato facendo una media tra le posizione degli astri più lontani, forse? Ma come hanno fatto? Sono usciti dalla galassia e da lontano hanno fatto una foto da cui poi interpolare il punto? E così, o hanno inventato tutto?

Secondo me l’hanno sognato dopo abbondanti libagioni.

Questa è la serietà di impostazione scientifica che condiziona migliaia se non milioni di persone in buona fede che si sente raccontare storie sul 2012. Ma non è finita. Questi ricercatori da operetta si sono posti naturalmente anche il problema di calcolare l’inizio del ciclo. Nozione fondamentale in effetti, se c’è una data di fine così importante chissà l’inizio, che magari è correlato con la strana numerazione usata.

Delusione, nonostante i calcoli complessi che tenevano conto degli anni bisestili, delle correzioni per l’anno non perfettamente di 365 giorni, ecc, sono spuntate tre date assolutamante insignificanti, dove non solo non è capitato niente, me non c’è stato verso di trovare un qualche avvenimento o serie di avvenimenti che corrispondesse.

Sì qualche evento cosmico allineando più o meno in qualche parte corrispondeva, ma niente di realmente giusto. E ti credo! Non avete capito nulla! A vostra scusante devo dire che a quell’epoca ne sapevano molto meno di noi.

Altra materia di riflessione. Secondo questi studiosi da circolo bocciofilo chi ha elaborato il calendario lo ha fatto circa nel 3100 A.C.

Oggi sappiamo qualcosa delle civiltà dell’america latina, un fatto incontrovertibile è che nella antichità prima del 1000 DC , cioè 4000 anni dopo il presunto inizio del calendario, non conoscevano il ferro. I monumenti, le piramidi in roccia di calcare erano scolpiti con pietre dure. Conoscevano l’oro perchè lo trovavavo già pronto. Non conoscevano l’arco (come costruzione). Non avevano certo strumenti ottici e non avevano di sicuro la necessità di sviluppare una matematica con lo zero a base 20.

I romani erano degli ingegneri valentissimi, hanno costruito opere imponenti, avevano la metallurgia, conoscevano come costruire acquedotti e tutto solo con una matematica a valori di gruppo, non avevano nemmeno le cifre, altro che zero!

Ma i nostri valenti ricercatori della domenica vogliono farci credere che l’estensore del calendari Maya ha:
Aspettato l’anno giusto per dare l’inizio alla numerazione. Ha sviluppato per la bisogna la matematica in base 20, e giacchè c’era ha pure inventato lo zero, data la sua grandissima saggezza.

Poi ha scrutato con occhi di falco il cielo ed ha individuato il centro della galassia. Ha annotato su un papiro, papiro!, la posizione con un numero in base 20. Poi ha calcolato il momento in cui la terra avrebbe avuto l’allineamento col suddetto centro e prevedendo che gli scopritori sarebbero stati nell’altro emisfero ha scelto il solstizio d’estate per lui, ma d’inverno per noi. I conti li ha sempre fatti con un bastoncino annerito sui papiri, una montagna di papiri, di cui ovviamente non c’è traccia. Naturalmente questo incredibile genio aveva la posizione esatta con molti decimali del sole e della terra, ottenuta sempre scrutando il cielo con vista acutissima aiutandosi eventualmente con dei bastoncini.

Io, personalmente, se mi avessero raccontato simili idiozie quando avevo 5 anni sarei scoppiato a ridere, non so voi, ma altri, molti altri, hanno preso sul serio questo ciarpame.

[u]Un’altra cosa avrebbe dovuto far riflettere gli analisti passati e i ricercatori presenti:[/u] Perchè gente così prepararta con una matematica così evoluta sbaglia così i giorni dell’anno? Come mai sono 360 e non 365 e rotti come sappiamo, che senso ha avere un tale errore che scombina tutti i possibili impieghi se non apportando delle correzioni grossolane ogni tanto? E che fine fa la corrispondenza con l’altra numerazione? Si è forse qualcuno chiesto questo? Non ne ho visto traccia.

Ora affrontiamo l’argomento in un altro modo

Sir Thomas More e Charles Etienne Brasseur sostengono che la civiltà Maya debba risalire alla mitica Atlantide.
E’ vero, Atlantide non è mitica, è esistita per almeno 200.000 anni e si è sviluppata in un continente che sorgeva nell’area dell’odierno oceano atlantico di fronte al Portogallo. Vi erano degli itsmi da una parte e dall’altra che permettevano una facile percorrenza tra l’Europa e l’America del nord.

Ci furono molti sconvolgimenti sulla Terra, nelle varie epoche, in uno di questi Atlantide sprofondò nell’oceano, non fu una cosa improvvisa, era stata prevista ed era già iniziato un riassestamento delle terre tempo prima. Ma l’uomo è l’uomo, non si vuole fare intimorire dalla natura così quando avvenne ci furono pochi sopravvissuti, che si dispersero chi in America, chi in Africa.

La civiltà di Atlantide era molto avanzata, la scienza aveva avuto uno sviluppo elevatissimo, ma in una maniera diversa dalla nostra. Avevano da molto scoperto i segreti della materia e della vita, e la loro tecnologia era basata prevalentemente sulla manipolazione dei cristalli. Non è strano, anche oggi noi dobbiamo la nostra tecnologia, computer, telefonini, ecc alla manipolazione di cristalli, cosa sono i transistor?

Oltre a ciò non esisteva a quei tempi la quarantena che è stata poi imposta alla terra, avevano contatti continui con la federazione galattica, con gli alieni. L’ultimo re di Atlantide fu Toht, fu uno dei pochi che riuscì a fuggire, portandosi dietro un po’ di attrezzi tecnologici, era infatti preparato all’evento. Fece anche un’altra cosa importante, il calendario “Maya” che fu poi utilizzato dai fuggitivi in America prima nel nord poi nel sud.

Tutto ciò avvenne 13.000 anni or sono, Toht si recò nell’attuale Egitto ed iniziò lì la civiltà egiziana. Costruì le piramidi (non da solo ovviamente) con l’uso degli attrezzi che aveva portato con sé. Quindi niente tombe dei faraoni e altre interpretazioni, le piramidi furono costruite usando seghe ad ultrasuoni e trasportatori ad antigravità. Questi attrezzi furono poi usati in seguito sino a quando le fonti di energia si esaurirono e furono riposti in un camera sotto la sfinge. Nella fine del 1800 alcuni archeologi americani trovarono questa camera e questi attrezzi e li portarono in una città degli stati centrali dove li nascosero in un sotterraneo di un museo. Sono ancora lì.

Dall’ altra parte dell’oceano i superstiti cercarono di riorganizzarsi, ma le conoscenze e la tecnologia si disperse quasi subito ed iniziarono un lungo percorso di sopravvivenza che portò, in seguito, alla formazione di alcune civiltà, alcune si estinsero in breve, altre durarono sino all’avvento degli europei. Ecco perchè usavano i numeri a base 20, senza capirli, quasi come ornamento, ecco che usavano quel calendario, ma si accorsero presto che c’era qualcosa che non andava.

Nell’ immane disastro e nei successivi altri due o tre, la terra fu profondamente influenzata, come nel passato c’erano due lune e non la attuale (che per inciso è artificiale e antica di un milione di anni) così la terra percorreva un’orbita diversa di 360 giorni esatti. Il calendario era corretto all’ origine.

In Atlantide erano frequenti i rapporti coi popoli della galassia che hanno un calendario standard, su un’ altra divisione dei giorni, ecco spiegato il secondo calendario, è la numerazione standard galattica. Natualmente la durata del giorno galattico è diversa, ma il calendario per i lavori e per il reciproco scambio di informazioni poteva essere il medesimo.

Tutti i calcoli di quegli ineffabili ottimisti sono errati. La terra aveva un anno di 360 giorni e lo avrà di nuovo. E’ parte delle correzioni che verranno apportate. Il calendario non ha un inizio ed una fine, è come il nostro, una sequenza di giorni dove per comodità li numeriamo secondo un criterio di utilità.

Perciò basta con le sciocchezze, gridiamo a gan voce di alzare la testa e ragionare!
Leggete la storia del calendario, come ho fatto io, e se tenete la mente vigile capirete subito l’ennesima “leggenda metropolitana “ che ci, anzi, vi hanno somministrato.

Ben Boux